Sul referendum farsa di annessione delle Venezie all’Italia. Riporto quanto segue:
“L’Unità Cattolica” scriveva nel numero del 3 agosto 1866:
“E’ ormai certo che i Veneti verranno consultati sulla loro volontà con un plebiscito, plebiscito che, a dire della Gazzetta di Firenze, num. 209 del 31 luglio – sarà più una formalità per appagare la diplomazia, che una cosa di sostanza-. Epperò anche prima del plebiscito i Popoli, i Mordini, gli Allievi, i Sella vanno a governare i popoli della Venezia in qualità di Commissari straordinari, ed il Ministero regala ai Veneti l’abolizione del Concordato e la soppressione degli ordini religiosi.”
E più avanti:
“Noi, umili giornalisti, ci contenteremo di scrivere poche parole sui plebisciti moderni, i quali debbono il loro risorgimento principalmente a Napoleone III, che ha diritto di essere chiamato l’Imperatore dei plebisciti.
E’ bensì vero che suo Zio, conoscendo la plebe, massime dopo la rivoluzione, fin dai suoi tempi introdusse il plebiscito quando volle approvato il suo colpo di stato del 18 brumaio, la costituzione dell’anno VIII, e più tardi i senato-consulti che stabilirono successivamente il Consolato a vita e poi l’Impero.
Ma Napoleone III perfezionò l’arte dei plebisciti, e mentre lo Zio faceva sottoscrivere i votanti nei registri, il nipote giudicò più comodo ridurre la votazione a semplici bollettini con un si e un no.
Non si dà esempio di un plebiscito il quale riuscisse contrario a coloro che lo proposero. La dolcissima plebe in grandissima maggioranza ha sempre risposto di si a tutti coloro che l’interrogarono. Il popolo ama i si, e li regala a milioni ai suoi governanti.”
E cita quattro plebisciti che si svolsero in Francia e che ebbero riscontri ….plebiscitari: interessanti i casi di Nizza e della Savoia dove i votanti non ebbero il minimo dubbio sulla necessità di riunirsi alla Francia.
Arriviamo poi a quelli che interessano più vicino i popoli “vittime” dell’espansionismo sabaudo.
“Noi, umili giornalisti, ci contenteremo di scrivere poche parole sui plebisciti moderni, i quali debbono il loro risorgimento principalmente a Napoleone III, che ha diritto di essere chiamato l’Imperatore dei plebisciti.
E’ bensì vero che suo Zio, conoscendo la plebe, massime dopo la rivoluzione, fin dai suoi tempi introdusse il plebiscito quando volle approvato il suo colpo di stato del 18 brumaio, la costituzione dell’anno VIII, e più tardi i senato-consulti che stabilirono successivamente il Consolato a vita e poi l’Impero.
Ma Napoleone III perfezionò l’arte dei plebisciti, e mentre lo Zio faceva sottoscrivere i votanti nei registri, il nipote giudicò più comodo ridurre la votazione a semplici bollettini con un si e un no.
Non si dà esempio di un plebiscito il quale riuscisse contrario a coloro che lo proposero. La dolcissima plebe in grandissima maggioranza ha sempre risposto di si a tutti coloro che l’interrogarono. Il popolo ama i si, e li regala a milioni ai suoi governanti.”
E cita quattro plebisciti che si svolsero in Francia e che ebbero riscontri ….plebiscitari: interessanti i casi di Nizza e della Savoia dove i votanti non ebbero il minimo dubbio sulla necessità di riunirsi alla Francia.
Arriviamo poi a quelli che interessano più vicino i popoli “vittime” dell’espansionismo sabaudo.