di Alessandro Pini
“In propria venit, et sui eum non recepèrunt…Et Verbum caro factum est, et habitavit in nobis”
Premessa
Tra pochi giorni nel mondo si festeggerà la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, il Verbo incarnato, il (vero ed unico) Messia promesso ed annunciato dai profeti, la seconda persona della SS. Trinità che assunse un corpo per salvare l’uomo schiavo del peccato e per liberarlo dalle mani dei suoi nemici poiché «la nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.» (Ef. 6,12)
La nascita di Gesù a Betlemme svela il mistero dell’Incarnazione, il compimento delle promesse divine circa la redenzione e riconciliazione tra l’uomo e il Creatore «infinitamente» offeso dal peccato dei nostri progenitori e dai successivi tradimenti, tanto che «gli uomini, avendoLo abbandonato, scolpivano statue antropomorfe da adorare offendendo il Creatore».
Manifesta inoltre il sommo amore di Dio per l’uomo, creatura fatta a sua immagine e somiglianza (Genesi), ma degradata dal peccato che gli aveva fatto perdere l’amicizia di Dio e la grazia santificante.
Così San Bernardo: «quale prova migliore della sua bontà poteva dare se non assumendo la mia carne? (…) Nulla mostra maggiormente la sua misericordia che l’aver egli assunto la nostra stessa miseria… grande certo è la bontà di Dio e certo una grande prova di bontà egli ha dato congiungendo la divinità con l’umanità.» (1)
Questa nascita è soltanto l’inizio della Redenzione operata da Cristo, infatti tutta la sua vita fu un’offerta verso il Padre per la nostra salvezza, dalla discesa dal Cielo fino al Calvario, dal freddo della grotta alla gelida punta della lancia che squarciò il suo divin Cuore, e questo dovrebbe farci riflettere circa l’amore di Dio per noi e la nostra colpevole tiepidezza.
« Signore, che cosa è mai l’uomo perché te ne curi e a lui rivolgi la tua attenzione?» (Sal 8,5).
Mistero d’Amore, contrastato dall’invidia e dalla superbia del Nemico, Lucifero, l’angelo ribelle più grande ed eccellente tra gli angeli (Summa Theologiae), il quale – secondo l’opinione di diversi Padri della Chiesa – pronunciò il suo famoso “non serviam” proprio quando gli fu preannunciato il piano divino relativo alla futura Incarnazione del Verbo.
Egli fu seguìto da molti altri angeli ribelli che sdegnati per la «scelta» divina dell’unione ipostatica del Verbo con la natura umana – di per sé inferiore a quella angelica – intrapresero la loro lotta contro Dio e l’uomo da Lui tanto amato.
Dio avrebbe mostrato loro la futura immagine dell’uomo-Dio, Gesù Cristo, comandando di adorarLo e servirLo quale loro Capo e legislatore.
Questa «ipotesi» è supportata anche dal seguente versetto evangelico: «Quando [Dio] introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio.» (2)
Coloro i quali rifiutarono l’Incarnazione del Verbo divennero angeli cattivi per loro colpa e furono vinti dalle schiere angeliche guidate da San Michele Arcangelo il cui nome in ebraico significa appunto «Chi è come Dio». (Apocalisse, 12,7)
Questo episodio biblico dovrebbe far tremare i polsi a noi tutti, ma in particolar modo a coloro i quali ancora oggi imitano quegli angeli apostati e ribelli, negando l’Incarnazione di Dio nel seno della Vergine Maria e la sua Risurrezione.
Sembra impossibile che ancora oggi – dopo duemila anni di miracoli, martiri, profezie avverate, la sopravvivenza stessa della Chiesa Cattolica, le innumerevoli conversioni, i santi… – esistono persone che dubitano e/o rigettano la fede in Gesù Cristo e quindi nella SS. Trinità.
Ad essere onesti gran merito va dato a chi ha operato in tal senso, ossia le varie sétte che durante il corso dei secoli si sono succedute e scambiate il testimone nella lotta alla Verità, la cui depositaria e custode resta solo e soltanto la Chiesa Cattolica in continuità con la Tradizione risalente agli Apostoli stessi del Signore Nostro.
Ed eccoci quindi arrivati al nucleo della questione.
