martedì 6 settembre 2011

La Toscana: il Granducato degli Asburgo-Lorena.

 




Francesco Stefano, Duca di Lorena e futuro Sacro Romano Imperatore, rinunciò ai territori storici della sua Casata nell'ambito delle trattative di pace conseguenti alla guerra di successione polacca (1733-1738) . Nell'occasione fu infatti stabilito che  la regione della Lorena fosse assegnata a Stanislao Leszczynski, fino alla sua morte, come ricompensa per la mancata assegnazione del trono polacco; i Lorena, proprio nella persona di Francesco Stefano, si videro ricompensati grazie alla Toscana, di cui divennero Granduchi, i successori della celebre dinastia medicea che andava ormai estinguendosi. Si apriva così, nel 1737, il  governo degli Asburgo-Lorena sulla nostra regione. I primi decenni furono caratterizzati da una lunga reggenza, dovuta al fatto che il Granduca Francesco Stefano avendo sposato l'erede al trono imperiale , Maria Teresa divenne, come abbiamo già detto, Imperatore e dovette quindi soggiornare lontano, a Vienna. Alla sua morte assunse il titolo Granducale il figlio secondogenito, Pietro Leopoldo (1765-1790). Da registrare, sotto il suo governo, una serie di riforme ed innovazioni senza precedenti a livello europeo e mondiale: apogeo di tutto ciò è senz'altro l'abolizione, il 30 novembre 1786, della pena di morte. La Toscana fu il primo stato al mondo a realizzare quello che era stato il nobile proposito di alcuni illuminati pensatori, come Cesare Beccaria. (cfr "Dei delitti e delle pene"). Ma non solo: in questi decenni il suo stato si rivelerà all'avanguardia anche in ambito economico, sposando politiche liberiste e modernizzatrici, debitrici delle teorie fisiocratiche, nonchè in quello dei rapporti con la Chiesa ( e qui in particolare, ma questo è un pensiero personale, iniziano le dolenti note). Il caso emblematico è quello  del vescovo giansenista di Pistoia Scipione Ricci, che cercò di riformare la sua diocesi in senso anti-tradizionale, attraverso alcune sciagurate riforme: abolizione dei culti tradizionali della devozione popolare come il "Sacro Cuore di Gesù", abolizione della liturgia in latino, abolizione di vari ordini religiosi ecc... Tuttavia il clero come il popolo rifiutarono con forza queste riforme, e quando nel 1790 Scipione perse anche l'appoggio politico del Granduca, trasferitosi a Vienna fu costretto alla fuga dai tumulti popolari.

Ferdinando III° D'Asburgo-Lorena Granduca di Toscana.

Nel 1790 Pietro Leopoldo successe al trono imperiale di Vienna sostituendo così il  defunto fratello Giuseppe II. Il nuovo Granduca, Ferdinando III, avrebbe regnato fino al 1824, attraversando così tutto il burrascoso periodo napoleonico. Nel 1799 infatti fu costretto una prima volta all'esilio a Vienna, a causa dell'occupazione dei suoi stati da parte delle truppe francesi. Queste tuttavia dopo pochi mesi furono cacciate dall'eroica resistenza di volontari legittimisti, che mossi anche da motivazioni religiose si batterono contro gli irreligiosi transalpini. I combattenti, che in Toscana assunsero il nome evocativo di "Viva Maria" furono favoriti dagli svilppi della "II coalizione". Tuttavia nel 1800 Napoleone si reimpossessò del Granducato, che ribattezzò "Regno d'Etruria" e assegnò in un primo momento alla Casa Borbone. L'epopea napoleonica si concluse dopo il Congresso di Vienna, che riassegnò l'intera regione  a Ferdinando. Grazie al buon senso del Granduca la restaurazione qui fu decisamente mite: non ci ebber purghe verso chi aveva collaborato coi francesi, e fu  mantenuta la nuova legislazione economica e sociale ( tranne che per il divorzio).Dal matrimonio tra Ferdinando e Maria Luisa Amelia dei Borbone-Napoli nacquero cinque figli. Il secondo di questi successe al padre nel 1824 alla guida del Granducato col nome di Leopoldo II.


Leopoldo II°  D'Asburgo-Lorena Granduca di Toscana

Leopoldo divenne Granduca appena ventisettenne, ma alla sua iniziale inesperienza sopperì l'azione di ausilio al suo governo di alcuni validi collaboratori come il ministro Fossombroni, docente universitario di matematica e e già supervisore delle bonifiche della Maremma, volute da Pietro Leopoldo. Il governo di Leopoldo rappresentò la prosecuzione ideale dei governi dei suoi predecessori: illuminato e tollerante. Sicuramente, nella prima metà dell'800, la Toscana era lo stato più avanzato della penisola per quanto riguarda i diritti sociali e politici. Nel 1844 Firenze fu colpita da una disastrosa alluvione, e i suoi abitanti apprezzarono veramente molto l'umanità del Granduca, che portò di persona i soccorsi agli alluvionati, girando su una barca! L'idillio tra il Sovrano ed i popoli toscani non bastò ad evitare le tempeste del '48, che qui si intrecciarono con le vicende della I guerra di indipendenza, sferrata dal Piemonte contro l'Austria e a  cui anche Leopoldo aderì. Un'inserruzione interna lo costrinse però alla fuga (gennaio '49), mentre a Firenze si imponeva il regime democratico di Guerrazzi, che verrà a sua volta stroncato pochi mesi dopo ad opera dei moderati fiorentini, che speravano così di evitare l'invasione austriaca dello stato. Speranza che si rivelerà poi vana. Le vicende del 1859 sono note: in seguito alla seconda guerra di indipendenza, con l'esercito in subbuglio ed una popolazione in parte ostile, il Sovrano decise di rinunciare ad ogni colpo di forza e partì per l'esilio. (In seguito avremo modo di analizzare le torbide vicende legate al plebiscito ed alla definitiva annesione piemontese della Toscana.)  Si racconta che, vedutolo uscire per l'ultima volta da Palazzo Pitti, qualcuno gli abbia gridato: "Addio Babbo!"
L'attuale Granduca titolare, pretendente al trono toscano, si chiama Sigismondo Otto Maria Giuseppe Goffredo Enrico Erik Leopoldo Ferdinando d' Asburgo-Lorena,  erede di Francesco Stefano e Pietro Leopoldo, capo della Casa degli Asburgo-Lorena Toscana dal 1993.  

 Sigismondo I°  D'Asburgo-Lorena attuale pretendente  al trono del Granducato di Toscana.