venerdì 4 marzo 2016

Eroi della Grande Guerra: Frederich Franek



Frederich Franek
Il 21 agosto del 1917 la terza armata italiana si lanciò verso l'Hermada. Due corpi d'armata contro tre divisioni, 160 mila contro 30 mila scarsi che gli tennero testa per tutto il giorno. Il 63 Reggimento transilvano di Bistriz si era dissanguato per tre giorni nei dintorni di Flondar ed erano rimaste solo alcune compagnie malconce.
L'altura a 500 metri a nord est sopra i resti delle case di Flondar era stata persa quasi completamente ed erano state perse due delle caverne che si possono ancora ammirare percorrendo il sentiero che parte da Medeazza per andare in Slovenia.
Era sopravissuto un piccolo plotone della 17 esima Compagnia, con i camerati che erano rimasti intrappolati nelle profondita delle grotte prese dal nemico e senza più contatti con i comandi, dopo l'attacco italiano del giorno 20, accuratamente preparato da un violentissimo fuoco di artiglieria che aveva provocato ingenti perdite.
Un altro bombardamento fu seguito da un altro attacco partito alle 14.00 del giorno 22, aggravando ulteriormente la situazione, che pareva del tutto disperata.
Il tenente Franek che comandava i superstiti, decise di effettuare un contrattacco notturno come da migliore tradizione austroungarica, sperando che gli italiani non si rendessero conto che venivano attaccati da solamente 30 uomini.
Ebbe ragione e riconquistò l'altura chiamata quota 146. Nel pomeriggio riprese l'attacco con un forte lancio di bombe a mano, tirate ad arte per far sembrare di essere un gruppo numeroso e poi con un assalto alla baionetta riprese le due caverne liberando gli altri superstiti della 17 esima Compagnia.
Passarono la notte ricostruendo postazioni sull'altura, premunendosi dal probabile contrattacco italiano del giorno dopo, ma giunsero prima i rinforzi e l'undicesima battaglia terminò lì.
Frederich Franek era il figlio di un panettiere viennese, entrò nell'esercito come volontario di un anno e fu mandato a Cernowitz.
Nel 1913 fu inviato a Bestercze nel Siebenbürgen. Nel settembre del 1914 fu ferito al naso ed alla bocca nella battaglia di Lemberg, durante l'assalto di Grodek.
Promosso tenente, tornò dalla convalescenza il primo marzo del 1915 ed ebbe il comando della Compagnia il mese successivo. Il 15 giugno fu nuovamente ferito da un colpo alla testa nell'assalto di Krakowiec.
Tornò in servizio nel mese di ottobre ma durante la battaglia di Serwetsch fu colpito dal tifo. Tornò in servizio nel giugno del 1916 quando il suo Reggimento fu inviato nella 35 Divisione nel 23 esimo Corpo del generale Enriquez che combatteva nel settore prospicente l'Hermada.
Terminò la guerra con tutte le medaglie previste per gli ufficiali, oltre alla Croce dell'Ordine di Maria Teresa per il disperato ma efficace attacco di Flondar che aveva salvato una situazione disperata.
Ebbe la decorazione nel 1921 quando essa aveva solo carattere onorifico, con la rendita mensile per i Cavalieri di Maria Teresa, annullata dall'inflazione postbellica.
Intervistato dai giornalisti, disse: “E cos'altro avei potuto fare in quella situazione?”
Continuò la carriera dopo la guerra diventando Generale dopo aver preso una laurea e dirigendo gli archivi militari di Vienna e successivamente insegnando tattica all'accademia militare di Wiener Neustadt.
Nella seconda guerra mondiale riebbe a che fare con gli italiani tra le file germaniche comandando il Reggimento Hoch und Deutschmaister a Montecassino, ma della carriera con i tedeschi ci interessa ben poco perchè gli Asburgo con i loro migliori ex ufficiali espatriarono per condurre la resistenza mentre quelli che erano rimasti vennero imprigionati e torturati dai nazisti, come l'arciduchessa Erstzi a Vienna, l'arciduca Wilhelm Franz in Ucraina e suo fratello in Polonia.

Fonte: -La Prima Guerra Mondiale-