di CdP Ricciotti. - http://radiospada.org/
Torniamo a parlare di J. Ratzinger (qui l’elenco dei dossier) e del suo rapporto con l’Islam, ovvero con la setta dei maomettani.
Mercoledì, 24 agosto 2005, Udienza generale, «Riflessione sul pellegrinaggio apostolico a Colonia in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù». Documento in italiano, inglese, tedesco.
Si legge: «Quest’anno ricorre, inoltre, il 40° anniversario della Dichiarazione conciliare Nostra aetate, che ha inaugurato una nuova stagione di dialogo e di solidarietà spirituale tra ebrei e cristiani, nonché di stima per le altre grandi tradizioni religiose. Tra queste, un posto particolare occupa l’Islam, i cui seguaci adorano l’unico Dio e si rifanno volentieri al patriarca Abramo. Per tale ragione ho voluto incontrare i rappresentanti di alcune Comunità musulmane, ai quali ho manifestato le speranze e le preoccupazioni del difficile momento storico che stiamo vivendo, auspicando che siano estirpati il fanatismo e la violenza e che insieme si possa collaborare nel difendere sempre la dignità della persona umana e tutelare i suoi diritti fondamentali».
In inglese: «adorano lo stesso Dio».
J. Ratzinger cita il controverso e lugubre documento conciliare Nostra Aetate, fa propaganda alla falsa credenza che vorrebbe Cattolici e maomettani adorare «l’unico Dio», «lo stesso Dio». Dunque il nostro Dio, Uno e Trino, così come noi lo adoriamo, sarebbe Allah, così come loro lo adorano. Come rilevano San Pio X nella «Pascendi Dominici gregis» e Pio XII nella «Humani generis», chi si esprime in questo modo è senza alcun dubbio un modernista. Verosimilmente anche qui, come in numerosi casi già analizzati, J. Ratzinger parla da modernista. Si capisce che, per lui, Dio sarebbe un prodotto della “coscienza umana”, ragion per cui, secondo il suo punto di vista, tutte le “rappresentazioni di Dio” corrisponderebbero alla medesima “Entità”: il subcosciente. Ragionamenti inammissibili da atei. Il modernismo, difatti, conduce all’ateismo.
J. Ratzinger, inoltre, per avvalorare la sua credenza, con un’abile mossa di mistificazione storica ed esegetica, tira in ballo anche Abramo; il quale, e lo sappiamo con certezza, se fosse di recepita ispirazione ai maomettani («… si rifanno volentieri al patriarca Abramo …»), li vorrebbe tutti Cattolici. Abramo, nostro Padre nella fede, era, difatti, cristiano in voto. Dice il Signore: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò». Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono» (maggiori info qui).
Ovviamente, estromettendo i diritti del vero Dio, per logica conseguenza, quando J. Ratzinger afferma: «[…] difendere sempre la dignità della persona umana e tutelare i suoi diritti fondamentali», sta parlando dei massonicipseudo – diritti enunciati nella «Dichiarazione universale dei diritti umani», documento mondialista e cosmopolita sui presunti diritti individuali (cf. Dignitatis Humanae), firmato a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri.
Tale documento ebbe fra i suoi più vivi estimatori il massone Roncalli (cf. «Nikita Roncalli» F. Bellegrandi, EILES, 2009; «Massoni», G. Magaldi,Chiarelettere, 2014), il suo successore Montini, a seguire il baciatore di Corano Wojtyla (clicca qui), … fino al comico turlupinatore Bergoglio.
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Ovvio che, essendo certi che un eretico non acquista o perde il pontificato, si rivendica tutto il diritto ad apostrofare in questo modo i suddetti «cianciatori di novità» (cit.), diversamente non sarebbe affatto ammissibile questo tipo di critica, proprio perché concerne: – non “vizi” o “difetti” dei soggetti; – bensì apostasie, eresie, prossimità ad esse e crudeltà dottrinali. Preghiamo comunque per la conversione dei “sedenti”.
Noi sappiamo certamente dal vincolante CJC del 1917: «Ob tacitam renuntiationem ab ipso iure admissam quaelibet officia vacant ipso facto et sine ulla declaratione, si clericus: A fide catholica publice defecerit» (can. 188 § 4); «Ex divina institutione sacra hierarchia ratione ordinis constat Episcopis, presbyteris et ministris; ratione iurisdictionis, pontificatu supremo et episcopatu subordinato; ex Ecclesiae autem irnstitutione alii quoque gradus accessere» (can. 108 § 3). Le ragioni, per chi volesse approfondire, ce le spiega anzitutto san Paolo in Galati I, 8 ss.., come pure Papa Paolo IV nella Bolla «Cum ex apostolatus officio», Sant’Alfonso in «Verità della Fede», San Bellarmino nel «De Romano Pontifice», etc etc. (qui qualche breve approfondimento. Nel mio volume «Apologia del Papato», EffediEffe 2014, dedico decine di capitoli alla “vexata quaestio”).
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Venerdì, 19 gennaio 2007, J. Ratzinger riceve in Udienza il signor Muammer Doğan Akdur, Ambasciatore della Turchia presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Testo originale in francese. Testo in inglese.
Il modernista J. Ratzinger afferma: «Durante la mia visita memorabile, ho frequentemente espresso il rispetto della Chiesa Cattolica per l’Islam e la stima del Papa e dei fedeli per i credenti musulmani, specialmente durante la mia visita alla Moschea Blu di Istanbul. Nel mondo contemporaneo, dove le tensioni sembrano esacerbate, la convinzione della Santa Sede, che è d’accordo con quella che lei ha appena espresso, è che i credenti di differenti religioni possono sforzarsi di lavorare insieme per la pace».
Dovrebbe parlare per sé, non per conto dei fedeli cattolici che, certamente, non possono “stimare” i settari che credono in un demone (clicca qui). Come si possa ottenere la vera pace senza Dio, così come J. Ratzinger ha sempre auspicato mescolando vera e false religioni, resta un mistero. La Lettera «Notre charge apostolique» di San Pio X (clicca qui) spiega, invece e cattolicamente, come può raggiungersi la pace gradita a Dio, l’unica pace che noi conosciamo; laddove rileva l’impossibilità di un’azione sociale senza dottrina, quindi la necessità della subordinazione all’insegnamento della Chiesa; La rappresentazione utopistica della democratizzazione dell’ordine politico, economico e morale; La fraternità solo con rapporto all’amore cristiano; La falsa connessione fra cattolicesimo e democrazia.
San Pio X condanna, infine, le Organizzazioni che riuniranno tutte le religioni sulla base di una religione universale. J. Ratzinger, in contro, in questo video esalta il Nuovo Ordine Mondiale e la vaga “famiglia umana” fondata su stima e fiducia:
Nei prossimi giorni saranno pubblicate nuove puntate dedicate a J. Ratzinger …