lunedì 22 giugno 2015

Il ponte di Cividale distrutto dagli italiani e ricostruito dagli imperiali




Ecco come quelli che i tricoloruti chiamavano, e continuano a chiamare, "barbari invasori" hanno ricostruito amorevolmente il ponte del diavolo! Un manufatto di importanza storica inestimabile!
Non si riesce a trovare alcuna necessità strategica per ricostruire il Ponte del Diavolo. Per andare in Austria si passava per Tarvis, Kobarid-Predil; per andare in Gorejnska e sui passi per la Stiria, Kobarid-Vrsič, per andare a Ljublijana-Postumia per Gorizia-Vipava e per Trieste-Opcine. I rifornimenti passavano su queste vie e per ferrovia fino a Trieste e poi al Piave via mare, la strada del Vallone non c'era, la galleria di Duino era danneggiata; Zagora e Plava dalle quali si potrebbe andare a Neblo-Dolegna erano completamente distrutte, non c'erano strade rotabili sull'Isonzo e dallo scalo ferroviario di Most na Soci conveniva sempre fare il giro per Kobarid.

E nel maggio del 1918, le condizioni dei soldati imperiali erano talmente miserevoli che non avevano più biancheria, scarpe e fucili nuovi. Eppure completavano e consegnavano il Ponte del Diavolo...


Che l'Austria gli aveva ricostruito il Ponte del Diavolo, da essi distrutto al momento delle ritirata, gli italiani non lo dicono mai. La foto è in data 17 maggio 1918, si vede gente che pulisce la carreggiata.



Fonte: Vota Franz Josef