La guerra alla Verità, genesi e sviluppi
Abbiamo appena visto come la rivolta di Lucifero sia stata causata dalla superbia e dall’amore disordinato verso la sua natura angelica, che ispirarono a questo magnifico angelo la ribellione al piano di Dio e quindi la lotta alla Verità stessa, al Logos divino incarnatosi in Gesù Cristo.
Questa guerra alla Verità ed in particolar modo alla sua incarnazione, si manifestò fin dal principio in lui, perciò nel Santo Vangelo leggiamo che egli è “il padre della menzogna”, “omicida fin dal principio” ed in lui “non c’è verità” poiché egli “non perseverò nel vero” (Gv 8,44).
Nel Catechismo di San Pio X, compendio della dottrina cristiana, troviamo:
“Gli angeli furono tutti fedeli a Dio?
No, gli angeli non furono tutti fedeli a Dio, ma molti di essi per superbia pretesero essere uguale a lui e da lui indipendenti; e per questo furono esclusi per sempre dal paradiso e condannati all’inferno.”
Nel Catechismo breve promulgato sempre da San Pio X, possiamo leggere:
“I demoni chi sono?
I demoni sono angeli ribellatisi a Dio per superbia e precipitati nell’inferno, i quali, per odio contro Dio, tentano l’uomo al male.”
L’eco di questa ribellione e odio verso il genere umano lo si trova senza ombra di dubbio nell’episodio biblico nel quale il serpente antico (Satana) tenta Adamo ed Eva – suggerendo loro che sarebbero diventati come Dio (Gen, 3,5) – per associarli alla sua ribellione e alla dannazione eterna.
Nostro Signore è quindi venuto sulla Terra assumendo la nostra natura (mantenendo la divinità) per liberarci dai lacci del Maligno, ma egli – ormai escluso eternamente dal Regno – tenta di distruggere il piano di salvezza con la sua attività ed intelligenza, la quale mira alla perdizione dell’uomo in quanto creatura di Dio e quindi ispira continuamente dottrine perverse che combattono la Rivelazione e illudono l’uomo circa il suo essere.
San Tommaso d’Aquino, Duce degli studi, a tal proposito insegna che soltanto Dio è l ‘Essere per sé sussistente, causa incausata del mondo, mentre tutte le altre creature hanno l’essere, lo ricevono o lo partecipano: sono enti per partecipazione, mentre Dio è l’Ente per essenza.
«Quanto alla natura dell’essere, solo Dio sussiste unico e semplicissimo;tutti gli altri enti che partecipano l’essere hanno un’essenza che riceve e limita l’essere, e sono composti di essere ed essenza come due princìpi realmente distinti tra loro»
Questa distinzione è fondamentale per non cadere nell’errore che identificherebbe la creatura con il Creatore, l’uomo con Dio in quanto Atto puro.
Dopo questa breve ma necessaria parentesi “filosofica” proseguiamo con il nostro discorso per concentrarci su quella falsa dottrina e vera contro-filosofia denominata gnosticismo; veleno mortale che non appartiene più (soltanto) ad alcune sétte o movimenti, ma è diventato fenomeno di massa, vera e propria mentalità, “mal-senso” che ispirata dal Nemico ha attraversato i secoli e la storia, minando fin dal principio l’esistenza della Chiesa e la purezza della Fede.
Queste dottrine hanno origini antichissime e sono il riflesso del satanico “non serviam” che sviò fin dal principio l’umanità, dando origine ad una tradizione spuria (gnostico-cabalistica), nella quale l’uomo si distacca dalle verità rivelate per creare una propria visione di Dio e del mondo, una costruzione allucinata e fantastica della realtà che non accetta né la Verità, né la Provvidenza.
Questo serpente velenoso (gnosticismo) striscia ed insidia l’umanità che non accoglie la Redenzione operata dal Cristo con la sua Incarnazione, Morte e Risurrezione, e lo fa servendosi dell’orgoglio umano, ferito dal peccato originale e sempre pronto a seguire l’angelo decaduto che propone sempre la via migliore per l’infelicità eterna.
Tali concezioni hanno in comune molti aspetti. Nonostante epoche diverse separano l’una dall’altra, queste dottrine gnostiche-luciferine svelano un unica trama che rende manifesta la lotta tra il Bene e il Male, tra la Città di Dio e quella terrena, tra Dio e Satana.
