lunedì 3 settembre 2012

Luci e ombre del Congresso di Vienna (Parte 2°): La fuga di Napoleone dall'Elba, i Rothschild e le trame Inglesi



Prima di passare all'analisi del principio di legittimità e alla spiegazione della struttura del Congresso di Vienna giova  parlare di un fatto storico di incisiva rilevanza per quello che concerne alcune decisioni prese durante i sette mesi del Congresso, anche se ciò viene del tutto ignorato. In questa seconda parte vi racconterò degli intrighi Inglesi e dei potenti Banchieri Rothschild collegati da un cinico accordo e alla fuga di Napoleone dall'Elba.

 
Addii di Napoleone alla Guardia imperiale nel cortile du Cheval-Blanc del castello di Fontainebleau, Antoine Alphonse Montfort




Napoleone, in seguito all'abdicazione di  Fontainebleau  resa definitiva il 6 Aprile 1814, pensò di essere stato abbandonato dalla sua "buona stella" tanto che  il 12 Aprile tentò il suicidio ingerendo una forte dose  di veleno , ma "miracolosamente" si salvò. Dopo l'addio alla Vecchia Guardia, Napoleone dovette  attraversare la Francia del sud con  indosso  un'uniforme austriaca per non finire linciato dalla folla stanca di Rivoluzioni e guerre. Imbarcatosi precipitosamente su un bastimento inglese, il 4 maggio 1814 sbarcò sull'isola d'Elba, dove  gli Inglesi avevano deciso di esiliarlo e, cosa assai strana per uno sconfitto che rappresentava l'antitesi dell'ordine  legittimo,   riconoscendogli la sovranità sull'isola e il titolo di Imperatore.
Stabilitosi a Portoferraio si costruì la sua piccola corte , fece realizzare addirittura  infrastrutture, miniere, strade e ,  strano a dirsi, anche difese. Gli Inglesi non solo li concessero la sovranità sull'Elba che distava assai poche miglia dalla costa sia Francese che Toscana ma li permisero di costruirsi un "piccolo impero" con un sistema  difensivo che non può avere all'apparenza spiegazione logica dato che stiamo parlando di un'esiliato non da poco.

File:Leo von Klenze 002.jpg
Residenza di Napoleone a Portoferraio (Isola d'Elba)


Mentre a Vienna il Congresso entrava nel vivo Napoleone continuava a ricevere  "segretamente" notizie della situazione francese, gli Inglesi leggevano tutta la sua corrispondenza anche quella che si pensava "segreta". Il Re legittimo di Francia Luigi XVIII di Borbone-Francia era ben voluto ed amato dal popolo :   Luigi  stava lentamente smantellando tutti i disordini della Rivoluzione riportando la Francia in una situazione d'equilibrio e pace, ma come detto nel capitolo precedente la setta mal sopportava ciò e dato che l'Inghilterra rappresentava la "potenza massonica" nel Congresso agì fin da subito per trarne beneficio.
Le potenze vincitrici avevano creato, nell'isola d'Elba , una fitta rete di spie, ma Napoleone grazie all'aiuto Inglese, del quale si deve ammettere che almeno inizialmente non ne era a conoscenza, riuscì ad ingannarle tutte. All'inizio del 1815 Bonaparte, grazie alle "soffiate" ricevute e garantite dagli Inglesi , giudicò i tempi maturi per agire e ritornare in Francia. A questo punto però è fondamentale fermarci ed analizzare la situazione perchè  in questo  momento entrano in scena gli intrighi della famiglia Rothschild e più precisamente di Nathan Rothschild e dell'amico, non chè Plenipotenziario e settario Inglese,  Arthur Wellesley, il duca di Wellington :



Il duca di Wellington ritratto nel 1814, diversi mesi prima della battaglia di Waterloo, da Sir Thomas Lawrence
Sir Arthur Wellesley, I duca di Wellington (Dublino, 1º maggio 1769Walmer, 14 settembre 1852) affiliato alla Gran Loggia Unita d'Inghilterra.
 


nathan de rothschild
Nathan Rothschild


Nathan Rothschild  era il più originale della famiglia. Quando si era stabilito in Inghilterra dopo la morte del padre il quale li aveva affidato un grosso capitale finanziario   e aveva tentato la fortuna allo Stock-Exchange (la Borsa di Londra), le prime volte, pochi si erano occupati di lui, «e le teste grigie dei veterani della Borsa trattarono con qualche disdegno il figlio del banchiere di Francoforte». Ma aveva conquistato velocemente il suo posto, quando lo si era visto «in cinque anni moltiplicare 2.500 volte il suo capitale, organizzando un servizio speciale di poste, investendo somme considerevoli all’acquisto di piccioni viaggiatori, moltiplicando i mezzi d’informazione sicuri e pronti». La caduta dell'impero portò un nuovo vento di guadagni per il Rothschild  Inglese e la sua conoscenza con il Duca di Wellington risalente a molti anni prima li assicurò l'attenzione del Governo Britannica. Il governo Inglese, molto premuroso di dover far pervenire regolarmente al duca di Wellington i fondi che gli erano necessari per gli "affari" nel Continente , si era rivolto alla casa dei Rothschild.

la borsa di londra La Borsa di Londra esisteva già dal 1571, inaugurata da Elisabetta I (1533-1603), con il nome di Royal-Exchange.





