domenica 11 novembre 2012

Plinio Corrêa de Oliveira : RIFLESSIONI SUL SACRO CUORE DI GESÙ

 
 
Insistentemente, i Papi hanno raccomandato che l'umanità intensifichi il culto del Sacro Cuore di Gesù in modo tale che l'uomo, rigenerato dalla grazia di Dio e comprendendo che Dio deve essere al centro dei suoi affetti, possa regnare nuovamente nel mondo quella tranquillità dell'ordine, da cui siamo tanto più lontani, quanto più il mondo sprofonda nell’anarchia. Così, un giornale cattolico non poteva trascurare la festa che in questo giorno celebriamo: il Sacro Cuore. Non è solo un dovere di pietà imposto dal giusto ordine delle cose, ma un dovere che la tragedia contemporanea rende più drammaticamente urgente.
Non c’è chi non si allarmi per gli estremi di crudeltà ai quali potrebbe giungere l’uomo contemporaneo. Questa crudeltà non si attesta solo nei campi di battaglia. Essa traspare ad ogni passo, nei piccoli e nei grandi incidenti della vita quotidiana, attraverso la straordinaria durezza e freddezza di cuore con la quale la maggior parte delle persone tratta i propri simili. Madri nelle cui viscere diminuisce l’intensità dell’amore per i figli, mariti che trascinano nella disgrazia l'intero nucleo familiare, al solo scopo di soddisfare i propri istinti e le proprie passioni, e figli che, indifferenti alla miseria o all’abbandono morale in cui lasciano i propri genitori, voltano i loro occhi al godimento dei piaceri di questa vita; commercianti che si arricchiscono a scapito del prossimo, mostrando spesso una crudeltà fredda e calcolata, che causa molto più orrore di quanto possa l’estremo furore al quale la guerra può trascinare i combattenti. Infatti, benché in guerra certi atti di crudeltà si possano valutare più facilmente, coloro che li praticano hanno, se non la scusa, almeno l’attenuante che sono spinti della violenza del combattimento. Ma ciò che viene tramato e si realizza nella tranquillità della vita quotidiana spesso non può beneficiare di pari attenuante. E questo soprattutto quando non si tratta di azioni isolate, ma di abitudini inveterate che moltiplicano all'infinito le cattive azioni. La guerra, così come viene combattuta oggi, corrisponde a un indice di crudeltà, ma è ben lungi dall'essere l'unica manifestazione della durezza morale contemporanea.
Chi dice crudeltà dice egoismo. L'uomo danneggia il suo prossimo soltanto per egoismo, per beneficiare di vantaggi a cui non ha diritto. Quindi, l'unico modo per estirpare la crudeltà è estirpare l'egoismo. Ebbene, la teologia ci insegna che l'uomo può essere in grado di una vera e completa abnegazione di sé stesso quando il suo amore del prossimo si basa sull'amore di Dio. Al di fuori di Dio non esiste, per gli affetti umani, alcuna stabilità o pienezza. O l'uomo ama Dio al punto di dimenticare sé stesso, nel qual caso saprà veramente amare il prossimo, oppure ama sé stesso al punto di dimenticarsi di Dio, e in questo caso l'egoismo tende a dominarlo interamente. Quindi, è solo aumentando negli uomini l'amore di Dio che si potrà ottenere da loro una profonda comprensione dei loro doveri verso il prossimo. Combattere l'egoismo è un compito che implica necessariamente nel “dilatare gli spazi dell'amore di Dio”, secondo queste belle parole di S. Agostino.
Dunque, la festa del Sacro Cuore di Gesù è, per eccellenza, la festa dell'amore di Dio. In essa, la Chiesa ci propone come tema di meditazione e come obiettivo delle nostre preghiere l'amore tenerissimo e invariabile di Dio il quale, fatto uomo, è morto per noi. Mostrandoci il Cuore di Gesù ardendo d'amore nonostante le spine con cui Lo circondiamo con le nostre offese, la Chiesa ci apre la prospettiva di un perdono misericordioso ed ampio, di un amore infinito e perfetto, di una gioia completa ed immacolata, i quali devono essere il perenne incanto della vita spirituale di tutti i veri cattolici. Amiamo il Sacro Cuore di Gesù. Sforziamoci affinché questa devozione trionfi autenticamente (e non solo per mezzo di alcuni simbolismi, ma realmente) in tutti i focolari, in tutti gli ambienti e, soprattutto, in tutti i cuori. Solo così conseguiremo la riforma dell'uomo contemporaneo. “Ad Jesum per Mariam”. È per Maria che si va a Gesù. Scrivendo a proposito della festa del Sacro Cuore, come non dire una parola di commozione filiale dinanzi a questo Cuore Immacolato che, meglio di chiunque altro, ha compreso e amato il Divino Redentore? Che la Madonna ci ottenga qualche scintilla della sua immensa devozione al Sacro Cuore di Gesù. Che Ella riesca ad accendere in noi un pò di quel fuoco di amore con il quale ardeva così intensamente, ecco il nostro augurio in questa settimana dolce e confortatrice.
 
(Plinio Corrêa de Oliveira, “O Legionario”, n. 458, 22 giugno 1941)