di Pietro Ferrari
Enrico VIII si ribellò al Papa Clemente VII nel 1534 perché non gli concesse di divorziare dalla sua consorte; così, autoproclamandosi ‘Papa’ di una chiesa nazionale, fece occupare le sedi vescovili dai fautori del protestantesimo, obbligando i sudditi a giurare su questo suo buffo dogma dal nome “Atto di supremazia”. Dopo neanche quattordici anni il Vescovo Tommaso Cranmer (nominato legittimamente da Clemente VII), dalla sede vescovile di Canterbury apostatò e soppresse il Messale Cattolico e il Pontificale, introducendo un Ufficio di Comunione Protestante per la liturgia ed istituendo un nuovo rito per le sacre ordinazioni chiamato Ordinale, cancellando ogni traccia che ricordasse la presenza reale di Gesù sotto le specie del pane e del vino, la consacrazione degli olii e il sacrificio della Messa nelle formule, come tutti gli Ordini minori oltre al Suddiaconato. Ulteriori tratti distintivi: abolizione del Latino, sostituzione dell’altare con una tavola, cambiamenti nel canone della Messa, comunione in piedi e nella mano, celebrazione versus populum. Nel 1549 Tommaso Cranmer scrisse il Book of Common Prayer col quale iniziò a smantellare la potenza della “grande prostituta, vale a dire la pestifera sede di Roma”. Il 10 giugno 1549, una folla di paesani del Devonshire dopo aver sentito il nuovo rito, obbligò il curato a ridire la Messa e ci furono sommosse con migliaia di persone che chiedevano fosse loro restituita la “Messa di prima”. Soffocati nel sangue e nell’oblìo col disprezzo di essere “superstiziosi e papisti”. Tommaso Cranmer fece distruggere centinaia di migliaia di “vecchi” libri liturgici nelle Università inglesi e o ne pretese la consegna alle autorità per essere resi inservibili. Inginocchiarsi divenne “idolatria” e gli altari che venivano miracolosamente risparmiati da vescovi refrattari, erano considerati retaggio da distruggere, perché inidonei alla celebrazione della “cena”, mentre l’unico residuo del termine ‘Sacrificio’ venne usato per confondere i semplici riferendosi non più al Santo Sacrificio di Gesù che si offre al Padre ma al “sacrificio” dei fedeli che si offrono a Dio! Ecco il popolo con-celebrante, ecco il Canone recitato ad alta voce con l’abbandono della Anamnesis usando la forma narrativa di commemorazione della “cena”, che quindi esclude l’attualità della ri-presentazione mistica del Santo Sacrificio. Gli unici “sacramenti” che rimasero furono quelli del Battesimo e della “cena” (negando però la Transustanziazione), la giustificazione sarebbe derivata dalla “sola fides” senza le opere, la salvezza sarebbe stata predestinata. Né Purgatorio, né indulgenze, osceno ricordo del Potere Papale. Nel 1552 il Book finalmente assume i connotati che gradualmente erano stati abbozzati nella versione precedente, più morbida per abituare gli animi. Occorre chiarire come in Inghilterra, le traduzioni in lingua volgare della Bibbia fossero già da secoli in circolazione. Tommaso Moro difendeva infatti le buone traduzioni da quelle ereticali di William Tyndale, che decattolicizzò i concetti di “sacerdote”, Chiesa” e “Carità” coi suggestivi termini “anziani”, “assemblea, “amore”, annotando come “idoli” le immagini dei santi, così da combattere il loro culto ed edulcorando la “grazia” nel “favore”, il “confessare” nel “riconoscere”.
