sabato 25 giugno 2016

LE RIFORME DI GIUSEPPE II


(tratto da: Influenza degli Imperatori della Casa d'Austria nelle vicende d'Italia da Rodolfo d'Asburgo fino ai nostri giorni, Milano.
1838) Fonte: Regno Lombardo Veneto / Königreich Lombardo Venetien
 
 
 
Nota A.L.T.A.: Non siamo assolutamente "giuseppinisti", ne tantomeno assertori di una politica settaria.

La brevità dell'Impero di Giuseppe II non rispose alla vastità de' suoi disegni. Pure rimane di lui quanto basta per collocarlo tra i principi più illuminati, operosi e benemeriti.
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Nato il 13 marzo 1741, eletto re de' Romani il 27 marzo 1764, fu da Maria Teresa, chiamato correggente degli Stati ereditari.
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Rimasto poi solo al governo degli stati, cominciò ad incarnare i suoi disegni d'innovazione; volendo conoscere i suoi popoli, visitò senza fasto* l'Italia; ascoltò i desideri della Lombardia, che gli chiedeva prosperasse il commercio, regolasse le gabelle, concedesse cariche ai nazionali; diede origine alla Lombardia austriaca, incorporando, con un editto del 25 novembre 1784, il Ducato di Mantova a quello di Milano.
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Di tutte le riforme di Giuseppe, erano principali quelle che avevano per iscopo la religione. Poichè uscivano quasi contemporanei gli editti in favore dei protestanti e degli ebrei, e la soppressione dei frati, tantochè al 1786 nella sola Lombardia erano stati aboliti trecento conventi d'uomini e duecentounidici di donne, restando illese le sole corporazioni che avevano per istituto l'esercizio della carità ospedaliera e la pubblica istruzione, subordinandole però all'esame ed all'autorità de' loro ordinari.
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Ma le proteste di Pio VI non raffreddarono l'ardore di altre riforme, la più solenne delle quali fu di nominare ad arcivescovo di Milano Filippo Visconti, senza domandare il consenso alla Santa Sede. Pio VI con severo reclamo impose a Giuseppe II di ritrattare questa nomina, ma l'Imperatore rimandò quello scritto, come dettato in termini poco convenienti.
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Dopo ciò, nel 1783 percorse l'Italia, sotto il nome di conte di Falkenstein, e inaspettatamente pervenne a Roma. In quest'occasione il Pontefice conferì all'Imperatore, come Duca di Milano e di Mantova, per lui e pe' i suoi successori, il diritto, fino allora riserbato alla corte di Roma, di nominare alle chiese cattedrali e metropolitane, alle abbadie, ai priorati, alle propositure, al generalato di tutti gli ordini, agli arcipreti delle chiese cattedrali e metropolitane, alle dignità primarie nelle collegiali di questi due ducati, fino a tanto però che essi rimanessero sotto la dominazione austriaca.
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Nè le riforme di Giuseppe II si limitarono alla religione, ma il commercio e l'industria furono gli oggetti dei suoi provvedimenti. Seguitando il generoso esempio di sua madre, stabilì sopra solide leggi il potere amministrativo e giudiziario, abolì il diritto di primogenitura, la servitù feudale, per migliorare lo stato de' contadini; promulgò codici e statuti; introdusse unità di dazio, tolse gli ostacoli dell'interna circolazione delle merci, e concedette ad una italiana società di negozianti non solo esenzione di tutti i carichi, ma anche un premio per grani che esportavano dall'Ungheria. Proibì che gli accattoni questuassero, aprendo per essi a Milano le case di lavoro e di ricovero di S. Vincenzo e del Lazzaretto, ed un'altra ad Abbiategrasso dove gli indigenti trovano o asilo od onesta sorgente di guadagno; a Milano diede, coi proventi del lotto, pubblica illuminazione notturna; a tutta Lombardia, per la comune sanità, ordinò che i morti fossero sepolti in campo aperto; istituì cattedre per l'istruzione dei sacerdoti; propose nuovi splendidi provvedimenti all'università di Pavia.
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*le cronache dell'epoca riferiscono che le due visite a Milano di Giuseppe II avennero in modo piuttosto anonimo per volere dello stesso Imperatore.
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Sotto: ritratto di Giuseppe II posto all'interno del Castello Sforzesco a Milano