La Penisola italiana, e il Regno di Napoli e di Sicilia all'ascesa di Alfonso V d'Aragona (I di Napoli e Sicilia). |
E’ storica e tradizionale la vincolazione politica delle
Sicilie alla Corona aragonese; fin dalla fine del secolo XIII con la presenza in
Sicilia, e in Sardegna, della milizia catalana. Dal secolo XIV il dominio fu
pacifico e di accordo, rispondendo allo spirito imperiale spagnolo, una vera
federazione basata sull’unione personale e nei mutui fueros. Nel secolo XV,
Alfonso V d’Aragona conquistò il Regno di Napoli (con maggiore diritto degli
Anjou, discendendo dalla dinastia catalana come da quella castellana, per ambo
i lati discendente dalla Casa di Svevia) legandolo al Regno d’Aragona e divenendo Alfonso I di Napoli.
Durante il secolo XVI e XVII, Sardegna, Sicilia e
Napoli, e i presidi di Toscana e Milano, formarono parte della grande
confederazione ispanica, corrispondendo al Re cattolico dal 1556 il Vicariato
perpetuo del Santo Impero in Italia.
La Guerra di Successione Spagnola fece naufragare la
vincolazione dei due Regni di Sicilia con l’Aragona, così come la vincolazione dei Paesi
Bassi con la Castiglia. Ma Filippo V di Spagna, con proprio desiderio
aumentato dalla benevola influenza di Isabella Farnese, sua seconda moglie, si
dedicò alla restaurazione dell’Impero spagnolo in Italia.
Don Carlo di Borbone: Duca di Parma dal 1731
al 1735; Re di Napoli come Carlo VII dal 1734
al 1759; Re di Spagna come Carlo III dal 1759
al 1788.
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Ciò ebbe inizio nel Ducato di Parma, dove, morto il
Duca Antonio si estinse la linea maschile dei Farnese. Passo a regnare in quelle contrade nel
1731 l’Infante Don Carlo, fino al 1735, essendo divenuto Re di Napoli nel 1734,
dove regnò fino al 1759, ascendendo al Trono di Spagna con il nome di Carlo III,
lasciando a Napoli suo figlio
terzogenito Don Ferdinando. Con questa formula, più flessibile politicamente
rispetto al dominio diretto, si assicurava l’egemonia spagnola in Italia anche nel secolo
XVIII. Il Re di Spagna non diede la proprietà degli Stati di Napoli e Sicilia
agli Infanti titolari, ma la riservò per se, dando a questi i suddetti Stati come
infeudazione, con diritto a titolarsi Re, ma conservando per il Monarca
spagnolo l’uso di questi titoli, che continuarono a figurare nella larga
enumerazione dei regni del Re cattolico, così come la sua autorità sugli
Infanti feudatari, senza che ciò significasse in realtà un annullamento dell’indipendenza
delle Due Sicilie, ma piuttosto un alleanza perpetua fondata su basi molto più
salde di quanto potesse essere con un semplice Trattato. Allo stesso modo, venendo
a mancare la successione sul Trono di Napoli, questa spetta al Re di Spagna che
nomina un Infante per la successione; mentre se viene a mancare la successione
in Spagna il Re di Napoli è chiamato alla successione lasciando uno dei suoi figli o
fratelli a Napoli o, rinunciando al Trono spagnolo, nominare uno di questi alla
successione spagnola. Accadde così quando Carlo VII di Napoli succedette al
Trono di Spagna divenendo Carlo III e lasciando a Napoli il terzogenito Don
Ferdinando.
Da sinistra: Ludovico I d'Etruria, la Regina
Infanta Maria Luisa con i figli Maria Luisa Carlotta e
Carlo Ludovico.
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E 'curioso che il tiranno d'Europa, l’usurpatore Napoleone Bonaparte, per creare il Regno d'Etruria si accordò con le autorità spagnole e l’Infanta Maria Luisa, e suo figlio, nipote dell’inflessibile Duca Ferdinando I di Parma, anche se con intenzione di mantenerlo per pochi anni, rispettando l'applicazione di condizioni simili per il Nuovo Regno, essendo il Ducato di Parma di esplicita proprietà della Casa di Spagna.
S.A.R. Alfonso di Borbone-Due Sicilie; Re delle Due Sicilie dal 1894 al 1900. |
L’instaurazione del ramo liberale in Spagna, non venne riconosciuto dai Borbone Hispanoitaliani, salvo alcune eccezioni nel tempo, come nel caso del ramo di Napoli che, all’inizio del secolo XX, vide la dolorosa e tardiva defezione del Conte di Caserta (Alfonso I delle Due Sicilie) il quale, morto suo fratello, l’integerrimo Francesco II delle Due Sicilie, trascinò con se l’intero ramo dei Borbone-Napoli privando i suoi membri del diritto alla successione in Spagna e nelle Due Sicilie. Infatti, come da noi riportato nei precedenti scritti, i Sovrani di questi Stati italiani, come principi reali della dinastia borbonica spagnola, erano Infanti di Spagna, titolo che frequentemente anteponevano all’espressione dei propri titoli reali.
Stemma di S.A.R. Sisto Enrico di Borbone. |
Essendo Infanti di Spagna e infeudati, venuti meno
alla fedeltà nei confronti di colui nel quale risiede il Vicariato del Santo
Impero in Italia , il Re Cattolico, la loro esclusione è maggiormente
sostenuta. Ricordiamoci che Carlo IV di Spagna stava per detronizzare suo
fratello Ferdinando IV di Napoli per molto meno.
Ciò interessa, ovviamente, anche il diritto di
fregiarsi dei titoli connessi che spettano ad oggi a S.A.R. Sisto Enrico di
Borbone.
Redazione A.L.T.A.
Fonte:
¿QUIÉN ES EL REY? di
FERNANDO POLO;
NOTA AL CAPITOLO XI; NOTA 10.