Alla morte di Eduardo VI successe sua sorella Maria, cattolica che fece abrogare la nuova “liturgia” e il nuovo rito di “ordinazione”, scacciando dalle sedi vescovili gli eretici nemici della Chiesa ma nel 1558 a lei successe Elisabetta, figlia illegittima di Enrico VIII. Elisabetta restaurò integralmente lo Scisma e l’eresìa costringendo i Vescovi ad apostatare o a fuggire. Matteo Parker fu “consacrato” “arcivescovo” di Canterbury, da un tal Barlow nominato da Enrico VIII “vescovo” di san David ma senza una certificata consacrazione episcopale, e a sua volta Parker col nuovo Ordinale consacrò gli altri candidati. Nel 1570 San Pio V con la Costituzione Apostolica “Quo Primum Tempore”, promulgò il Messale Romano per ribadire, fermare, difendere e diffondere solennemente tutte le verità di fede intrinsecamente legate alla liturgia cattolica, “in perpetuo”, facendo diventare la rivolta protestante, una semplice occasione di merito e di gloria della Chiesa. Il Papa del Rosario che vinse a Lepanto, potè così restaurare maggiormente la verità contro gli errori. Questo perché LEX CREDENDI = LEX ORANDI. La “questione anglicana” rimase una spina nel fianco dell’Europa cristiana dilaniata dallo Scisma e dalle eresìe protestanti. Leone XIII nel 1896 con la Bolla “Apostolicae curae”, dichiarò infallibilmente che le ordinazioni fatte col rito anglicano, sono state e sono del tutto invalide e assolutamente nulle ‘per difetto di forma e di retta intenzione’. I protestanti dal canto loro rivendicarono che la separazione deliberata con la Riforma, significò infatti il ripudio dell’insegnamento della Chiesa Cattolica e la volontà di non voler conferire alcun sacerdotium nel senso cattolico, per loro ripugnante. I “Ritualisti”, non cattolici ma protestanti meno lontani dal cattolicesimo rispetto ad altre sette, davano maggior importanza al sacerdozio e quindi alla sperata validità delle ordinazioni sacerdotali e pertanto vennero delusi da Leone XIII: la Chiesa è Una non solo per l’unità dei suoi sacramenti ma anche per l’unità della Fede e del Governo. Chiaro anzi, lapalissiano come il Magistero Cattolico fino a Pio XII.
Ebbene cosa sta accadendo oggi, in questa convulsa e strana epoca tra i successori di Cranmer e quelli che dovrebbero essere i successori di San Pio V e di Leone XIII? Intanto un fatto curioso ma emblematico: il principe Carlo d’Inghilterra è preoccupato. Ce lo rivela Il Secolo XIX del 7.1.13. Motivo? Il via libera del resto dei componenti del Commonwealth per le modifiche da apportare alla Legge Salica, cancellando il divieto per un membro della famiglia reale di sposare un cattolico. Carlo è preoccupato per il delicato rapporto tra lo Stato e la chiesa anglicana, in quanto il Sovrano britannico è formalmente anche il Capo della chiesa. L’ Act of Settlement del 1701 escluse dalla successione i cattolici della famiglia Stuart e pertanto solo i discendenti protestanti di Sofia del Palatinato, che non avevano sposato un cattolico, potranno accedere al Trono inglese fino a quando tale divieto non cadrà. Insomma Carlo tra una partita di polo e una di tennis, si preoccupa della integrità e della purezza della Sua discendenza e della Sua chiesa. Appare incredibile ma parecchi prelati di Santa Romana Chiesa, sembra invece che in confronto ci tengano poco al destino della Sposa di Cristo, se plaudono con entusiasmo alle incipienti e sincretiste intese tra Roma e Canterbury, senza minimamente soffermarsi sul “perché” dello Scisma, ansiosi solo di fare la pace e ritrovarsi tutti insieme “dimenticandoci il passato”. Come due fidanzatini che fanno pace il giorno dopo aver bisticciato per futili questioni. Nell’Ulster copriranno ben presto i murales di Derry…..
