sabato 26 gennaio 2013

[Articolo] Giornata della Memoria? Qualcuno non la celebra.

b3b7e6ec-2072-49e7-b476-05ae52ebf3e2
 
A proposito della Giornata della Memoria..
 
di Roberto De Albentiis
 
Non celebrerò, domani, la Giornata della Memoria. Prima che salga l’indignazione generale (e finisca magari in qualche “scoop” di Repubblica o dell’Huffington Post), prima che venga insultato, bannato da facebook (originariamente, questo doveva essere uno stato per il social network in questione), fucilato su pubblica piazza, chiedo che venga letto quanto ho scritto; solamente dopo aver letto, liberissimi, avrete il diritto e la possibilità di fare quello che ho detto.
Non celebrerò una Giornata della Memoria, fin quando non ci sarà memoria e giustizia non solo per gli Ebrei, ma per TUTTE le vittime della follia nazista (i Rom; gli omosessuali, i malati e i disabili fatti oggetto di sperimenti “scientifici” e di pratiche eugenetiche; i sacerdoti, i religiosi e i fedeli cristiani – cattolici, ortodossi e protestanti – uccisi per la loro obiezione di coscienza nei confronti del paganesimo e dell’eugenismo del Terzo Reich), vittime cui per primi i governi dello Stato di Israele e le lobbies sioniste (come la statunitense Anti-Defamation League) negano memoria e giustizia, assolutizzando la Shoah ebraica a danno delle altre vittime dei piani nazisti e degli altri stermini, negandone le sofferenze e addirittura il fatto di essere stati vulnerati da atti atti di natura genocida (vergognoso fu il caso del Medz Yeghern, il genocidio armeno, minimizzato e persino negato da Tel Aviv e dall’ADL, tra lo sconcerto e la rabbia armeni).
Non celebrerò una Giornata della Memoria, fin quando ci saranno storici, professori (come il francese Robert Faurisson, l’inglese David Irving, il tedesco, Ernst Zundel, gli italiani Carlo Mattogno, Claudio Moffa, Andrea Giacobazzi, Franco Damiani, Angela Pellicciari) o militanti politici (come gli italiani Piergiorgio Seveso e Luca Fumagalli della Comunità Antagonista Padana di Milano) che sono finiti in carcere o che, ipoteticamente, rischierebbero di finirci, o che sono stati vittime di campagne mediatiche false e diffamatrici, per aver espresso opinioni, per aver divulgato studi scientifici o anche solo per aver fatto domande su fatti storici; fatti storici dolorosi e orribili, ma passati e, come tutti i fatti storici, liberamente analizzabili e discutibili (a meno che non si voglia sottomettere questi fatti storici ad un’aura metastorica e metafisica assoluta; padronissimi, ma, allora, non lo si faccia parlando di “laicità” e “libertà di ricerca”!). La Storia la si studia e la si fa nelle biblioteche, nelle aule scolastiche e universitarie, nelle Accademie e negli archivi, e non certo nei Tribunali e nei Parlamenti, e con modalità e fini il più delle volte tutt’altro che nobili!
Non celebrerò una Giornata della Memoria, fin quando questa ricorrenza, e le accuse di negazionismo e antisemitismo, saranno il paravento per coprire tutti i crimini di guerra che lo Stato di Israele (contro cui hanno parlato pericolosissimi neonazisti antisemiti e cripto-islamici quali Nelson Mandela, Desmond Tutu, Mairead Maguire, Dino Frisullo e Vittorio Arrigoni) ha commesso e commette ai danni delle popolazioni arabe di Palestina, Libano e Siria, o perfino contro i suoi stessi cittadini arabi ed ebrei non sefarditi o ashkenaziti; e le prime vittime di questa vergognosa strumentalizzazione (denunciata e criticata da storici e intellettuali ebrei, come Norman Finkelstein – addirittura figlio di sopravvissuti al campo di Auschwitz! – e Ilan Pappe), oltre ai Palestinesi, o ai Curdi (solidali con i Palestinesi e massacrati, nel silenzio generale, dalla Turchia, membro della NATO e alleata di Israele), sono le stesse vittime, ebraiche e non ebraiche, del Terzo Reich, che di sicuro non vorrebbero essere usate per giustificare una politica analoga a quella che li ha condotti alla deportazione e alla morte..
Non celebrerò una Giornata della Memoria, fin quando non sarà fatta chiarezza sulle affinità ideologiche e sulle collaborazioni politiche e logistiche del movimento sionista con il Partito e lo Stato nazionalsocialista, ai danni degli stessi Ebrei tedeschi e slavi (ben pochi sionisti di spicco si esposero concretamente contro le misure antiebraiche, l’organizzazione sionista de facto non si associò al boicottaggio antitedesco arrivando a stringere l’accordo per il trasferimento in Palestina noto come “Haavara” e, promuovendo, con l’assenso del Reich una rete di campi di riaddestramento utili ai fini del movimento), come studiato e riportato dallo storico Andrea Giacobazzi e da testate come “EffeDiEffe”, “Arianna Editrice”, “Rinascita” e “Stato&Potenza” (va da sé, accusati tutti indistintamente di negazionismo e antisemitismo).