La Corona Britannica si ritrovò in situazioni assai tese con gli altri Plenipotenziari del Congresso di Vienna , specie con i più retti e conservatori , coloro che non si erano fatti invaghire dalle astratte idee Rivoluzionarie e liberal-settarie o dai vantaggi finanziari dovuti ad un loro possibile "passaggio di simpatie" . In testa agli oppositori della politica di spadroneggiamento Inglese vi era il Metternich che si oppose fin che potè contro un'iteresse diabolico che fin dall'inizio si dimostrò volto all'eclissamento della legittimità a favore degli intrighi e dei ricatti doltre Manica. Anche lo zar Alessandro I si accorse di ciò e cercò di opporsi a questo abuso di potere , sfortunatamente gli eventi,  all'inizio del 1815 , tornarono a precipitare.
Il Duca di Wellington , spia prediletta del Governo Britannico, aveva il compito di organizzare un'evento tale da portare le altre Potenze firmatarie del Congresso a cedere a qualsiasi richiesta fatta dall'Inghilterra . Il Duca di Wellington sotto il  tacito benestare del Governo di "Sua Maestà" fece giungere all'esiliato Napoleone la prima citata corrispondenza segreta che lo mise a conoscenza di tutto ciò che serviva per fuggire e raggiungere la Francia.
Sull'Isola d'Elba erano presenti in pianta stabile 3.500 Soldati Inglesi,  le coste erano pattugliate da Navi della Marina Britannica giorno e notte, inoltre Napoleone era tallonato in perpetuo da un corpo dei Dragoni che lo seguiva in ogni suo movimento, niente e nessuno, se non voluto dagli Inglesi, poteva entrare o uscire dall'Elba. 

La fuga di Napoleone dall'Elba


Il 26 febbraio del 1815  Napoleone organizzò una festa alla quale invitò tutta la popolazione dell'isola; per la grande confusione le guardie inglesi lo persero di vista e lui poté imbarcarsi dunque in gran segreto e a fuggire. Questa è la versione raccontata dalla "storiografia ufficiale" ma le cose andarono diversamente. Durante i primi giorni del Febbraio  1815 il Duca di Wellington, grazie ad un ingente somma di denaro prestatagli dall'amico Nathan Rothschild, organizzò tutto quello che era necessario per permettere all" Aquila" di tornare in Francia e sconvolgere la situazione.
Il "previdente" Duca  fornì al Bonaparte un Bastimento , quattro Cannoni, e un corposo gruppo di Granatieri , il tutto lo attendeva nell'isolotto di fronte al porto. Il Duca di Wellington si era assicurato che i Soldati facessero finta di non vedere e che le Navi che presidiavano il Porto facessero altrettanto. Napoleone , accompagnato   dai generali Antoine Drouot e Pierre Cambronne,  il 1º marzo 1815 sbarcò in Francia nel golfo di Cannes, ad Antibes.



Antoine Drouot (Nancy, 11 gennaio 1774Nancy, 1847)



Pierre Jacques Étienne visconte di Cambronne (Saint-Sébastien-sur-Loire, 26 dicembre 1770Nantes, 29 gennaio 1842)




 Il generale André Masséna, a Marsiglia, venne subito informato dell'accaduto, ma,  avvisato già tempo prima e pagato profumatamente da agenti Inglesi ,  non intraprese nessuna azione decisiva, permettendo così a Napoleone di dirigersi verso Grenoble per vie montane evitando volontariamente Marsiglia e la Provenza conscio di non avere abbastanza sostenitori . A Laffrey, 25 km a sud di Grenoble, il 5º reggimento di linea dell'esercito francese sbarrò la strada alla spedizione, ma Napoleone seppe portarli dalla sua parte dato che lo spergiuro  maresciallo Ney, fanatico giacobino settario  che era stato suo "fedele" servitore   e che venne definito dal Bonaparte   «il più prode dei prodi»,  era stato istruito dagli agenti della setta collegati a doppio filo con gli agenti Inglesi del Duca di  Wellington, come comportarsi, la struggente commedia che i libri di storia ci hanno voluto raccontare non è del tutto vera   , mi riferisco al tripudio di gioia dei Soldati e del popolo verso Napoleone che al contrario di ciò che si pensa non godeva più di molta popolarità nemmeno tra i Soldati. Il Ney aveva recitato talmente bene la sua parte che disse a Luigi XVIII « Riporterò quel forsennato in una gabbia di ferro. » riferendosi a Napoleone. Finirà fucilato dopo la definitiva disfatta di Napoleone.

