martedì 19 marzo 2013

Quando Ferdinando il Cattolico conquistò Napoli

 
Coat of Arms of Ferdinand II of Aragon (1504-1513).svg
Stemma di Ferdinando II di Aragona,
(1504-1513)
 
 
 
"Quando Ferdinando il Cattolico conquistò nel 1503 Napoli, grazie a Consalvo de Cordoba, egli si impadroniva di una grande posizione e di un Regno opulento, poiché il successo implicava il trionfo della flotta aragonese e, né più né meno, la nascita, con il gran capitano, del tercio spagnolo: qualcosa di simile, nella storia generale del mondo, alla nascita della falange macedone o della legione romana". F. BRAUDEL, Civiltà e Imperi, p. 706-7.


"Per renderci conto di questa forza di attrazione esercitata sulla Spagna dal Mare Interno dobbiamo guardarci di giudicare Napoli qual era all’inizio del secolo XVI, in base alle immagini offerte alla fine del secolo: come un paese, cioè, appena capace di vivere, spaventosamente oberato. Possedere allora Napoli era un peso; ma nel 1503, ancora nel 1530, il Regno offriva i vantaggi della posizione strategica, delle importanti risorse finanziarie”. R. PUDDU, Il soldato gentiluomo, p. 28






Ferdinando il Cattolico (II di Sicilia, III di Napoli) mise piede a Napoli il 1 novembre del 1506 accompagnato dalla sua seconda moglie Germana di Foix. Salutati dall'artiglieria dei castelli della città e da quella delle navi del porto, furono ricevuti da Cansalvo di Cordova seguito dai feudatari del regno. Era stato costruito un pontile di legno riccamente adornato ed un arco di trionfo sulla riva. Ferdinando III toccò terra attraversando il pontile e l'arco, poi giurò di conservare tutti i privilegi del regno e condonò le imposte arretrate, infine alla testa di un lungo corteo percorse le strade principali della città salutato dal popolo. Era vestito di color cremisi con un ricco collare ed una berretta di velluto nero. La regina invece aveva un vestito di broccato ed un mantello di foggia francese verde. I due sovrani cavalcarono due bianchi cavalli, sotto un baldacchino le cui aste erano tenute dai membri del Seggio del Popolo. I nobili reggevano invece le redini delle cavalcature regali.

Gonzalo Fernandez de Cordoba "El Gran Capitán",
opera di Augusto Ferrer-Dalmau
Protagonista di questa vittoria fu El Gran Capitano, eroe delle battaglie di Taranto, di Ruvo, di Cerignola e del Garigliano. Nato a Montilla, presso Cordova il 1 settembre 1453 (alcuni storici datano la sua nascita il 16 marzo 1440), giovanissimo combatté contro i Mori ed i Portoghesi, si distinse come semplice paggio al servizio dell’Infante don Alfonso attirando anche la considerazione della Regina Isabella di Castiglia e la simpatia del Sovrano. Come luogotenente di Don Giovanni d’Austria combattè i Barbareschi e fu due volte in Italia a combattere contro i francesi. La prima volta fu sconfitto a Seminara il 21 giugno 1495, ma poi vinse ad Atella in Basilicata e contro d’Aubigny in Calabria. Rientrato in Spagna combatté a Granata contro i ribelli Moriscos ed inviato nuovamente in Italia, dopo aver espugnato il Castello di S. Giorgio a Cefalonia ed occupate le fortezze della Calabria combatté contro l’esercito del re di Napoli Federico. Scoppiate le ostilità contro i francesi si rinchiuse in Barletta in attesa dei rinforzi. Quindi sconfisse i nemici prima a Seminara e poi a Cerignola. Conquistate Napoli, Capua ed Aversa, dopo la battaglia del Garigliano del 28 dicembre 1503, con la conquista di Gaeta completò l’occupazione del Regno di Napoli. Fu il primo Vicerè di Napoli, riformò il Consiglio Collaterale e la Camera della sommaria, ma ebbe poca fortuna perchè il re Ferdinando si mostrò geloso della sua fama. Nominato gran maestro dell'ordine di Santiago lasciò Napoli l'11 giugno 1507 dopo quattro anni di governo.
Altro nome determinante in questa vittoria fu Pedro Navarro. Questi, il 12 giugno del 1503, al comando delle truppe spagnole che assediavano il presidio francese di Castel Nuovo, fece brillare una mina sotto le mura della fortezza. Le truppe spagnole penetrarono nella breccia completando così la presa di Napoli avviata da Consalvo Fernandez di Cordova il 16 maggio di quell'anno, il giorno dopo aver approvato, presso Gaudello ad Acerra, 69 capitoli di grazie e privilegi alla Capitale del Regno. Pietro Navarro, El Salteador, espugnò Castel Nuovo grazie alla sua incredibile abilità nell'uso delle mine (da cui derivò il suo soprannome). "Quivi Consalvo fa porre le sue artiglierie, e battere questo Castello; il quale, perché è difeso dal mare, e cinto di grosse muraglie, e perché ha dentro di molti soldati esperti ed arditi, e l'impresa è molto dura e malagevole, dassi il pensiero di espugnarsi all'istesso Navarro, il quale con tanta felicità avea espugnato le altre due Fortezze. Costui tornando a' suoi soliti artificj, e facendo molte mine, messovi dentro di molta polvere, vi diè subito fuoco, e pose a terra una gran parte della muraglia; e molti di quegli uomini, che la guardavano, furono veduti volar per l'aria. Laonde non passò un mese, ch'egli prese anche quella Fortezza, che parea a tutti, che non potesse espugnarsi da forza umana".
 
 
 
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