Elenchiamo sommariamente alcune tesi che uniscono gli elementi di questo disegno in contrapposizione al piano divino di salvezza:
- il mondo è una realtà degradata dalla quale dobbiamo fuggire, frutto di una frattura ed opera di un Dio malvagio ed oscuro (quello dell’autentica rivelazione mosaico-cristiana).
- inconcibialità tra materia/carne e spirito, poiché la prima attribuita al dio malvagio (Adonai) e la seconda al dio buono (l’En-Sof) che non è altro che Satana (secondo la dottrina cristiana).
- la salvezza proviene dall’uomo gnostico che possiede una conoscenza (= gnosi, dal greco), consapevole della propria “deità” e perciò in grado di redimersi e quindi tornare nel mondo perfetto (Pleroma).
- disprezzo profondo per il limite e la legge morale. La natura e le sue leggi non sono il riflesso della Provvidenza bensì le catene che opprimono l’uomo.
- azione per la rigenerazione del mondo/ speranza in un futuro migliore, ritorno all’Unità (indifferenziazione sessuale), mito del progresso.
- l’uomo è DIO. Il mondo e l’uomo sono emanazioni della sostanza della divinità.
- negazione del peccato.
Dopo questo breve elenco appare chiaro che tale visione è in netta contrapposizione con la concezione cristiana che afferma che il mondo e la storia hanno un valore eminente in quanto in essi si incarna il Logos di Dio.
Questa opposizione pervade l’intera storia dell’umanità e si concluderà soltanto con il Trionfo finale di Dio e la sconfitta dei suoi nemici.
Il rifiuto dell’incarnazione del Verbo mostra l’orrore tipicamente gnostico per la materia/carne, e lo scandalo per la scelta divina di sporcarsi con il fango della natura umana svela il vero autore di tali dottrine; ossia Lucifero, il primo gnostico che – come abbiamo già detto precedentemente – si rifiutò di servire ed adorare Gesù Cristo proprio per la sua duplice natura di vero Dio e vero uomo.
E’ quindi evidente l’origine dell’odio per la materia da parte gnostica: ricorda infatti all’ispiratore di tale contro-filosofia la sua sconfitta e condanna eterna.
Tale avversione implica una totale disconnessione dell’individuo dalla realtà ed un capovolgimento della stessa, che sovverte ogni principio dettato dalla retta ragione e dal senso comune, per costruire un castello dalle fondamenta immaginarie che prima o poi crollerà, non senza aver mietuto vittime (anime).
Questa opposta visione, queste due vie, entrano necessariamente in lotta l’una contro l’altra; da una parte la Chiesa, dall’altra la Contro-Chiesa, la vera Tradizione si scontra con quella spuria ed il risultato di tale scontro qualifica e denota la società stessa.
Chiesa e Contro-Chiesa
Don Julio Meinvielle insegna (3) che la vera Tradizione, la cui fonte è Dio stesso (verità rivelate) fu degradata e corrotta da un insieme di culti e dottrine qualificabili con il nome di Càbala, dottrina e pratica magica, esoterica e gnostica che identifica il mondo e l’uomo con Dio e rifiuta la grazia come espressione di amore ed unica via di salvezza per l’uomo, alla quale sostituisce tecniche e riti di origine demoniaca.
Predica il culto dell’Uomo in quanto divino per propria natura e rigetta clamorosamente la salvezza mediante Gesù Cristo; fatto che testimonia la continuità di pensiero tra la tradizione spuria (rabbinico-farisaica) prima della venuta del Salvatore e dopo la sua Morte e Risurrezione (talmudismo cabalistico).
Il pervertimento della Rivelazione – ad opera della Sinagoga infedele – ha dato origine a queste dottrine e, come agì per combattere e sviare l’autentica depositaria (Sinagoga mosaica) dell’Antico Testamento, così fece per la Chiesa Cattolica fin dalla sua nascita, in quanto nuova ed ultima custode e depositaria dell’autentica Tradizione risalente alle origini del mondo.
