S.E.R. Cardinal Henry Edward Manning, arcivescovo di Westminster (1808-1892), prete anglicano sposato e poi vedovo nel 1837, si avvicinò progressivamente al cattolicesimo e dopo un colloquio con Pio IX, il 6 aprile 1851 abiurò lo scisma anglicano e fu riordinato sacerdote poco dopo il 14 giugno 1851. Figura assolutamente centrale nella rinascita del cattolicesimo romano e della sua gerarchia in Inghilterra, fedelissimo di Papa Pio IX, divenne arcivescovo di Westminster nel 1865. Diventato principe della Chiesa nel 1875, partecipò al conclave che elesse Leone XIII nel 1878. Cardinale nel 1875, è una delle figure più luminose del cardinalato ottocentesco. Di lui ci siamo lungamente occupati in alcune conferenze e ci occuperemo ancora con nuovi interventi. A conclusione di questa telegrafica nota biografica, riportiamo alcuni estrattii da un discorso tenuto al Concilio Vaticano il 25 maggio 1870 a favore della definizione dell’Infallibilità pontificia, vera cifra dell’episcopato e del cardinalato manninghiano.
[…]L’infallibilità del Romano Pontefice non è un’opinione libera tra i cattolici, liberamente ventilata o liberamente da ventilarsi. Siamo già tutti tenuti a crederla. Non è un’opinione ma una dottrina, perchè è già contenuta nella Rivelazione di Dio.
Da queste premesse, seguono evidentissimamente due cose: 1° manca di ogni forza e verità l’opposizione fatta in questi mesi sempre più forte che i padri conciliari stiano trasformando un’opinione in un dogma; E’ già stato provato che essa non è nè opinione, nè libera, ma dottrina, non ancora definita ma rivelata, teologicamente certa, almeno prossima alla fede. L’elevazione di una verità cattolica di questo tipo da dottrina non definita a dottrina definita nulla aggiunge alla sua certezza intrinseca, aggiungerà solo una certezza estrinseca; 2° Non solo manca di verità ma soffre di menzogna, la trita espressione che viene usata quando si parla di questa definizione: In necessariis unitas, in dubiis libertas. La dottrina dell’infallibilità pontificia non è in alcun modo dubbia e affinchè dalle nostre controversie e dal silenzio tenuto in concilio sul tema non sorgano dubbi, è necessario che sia promulgata solennemente.[…]
Questa fede soprannaturale (nell’Infallibilità pontificia) è viva e efficace in tutta la Chiesa discente, ed è bastata per quindici secoli senza una definizione.
Infatti le definizioni non sono per i fedeli precipuamente ma per gli infedeli e per gli incerti e i dubbiosi, come si legge negli Apostoli, la legge non è posta per il giusto ma per gli iniqui e i ribelli.[…] Abbiamo udito tra le tante cose incredibili di questi tempi, che vi sarebbero trenta condizioni richieste per la validità degli atti pontificali, sulle quali i teologi si accapigliano senza fine. Ma di queste condizioni o i cristiani le ignorarono per quindici secoli oppure son condizioni cui il Pontefice è legato davanti a Dio ma non davanti agli uomini. […]Infatti nell’assistenza promessa a Pietro sono contenute tutte le cose necessarie. In quest’assistenza, da cui il Papa è diretto affinchè non erri circa il fine, è certamente contenuta l’assistenza circa i mezzi, necessari per raggiungere quel fine.[…] Se al Concilio di Trento con una definizione decretoria fosse stato tolto ogni dubbio circa l’infallibile magistero del Romano Pontefice, non sarebbero potuti sorgere in alcun modo quei luttuosissimi mali che per due secoli in Germania, in Francia e in altre terre sino ad oggi, abbiamo letto, abbiamo udito, abbiamo visto. Ecco, reverendissimi padri, i frutti acerbissimi del silenzio! […] E’ più chiaro della luce del meriggio che, in seguito ad eventuali reticenze di questo Concilio, l’autorità della Chiesa docente ovunque verrebbe indebolita e poi abbattuta e le membra disperse, unite e dipendenti da un Capo privo di forza, facilmente cadrebbero sotto il potere dei governi e precipiterebbero negli abissi delle chiese dette “nazionali”.
