mercoledì 14 novembre 2012

Carlo Pellion di Persano : Il gran inetto della Marina Sardo-Piemontese

 
 Il Conte Carlo Pellion di Persano (Vercelli, 11 marzo 1806 – Torino, 28 luglio 1883)
 
 

 Il conte Carlo Pellion di Persano (Vercelli, 11 marzo 1806 – Torino, 28 luglio 1883) fu un ammiraglio della marina Sardo-Piemontese. Entrò giovanissimo nella marina sarda dove  grazie ai propri titoli nobiliari fece una rapida carriera. Tuttavia le sue doti militari lasciavano molto a desiderare, visto che una volta fece incagliare la goletta Governolo al largo delle coste della Sardegna, con l'intera famiglia reale a bordo. Cavour, in qualità di ministro della Marina, avrebbe voluto farlo processare per inettitudine, ma Persano si salvò grazie alle altissime protezioni che godeva presso la corte sabauda. Allora Cavour gli dà l'incarico di tallonare Garibaldi e di controllare le sue mosse , non solo, ma deve organizzare anche la corruzione sistematica dell’ufficialità borbonica naturalmente corrompendola con ingenti somme di denaro. (Cosa che gli riesce molto bene) .
Ma perché questo succeda e perché una flotta seria come quella meridionale non veda lo sbarco di uomini, munizioni e armi che si fa nei vari porti della Sicilia e dell’Italia meridionale, ci deve essere qualcuno che non deve vedere. E questo qualcuno erano gli ufficiali della Marina Borbonica, che erano stati “comprati”, corrotti da Persano per conto di Cavour. Infatti Persano racconta in un suo diario ma la pubblicazione di questo diario è una cosa inverosimile perché è la divulgazione di questo segreto di Stato in anni non avverrà mai. Segreti di Stato che per di più erano dei segreti indecenti di Stato!
Comunque Persano in questi diari racconta che Cavour gli aveva messo a disposizione presso alcuni banchieri amici suoi, che avevano una filiale a Napoli, un “credito illimitato. Quindi l'impresa dei Mille è tutto, fuorché farina del sacco di Garibaldi e del suo eroismo. . Fu grazie ad esse che ottenne il comando della flotta (1860-1861), e fu agli assedi di Ancona, di Messina, di Gaeta, partecipando attivamente anche alla battaglia del Garigliano. Durante questo periodo provvide anche a requisire materialmente le navi della flotta napoletana, che Garibaldi, con decreto dittatoriale, aveva dichiarato fusa con quella sarda. Scoppiata la guerra del 1866, ebbe il comando in capo della flotta nell'Adriatico. La flotta comandata dal Persano subì una grave disfatta nella battaglia di Lissa. Nonostante ciò, al rientro , Persano annunciò sfacciatamente di aver sconfitto gli austro-veneti; per l'evento furono iniziati grandi festeggiamenti che durarono fino alla notizia del reale esito dello scontro. Il Persano fu sottoposto a giudizio davanti al Senato, costituito in Alta Corte di Giustizia (pubblico ministero fu Diomede Marvasi), e venne proclamata la sua colpevole inettitudine, tanto che fu privato del grado e delle decorazioni e radiato con disonore dalla Regia Marina. Al processo, Persano tentò di avvalersi dei privilegi di immunità connessi al suo stato di senatore, ma vi rinunciò dopo la prima seduta, e dopo che il pubblico ministero aveva dichiarato che in stato di guerra l'interesse dello stato era superiore al diritto di immunità.