lunedì 22 ottobre 2012

La Francia di Hollande: giacobinismo in salsa zapaterista

di Franciscus Pentagrammuli

Stiamo assistendo dal Maggio scorso alle attività del governo socialista della presidenza François Hollande, in uno dei paesi che più amiamo, la Francia. Avvelenato dalla ideologia socialista più rossa e populista che mai si sia data, questo governo affronta la crisi economica a colpi di uno statalismo quasi sovietico, con forti investimenti soprattutto nel settore dell’educazione pubblica e repubblicana, perché si sa, è nelle scuole che lo Stato forgia il proprio futuro (si legga: indottrina la propria gioventù).

Massicce assunzioni d’insegnanti per far fronte al debito pubblico, una riforma totale della scuola, stop ai compiti domiciliari (o ammirabile pedagogia del nulla!), introduzione dell’insegnamento della morale laica (con rispettivi insegnanti ça va sans dire) perché i giovani possano essere traboccanti di valori repubblicani, di virtù giacobine!

Ma, dato che l’economia politica ha comunque una considerevole parte matematica nei propri ambiti, bisogna far quadrare i conti. Ovviamente, lo splendido governo non potrebbe mai imporre balzelli al folto proletariato di povera gente (buoni selvaggi rousseauviani, tutti gentili e cari quando c’è da assicurarsi il loro voto alle prossime elezioni), ecco quindi che annuncia con orgoglio l’introduzione di una riforma fiscale equa, giusta: innalzamento al 75% dell’aliquota sui redditi superiori al milione di euro l’anno.

E ti pareva che gli orridi ricchi (gli aristocratici dei tempi sanculotti) non iniziassero subito a sabotare gli illuminati provvedimenti del governo? Molti milionari stanno infatti emigrando in Belgio e Gran Bretagna, maledetti accaparratori di denaro, affamatori della povera gente! Si meriterebbero la proscrizione e le confische, come ai tempi della Rivoluzione! (aspettate fiduciosi, non lo vedo impossibile, intanto la censura morale sui giornali di sinistra è già bella che incominciata)

Il buon presidente Hollande vuole comunque anche offrire il suo giusto tributo all’antinaturalismo dei diritti civili: dal 31 Ottobre si discuterà al Parlamento la legge che permetterà agli omosessuali di ogni risma di “sposarsi” e adottare bambini. Corollario a ciò, la riforma del vocabolario della lingua francese: non si parlerà più infatti di mère e père, ma di parent 1 e parent 2. Che poesia, nevvero? Ma, per affermare l’uguaglianza di ciò che è diverso, questo ed altro si fa…

Al solito, purtroppo, la reazione clericale sta minando questi doverosi provvedimenti: colla sua fissazione di imporre un modello unico (che errore!) di famiglia, quello imposto (guarda caso, e la sacrosanta libertà, dove la mettiamo?) dalla natura stessa, il cardinale arcivescovo di Parigi, mons. Ving-Trois (di solito più timido e defilato), ha indetto per tutta la Chiesa di Francia la recita di una preghiera contro le unioni omoerotiche nella Festa dell’Assunzione, tipicamente molto sentita fra i Cattolici del paese. Sondaggi dicono che solo una minoranza dei francesi è d’accordo col permettere a coppie di omosessuali di adottare figli, ma si sa, della volontà della gente è sempre importato poco ai riformatori (historia docet).

Comunque, dovendo salvare assieme al proprio potere anche le forma della democrazia, immutabilmente fissate nel costume del suffragio universale, ecco che i nostri amici propongono di allargare il diritto di voto anche agli stranieri residenti in Francia (perlopiù il proletariato nord africano delle banlieues), elettori abbastanza sicuri della sinistra terzomondista e antifrancese.

Vediamo insomma in un simile programma null’altro che la volontà, antica come la Repubblica Francese, di eliminare tutto il passato di quella che fu la figlia primogenita della Chiesa Cattolica (come la definì l’allora cardinal Pacelli): un passato cristiano, libero, prospero, informato alla natura stessa dell’uomo e della società.
Quali potrebbero essere dunque le realizzazioni di questo governo (come di tutti i precedenti, e futuri, governi schiavi della Rivoluzione) se non l’indottrinamento sistematico fin dall’infanzia alle dottrine relativiste, l’oppressione economica per imporre una generale povertà statalista, la distruzione della famiglia naturale di un uomo e una donna, sostituita dalle unioni sterili ed incapaci di veramente educare i figli (e qua si rivela il ministro dell’istruzione, che afferma esistere in Francia un vuoto educativo sulla morale, vuoto che deve esser colmato dallo Stato, colla sua morale laica)?

Abbiamo già, d’altronde, l’esempio della Spagna, vediamo in che condizioni versa dopo la doppia legislatura del socialista e antimorale Zapatero. Preghiamo dunque, cari amici che avete la pazienza di leggermi, per la amata Francia. Preghiamo la Beata Vergine, sua Regina, e santa Giovanna d’Arco, sua potente patrona, perché intercedano per essa presso Dio, ché distolga la Sua ira da questo paese, e gli mandi presto aiuto in tali difficoltà.