Nipote del cardinale Sigismondo Gonzaga, pur provenendo da una famiglia signorile, si impegnò fortemente negli studi a Bologna, mostrando immediatamente notevole talento, costumi decorosi, impegni costante . Papa Leone X lo nominò giovanissimo vescovo di Mantova nel 1521: pur potendo governare la diocesi attraverso dei legati, vi si recò di persona, iniziando un’ampia opera di riforma e di controllo.
Il “vescovo adolescente” sbalordì l’episcopato italiano per l’esemplarità della sua condotta e la maturità della sua azione. Papa Clemente VII lo creò cardinale diacono di Santa Maria Nuova il 3 maggio 1527 a soli 22 anni. Fu nominato governatore di Tivoli, amministratore della Chiesa di Tarragona, di Fano e di Soana, fu legato presso l’Imperatore Carlo V a Bologna. Durante la giovinezza del nipote Federico Gonzaga, assunse la reggenza del ducato di Mantova che governò con tranquillità e magnificenza.
Papa Pio IV Castiglioni lo nominò legato a latere al Concilio di Trento dove consumò gli anni della sua maturità con un fitto lavoro diplomatico e teologico, esercitando spesso la carica di presidente di turno del Concilio. La sua morte, avvenuta il 2 marzo 1563 in seguito a febbre maligna, fu universalmente rimpianta: i cardinali Osio, Bembo e Sadoleto lo chiamarono “ornamento e decoro del Sacro Collegio”. Pietoso, mansueto, pieno di zelo per la difesa della fede cattolica, lasciò enormi somme in denaro per istituzioni benefiche dedicati a giovani poco abbienti o derelitti. Nella parte finale della sua vita, nel nascente spirito tridentino, volle accedere agli ordini maggiori, ricevendo il sacerdozio nel 1556 e l’episcopato nel 1561. Partecipò a cinque conclavi e in quello del 1559 andò molto vicino all’elezione. E’ sepolto nella tomba dei Gonzaga nella cappella di San Pietro a Mantova.
Testo a cura di Piergiorgio Seveso - http://radiospada.org/