... del giardino del convento, nel piccolo cortile detto dei Serafini, le Apparizioni del Sacro Cuore si sono moltiplicate. L’anima umile, pia, paziente della visitandina, detta il suo atteggiamento in una comunità dove ella gioisce della stima, della fiducia ed all’occasione del sostegno delle sue superiori, della venerazione delle sue novizie, di cui ella è maestra, della meraviglia e talvolta delle opposizioni di talune delle sue consorelle. Noi situiamo facilmente le prove della santa, le sue gioie, la sua fretta nel rispondere alle richieste del suo Dio, la sua timidezza di carattere, la sua umiltà nella virtù. Due parole sembrano ben evocatrici della sua persona e della sua opera : Ai piedi del Maestro.
Non è una traduzione del pensiero della Chiesa applicandole nella sua festa liturgica il versetto del Cantico dei Cantici : “Mi sono seduta all’ombra dell’albero verso il quale si portavano i miei desideri ed i suoi frutti sono stati per mio gusto, pieni di dolcezza ?”
L’albero mistico non è Gesù stesso ?
Il frutto non è la sua rivelazione, il suo Cuore Amante e contristato, il suo Richiamo alla Riparazione attesa dalle anime sante, le sue Promesse spirituali per i cristiani e più ancora per le anime consacrate che comprenderanno e praticheranno il culto del Sacro Cuore.
Parliamo meno di novità che di una presa di coscienza più esplicita del popolo cristiano, sotto l’effetto della Rivoluzione di Margherita Maria, dell’amore di Gesù per noi sotto forma della devozione al Sacro Cuore di carne di Gesù con la pia pratica dei primi nove venerdì del mese.
È in questa strada nella quale la Chiesa ci ha impegnati ed ha espresso il suo pensiero con la liturgia quando ella ha approvato la devozione verso il Sacro Cuore.
Ai piedi di Gesù ! Queste parole ricordano Betania ed il colloquio di cui Maria, sorella di Marta, si mostrava avida di raccogliere le parole di vita eterna del Signore.
A Paray, nel monastero della Visitazione, Margherita Maria ha anch’essa ricevuto “la migliore parte” delle confidenze del Cuore di Gesù e la testimonianza ch’Egli reclamava da lei per il suo Messaggio d’amore per gli uomini. Pochi sanno però che i messaggi del Sacro Cuore di Gesù a S. Margherita Maria Alacoque avevano un destinatario preciso: il re Luigi XIV di Francia, detto il “Re Sole”. Nato nel 1638 e defunto nel 1715 divenne monarca nel 1643 a soli 5 anni a causa della morte del padre Luigi XIII.
Artefice della sua formazione politica fu il cardinale Mazzarino, e solo alla sua morte nel 1661 Luigi assunse le redini del potere, circondandosi però sempre di ottimi collaboratori, fra cui Colbert, che mise ordine nelle finanze statali e favorì commerci e manifatture. Il re insieme a Colbert riorganizzò la macchina statale subordinando le autorità locali al controllo di intendenti che rispondevano direttamente al sovrano, riformando l’amministrazione della giustizia e varando nuovi codici.
Lottò contro i protestanti ed i giansenisti e si impegnò in vari conflitti che permisero di estendere i confini del regno alla Franca Contea e a parte delle Fiandre annettendosi l’Alsazia. Oltre agli aspetti prettamente religiosi, i messaggi contenevano infatti una richiesta sociale di portata epocale, una sorta di strategia divina che mirava a realizzare la rinascita spirituale dell’epoca, arrestando il processo rivoluzionario anticristiano. Sulla fine del secolo XVII, l’Europa era infestata da fermenti rivoluzionari.
Il protestantesimo, anche se ostacolato dalla Contro- Riforma Cattolica che aveva fatto germogliare grandi santi, nelle manifestazioni più palesi, continuava a diffondere le sue tossine attraverso forme più subdole, come il giansenismo. L’illuminismo cominciava a corrompere gli spiriti, suscitando crescenti dubbi sulla Chiesa e sulla religione. Con l’affermarsi di un modo frivolo e fatuo di considerare le cose, iniziava una dissoluzione quasi generale dei costumi. Con la deificazione della vita terrena, si preparava il campo alla vittoria generale della irreligione.
