giovedì 25 ottobre 2012

Le rivoluzioni del 1848: Mazzini e Cavour .

 
tratto da "Massoneria e Sette Segrete: la faccia occulta della storia" - Editrice "Ichthys" - di Epiphanius

Entrare nel dettaglio di questo travagliato secolo di storia europea esula dai limiti imposti a questa trattazione, tanto più che esso è stato ben descritto e approfondito dagli storici. E tuttavia opportuno soffermarsi sulla più nota e impenetrabile delle società segrete dei primi decenni dell'Ottocento: la Carboneria.

Organizzata in "Vendite" e su vari livelli secondo lo schema massonico tipico, operava in stretto contatto coi Supremi Consigli dei 33° grado del Rito Scozzese diretta da un vertice chiamato "Alta Vendita", composta a livello internazionale da 40 membri. Mazzini e Kossuth erano gli esponenti di punta dell'ala Carbonara movimentista e oltranzista. Quest'ultima tendenza prevalse sulle "colombe", ossia sul partito che propugnava la rivoluzione silenziosa e invisibile, e nel 1847 durante un Convegno internazionale delle massonerie a Strasburgo venne approntato un piano di confederazione europea allargata ai popoli germanici, latini e slavi, da conseguire attraverso una serie di rivoluzioni ben orchestrate. Nel 1847 un emissario del primo ministro inglese Palmerston, Lord Minto, visita Torino, Roma e Napoli per organizzare e coadiuvare un'insurrezione. Nel 1848 le rivoluzioni scoppiano e si susseguono in ordinata sequenza: il 24 febbraio a Parigi, il 7 marzo a Berlino, il 13 marzo a Vienna, il 18 marzo a Milano, il 28 a Venezia e prima della fine del mese i tumulti si allargano a Napoli, in Toscana e a Roma, a Praga il 12 giugno e in Croazia il 27 luglio, lasciando esenti i soli paesi laicisti.

L'idea di democrazia universale e quella socialista entravano a vele spiegate nella storia occidentale, imprimendo un rovinoso scossone all'edificio pazientemente costruito dall'abilità e dalla lungimiranza politica del Metternich al Congresso di Vienna.

GIUSEPPE MAZZINI

Iniziato alla Carboneria fra il 1827 e il 1829 nel 1864, il Supremo Consiglio di Palermo gli accorda il 33° grado". Il 3 giugno 1868 fu proclamato Venerabile perpetuo ad honorem della loggia Lincoln di Lodi e lo si propose per la carica di Gran Maestro. Il 24 luglio fu nominato membro onorario della loggia La Stella d'Italia di Genova e, il 1° ottobre 1870, della loggia "La Ragione" dello stesso Oriente

"I Carbonari appartenevano agli Illuminati di Baviera. Lo stesso valeva per Mazzini".

Una singolare conferma degli orientamenti massonici mazziniani giunge dalla sua fede dichiarata nella reincarnazione; affermava egli infatti:

"il perfezionamento dell'individuo si compie di esistenza in esistenza, più o meno rapidamente a seconda delle opere nostre".

Proposizione che del pari riecheggia sull'organo ufficiale della "Chiesa gnostica apostolica universale", di ispirazione martinista:

"Il lavoro compiuto su se stesso non va perduto: di vita in vita, nelle successive reincarnazioni, porterà il suo frutto ed avanzerà sempre di più"..

Mazzini aveva per collaboratore diretto un israelita di nome Henry Mayer Hyndman, marxista della prima ora e a capo di un'associazione chiamata "The National Socialist Party"; nel 1881 Hyndman fonda la "Democratic Federation" con la figlia di Karl Marx, Eleonora, e di cui farà parte Annie Besant (1847-1933), 33° grado del Rito Scozzese e capo della Società Teosofica.

È curioso infine osservare l'atteggiamento di Mazzini nei riguardi di certi personaggi, come il giovane poeta inglese Swinburne ad esempio: egli, infatti, "assunse in un certo senso la direzione spirituale dello Swinburne e non tralasciò mai di dare al poeta l'impressione di sorvegliarlo attentamente", cosa in sé priva di particolari connotati se John Ruskin - il teorizzatore britannico dell'avvento di una società socialista autoritaria - a commento della tragedia Atalanta in Calydon, composta dallo Swinburne, non avesse proferito su di lui questo giudizio inquietante: "la più magnifica cosa che giovane abbia mai fatto: per quanto egli sia un giovane demoniaco.

