martedì 4 ottobre 2011
Vincenzo Gioberti e la sua considerazione sulla "democrazia".
"La mera democrazia (questo indicibile bamboleggiare degli scrittori, in Francia, in Inghilterra, nell'America boreale dei dì nostri, che adorano le moltitudini, esaltano il principio di associazione, invocano e celebrano l'alleanza dei popoli - tale è la piaga principale, vezzo prediletto del secolo) non può sussistere, nè durare, perchè radicalmente inorganica...Il numero accresce la forza, ma non la crea... Un branco di pecore innumerabili è sempre men capace e men valido del mandriano...Mentre il diritto del Principe è divino, poichè risale a quella sovranità primitiva onde venne organato ed istituito il popolo di cui regge le sorti...La sovranità si riceve, ma non si fa e non si piglia...Ella importa la sudditanza, come un necessario correlativo; e il dire che il sovrano possa essere creato dai suoi soggetti (con il suffragio Ndr) e trarne i diritti che lo previlegiano, inchiude contraddizione. Insomma, il sovrano è autonomo rispetto ai sudditi, e se ricevesse da loro l'autorità sua, non sarebbe veramente sovrano, perchè i suoi titoli ripugnerebbero alla sua origine... I sudditi dipendono dal sovrano, e non viceversa...L'obbligazione verso il sovrano dee dunque essere assoluta, altrimenti la sovranità è nulla..."La potestà è ordinata, e da Dio procede" a ciò allude l'Apostolo (Paul. ad rom., XII,1,2). Sapete donde nasce il più grave pericolo? Dal predominio della plebe, la quale promette una seconda barbarie più profonda di quella dei Vandali e degli Unni e un dispotismo più duro del napoleonico. Guai alla civiltà nostra se la moltitudine prevalesse negli Stati.
(V. Gioberti, Studio della filosofia, cap. Della politica, vol III, Tipografia elvetica, Capolago 1849). (Nel '43 aveva scritto "Del primato morale e civile degli italiani" . Una tesi contro le aspirazioni rivoluzionarie dei democratici).
Concordo pienamente col pensiero del Gioberti.
Il Principe dei Reazionari.