[…] Parlandosi finalmente della morte dell’Anticristo, si dice che l’empio allorché avrà congregato i suoi due grandi eserciti per dare l’ultima rovina alla Chiesa ed a tutti i seguaci di Gesù Cristo, invece di vincere resterà vinto e morrà insieme con i suoi soldati.
Scrive san Giovanni che quando i nemici di Dio avranno circondato il campo dei cristiani e la città di Gerusalemme (chiamata la città diletta), scenderà fuoco dal cielo e li divorerà; il demonio che li aveva sedotti insieme con l’Anticristo, nominato la bestia, e col falso profeta suo compagno saranno gettati ad ardere in eterno nell’inferno: Et ascenderunt supra latitudinem terræ, et circuierunt castra sanctorum, et civitatem dilectam; et descendit ignis a Deo de coelo, et devoravit eos, et diabolus qui seducebat eos, missus est in stagnum ignis et sulphuris, ubi et bestia et pseudopropheta cruciabuntur die ac nocte in sæcula sæculorum ([1]).
Dicono poi gli esegeti e specialmente il cardinal Gotti con Malvenda nel suo libro de Antichristo, per conciliare che l’Anticristo sarà ucciso nel monte Oliveto, ch’egli, vedendo la strage dei suoi, fuggirà disperato dal campo e si nasconderà in qualche luogo segreto del monte Oliveto o di Gerusalemme; finalmente sarà ucciso in loco per mano di san Michele Arcangelo ([2]).
Così spiega san Tommaso ([3]) quel testo dell’Apostolo, che ivi al versetto 8 dice: Et tunc revelabitur ille iniquus, quem Dominus Iesus interficiet spiritu oris sui. Spiega san Tommaso: Id est mandato suo, quia Michæl interfecturus est eum in monte Oliveto ([4]).
Per conciliare poi quello che dice san Tommaso, seguito da Gotti e Malvenda, col testo di san Giovanni riferito prima, può dirsi col Silveira che san Michele, per comando di Cristo, ucciderà l’Anticristo con un fulmine del cielo e lo confinerà nell’inferno.
Morto che sarà l’Anticristo, dicono gli interpreti, nella Chiesa si godrà una gran pace, con gran rendimento di grazie dei fedeli a Dio. È incerto, poi, quanto vi sarà di tempo dalla morte dell’Anticristo sino alla fine del mondo ed al giorno del giudizio universale. San Girolamo ([5]) e Teodoreto con altri teologi, dal testo di Daniele che dice: Beatus qui expectat et pervenit usque ad dies mille trecentos triginta quinque. Tu autem vade ad præfinitum et requiesces, et stabis in sorte tua in finem dierum ([6]), interpretano che passeranno 45 giorni. Secondo sant’Alfonso, non è possibile stabilire altro su questa materia.
Tratto da Il Diavolo e l’Anticristo, C. Di Pietro, Edizioni Radio Spada, Milano/Potenza, 2014, cap. XXII, p. 117 ss.Prossima puntata sabato 27.12.2014
CdP Ricciotti (qui il video http://radiospada.org/2014/06/i-dottori-della-chiesa-e-lanticristo-video-losai/)
Parte 1: http://radiospada.org/2014/11/lanticristo-esegesi-e-storia-di-una-tremenda-verita-di-fede-parte-1/
Parte 2: http://radiospada.org/2014/11/lanticristo-esegesi-e-storia-di-una-tremenda-verita-di-fede-parte-2/
Parte 3: http://radiospada.org/2014/12/lanticristo-esegesi-e-storia-di-una-tremenda-verita-di-fede-parte-3/