È importante notare innanzitutto che il regolamento che andremo a presentare e che vigeva nel Regno Lombardo-Veneto non è lo stesso che si trovava negli altri stati della monarchia asburgica in quanto nell'elaborare il Regolmento, citiamo dal testo “si è avuto riguardo alla diversità dei luoghi, delle circostanze, delle abitudini, e dei costumi”.
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CAPITOLO I: Qualità delle scuole
Nel Regno Lombardo Veneto vi erano tre tipi di scuole elementari.
1) Le scuole elementari minori: Destinate all'istruzione di “tutti i fanciulli di ogni condizione”
2) Le scuole elementari maggiori: Destinate alla “gioventù che intende applicarsi allo studio delle scienze e delle arti”, divise in quattro classi, tre per le femmine.
3) Le scuole elementari Teniche: Destinate a coloro che volevano dedicarsi al Commercio e agli impieghi economici.
I primi due tipi di scuola erano aperti sia ai maschi che alle femmine anche se non era ammesso creare una classe mista. Nel caso in cui il paese dove si trovava la scuola non era in grado di avere due luoghi separati, le lezioni si sarebbero svolte per le classi femminili ad orari diversi rispetto a quelle maschili.
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CAPITOLO II: Luoghi dove debbono esservi scuole
Le scuole elementari minori si trovavano in tutti i paesi che possedevano una parrocchia propria. Nel caso in cui i bambini tra i 6 e i 12 anni fossero risultati in numero inferiore a 50 era possibile unire, se vicine, le scuole minori di due paesi.
In caso contrario, non sarebbe stato possibile istituire una scuola minore, anche se nello stesso regolamento si invitavano i parroci di quei paesi a radunare i bambini in modo tale da fornire loro un minimo di istruzione.
Nel caso in cui, invece, il numero di bambini fosse risultato superiore a cento, sarebbe stato possibile istituire una seconda scuola minore.
Le scuole elementari maggiori erano istituite in ogni capoluogo di provincia e nelle città sedi di istituzioni di governo, era inoltre possibile (con particolari richieste) avere una scuola maggiore in città non capoluogo di provincia.
Nelle due capitali del Regno, Milano e Venezia, vi erano due scuole elementari maggiori denominate Scuole Normali in quanto dovevano essere da modelli per tutte le altre scuole del Lombardo-Veneto.
Oltre all'insegnamento pubblico delle scuole elementari era concesso anche quello privato che però era soggetto a regolamentazioni precise. Qualsiasi insegnante privato doveva essere in possesso della Patente di insegnamento concessa dallo stato. Pena per il mancato possesso del certificato era il versamento dei soldi, guadagnati con le lezioni, nelle casse comunali. Se, nonostante ciò, l'insegnante fosse stato nuovamente accusato di insegnare senza patente, si sarebbe proceduto con l'arresto.
Quando al tempo entrò in vigore questo regolamento, tutti gli insegnati privati furono richiamati dall'Ispettore in capo delle scuole per sostenere degli esami che avrebbero permesso di continuare ad insegnare.
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CAPITOLO III: Materie d'Insegnamento nelle Scuole
Nelle scuole elementari minori le materie insegnate erano le seguenti:
1) I principi della religione cattolica
2) Il leggere
3) Lo scrivere
4) L'Aritmetica
5) Il confronto dei pesi, delle misure e delle monete (allora) in corso
6) I primi precetti per esprimere ordinatamente in iscritto le proprie idee.
Nelle scuole elementari maggiori, divise in quattro classi, nei primi tre anni si procedeva con un approfondimento della religione cattolica e dell'artimentica. Venivano inoltre inserite altre discipline, tra cui:
1) La calligrafia
2) L'Ortografia
3) La grammatica italiana
4) I precetti per istendere in iscritto i piccoli componimenti
5) Il leggere e lo scrivere il latino sotto dettatura
Nel quarto anno, che si divideva in due corsi diversi, le materie introdotte erano
1) L'architettura
2) La geometria
3) La meccanica
4) La stereometria (la geometria solida)
5) Il disegno (tecnico)
6) La geografia
7) La storia naturale
8) La fisica
Finite le scuole elementari maggiori si accedeva alle scuole elementari Tecniche.