il maresciallo André Masséna
 André Masséna, in italiano Andrea Massena, duca di Rivoli, principe di Essling (Nizza, 6 maggio 1758Parigi, 4 aprile 1817)
 
 
Marechal Ney.jpg
Michel Ney, duca di Elchingen, principe della Moskowa (Sarrelouis, 10 gennaio 1769Parigi, 7 dicembre 1815).
 
 

 Il 20 marzo Napoleone entrò  "trionfalmente" a Parigi, mentre Luigi XVIII era stato esortato dal macchiavellico Talleyrand a lasciare la Capitale Francese.
Riorganizzato in gran fretta l'esercito, Napoleone tornò ad essere una minaccia per l'ordine Europeo appena ristabilito e così l'Inghilterra ebbe la possibilità di ricattare le altre Potenze minacciandole di non appoggiarle nuovamente contro Napoleone se le sue condizioni non fossero state accolte positivamente. In quel momento di crisi le Potenze accettarono le richieste del Governo Britannico , ma rimasti a corto di investimenti per una nuova campagna militare dovettero chiedere grosse somme di denaro in prestito al cinico Nathan Rothschild.

Wellington a Waterloo, dipinto di Robert Alexander Hillingford.


Poco dopo lo sbarco di Napoleone, il duca di Wellington prese, in Belgio, il comando delle forze inglesi; e Nathan Rothschild, il suo amico, che comprese che la sorte dell'Europa dipendeva dalla prima battaglia, e fidandosi poco della sagacia dei suoi corrispondenti, lasciò Londra e arrivò a Bruxelles. Poi, seguì lo Stato Maggiore del duca di Wellington a Waterloo. «Nathan Rothschild si era mescolato allo Stato Maggiore del duca di Wellington. Durante tutta la memorabile giornata del 18 giugno, non lasciò mai il campo, interrogando ansiosamente Pozzo di Borgo, il Generale Alava, il barone Vincent, il barone Müffling, passando con essi dal timore alla speranza, vedendo tutto compromesso quando Napoleone lanciò sui quadrati inglesi un massa di 20.000 cavallerizzi, i più agguerriti e più temibili d'Europa, stimando tutto perduto quando la guardia risalì, fucile alla mano, il burrone di Mont-Saint-Jean. Su questo grande tappeto verde dove si giocavano i destini d'Europa, era in gioco anche la sua rovina o la sua fortuna. La sua stella gli arrise; vide l'invincibile colonna oscillare sotto le ripetute scariche di oltre duecento pezzi d'artiglieria, come un immenso serpente colpito alla testa, e capì che tutto era salvo quando l'avanguardia di Blücher sbucò dal passo di Saint-Lambert» .

L'attacco finale dei prussiani delle divisioni Ryssel, Hiller e Tippelskirch al villaggio di Plancenoit, difeso dalla Giovane Guardia, la sera del 18 giugno 1815.


 Spronando allora il suo cavallo, raggiunse tra i primi Bruxelles, si gettò nella sua diligenza e, la mattina del 19 giugno, arrivò ad Ostenda.
La stessa sera, Nathan Rothschild sbarcò a Dover. «Esausto, riuscì tuttavia a procurarsi alcuni cavalli. L'indomani, lo si ritrovò al suo posto abituale, appoggiato ad una delle colonne dello Stock-Exchange, il viso pallido e disfatto come quello di un uomo che ha appena ricevuto un colpo terribile. Lo smarrimento e lo stupore regnavano in Borsa, e l'abbattimento di Rothschild non era affatto rassicurante. Lo si osservò, si scambiò con lui alcuni significativi colpi d'occhio e si attendevano disastrose notizie. Nessuno sapeva che era appena arrivato dal continente e che i suoi agenti vendevano e compravano. Nella vasta sala silenziosa, scossa da momenti di rumorosi clamori, gli speculatori erravano come anime in pena, discutendo a voce bassa sull'atteggiamento affossato del grande finanziere. Fu molto peggio quando corse voce che un amico di Rothschild disse che Blücher, con i suoi 117.000 prussiani, era andato incontro ad una terribile disfatta, il 16 e il 17 giugno, a Ligny, e che Wellington, ridotto ad un pugno di soldati, non poteva sperare di tenere testa ad un Napoleone vittorioso, libero di disporre di tutte le sue forze. Questo vociare si sparse come una striscia di polvere per tutta la città. I titoli calarono ulteriormente; si pensava che tutto fosse perduto. Tuttavia, alcuni  sembravano tenere ancora duro, perché si segnalavano, in certi momenti, alcuni importanti acquisti, seguiti da una tregua. Vennero attribuiti ad ordini venuti dall'esterno, dati alla vigilia della battaglia da speculatori male informati; si produssero quando lo scoraggiamento si accentuava, intermittenti e come per caso. Quella giornata e la mattinata successiva trascorsero così. Solo nel pomeriggio esplose la notizia della vittoria degli alleati. Nathan, con il viso radioso, la confermava a chi voleva sentirla. D'un tratto la Borsa risalì alle vette più elevate. Si compiangeva Rothschild; si valutava la cifra delle sue perdite; si ignorava che, se aveva fatto vendere tramite mediatori conosciuti, aveva fatto acquistare, su scala ben più vasta, da agenti in incognito, e che, lungi dall'essere in perdita, aveva incassato più di un milione di sterline di profitti» . Un colpo di rete da trenta milioni di franchi: mai il mare del Nord si era rivelato così pescoso! Anche se per un l'ungo istante le speranze del Banchiere  sembravano finite.

