domenica 17 marzo 2013

A Cipro prove di impoverimento forzato

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Bruxelles. Nella notte tra venerdì e sabato i ministri delle finanze della moneta comune si sono accordati per “salvare” Cipro. Prima di proseguire è utile tenere presente che l’isola del mediterraneo pesa circa lo 0,2% del PIL europeo e che gran parte della sua economia è basata sulla finanza. Settore la cui pratica più diffusa è il riciclaggio di capitali illeciti provenienti da Regno Unito e Russia. I problemi di Cipro sono sorti col fallimento della Grecia, perché i capitali degli oligarchi russi transitati nelle banche di Nicosia sono stati in larghissima parte usati per esporsi con i cugini di Atene. Solo due anni fa le banche dell’isola detenevano circa 30 miliardi di euro di titoli greci (tra debito statale e privato), pardi ad oltre una volta e mezzo il Pil dell’isola. Ed è facile intuire come sia arrivata anche qua la necessità di un salvataggio.
Così nel giugno 2012, il governo cipriota aveva stimato in 17 miliardi di euro di aiuti la somma necessaria. Tutto bene fino a questa notte, quando la a troika ha deciso di raggiungere questo ammontare in un modo diverso: dieci miliardi elargiti dall’UE, un miliardo dall’FMI e il resto verrebbe da dire “mancia”. Ma non sarà così. Perché i sei miliardi mancanti sono stati trovati con una patrimoniale sui conti correnti dei cittadini di Cipro. Quando martedì riapriranno le banche sui conti correnti ci sarà il 6,75% in meno (10% oltre i 100.000 euro). 
Come capirebbe anche un grillino, con questa operazione l’euro-troika è riuscita a distruggere in un colpo solo la fiducia dei ciprioti nel proprio sistema bancario (bancomat assaltati e svuotati) e a porre grandi interrogativi in noi altri sudditi della moneta unica che risiediamo ad altre latitudini. 
A cornice dell’operazione di cui sopra, il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem ha cercato di giustificare l’euro-rapina cipriota in nome dell’ipertrofia della finanza sull’isola. Benissimo. Al sottoscritto sorge spontanea un’altra considerazione: cosa succederà quando a necessitare di aiuto sarà quel paese latino molto indebitato, le cui famiglie possiedono ancora un risparmio ipertrofico nonostante il reiterato programma di “crescita, equità e rigore”? Per favorire ciò che non è riuscito ai tecnocrati al governo si procederà al raddoppio delle aliquote di prelievo?
Probabilmente sarà il concretizzarsi del reddito da cittadinanza, in chiave europea. Ma diversamente da quello di cui si sparla nei media italiani, sarà percepito di burocrati e boiardi di Bruxelles in ragione dei sudditi ad essi assoggettati e portati al lastrico. Ogni punto in più di disoccupazione una medaglia al valore.
 
Quinto Sellino
 
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