Non celebrerò una Giornata della Memoria, fin quando non si ricorderà, tra le altre vittime innocenti della Seconda Guerra Mondiale (di cui la Shoah fu una parentesi, dolorosa e orribile, ma una parentesi, così come i genocidi turchi di cui furono vittime Armeni, Greci, Assiri e Curdi furono una parentesi dolorosa e orribile della Grande Guerra), anche i civili tedeschi e giapponesi orribilmente morti sotto i bombardamenti aerei Alleati effettuati sulla Germania e sul Giappone: nessun tribunale internazionale ha mai condannato gli Alleati per i LORO crimini di guerra (in nulla diversi, nella loro natura e nei loro effetti, da quelli dell’Asse), e sinceramente non vedo differenze tra chi commette crimini di guerra, o tra le vittime innocenti di atrocità pianificate (siano esse gli Ebrei o i cittadini di Dresda e Lubecca, siano esse i cittadini di Nanchino o i cittadini di Hiroshima e Nagasaki).
Non celebrerò, infine, una Giornata della Memoria, fin quando non si ricorderanno anche i malati, i disabili e i disadattati sociali abortiti, sterilizzati o soppressi con l’eutanasia in nome di un assurdo mito di purezza razziale, così come non celebrerò una Giornata della Memoria se non si dirà (qualora fosse necessario, se non si griderà dai tetti) che i miti e le politiche razziali furono sviluppati ben prima della Germania nazista dai Paesi liberali (USA, Inghilterra, Olanda, Svizzera) e socialdemocratici (Danimarca, Svezia, Finlandia), e che di contro durarono ben dopo la caduta di Hitler (fino agli anni ’70 almeno), o che le odierne campagne dei “diritti civili” (ovvero, aborto, contraccezione, eugenetica, eutanasia) sono uguali, se non nella forma, nella sostanza a quanto propagandato e attuato dal Terzo Reich.
Chi scrive adora un Messia e un Salvatore Ebreo, e ne venera la Madre, il Padre putativo, i Profeti e gli Apostoli, anch’essi Ebrei; chi scrive è stato, tra i tanti altri posti che ha visitato, anche a San Sabba (dove, tanti anni fa, incontrò anche un superstite), ad Auschwitz e Dachau, e quello che chiede e che spera è che si ricordino, per come possibile, tutte le vittime innocenti delle più varie (ma similmente antiumane, e anti-divine) ideologie, e che non avvengano mai più crimini così orribili contro l’uomo (ridotto ora a supersoldato e a nuovo cittadino, ora a scarto razziale e sociale, ma mai visto come centro di dignità, diritti e doveri in sè, mai visto come creatura creata, amata e redenta da Dio), ad opera di ideologie totalizzanti e disumanizzanti come il nazismo o il comunismo, o, oggi, da quel vago ma non meno mortifero e letale sentimento “umanitarista” e “corretto”, che, in nome dei “diritti” e dell’“amore” (ma non stiamo certo parlando della Carità cristiana!) tollera e difende la soppressione di bambini nel grembo materno o di anziani malati e persone in coma; sono una persona così orribile, meriterei un articolo di giornale infamante o, addirittura, il carcere, per aver espresso dubbi, opinioni, domande, secondo certi giornalisti o politici?
Se domani dovrò ricordare qualcuno, lo farò: ricorderò il Padre Giovanni Crisostomo e la Vergine Angela Merici, i santi che si festeggiano oggi, chiedendogli di rendermi simile a loro nell’amare Dio e il prossimo, e, nella preghiera di suffragio, tutti i defunti, in particolar modo le vittime innocenti delle guerre e dei genocidi, di qualsiasi parte, etnia o Paese fossero; ma, oggi, non mi adeguerò al conformismo imperante e corretto, che fa versare lacrime di commozione per morti (ma solo in questo giorno e, come detto sopra, neanche tutti) di 70 anni fa, ma che lascia indifferenti davanti ai morti di oggi (siano essi i Palestinesi, o i bambini, “difettosi” o meno, uccisi dall’aborto), e gradirei non essere etichettato come un mostro per questo (abbiamo visto in questi anni troppi falsi “al lupo, al lupo!” e “dagli al negazionista”, gonfiati o addirittura inventati di sana pianta, per crederci ancora).
26-1-2013
Articoli precedenti sul tema:
 
Fonte: