di Massimo Micaletti (fonte http://radiospada.org/)
«Gli studenti devono ricordare che la devozione al Maestro o al Sentiero non bastano. I Grandi Esseri cercano dei collaboratori e lavoratori intelligenti, non la dedizione alla loro personalità, e possono fare maggiore affidamento su uno studente che cammina indipendentemente alla luce della sua anima, che non sul devoto fanatico. La luce della sua anima rivelerà all’aspirante serio l’unità sottostante a tutti i gruppi e lo metterà in grado di eliminare il veleno dell’intolleranza, il fanatismo e la separatività che caratterizzano le menti ristrette e i principianti sul Sentiero, e lo aiuterà ad amarli così tanto, che essi cominceranno a vedere in modo più reale e ad ampliare il loro orizzonte; lo metterà in grado di giudicare realmente il valore esoterico del servizio, e soprattutto gli insegnerà a praticare quell’innocuità che è la caratteristica preminente di ogni figlio di Dio». Fra i vari requisiti del discepolato, l’innocuità rappresenterebbe infatti la prima vera caratteristica di un servitore: «Un’innocuità che non pronuncia alcuna parola che possa nuocere ad un’altra persona, che non formula alcun pensiero che possa avvelenare o causare malintesi, e che non compie alcuna azione che possa ferire anche il più piccolo dei suoi fratelli; questa è la virtù principale che permetterà allo studente esoterico di percorrere senza pericolo il difficile sentiero dello sviluppo. Quando l’accento è posto sul servizio del prossimo, e la forza di vita è indirizzata all’esterno, verso il mondo, allora si è liberi dal pericolo, e l’aspirante può meditare, aspirare e lavorare in tutta sicurezza. Il suo movente è puro ed egli cerca di decentralizzare la personalità e di spostare il centro dell’attenzione da sé al gruppo. Così la vita dell’anima può fluire attraverso lui ed esprimersi come amore per tutti gli esseri»[1].
Innocuità… comunità… amore che fluisce… camminare alla luce della propria anima…
Vi ricorda qualcosa che ci insegnano in chiesa da qualche tempo?