Con la Costituzione Apostolica “Anglicanorum Coetibus” (AC) del 4.11.09, Benedetto XVI accoglie le domande degli anglicani più conservatori, per farli entrare nella “piena comunione con la Chiesa”, a dispetto di quelli che invece avevano accettato le ordinazioni femminili e di omosessuali dichiarati. E così:“In questi ultimi tempi lo Spirito Santo ha spinto gruppi anglicani a chiedere più volte e insistentemente di essere ricevuti, anche corporativamente, nella piena comunione cattolica e questa Sede Apostolica ha benevolmente accolto la loro richiesta. (LO SPIRITO SANTO AVREBBE INDOTTO GLI ANGLICANI AD UN RAVVEDIMENTO COLLETTIVO? PERCHE’ ALLORA NON PROFESSANO LA FEDE CATTOLICA?) Il Successore di Pietro infatti, che dal Signore Gesù ha il mandato di garantire l’unità dell’episcopato e di presiedere e tutelare la comunione universale di tutte le Chiese (E IL PRIMATO DI GIURISDIZIONE? ) , non può non predisporre i mezzi perché tale santo desiderio possa essere realizzato….Ogni divisione fra i battezzati in Gesù Cristo è una ferita a ciò che la Chiesa è e a ciò per cui la Chiesa esiste (LA CHIESA E’ GIA’ UNA); infatti “non solo si oppone apertamente alla volontà di Cristo, ma è anche di scandalo al mondo e danneggia la più santa delle cause: la predicazione del Vangelo ad ogni creatura” (GLI SCANDALI SONO LE ERESIE E GLI SCISMI)….L’unica Chiesa di Cristo infatti, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica, “sussiste nella Chiesa Cattolica governata dal successore di Pietro, e dai Vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità (LE POCHE VERITA’ CHE SI TROVANO ALTROVE SONO I RESIDUI PROPRI DEL CATTOLICESIMO), che, quali doni propri della Chiesa di Cristo, spingono verso l’unità cattolica” . Vengono ricalcati ovviamente i principii rivoluzionari dell’ecclesiologìa di Lumen Gentium e di Unitatis Redintegratio, ecco perché si può tranquillamente affermare che: § 4. L’Ordinariato è formato da fedeli laici, chierici e membri d’Istituti di Vita Consacrata o di Società di Vita Apostolica, originariamente appartenenti alla Comunione Anglicana e ora in piena comunione (IN QUALE MODO?) con la Chiesa Cattolica, oppure che ricevono i Sacramenti dell’Iniziazione nella giurisdizione dell’Ordinariato stesso.§ 5. Il Catechismo della Chiesa Cattolica è l’espressione autentica della fede cattolica professata dai membri dell’Ordinariato (QUANDO GLI ANGLICANI SI SAREBBERO RAVVEDUTI ADERENDO AL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA?). Forse che tale branca conservatrice della chiesa anglicana aveva abiurato gli errori solennemente, professando altrettanto solennemente la fede cattolica? Certo che no. La Traditional anglican Communion ancora si ispira ai 39 articoli di fede eretica della chiesa anglicana ma avranno “Ordinariati Personali”, cioè loro “vescovi” o non che eserciteranno giurisdizione episcopale anche indipendentemente dal Vescovo residenziale, che useranno le insegne episcopali cattoliche, anche se non ordinati Vescovi della Chiesa Cattolica (art. 11, n° 4). V. La potestà (potestas) dell’Ordinario è:…. vicaria: esercitata in nome del Romano Pontefice ;… Essa è esercitata in modo congiunto con quella del Vescovo diocesano locale (IL PAPA DI DUE CHIESE CON DUE “VESCOVI” DIVERSI?) nei casi previsti dalle Norme Complementari. IX. Sia i fedeli laici che gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che provengono dall’Anglicanesimo e desiderano far parte dell’Ordinariato Personale, devono manifestare questa volontà per iscritto. (NON DOVREBBERO ABIURARE GLI ERRORI INVECE DI PRESENTARE DOMANDE PROTOCOLLATE?).
