martedì 17 marzo 2015
154 anni di coatta unità...
Come ben sappiamo , il 17 marzo 1861 , in seguito a guerre d'aggressione ai danni di stati legittimi e secolari, nella Torino sotto il mal governo (liberale) del Carignano e del Cavour , con atto dispotico e illegittimo , veniva proclamato un regnucolo di second'ordine chiamato "Regno d'Italia" : un mostro di Frankenstein che sopravvive tutt'oggi addobbato a decadente Repubblica.
"Regno" proclamato dopo brogli plebiscitari e tradimenti; quando nelle Due Sicilie occupate iniziava una guerra partigiana che durerà dieci anni e che vedrà decine di migliaia di civili , tra i quali donne e bambini, massacrati.
In tal "stato-nazione" , così innaturale e coatto, non vi fu mai buon governo. Ad oggi, se si guarda la storia per quello che è , l'unico governo che riuscì autonomamente (o quasi) a rendere il così detto "Stato italiano" meno invivibile fu la dittatura Fascista con tutti i suoi enormi difetti che non mi dilungherò a citare ora.
Fatto sta , piaccia o meno, la penisola italiana, dal 1861 ad oggi , fu e rimane una propaggine di terra nel Mediterraneo ad uso e consumo di potenze straniere quali Inghilterra e , in seguito , Stati Uniti d'America.
Se ci fu un tempo nel quale veramente l'Italia fu "schiava dello straniero" è l'ora presente; e d'altra parte , se vi fu un tempo in cui l'Italia godette di vera libertà ciò avvenne , con brevi parentesi rivoluzionarie, fino al 1859.
Cosa v'è quindi da festeggiare? Nulla, è ovvio. Ma per l'uomo "moderno", l'ovvio , come tutto il resto, ha preso una pericolosa piega relativistica; piega che può solo portare a male conseguenze.
Chi oggi festeggia , se non in buona fede, è solo colui che da tale decadente stato di cose fa cassa...
Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi