“Veridicus praedicator, inquisitor intrepidus, doctor egregius”
L’Historia diviene Romanzo, Il Romanzo un Videogioco in Latino
Nicolaus Eymericus è una delle poche figure Medioevali che è riuscita a sopravvivere sino ai giorni nostri divenendo prima protagonista di un Romanzo e poi addirittura del primo Videogioco per PC interamente doppiato in Latino. In questo articolo metto a confronto l’Eymerich storico, romanzesco e videoludico, a dimostrazione di come un personaggio storico non del tutto “ortodosso” sia stato esaltato e trasformato in mito.
L’Eymerich Storico
Nicolas Eymerich è nato a Girona nel 1320. A 14 anni entra nel convento dei Domenicani e, dopo il noviziato e il dottorato, torna nel monastero di Girona dove sostituisce il suo precettore di teologia. Nel 1357 diviene Inquisitore Generale d’Aragona e dopo un anno “Cappellano di Sua Santità” per la sua abilità nel perseguire eretici e blasfemi. Tuttavia questo eccessivo zelo gli procura delle inimicizie, tra cui quella del re Pietro IV d’Aragona, che nel 1360 lo rimuove dal suo incarico. Nel 1362 viene eletto Vicario Generale dei Domenicani di Aragona, carica che perde per mano di Papa Urbano V a causa di una disputa con padre Ermengaudi. L’ostilità di re Pietro IV nei confronti di Eymerich si intensifica nel 1366 e termina intorno al 1376, quando il governatore locale raduna 200 cavalieri per circondare il monastero domenicano dove risiede Eymerich, che riesce però a sfuggire alla cattura rifugiandosi alla corte di Papa Gregorio XI adAvignone.
Durante la permanenza in questa città Eymerich scrive e completa la sua opera più famosa, il Directorium inquisitorum. Nel 1377, accompagna il Papa a Roma, dove rimane fino alla sua morte nel1378. Nello scisma che si viene a creare, Eymerich si schiera con l’antipapa Clemente VII, per poi tornare, verso la fine del 1378 adAvignone. Nel 1381 torna in Aragona, dove scopre che in sua assenza Bernardo Ermengaudi ha assunto l’incarico di Inquisitore Generale ed Eymerich rifiuta di riconoscergli tale carica.. Entra nuovamente in contrasto con Pietro IV che lo condanna alla pena di morte per annegamento, ma la regina Eleonora di Sicilia riesce a commutare la pena in esilio permanente; Giovanni, figlio del re e suo sostenitore, gli permette di stare nella sua terra natale.
Pietro IV muore nel 1386 e gli succede Giovanni I “Il cacciatore”, che riconosce l’autorità di Eymerich come Inquisitore Generale. Lo favorisce fino al 1388, quando Eymerich accusa l’intera città diValencia di eresia. Re Giovanni I chiede alla Chiesa di arginare la violenza di Eymerich, e di riabilitare le opere di Lullo.
Dopo la vicenda di Valencia, Eymerich cerca riparo in una chiesa per proteggersi dalle rappresaglie di re Giovanni, ma due anni più tardi si ritira nuovamente ad Avignone, dove rimane fino alla morte di Giovanni I. Lì Eymerich si dedica alla difesa della legittimità di Clemente VII come Papa e vi rimane anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1394, quando dà il suo sostegno al successore di Clemente, l’antipapa Benedetto XIII. Dopo la morte di re Giovanni nel 1396, Eymerich torna al monastero domenicano di Girona, dove rimane fino alla sua morte il 4 gennaio 1399.
Eymerich Romanzato
Nicolas Eymerich, inquisitore è la prima opera narrativa di Evangelisti, un tipico esempio della scrittura “seriale” dell’autore. Egli ne dà una rappresentazione coinvolgente ma caricaturale, rozzamente laicista, dipingendo l’inquisizione sostanzialmente come un’istituzione di folli ed esaltati.
Tipicamente i romanzi di Eymerich sono strutturati con trame multiple (in questo caso tre), di cui una sempre ambientata nel medioevo europeo, le altre di carattere più fantascientifico, ambientate nell’epoca odierna o in futuri più o meno remoti.
Le tre storie sono intrecciate. La prima narra la nomina del frate a inquisitore generale di Aragona, e deve indagare su una misteriosa setta di adoratori neopagani infiltrati nella corte di Saragozza.
Le altre trame sono la storia del fisico Marcus Frullifer, che elabora una teoria scientifica in grado di spiegare i fenomeni paranormali e di compiere viaggi interstellari; l’altra, ambientata due secoli nel futuro, il viaggio dell’astronave “Malpertuis” verso un pianeta dimenticato dove ancora si manifesta la dea Diana.
Le tre vicende sono collegate tra loro: sono le scoperte di Frullifer nei primi anni del XXI secolo a consentire il viaggio della “Malpertuis”, e la conclusione di quel viaggio coincide con la sconfitta della setta pagana da parte di Eymerich.