La rivista dei gesuiti Civiltà Cattolica, riferendosi all'elezione avvenuta nel 1893 del 33 Adriano Lemmi a successore del palladista Albert Pike, riferisce di un intervento dello stesso Lemmi volto ad ammonire l'alto dignitario del Rito Scozzese Francesco Crispi che aveva osato nominare Iddio nel programma di governo proclamato a Napoli:

"Che cosa intendete dire? Se il Dio che invocate è il Dio di Mazzini sta bene: se fosse un altro, pensate ai casi vostri".

Circa i finanziamenti di Mazzini, il Lombard informa che Mazzini fondò nel 1834 in Svizzera la "Giovine Europa" con i fondi raccolti nel 1829 a New York dall'inglese Wright, e grazie alla collaborazione prestata da Clinton Roosevelt e di Horace Greely. Nello stesso anno Mazzini si rifugiava in Inghilterra (da una sua amica israelita avrà in questo periodo un figlio, la cui identità sembrerebbe coincidere con quella di Ernesto Nathan, futuro sindaco di Roma) stabilendo tosto collegamenti coi capi delle prime Internazionali".

Clinton Roosevelt e Horace Greely dal canto loro furono gli stessi personaggi che supportarono finanziariamente un certo Kiessel Mordechai - più noto come Karl Marx - nella pubblicazione a Londra nel 1848 del celebre "Manifesto", aiuto senza il quale "Marx sarebbe rimasto un oscuro rivoluzionario ossessionato".

L'ARTICOLO DEL "GLOBE'

Il 12 marzo 1849 sul Globe, quotidiano inglese dell'epoca ispirato dal ministro degli Esteri della regina Vittoria - l'alto iniziato Henry John Temple, più noto come Lord Palmerston - appariva un articolo che riannodava francamente il filo del discorso mondialista:

"È da ritenere che gli accadimenti dell'anno scorso non siano stati che la prima scena di un dramma fecondo di risultati più vasti e più pacifici. L'edificio innalzato dal Congresso di Vienna era così arbitrario e artificioso che ciascun uomo di stato liberale vedeva chiaramente che non avrebbe sopportato il primo urto dell'Europa. L'intero sistema stabilito dal Congresso di Vienna stava dissolvendosi e Lord Palmerston ha agito saggiamente allorché ha rifiutato il proprio concorso ad opporre una diga all'onda dilagante.

Il piano che egli ha concepito è quello di una nuova configurazione dell'Europa attraverso la costituzione di un forte regno tedesco che possa costituire un muro di separazione fra Francia e Russia, la creazione di un regno polacco-magiaro destinato a completare l'opera contro il gigante del nord, infine un reame d'Italia guidato dalla casa Savoia. Si è spesso rimproverato a Palmerston di avere trascurato l'alleanza con l'Austria, ma qui gli accusatori devono ancora rendergli giustizia. L'Alleanza dell'Inghilterra e dell'Austria non si è mai fondata su una comunanza di principi: essa esiste semplicemente in quanto l'Austria era la principale rappresentante e come l'incarnazione della nazione tedesca. Dopo la pace di Westfalia fino a quella di Aquisgrana (1648-1748) l'Austria s'è trovata ad essere il centro della nazione tedesca. Ma allorché la spada di Federico fece dilatare i confini del suo reame prima limitati all'elettorato del Brandeburgo, allorché i veri tedeschi riconobbero in questo guerriero il reale rappresentante della loro forza e della loro nazionalità, la Prussia divenne l'alleata naturale dell'Inghilterra sul continente... Ciò che l'Austria fu all'inizio del secolo scorso, ciò che la Prussia divenne più tardi, la Germania può esserlo ugualmente che la capitale sia Berlino o Francoforte [...]".

Si trattava dunque di una vera e propria ristrutturazione dell'ordine europeo, incentrata sulla sostituzione di una Germania protestante ad una Confederazione tedesca guidata dall'Austria cattolica e dell'unificazione dell'Italia ad opera del Piemonte onde abbattere il potere papale. Tutto secondo la schema comeniano di Lux in tenebris...

Il primo ostacolo - osserva il Virion - era "il tiranno del nord", la Russia autocratica e cristiana la cui azione bloccava le mene dei democratici rivoluzionari: essa nel 1848 aveva inviato ben centomila uomini in soccorso dell'Austria per soffocare le insurrezioni. Lord Palmerston e Napoleone III le dichiararono, infatti, guerra nel 1856 col pretesto di contenerne l'espansionismo verso il Medioriente.