In queste scuole, oltre ad approfondire le materie dei precedenti quattro anni di studio, venivano insegnate:
1) La storia
2) La Scienza del commercio
3) L'arte di tener i libri in ragione
4) Matematica
5) Storia delle Arti
6) Chimica
7) La lingua tedesca
8) La lingua francese
9) La lingua inglese
In tutto questo corso di studi l'unica differenza tra maschi e femmine stava nel fatto che le classi femminili non erano indirizzate allo studio del latino, ma erano istriute nei “lavori femminili”.
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CAPITOLO IV: Metodo d'insegnamento, principio e durata delle scuole, esami e premi.
Nel Regno Lombardo-Veneto per le scuole elementari minori non vi erano precise date di inizio e di fine dell'anno scolastico, ciascuna scuola, gestita dal governo statale locale, sceglieva liberamente l'inizio e la fine dell'anno scolastico vincolata solo dalla restizione secondo la quale i giorni di vacanza (feria) non dovevano essere maggiori di cinque settimane.
Per quanto riguarda le scuole elementari maggiori e quelle tecniche l'anno scolastico iniziava il quindici di ottobre e terminava l'otto settembre dell'anno successivo.
Oltre alla domenica, erano considerati giorni di festività fisse, per tutte e tre le scuole, diverse feste legate al mondo cattolico. Erano giorni di festa i giorni di precetto, gli ultimi tre giorni della settimana di Pasqua, il giorno dedicato al patrono della Provincia in cui si trovava la scuola, i giorni di rogazione, la vigilia e il giorno di Natale. Nelle scuole tecniche, inoltre, era giorno di festa anche ogni giovedì della settimana, mentre negli altri due gradi di elementari vi erano lezioni solo mezza giornata.
Per valutare ogni studente, il sistema scolastico prevedeva periodici esami semestrali ed erano previsti dei premi per gli studenti particolarmente meritevoli sia dal punto di vista del rendimento scolastico, sia da quello della condotta.
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CAPITOLO V: Ispezione e direzione delle scuole
Nonostante la presenza di una scuola elementare fosse determinata dalla presenza di una parrocchia, l'amministrazione delle scuole era in mano alle istituzioni dello stato, fatta eccezione per gli insegnamenti di religione che, invece, spettava ai vescovi.
Per la gestione del sistema scolastico erano incarate quattro figure
-Un ispettore in capo delle scuole: Spesso un ecclesiastico, era nominata dall'Imperatore ed era la figura più importante che aveva il compito di sorveglianza di tutto il sistema scolastico dello stato.
-Un ispettore provinciale: Subordinato all'ispettore in capo, l'ispettore provinciale gestiva l'insieme delle scuole di una provincia.
-Un ispettore distrettuale: Si occupava della gestione delle scuole in un distretto, divisione di una provincia, a lui assegnato. Era subordinato all'ispettore capo per quanto riguarda il regolamento, era subordinato al Regio Delegato di Provincia per la parte economica. Questa figura aveva, inoltre, il compito di compiere una volta ogni anno un'ispezione nelle scuole del distretto di sua pertinenza.
-Un direttore locale: Ruolo, molto simile al dirigente scolastico attuale, che spettava al sacerdote del paese, era responsabile della scuola elementare minore presente nella sua parrocchia ed era subordinato all'autorità dell'ispettore distrettuale.
Le spese di manutenzione e gli aspetti amministrativi, invece, erano affidati alla congregazione comunale.
Le scuole elementari maggiori e le scuole elementari tecniche avevano, invece, un loro particolare direttore.
Il prossimo capitolo tratterà in modo più specifico delle suddette cariche e, in parte, della formazione del corpo docente.
Fonte: Regno Lombardo Veneto / Königreich Lombardo Venetien
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