Mentre le Chiese Orientali avevano rifiutato lo Scisma prima di rientrare nella comunione con Roma e le loro liturgie e la loro disciplina canonica, erano già cattoliche, saranno accolti “in deroga” anche (art. 6 n°2) nuovi candidati al sacerdozio già sposati, che celebreranno (III) “…secondo i libri liturgici propri della tradizione anglicana”, che nacque in funzione anticattolica! Il Book of Common Prayer diventa dopo secoli, una “tradizione spirituale” che “arricchisce” la Chiesa Cattolica e l’”ordinazione” di nuovi candidati addirittura coniugati diventa (nelle norme complementari), la messa in pratica della “esperienza ecclesiale anglicana”, che “arricchisce” nuovamente la Chiesa Cattolica di “preti” sposati! Cosa comporterà all’interno della Chiesa questa accettazione di laici sposati, eretici anglicani, se non il montare da parte del clero sensibile a questo tema, di una richiesta unanime di abolizione del celibato ecclesiastico? E come potranno convertirsi davvero gli anglicani, per essere riaccolti nella Chiesa Cattolica, se proprio in Essa è il modernismo ecumenista che lo impedisce confermandoli nell’errore?
Esiste poi un’ anomalìa prettamente britannica, che raramente viene trattata. L’Inghilterra è uno dei pochi Paesi al mondo in cui vi è una sorta di cesaropapismo essendo il Capo di Stato anche Capo della Chiesa, con l’aggiunta del legame strettissimo che il Sovrano ha con la Loggia di Inghilterra (UGLE) che è la Loggia Madre di tutte le massonerie “regolari” del mondo. Un cesaropapismo massonico. La Chiesa ha condannato con centinaia di documenti la Massoneria, considerata da Mons. Ernest Jouin (1844 – 1932) come “Figlia della Riforma”, in quanto sorta in Inghilterra nel XVIII secolo dalla fusione tra gli occultisti Rosacroce e le corporazioni di costruttori. Sia James Anderson (1684 – 1739) che Jean Desaguliers (1683 – 1744) e Ramsey (1686 – 1743), autentici organizzatori e propagatori della Setta, furono protestanti, mentre secondo studiosi massoni come Corneloup e Lantoine vi sarebbe una triplice alleanza reale tra Dinastia inglese, chiesa anglicana e Massoneria, spesso anche ostentata dai reali inglesi. Quali sono invece i rapporti tra Chiesa Cattolica e Massoneria? E’ vero che nell’attuale codice di diritto canonico, in contraddizione con quello pio-benedettino, non vi è più menzione esplicita della scomunica alla Massoneria, ma è pur vero che (in corner) la si farebbe rientrare nel novero di quelle “segrete” e che formalmente tale scomunica non è mai stata revocata, anche se quasi mai viene attuata nei casi concreti. Infatti il massone dichiarato Alessandro Meluzzi non mi risulta sia scomunicato se si dichiara nel contempo cattolico. Rimane però un problema oggettivo, anche se annacquato dalle riforme conciliari, tra la concezione plaudente della chiesa anglicana per la Massoneria e la visione della Chiesa cattolica. Come può un massone anglicano essere in comunione con la Chiesa cattolica se per un cattolico invece non è possibile poter essere (in teoria) massone? Come può un ordinario anglicano massone portare le insegne episcopali cattoliche?
Appare evidente come tutte queste criticità relative ad una “unione nella distinzione”, vengono accettate dalla massa del cosiddetto “mondo cattolico”, essendo lo stesso ormai nutrito sapientemente da decenni di lenta apostasia. Pertanto il sentimento maggioritario che queste iniziative suscitano, è rappresentato dall’entusiasmo e non dallo smarrimento o dalla santa indignazione, che prima di nascere dalla Chiesa Militante, grida dall’invisibile e trionfale dimora dei Martiri in Cielo.
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