di Francesco Pentagrammuli - http://radiospada.org
Durante l'Ottava del Corpus Christi, proponiamo una selezione di musiche liturgiche delle tradizioni cattoliche latine, percorrendo una nostra spirituale processione fra secoli e paesi diversi.
L'antifona Cibavit eos si canta, nel rito romano, all'introito della messa di oggi; la presentiamo nella versione gregoriana:
e in un arrangiamento in polifonia classica di Domenico Scarlatti, compositore a Napoli e Madrid in pieno XVIII secolo:
Caratteristica della messa di oggi è la lunga sequenza Lauda Sion, che proponiamo in una bella ed orecchiabile versione secentesca di un maestro del barocco messicano:
Si noti che, qui, l'autore fa uso di una tecnica esecutiva tipicamente latina: il canto alternatim. Per alleviare le fatiche o porre rimedio alle manchevolezze del coro, i versi vengono cantati alternamente dal coro e dall'organo (la prassi normale è un verso dispari all'organo, uno pari al coro: qui la prassi è un poco diversa, e per brevità di registrazione sono stati inglobati nel suono dell'organo vari versi centrali della sequenza). Dietro tale pratica stava, fin dal medioevo, una elaborata dottrina cosmologica fondata in Boezio, di corrispondenze fra universo creato, corpo e anima umana, e strumento musicale: il suono dell'organo (le cui canne erano disposte secondo calcoli analoghi a quelli della astronomi) veniva a costituire una sorta di risposta celeste, quindi angelica, al canto degli uomini. Per questo i versetti intonati dall'organo NON sono cantati dal coro.
Le ultime due strofe dell'inno del breviario per la festa odierna vengono usualmente cantate, in polifonia, dopo il Benedictus della messa solenne (quale che ne sia il giorno). Ancora più adatte saranno per la messa di oggi. Ecco l'O salutaris Hostia, nella versione del polifonista fiammingo Josquin des Prez, attivo nelle corti italiane rinascimentali:
Nella versione del suo contemporaneo Pierre de la Rue (che addirittura lo sostituiva spesso al Benedictus!):
Ed infine nella versione belcantistica ed ottocentesca di Rossini, dalla Petite Messe Solennelle del grande maestro pesarese (i puristi non la apprezzeranno di certo, ma prendiamola come una curiosità musicalmente validissima, anche se non eminentemente liturgica):
Alla messa segue la processione, aperta dal canto dell'inno Pange lingua, che presentiamo nella versione del maggiore fra i polifonisti spagnoli, attivo in Roma, il Vitoria, basata sulla melodia spagnola di tale canto le cui parole furono composte da san Tommaso d'Aquino:
Quindi, un altro inno del Corpus Christi è cantato nella processione, il Sacris solemniis.
Eccolo, in una bella versione dall'andatura processionale, che alterna il canto gregoriano (al modo secentesco, molto ritmico) al canto accordale accompagnato da strumenti a fiato e tamburi, composto da un maestro secentista catalano:
Eccolo, in una bella versione dall'andatura processionale, che alterna il canto gregoriano (al modo secentesco, molto ritmico) al canto accordale accompagnato da strumenti a fiato e tamburi, composto da un maestro secentista catalano:
Del Tantum ergo (ultimi due versi del Pange lingua), che si canta ricevendo la benedizione eucaristica, presentiamo una bella versione di un compositore neoclassico del XX secolo, Déodat de Séverac:
Infine, un solennissimo Te Deum di scuola francese, del primo periodo barocco (si noti come le voci umane siano rinforzate, all'uso che era diffuso in molte cappelle d'Europa, con gli strumenti musicali a fiato quali trombe e tromboni):