E interessante osservare il ruolo del Piemonte guidato dal Cavour: la manualistica scolastica ci propina un Cavour come figura di uomo politico lungimirante e scaltro che con intuito straordinario ben aveva tempestivamente compreso i vantaggi di un intervento piemontese in Crimea a fianco di inglesi e francesi. Il sacrificio dei bersaglieri alla Cernaia e sotto le mura di Sebastopoli, ci è stato insegnato, avrebbe consentito al Cavour di sedere quale plenipotenziario al tavolo dei vincitori nel Congresso di Parigi del 1856, e sollevare il problema dell'unità nazionale italiana e la questione romana, riuscendo a legare in debito d'amicizia la Francia che, dopo gli accordi di Plombières, sarebbe volata in nostro soccorso a decidere le sorti della seconda guerra d'Indipendenza.

Cavour mago della politica, dunque, salvo osservare che:

in Italia "la Massoneria Nazionale operava sotto l'ispirazione di Camillo Cavour, ministro e Capo del Governo, seguendone gli indirizzi e le direttive del più alto valore nazionale e internazionale"

Napoleone III era stato affiliato a Roma alla Carboneria. "Il Secondo Impero [...] pratica la politica estera sostenuta dalle logge: sistematicamente antiaustriaco e perfidamente antipapale, esso sfocia nella distruzione degli Stati pontifici e nella federazione della Germania settentrionale sotto l'egida della Prussia (che d'altronde aveva una concezione imperialista della Massoneria). Non si dimentichi che Napoleone III era carbonaro e che l'attentato di Orsini gli ricordò un po' bruscamente il suo giuramento poco prima della Campagna d'Italia".

In realtà Napoleone III non fu che uno degli esecutori del piano di Comenius, ripreso dagli Illuminati e dalla Carboneria: distruzione del papato e del Sacro Romano Impero impersonato dalla Casa d'Austria. E ciò spiega anche ad abundantiam "l'abbandono" di Massimiliano d'Austria in Messico; la politica sistematicamente antiaustriaca, la neutralità della Francia durante il conflitto austro-prussiano del 1866 e infine la politica avversa allo Stato Pontificio in favore dell'unificazione italiana di Napoleone III.

Lord Palmerston e il suo ministro degli Esteri, Lord John Russell, erano imparentati coi conti di Elgin, legati al ramo più potente dell'Ordine di S. Giovanni, per cui i loro rapporti col Rito Scozzese erano semplicemente un'esigenza di famiglia. Palmerston fu il fondatore dell'Ordine di Sion per assicurarsi l'indispensabile appoggio della finanza ebraica che, fin dal 1694, data della fondazione della Banca d'Inghilterra, coltivava stretti rapporti con l'oligarchia britannica.

Cavour moriva il 6 giugno 1861.

"Ma un'equipe ardente continua la sua opera unificatrice. Essa è composta da carbonari e di frammassoni. Nella Penisola le due associazioni sono strettamente intrecciate. Esse hanno l'identico fine: realizzare l'unità d'Italia sopprimendo il potere temporale del papa"

Qualche anno prima, nel 1852, Benjamin Disraeli (1804-1881), di famiglia israelita trasferitasi da Venezia a Londra, conte di Beaconsfield e Cancelliere dello Scacchiere britannico, nel corso di un suo celebre discorso ai Comuni, pronunciandosi sull'ondata rivoluzionaria che aveva investito l'Europa nel 1848, ebbe a pronunciare queste significative parole:

"L'influenza degli Ebrei può essere rintracciata nell'ultima esplosione del principio distruttivo in Europa. Scoppia un'insurrezione contro la tradizione e l'aristocrazia, contro la religione e la proprietà [...]. L'uguaglianza naturale degli uomini e l'abrogazione della proprietà sono proclamate da società segrete che formano governi provvisori, e uomini di razza ebraica si scoprono a capo di ciascuna di esse".

Concetto ripreso molti anni dopo - siamo nel 1920 - da Winston Churchill, che, dopo aver sottolineato la preponderante presenza di israeliti nei posti chiave di potere della Rivoluzione russa, scriveva:

"La stessa funesta importanza ebbero gli ebrei nel breve periodo di terrore durante il quale Bela Kun fu al potere in Ungheria. Lo stesso fenomeno si è presentato in Germania (particolarmente in Baviera) per quanto a questa follia è stato concesso di esasperare la temporanea prostrazione del popolo tedesco. Sebbene in tutti questi paesi ci siano molti non ebrei malvagi quanto il peggiore dei rivoluzionari ebrei, il ruolo giocato da questi ultimi, in rapporto al loro numero nella popolazione, lascia stupiti"