File:WaterlooBanquetWilliamSalter.JPG
Gli Inglesi , con gli altri alleati , vincitori della Battaglia di Waterloo







Che cosa si deve pensare di un simile guadagno? E quale impressione è rimasta negli spiriti? Sembra che da un punto di vista morale si devono considerare cinque cose intorno al lucroso affare di Waterloo:


- L'impresa;

- Le probabilità;

- L'operazione finanziaria;

- Il silenzio osservato da Rothschild sull'esito della battaglia;

- L'astuzia con cui ha agito.

Con la vittoria degli Alleati a Waterloo il patto tra Governo Inglese e Nathan Rothschild fece fruttare i guadagni sperati da entrambe le parti. L'Inghilterra riuscì ad ottenere il consenso delle altre potenze sulle  sue pretese territoriali e di domigno sul Mediterraneo, tra le acquisizioni più reditizie vi furono le isole Veneziane nel Mediterraneo e l'usurpazione dell'Isola di Malta la quale strapparono al legittimo possesso dell'Ordine di San Giovanni Gerosolimitano , detto di Malta. Per poco non presero anche  possesso della Sicilia che grazie all'opera di Ferdinando I delle Due Sicilie scampò il pericolo.  L'Inghilterra Riuscì ad ottenere un dominio sui mari pressochè totale e , non per carità Cristiana, riuscì a far abolire la Tratta degli Schiavi che forniva manodopera alle Colonie Spagnole nelle Americhe che contribuiva  alla concorrenza commerciale  con l'Inghilterra, eliminata la manodopera avevano "mutilato" l'avversario commerciale.
Nathan Rothschild  acquisì ancora più richezze e potere , tutte le maggiori Corti Europee erano fortemente  indebitate con lui , e lo scrittore Chateaubriand non sbagliò affatto riferendosi al  Rothschild definendolo «il padrone dei re». La casa dei Rothschild si installò e troneggiò ben presto in cinque capitali d'Europa: a Francoforte, a Londra, a Vienna, a Napoli e a Parigi. Disponendo di enormi capitali, i cinque fratelli stabilirono in tutti gli angoli d'Europa degli uffici di corrispondenza. Essi erano informati delle più piccole fluttuazioni dei fondi pubblici. Operavano solamente a colpo sicuro, e le loro operazioni erano avvolte dal segreto più impenetrabile. Daltronde Nathan Rothschild  seguì i consigli del padre il quale in punto di morte disse ai suoi cinque figli : «Restate sempre fedeli alla legge di Mosé; e non separatevene mai; non fate niente senza i consigli di vostra madre; se osserverete questi tre precetti che vi do diventerete ricchi tra più ricchi, e il mondo vi apparterrà» Le predizioni del vecchio di Francoforte si realizzarono.
Napoleone definitivamente sconfitto , ed essendo ormai inutile , venne relegato sull'isola di Sant'Elena in mezzo all'Oceano Atlantico dove vi morì il 5 Maggio 1821.
 

Napoleone a Sant'Elena
 
 
 
La storia è più complessa di quanto ci  si possa immaginare e si presenta molto lontana dalle semplificazioni montate  presenti nei libri di storia delle scuole e non solo.
 

Fine II parte...
 


Fonte:
 
Centro studi San Giorgio
 
Congresso di Vienna e principio di legittimità
 
"Il probblema dell'ora presente" di Mons. Delasuss.
 
Scritto da :
 
Il Principe dei Reazionari