Il cattocomunista Matteo Renzi apre alle unioni omosessualiste. È una delle ultime news rilanciate dall’Huffington Post. Si legge: «Non chiamatele nozze gay ma civil partnership. Il modello è quello tedesco: le coppie omosessuali potranno iscriversi all'ufficio dello stato civile in un apposito registro dedicato ai ‘matrimoni’ tra persone dello stesso sesso», dunque un riconoscimento, de facto, delle ‘unioni’ invise a Dio: «Sicut Sodoma et Gomorra et finitimae civitates, simili modo exfornicatae et abeuntes post carnem alteram, factae sunt exemplum, ignis aeterni poenam sustinentes» (Epistula Iudae, 7).
L’articolista prosegue spiegando di cosa si tratta: «in questo modo potranno usufruire degli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali sposate: reversibilità della pensione, diritto alla successione in caso di morte e la possibilità di assistenza negli ospedali e nelle carceri nonché di partecipare ai bandi per le case popolari»; aggiunge una postilla: «non potranno chiedere un bambino in adozione, ma un partner potrà adottare il figlio dell'altro per garantire una continuità relazionale».
Il testo di legge è stato anticipato all’Unità. Durante la recente assemblea nazionale del Pd a Roma, il premier Matteo Renzi ha annunciato che a settembre il governo varerà una legge sulle 'unioni' civili, ciò lo apprendiamo dal sito gay.it: «Renzi: “A settembre le unioni civili”. Arcigay: “Nessuna mediazione”» (qui maggiori info).
Sostanzialmente il cattocomunista Renzi, evidentemente figlio del modernismo e del paganesimo, insieme con gli altri movimenti “sovversivi” (contro la natura e contro la retta ragione) presenti in Parlamento, assesterà il colpo di grazia al già lordo equilibrio nazionale, fra guide massoniche e persecuzioni finanziarie ed ideologiche.
Attuali più che mai, così, le monizioni di san Paolo: «Propterea tradidit illos Deus in passiones ignominiae. Nam et feminae eorum immutaverunt naturalem usum in eum, qui est contra naturam; similiter et masculi, relicto naturali usu feminae, exarserunt in desideriis suis in invicem, masculi in masculos turpitudinem operantes et mercedem, quam oportuit, erroris sui in semetipsis recipientes. Et sicut non probaverunt Deum habere in notitia, tradidit eos Deus in reprobum sensum, ut faciant, quae non conveniunt, repletos omni iniquitate, malitia, avaritia, nequitia, plenos invidia, homicidio, contentione, dolo, malignitate, susurrones, detractores, Deo odibiles, contumeliosos, superbos, elatos, inventores malorum, parentibus non oboedientes, insipientes, incompositos, sine affectione, sine misericordia. Qui cum iudicium Dei cognovissent, quoniam qui talia agunt, digni sunt morte, non solum ea faciunt, sed et consentiunt facientibus» (Apostoli ad Romanos Epistula Sancti Pauli 1,26 ss.).
Sarà un’ottima occasione, colta al volo dalla Chiesa occupata dai modernisti, per opporre qualche flebile voce di resistenza, così da far gridare all’illuso: «… c’è tradizionalismo …».
Fin dalle origini, la Chiesa, vista la maledizione esplicita presente nelle Sacre Scritture, ha condannato la pratica omosessuale per bocca dei Papi e Padri, riconosciuti come testimoni della Tradizione Divina. Il sommo sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona e Dottore della Chiesa, insegnava: “I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand’anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di loro stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra Dio e noi a venire violata” (Sant’Agostino, Confessioni, c. III, p. 8).
Se ne facciano una ragione i “cattolici” che offendono Dio votando quelle organizzazioni agnostiche di consorteria nichilista, europeiste che si fanno chiamare partiti di centro sinistra.
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