Eymerich Videoludico
Nicolas Eymerich, “L’Inquisitore” è un progetto tutto italiano sviluppato dalla Ticon Blu e dalla Imagimotion. L’idea che ha mosso gli sviluppatori è stata quella di donare una terza dimensione a un personaggio così controverso e al tempo stesso affascinante, ideando un ciclo per raccontare un nuovo episodio dell’avventurosa vita dell’inquisitore.
La vicenda inizia con l’arrivo di Eymerich all’abbazia di Carcassonne. Convocato dall’ Abate Vinet, egli è chiamato a indagare sullo stato di devastazione in cui versa un villaggio vicino – Calcares – e sulla scomparsa di un confratello inviato poco tempo prima in una missione analoga. Ma Eymerich non è tipo da farsi manovrare: prima di partire, decide di indagare più a fondo partendo proprio dai segreti che si celano a Carcassonne e che Vinet ha opportunamente nascosto.
Descritto così, può sembrare il prologo di un giallo ambientato in un’abbazia ma bastano pochi minuti di gioco per capire che siamo di fronte a qualcosa di totalmente diverso. La spigolosità dei personaggi e la cruda rappresentazione dei fatti, sono elementi che mancano sulla scena degli adventure e il fattore di scollamento più forte in tal senso è sicuramente rappresentato dallo stesso Nicolas Eymerich, il fiero e fanatico protagonista del videogioco, disposto a uccidere pur di raggiungere il suo scopo in nome della Fede. E questo può risultare davvero esaltante per chi è in cerca di novità. Il videogioco è perfettamente riuscito: l’avventura dal taglio gotico narrata in Nicolas Eymerich è ben fatta e, per quanto funga da apripista per i capitoli successivi, riesce a coinvolgere dall’inizio alla fine, grazie soprattutto alla sapiente introduzione di trame e sottotrame (di cui una segreta, particolarmente complicata da svelare integralmente), che si risolvono nel climax che finalmente condurrà l’Inquisitore a Calcares, verso la fine del gioco.
La resa grafica è quanto più possibile assimilabile a un’opera pittorica, tant’è che luci e colori abbondano in ogni angolo di Carcassonne. In questa chiave va letta l’adozione di un sistema misto, che alterna locazioni in 3D completo e ambienti chiusi con zone realizzate con fondali pre-renderizzati e arricchiti da elementi bidimensionali o tridimensionali di contorno, a dare maggiore profondità.
Eccellente è il comparto audio. La colonna sonora di Eymerich è costituita sia da brani d’atmosfera, sia da musica rock in un mix molto originale tra medioevo e chitarre elettriche. Uno degli elementi più interessanti di questa produzione è senza dubbio il doppiaggio il cui apice è rappresentato nella versione latina. Per la prima volta nella storia videoludica, un gioco ambientato nel medioevo vi permette di ascoltare le voci nel modo più verosimile possibile, garantendovi un coinvolgimento maggiore rispetto al solito.
Eymerich ha inoltre un enorme pregio che pochissimi altri videogiochi possono vantare: oltre ad avere una buona giocabilità, è stato pensato per essere accessibile a tutti, anche ai non vedenti, grazie alla modalità “audiogame”.
L’avventura è inoltre giocabile in modalità “interactive novel”, cioè senza enigmi e con uno sviluppo lineare che consente di gustare l’evoluzione della storia come in un libro interattivo. E come se non bastasse, per gli amanti del retrogaming, è possibile abbandonare l’interfaccia punta&clicca, sostituendola con un parser testuale in cui digitare e impartire i comandi. È proprio il caso di dire che per giocarvi occorrono Volontà d’acciaio, cuore di pietra, intelligenza affilata come un coltello e una sapienza profonda come l’oblio.
Eymerich ha inoltre un enorme pregio che pochissimi altri videogiochi possono vantare: oltre ad avere una buona giocabilità, è stato pensato per essere accessibile a tutti, anche ai non vedenti, grazie alla modalità “audiogame”.
L’avventura è inoltre giocabile in modalità “interactive novel”, cioè senza enigmi e con uno sviluppo lineare che consente di gustare l’evoluzione della storia come in un libro interattivo. E come se non bastasse, per gli amanti del retrogaming, è possibile abbandonare l’interfaccia punta&clicca, sostituendola con un parser testuale in cui digitare e impartire i comandi. È proprio il caso di dire che per giocarvi occorrono Volontà d’acciaio, cuore di pietra, intelligenza affilata come un coltello e una sapienza profonda come l’oblio.
A voi lettori dunque la scelta di approfondire o meno, in una di queste 3 rappresentazioni, o nella terna completa, il personaggio misterioso e affascinante di nicolas eymerich.
Simone petrus basileus i.g.