Tuttavia, con la definizione di questo Concilio Vaticano che rafforzi con l’infallibile giudizio di tutta la Chiesa la suprema autorità del suo Capo, la giurisdizione della Sede apostolica che è fonte unica di verità e unità, aumenterà in forza al punto da trasmettere nuovo slancio e nuovo vigore al corpo episcopale, sarà confermata la fede e l’obbedienza di tutti i cristiani, sarà rafforzata l’unità dell Chiesa e la certezza del Magistero infallibile come la TESTUGGINE ROMANA impenetrabile grazie agli scudi uniti e inscalfibile da ogni parte prenderà e annienterà i dardi infuocati del Maligno.[…]
Mi sia lecito esprimere un desiderio del mio cuore non tanto a voi a innanzi a Nostro Signor Gesù Cristo. Permetta Dio che nella prossima festa del Principe degli Apostoli attorno al Soglio del suo successore, noi pastori radunati da tutto il mondo, deponiamo e seppelliamo per sempre nel sepolcro di Pietro tutte queste nefaste memorie che ci rattristarono e, come da una sola fonte da cui è sorta l’unità sacerdotale, su tutti noi si diffonda copiosissimamente la perfetta pace di Dio.[…]
Da queste premesse, seguono evidentissimamente due cose: 1° manca di ogni forza e verità l’opposizione fatta in questi mesi sempre più forte che i padri conciliari stiano trasformando un’opinione in un dogma; E’ già stato provato che essa non è nè opinione, nè libera, ma dottrina, non ancora definita ma rivelata, teologicamente certa, almeno prossima alla fede. L’elevazione di una verità cattolica di questo tipo da dottrina non definita a dottrina definita nulla aggiunge alla sua certezza intrinseca, aggiungerà solo una certezza estrinseca; 2° Non solo manca di verità ma soffre di menzogna, la trita espressione che viene usata quando si parla di questa definizione: In necessariis unitas, in dubiis libertas. La dottrina dell’infallibilità pontificia non è in alcun modo dubbia e affinchè dalle nostre controversie e dal silenzio tenuto in concilio sul tema non sorgano dubbi, è necessario che sia promulgata solennemente.[…]
Questa fede soprannaturale (nell’Infallibilità pontificia) è viva e efficace in tutta la Chiesa discente, ed è bastata per quindici secoli senza una definizione.
Infatti le definizioni non sono per i fedeli precipuamente ma per gli infedeli e per gli incerti e i dubbiosi, come si legge negli Apostoli, la legge non è posta per il giusto ma per gli iniqui e i ribelli.[…] Abbiamo udito tra le tante cose incredibili di questi tempi, che vi sarebbero trenta condizioni richieste per la validità degli atti pontificali, sulle quali i teologi si accapigliano senza fine. Ma di queste condizioni o i cristiani le ignorarono per quindici secoli oppure son condizioni cui il Pontefice è legato davanti a Dio ma non davanti agli uomini. […]Infatti nell’assistenza promessa a Pietro sono contenute tutte le cose necessarie. In quest’assistenza, da cui il Papa è diretto affinchè non erri circa il fine, è certamente contenuta l’assistenza circa i mezzi, necessari per raggiungere quel fine.[…] Se al Concilio di Trento con una definizione decretoria fosse stato tolto ogni dubbio circa l’infallibile magistero del Romano Pontefice, non sarebbero potuti sorgere in alcun modo quei luttuosissimi mali che per due secoli in Germania, in Francia e in altre terre sino ad oggi, abbiamo letto, abbiamo udito, abbiamo visto. Ecco, reverendissimi padri, i frutti acerbissimi del silenzio! […] E’ più chiaro della luce del meriggio che, in seguito ad eventuali reticenze di questo Concilio, l’autorità della Chiesa docente ovunque verrebbe indebolita e poi abbattuta e le membra disperse, unite e dipendenti da un Capo privo di forza, facilmente cadrebbero sotto il potere dei governi e precipiterebbero negli abissi delle chiese dette “nazionali”.
Tuttavia, con la definizione di questo Concilio Vaticano che rafforzi con l’infallibile giudizio di tutta la Chiesa la suprema autorità del suo Capo, la giurisdizione della Sede apostolica che è fonte unica di verità e unità, aumenterà in forza al punto da trasmettere nuovo slancio e nuovo vigore al corpo episcopale, sarà confermata la fede e l’obbedienza di tutti i cristiani, sarà rafforzata l’unità dell Chiesa e la certezza del Magistero infallibile come la TESTUGGINE ROMANA impenetrabile grazie agli scudi uniti e inscalfibile da ogni parte prenderà e annienterà i dardi infuocati del Maligno.[…]
Mi sia lecito esprimere un desiderio del mio cuore non tanto a voi a innanzi a Nostro Signor Gesù Cristo. Permetta Dio che nella prossima festa del Principe degli Apostoli attorno al Soglio del suo successore, noi pastori radunati da tutto il mondo, deponiamo e seppelliamo per sempre nel sepolcro di Pietro tutte queste nefaste memorie che ci rattristarono e, come da una sola fonte da cui è sorta l’unità sacerdotale, su tutti noi si diffonda copiosissimamente la perfetta pace di Dio.[…]
a cura di Piergiorgio Seveso (Fonte: http://radiospada.org/)
http://radiospada.org/2013/08/qui-radio-spada-henry-e-manning-una-stella-del-cardinalato-ottocentesco/
http://radiospada.org/2015/04/qui-radio-spada-la-necessita-storica-e-teologica-del-potere-temporale-dei-papi/