Era una crisi profonda e totale, frutto d’una decadenza spirituale, che a sua volta preparava la bufera che si sarebbe scatenata un secolo dopo con la Rivoluzione francese. E’ in queste circostanze che il Sacro Cuore apparve a S. Margherita Maria, per ammonire l’umanità della crisi ormai incombente e per offrire una soluzione , come nel 1917 farà la Madonna di fronte alla rivoluzione comunista. Quale era, in concreto, il “piano” del Sacro Cuore per arrestare il processo rivoluzionario?
Il Sacro Cuore voleva essere venerato da tutti, ma in modo speciale dalle élites, le quali, mediante il loro esempio, potevano facilitare la diffusione della fede e delle virtù nell’intera società. L’appello era rivolto personalmente al Re Luigi XIV, figura di riferimento di tutte le classi nobili nel mondo. Con l’irraggiamento del suo esempio sulla Francia e sugli altri regni europei, Luigi XIV poteva diventare una guida di questa apostolica impresa.
Nel 1689, la santa ricevette da Gesù una rivelazione , con il compito di trasmetterla al Re francese. Margherita Maria scrisse che Gesù le aveva detto, riferendosi al Re: “Fa sapere al figlio primogenito del mio Sacro Cuore che, come la sua nascita temporale fu ottenuta grazie alla devozione ai meriti della mia santa Infanzia, così la sua nascita alla grazia e alla gloria eterna berrà ottenuta mediante la consacrazione che egli farà di se stesso al mio adorabile Cuore, che vuole trionfare sul suo e, mediante questo, sui cuori dei grandi della terra”. Continuava Nostro Signore Gesù Cristo: “Il Sacro Cuore desidera entrare con pompa e magnificenza nei palazzi dei principi e dei Re, per esservi oggi onorato tanto quanto venne oltraggiato, umiliato e disprezzato durante la sua Passione. Egli desidera di vedere i grandi della terra tanto abbassati e umiliati ai suoi piedi, quanto allora venne annichilito”.
Va notato che la consacrazione non doveva restare confinata nel suo aspetto privato, ma doveva ridonare nella vita pubblica del regno di Francia. Aggiungeva infatti il messaggio a Luigi XIV: “Il Sacro Cuore vuole regnare nella sua reggia, essere raffigurato sui suoi stendardi e inciso sulle sue armi, per renderle vittoriose su tutti i suoi nemici, abbattendo ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe, per farlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa”.
Margherita Maria così descriveva agli omaggi religiosi che il Re doveva compiere: “Volendo riparare le amarezze e le angosce sofferte, fra le umiliazioni e gli oltraggi della sua Passione, dal Cuore adorabile del suo Figlio nei palazzi dei potenti della terra, l’Eterno Padre vuole stabilire il suo impero nella Corte del nostro gran sovrano, servendosi di lui per eseguire un gran progetto, da realizzare in questo modo: far costruire un tempio nel quale venga esposto un quadro raffigurante il Cuore divino, affinché Esso possa ricevervi la consacrazione e gli omaggi del Re e di tutta la Corte”.
“Gesù ha scelto lui [il Re] come suo fedele amico, per ottenere dalla Santa Sede Apostolica l’autorizzazione della Messa in suo onore, con tutti i privilegi che devono accompagnare la diffusione di questa devozione. In questo modo, Egli vuole dispensare i tesori delle sue grazie di santificazione e di salvezza, cospargendo di benedizioni tutte le imprese del Re, rivolgendone a sua gloria e rendendone vittoriose le armi”. Non sappiamo se Luigi XIV ricevette effettivamente questa richiesta. Quello che è certo, è che questa richiesta del Sacro Cuore non venne esaudita.
E le conseguenze di questa inadempienza furono tragiche. Gli anni che seguirono la mancata corrispondenza di Luigi XIV alle richieste del Sacro Cuore segnarono l’inizio della decadenza del regno, con l’arrivo di umiliazioni e sconfitte.
Dopo la sua morte, quella Francia che avrebbe dovuto diventare promotrice della riscossa cristiana, cedette alla crescente influenza del razionalismo e del libertinismo, che la indebolirono spiritualmente e moralmente.
Ma anche l’intero continente entrò in un lungo periodo di crisi, indicato dagli storici come inizio della decadenza europea, e che sfociò nella tragedia della Rivoluzione Francese che cercò di cancellare ogni traccia cristiana dalla civiltà francese.
Don Marcello Stanzione