Pochi anni dopo la scomparsa della Bersone(autrice della sua biografia contenuta nel libro "L'eletta del dragone") si verificarono, in Francia, casi clamorosi di apparizioni di Satana nelle logge massoniche. Ne citiamo alcuni:
– “A un pranzo presso il duca di Frontignan, all'abate Girod, che metteva in ridicolo tutta la teoria delle apparizioni sataniche, il duca sbottò: ‘Io vi dico che l'ho veduto, il Dio del male, il principe della desolazione; e aggiungo che io posso farvelo vedere!’. L'abate vi si rifiutò sulle prime, ma poi, vinto, accettò! Bendato, venne condotto, in carrozza, fino al luogo delle apparizioni. Tutto ad un tratto, oltre al fremito di carne nuda sul pavimento cerato, sentì la voce di molti uomini che parevano immersi in qualche orribile estasi; queste voci dicevano: ‘Padre e creatore di ogni peccato e di ogni delitto; principe e re di ogni angoscia e di ogni disperazione, vieni a noi, noi ti imploriamo!’ L'abate si strappò il fazzoletto che gli bendava gli occhi. Dodici uomini di ogni età, tutti in tenuta di gala e appartenenti al miglior mondo, erano tutti prostrati sul pavimento con le mani unite. Essi abbracciavano il pavimento; i loro volti, illuminati da estasi infernale, erano mezzo contratti, come se soffris-sero, mezzo sorridenti, come se nuotassero nella gioia di un trionfo. Il freddo aumentò all'improvviso, e l'abate sentì la presenza di un nuovo venuto nell'appartamento. Levando i suoi occhi dai dodici uomini prostrati, che non cessavano le loro bestemmie, l'abate si guardò intorno e scoprì il nuovo venuto: un Tredicesimo, che pareva venuto dall'aria, sotto i sui occhi. Era costui un giovane di una ventina d'anni, di alta statura, imberbe come un giovinetto Augusto; i suoi lunghi e biondi capelli glicadevano sopra le spalle come quelli di una giovinetta. Le sue gote erano rosee e come animate dall'ebbrezza o dal piacere; ma il suo sguardo era di una tristezza infinita, di una disperazione profonda. L'abate era preso da un terrore mortale; la mano destra si alzò goffamente e, quasi meccanicamente, tracciò un segno di croce sopra il petto.
La visione scomparve! I dodici adoratori tacquero e restarono distesi gli uni presso gli altri, come intirizziti e presi da debolezza. Dopo poco, si levarono titubanti e tremanti, guardando l'abate che, pure lui, si sentiva privo di forze.
Si direbbe che il Tredicesimo, si bello, intelligente, sì orgoglioso, melanconico e sì pieno di disperazione, fosse lo stesso personaggio che le logge conoscono sotto il nome d'Hiram, e che la Rivelazione divina chiama Satana, Lucifero, l'Angelo decaduto della luce”.31
– “Un ufficiale francese, giovane e affiliato alla framassoneria, stava per pronunciare i suoi ultimi giuramenti e ricevere l'ultima iniziazione in una retro-loggia. I fratelli erano adunati per la lugubre cerimonia quando, tutto ad un tratto, sotto forma umana, apparve il demonio! A quella vista, il giovane è sconvolto, e dice a se stesso: ‘Poiché il demonio esiste, deve pure esistere Iddio!’ Ilpensiero della giustizia divina si presenta contemporaneamente al suospirito spaventato. Egli si convertì, abbandonò la milizia ed entrò in un Ordine religioso; fu ordinato sacerdote e consacrò lunghi anni nelle missioni straniere. Fu egli stesso a raccontare l'accaduto al R. P. Giordano de la Passardière, superiore degli Oratori di S. Filippo Neri”.32
– “Predicando a Lione, il P. Alessandro Vincenzo Jandel, poi Maestro Generale dell'Ordine dei Domenicani, insegnò ai fedeli la virtù del segno della croce. Nell'uscire dalla Cattedrale, venne accostato da un uomo che si professava massone e, quindi, incredulo; sfidato a provare la potenza del segno della croce, il massone esclamò: ‘Tutte le sere ci riuniamo (...) e il demonio viene, egli stesso, a presiedere all'adunanza. Venite con me stasera; ci fermeremo alla porta della sala; farete il segno della croce sull'adunanza, e vedrò se quello che avete detto è verità’!
Chiesto consiglio all'Arcivescovo e al suo gruppo di teologi, padre Jandel decise di accettare! La sera del giorno stabilito, andò col massone all'adunanza. Nulla avrebbe dato a conoscere che fosse religioso, poiché indossava abiti secolari; portava, però, nascosta, una grossa croce. Insieme si recarono in una gran sala, ammobiliata con gran lusso, ma P. Jandel si fermò sulla porta... A poco a poco, la sala fu piena; tutte le sedie erano occupate, quando, d'un tratto, il demonio apparve in forma umana. Trasse, allora, subito dal petto il crocifisso che teneva nascosto e con tutte e due le mani lo alzò, formando sull'adunanza il segno della croce.
Lo scoppio d'un fulmine non avrebbe avuto effetti più inaspettati, più subitanei, più strepitosi! I lumi si spensero, le sedie si rovesciarono tutte le une sulle altre, gli intervenuti scapparono... Il massone trascinò il frate, e quando si trovarono lontano,il discepolo di Satanasi gettò alle ginocchia del P. Jandel: ‘Credo - gli disse - sì, credo! Pregate per me!... Convertitemi!... Ascoltatemi!...’” 33
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– Nel 1893, il palazzo Borghese, a Roma, fu dato in affitto al Grand’Oriente d’Italia. Due anni più tardi, in virtù d’una clausola inscritta nel contratto di locazione, la Framassoneria ricevette l’intimazione di sloggiare la parte del palazzo che occupava. Il Corriere Nazionale pubblicò allora quanto segue: “L’incaricato d’affari della famiglia Borghese, essendosi presentato per visitare quegli appartamenti e porli in condizione d’essere occupati da D. Scipione Borghese e dalla duchessa de Ferrari, una sala rimaneva chiusa e non fu potuta aprire che dietro minaccia d’invocare la forza pubblica per sfondare la porta. Essa era trasformata in tempio satanico! Il giornale ne fece questa descrizione: “I muri erano coperti di damasco rosso e nero; nel fondo vi era un grande arazzo sul quale spiccava la figura di Lucifero. Lì vicino, era una specie d’altare o di rogo; qua e là dei triangoli ed altre insegne massoniche. All’intorno erano collocate delle magnifiche sedie dorate aventi ciascuna sopra la spalliera una specie di occhio trasparente e illuminato da luce elettrica. Nel mezzo di questo tempio eravi qualche cosa somigliante ad un trono”.34
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Alla luce di queste poche considerazioni storiche, fatti recenti e documenti ufficiali,sembrerebbe proprio che quanto raccontato ne “L’ELETTA DEL DRAGONE”, lungi dal presentare fatti e situazioni inverosimili, si ridurrebbe, purtroppo, ad un pallido riflesso di realtà e di atrocità ancor più orribili!Fonte: http://www.chiesaviva.com/.