domenica 25 novembre 2012

Le ragioni della sconfitta

Molti si chiedono quali sono le motivazioni della disfatta della reazione lealista nei riguardi dell'occupazione piemontese ovvero perchè i briganti lealisti non sono riusciti a rimettere Francesco II sul trono di Napoli.
Una risposta eloquente la si può trovare leggendo il "Diario di Josè Borjes". Egli nello sbarcare in Calabria avrebbe dovuto, secondo le intenzioni del generale Clary, trovare appoggi e costituire un nuovo esercito napolitano costituito perlopiù da volontari.
In linea di principio non era malvagio il progetto ma, come sempre accade in queste occasioni, non si è tenuto conto di un fattore importante, quale?
La parola a Borjes:
 
Nove ore della sera.
- Il capo della banda Leonardo Baccaro giunge dal suo paese, Serra Peducci, ove avevo mandato in cerca di lui per vedere se era possibile far qualche cosa in senso realista; ma la sua risposta, come quelle di molti altri, e negativa. Gli ho domandato il perchè, e la sua replica è stata conforme a quelle altrui: “Che il Re venga con poca forza, e il paese si solleverà come un solo uomo: senza di ciò, non vi è da sperare”.
Ed io lo credo al pari di essi. Questa gente vuole la sua autonomia e il suo Re, ma il timore di veder bruciate le loro case, imprigionate le donne e i fanciulli, li trattiene. Se conoscessero la loro forza, ciò non avverrebbe.
È un danno, perchè questo popolo è più sobrio e più sofferente di ogni altro; ma è debole di spirito quanto è forte nel corpo. Se io fossi sbarcato tre settimane prima, avrei trovato 1067 uomini e 200 cavalli a Carillone, e ciò bastava per far loro vedere quanto valevano e in conseguenza per moralizzarli.
Per mala ventura al mio arrivo in quel luogo si erano da diciassette giorni sbandati e presentati al nemico, e alcuni di essi arruolati nelle file della Guardia nazionale mobile. Il tempo che mi fecero perdere a Marsiglia e a Malta ha recato un grave danno alla buona causa da un lato, senza contare dall’altro che io vò errando a caso, e ciò che è più grave, questa circostanza mi toglie una gloria che avrebbe costituito la felicità della mia vita.
 
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