Così il Meinvielle:
“Vi sono giudei che cercano di distruggere il cristianesimo dall’esterno, perseguitando Cristo e i cristiani; altri dall’interno, corrompendolo con la càbala. Quest’ultimo tentativo produce il fenomeno dello ‘Gnosticismo cristiano’. Come tentarono di distruggere il messaggio mosaico della Rivelazione divina, così tenteranno di distruggere anche il cristianesimo”.
“Lo Gnosticismo è l’intento di rendere giudaico o cabalistico il cristianesimo”.
Questa ultima frase illumina come un lampo lo stato presente della Chiesa e quindi della società stessa; l’uomo infatti in questi ultimi secoli ha rinnegato Dio, ha rigettato la Verità in cambio di “libertà” per seguire il proprio Io di gnostica memoria o ha creduto al Nuovo Cristianesimo (pancristico) – intriso di gnosticismo – quindi spurio e nocivo.
Infatti possiamo notare come dal Concilio Vaticano II in poi la mentalità gnostica sia penetrata anche all’interno della Chiesa Cattolica, per deturpare la Sposa di Cristo e trascinare milioni di anime all’inferno.
La Contro-Chiesa infatti ha cessato di essere una realtà (completamente) distinta e si è insidiata all’interno della vera Chiesa per conquistarla e promuovere così la falsa dottrina che pretende di salvare l’uomo senza l’aiuto divino, poiché “per la Càbala l’incarnazione esiste nel fatto e pel fatto dell’intera creazione”. (4)
La frase appena citata risale ad un rabbino talmudista del ‘900, ma è soltanto l’anticipo, il preludio alla nuova dottrina della “Chiesa conciliare” che preannuncia il culto dell’Uomo come ultima fase di una trionfante marcia dell’umanità verso la Felicità. (5)
Anche in questo caso emerge la mentalità gnostica circa la fuga dal reale per correre sfrenatamente verso un mondo nuovo, il mito del progresso che si realizzerà soltanto infrangendo il limite e la legge: ancora una volta il comportamento dell’uomo riflette la ribellione degli angeli decaduti. Niente più dogmi, nessuna Chiesa è necessaria, l’uomo basta a sé stesso e con la conoscenza (gnosis) riuscirà a riscoprire il divino che è in lui e raggiungere lo stato originario, il Pleroma.
Questa malattia (dello spirito) purtroppo ha colpito anche le più alte gerarchie ecclesiastiche, segnando così l’apparente vittoria della Tradizione spuria nei confronti della Verità, offuscata dai suoi stessi ministri, ormai in balìa della modernità caratterizzata appunto dalla menzogna che conduce alla follia, al Nulla, alla morte (eterna).
Il rimedio: la carne di Cristo
Abbiamo appena esaminato – seppur approssimativamente – lo stato delle cose attuali ed è emerso chiaramente che la Chiesa e la società attuale sono pervase dallo spirito gnostico, avversario dello Spirito Santo e mietitore di anime.
In tale contesto, cosa deve fare un autentico soldato di Cristo, quindi ogni cresimato..?
La risposta è nel Vangelo, e nello svolgersi della storia troviamo la conferma alla mirabile dottrina cristiana che promette la libertà a chi persiste nella Verità (Giovanni 8, 32).
La risposta è proprio il Verbo di Dio tanto odiato dalle schiere infernali quanto amato ed adorato dagli angeli fedeli; Egli è sceso dal Cielo per salvarci e assumendo la nostra natura umana ha dato prova di grande amore e fedeltà alle promesse.
L’odio gnostico per la materia, il mondo e quindi per il genero umano (Creazione) puzza di zolfo. Tale sgradevole odore svela però la grande paura di Satana nei confronti della carne di Cristo, la stessa che da sempre conquista le anime e le strappa dagli artigli del dragone infernale.
Qui risiede il vero rimedio alla malattia che ha colpito l’intera umanità, qui troviamo l’antidoto all’incredulità ed alla superbia: l’Incarnazione del Verbo e con essa la Sua carne che fortifica e salva poiché “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.”.
“Fate in modo di non perdere nessuna Comunione – raccomanda S. Margherita M. Alacoque – ; noi non sapremmo dare maggior gioia al nostro nemico, il demonio, che ritirandoci da Gesù, il quale gli toglie il potere che ha sopra di noi”.
Ecco svelato l’odio e il timore per la carne. In essa siamo salvi. Dalle Sue piaghe siamo stati guariti.
Dio ha mantenuto la promessa di salvezza mandando il proprio Figlio nella carne, ma quel Bambino – che contemplarono i pastori e i Magi – noi lo riceviamo nell’Eucarestia, fonte di vita e santità per l’uomo malato che, come la realtà mostra, non può trovare la (vera) felicità se non nell’Infinito.
Questo Infinito noi cristiani lo troviamo realmente nel SS.mo Sacramento, non lo si cerca nella menzogna come fa l’uomo gnostico, non nell’illusione di un futuro paradiso sulla terra, bensì qui ed ora (hic et nunc), Dio ci ha concesso questo straordinario mezzo di salvezza ed in esso troviamo la grazia necessaria per raggiungere il Paradiso.
Egli è veramente l’Emmanuele, Dio con noi. (Matt. 1, 23)
Le apparizioni di Fatima ci ricordano quale sia lo stato appropriato per ricevere la Santa Comunione: innanzitutto bisogna trovarsi in stato di grazia ed è necessario compiere atti di adorazione. L’angelo inviato da Dio infatti si presentò ai fanciulli in adorazione del SS.mo Sacramento, prostrato a terra di fronte all’Ostia Santa, e soltanto successivamente insegnò loro questa bellissima preghiera:
“Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Vi adoro profondamente e Vi offro il Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presenti in tutti i Tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze da cui Egli stesso viene offeso. E per i meriti infiniti del Suo Sacratissimo Cuore e per l’intercessione dell’Immacolato Cuore di Maria, Vi domando la conversione dei poveri peccatori”.
San Tommaso insegna che Dio invia i Suoi profeti sulla terra ad ogni generazione, non per dare al mondo una nuova dottrina, ma per ricordare ai fedeli ciò che devono fare per la salvezza delle loro anime (Summa Theologiae).
La misericordia e la somma bontà di Dio ancora una volta vennero in nostro aiuto, poiché Egli ben sapeva che gli uomini – in primis “i suoi” – lo avrebbero dimenticato ed abbandonato nella sua prigione d’amore (Tabernacolo).
Conclusione
Noi – uomini del terzo millennio – ci troviamo davanti ad un bivio, lo stesso intravisto da tutti coloro che ci hanno preceduto: “Io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; ti comando di amare il Signore tuo Dio, di osservare i suoi comandamenti, perché tu viva. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi, io vi dichiaro oggi che certo perirete” (Dt 30, 15-20).
Queste sono le opzioni, non ve ne sono altre, o con Lucifero o con “Colui che è”.
Queste le parole di Dio a Santa Caterina da Siena: “”Figlia mia tu sei colei che non è; Io sono Colui che è“.
Ricordiamoci sempre che riceviamo l’essere da Dio, a Lui dobbiamo ogni onore e gloria, Egli è il nostro fine e soprattutto quando infuria la lotta non dobbiamo sottrarci al nostro dovere di Milites Cristi ma difendere – secondo le nostre possibilità – la Verità da chiunque essa sia minacciata.
Accettare l’Incarnazione del Verbo – e con essa la sua Volontà – oppure rifiutarla e militare sotto lo stendardo satanico, infatti “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro”.
Concludo ricordando che la virtù essenziale per sfuggire alla mentalità gnostica è l’umiltà, “madre, radice, nutrice, fondamento e legame di tutte le altre virtù” dice San Giovanni Crisostomo.
Il Vangelo rincara la dose e ci ricorda che siamo (soltanto) servi inutili (Lc 17,10).
In questo tempo di Natale affidiamoci quindi ai modelli di saggezza ed umiltà che sono Maria Santissima e San Giuseppe suo castissimo sposo. Intercedano essi per noi, affinché in questi tempi oscuri e drammatici, prevalga la Luce che illumina il mondo e ci aiutino a non essere tra coloro che la rifiutano – poiché ancora troppo carnali e superbi – ma tra gli eletti che la accolgono e si lasciano trasformare da essa.
“Da nobis, quæsumus, Dómine, Unigéniti Fílii tui recensíta nativitáte vegetári, cuius cælésti mystério páscimur et potámur.”