mercoledì 17 luglio 2013

La Monarchia e le sue degenerazioni (Monarchia Assoluta e liberale) - (Parte 12°).



Francesco Giuseppe I d'Austria
Il requiem di una Monarchia e di un Impero






I primi anni e la successione al Trono Imperiale:


Francesco Giuseppe nacque nel Castello di Schönbrunn a Vienna, figlio maggiore dell'Arciduca Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena (figlio minore dell'Imperatore Francesco I d'Austria), e di sua moglie Sofia di Wittelsbach, Principessa di Baviera.

Francesco Giuseppe
 in braccio alla madre Sofia
Nel 1835, come abbiamo già visto in precedenza,  era salito al Trono Imperiale lo zio di Francesco Giuseppe, Ferdinando I, il quale però era di salute precaria e non aveva avuto figli. Presagendo la successione, l'Arciduca Francesco Carlo (che era il primo in linea di successione dopo il fratello Imperatore), rifiutò e la scelta di successione ricadde perciò su Francesco Giuseppe, allora giovane Arciduca di appena 5 anni, che venne perciò cresciuto dalla madre con l'intento un giorno di farne l'erede al Trono asburgico. Francesco Giuseppe aveva un rispetto assoluto per la figura del nonno Imperatore (Francesco I d'Austria), che divenne un punto di riferimento in tutta la sua vita come ideale di monarca perfetto nonostante la sua vita fosse stata caratterizzata da una serie di compromessi che condannarono il secolare Sacro Romano Impero.
A seguito della rinuncia forzosa del Cancelliere Metternich al suo impegno governativo durante le rivoluzioni settarie del 1848, il giovane Arciduca Francesco Giuseppe venne proposto per la successione allo zio, che era ormai in procinto di abdicare. Francesco Giuseppe venne in un primo momento nominato anche Governatore della Boemia a partire dal 6 aprile di quell'anno, ma non prese mai effettivamente possesso dell'incarico. Francesco Giuseppe, invece, si diresse sul fronte Lombardo-Veneto, aiutando il Feldmaresciallo Radetzky nella sua campagna partita da Milano il 29 aprile di quell'anno, ricevendo il proprio "battesimo del fuoco" il 6 maggio 1848 nella Battaglia di Santa Lucia. Dal momento che Vienna era scossa dal complotto settario , il giovane Imperatore venne richiamato a Innsbruck, nel Tirolo, dove la famiglia Imperiale aveva trovato asilo .
Dopo la vittoria conseguita sui sardo-piemontesi a Custoza nel luglio del 1848, la corte tornò a Vienna e Francesco Giuseppe con essa. Vienna era però ancora infettata dalla rivoluzione e così dopo poco tempo, la corte si trasferì ad Olomouc in Moravia. Sostenitore della figura dominante di Francesco Giuseppe al Trono, fu il Feldmaresciallo Alfred von Windisch-Graetz, comandante militare della Boemia, il quale gli giurò fedeltà e forgiò il suo carattere militare.

Francesco Giuseppe I d'Austria
(1851).
Fu il 2 dicembre 1848, a Olomouc che, in seguito all'abdicazione dello zio Ferdinando I ed alla rinuncia di suo padre, Francesco Giuseppe, fino ad allora chiamato semplicemente Franz, poté assurgere al Trono Imperiale asburgico adottando il nome di Francesco Giuseppe I d'Austria  , il primo in memoria del nonno ed il secondo in memoria dell'antenato Giuseppe II: la situazione nell'Impero , soprattutto per ciò che riguardava i rapporti con la Chiesa e la gestione della società stessa , era agli stessi livelli , tranne qualche eccezione , che aveva sotto il governo di Giuseppe II l'"Imperatore sacrestano" e di Leopoldo II , ed i rapporti con la Santa sede erano molto precari.










Tra costituzionalismo  e  assolutismo Imperiale, 1848–1852 :




Francesco Giuseppe I d'Austria
(1853).
Sotto la guida del nuovo primo ministro, il Principe Felix Schwarzenberg, il giovane Imperatore venne convinto ad intraprendere una strada cauta dopo la sua ascesa, concedendo allo stato una costituzione liberale auspicata dai sovversivi nel 1849. Allo stesso tempo si rendevano necessarie delle campagne militari nei confronti dei sovversivi  ungheresi i quali si erano ribellati all'autorità degli Asburgo in nome della loro antica autonomia. Francesco Giuseppe dovette ben presto fronteggiare anche nuove battaglie nel Lombardo-Veneto, con il Re Carlo Alberto di Savoia-Carignano che nel marzo del 1849 incominciò nuovamente,  e con la solita follia,  le ostilità per espandere il suo Regno a discapito della Corona Imperiale: Carlo Alberto venne battuto in maniera decisiva da Radetzky nella Battaglia di Novara . In Ungheria la situazione era più pericolosa e la sconfitta Imperiale risultava più evidente. Francesco Giuseppe, sentendo la necessità di assicurare i suoi legittimi diritti su quel territorio, chiese aiuto alla Russia richiedendo l'intervento dello zar Nicola I di modo da "evitare che l'insurrezione ungherese si sviluppi in una calamità europea". Le truppe russe entrarono in Ungheria in supporto degli Imperiali e la rivoluzione settaria venne soppressa col finire dell'estate del 1849. Con l'ordine ricostituito in tutto l'Impero, Francesco Giuseppe ritirò le concessioni liberali costituzionali da lui fatte e inaugurò una politica assolutista e centralista, guidata dal ministro degli interni Alexander Bach: questa fu la prima e unica volta che la monarchia asburgica adottò una politica centralista nei confronti degli Stati che componevano l'Impero.
Schwarzenberg, Felix.jpg
Felix Schwarzenberg.

Gli anni successivi videro l'Impero riprendere le proprie posizioni sulla scena internazionale dopo la tempesta del 1848-1849. Sotto la guida di Schwarzenberg, l'Impero fu in grado di arginare lo schema espansionista prussiano volto a  creare una nuova Confederazione tedesca sotto la guida della stessa  protestante  Prussia , dalla quale la Cattolica Austria sarebbe stata esclusa. Dopo la prematura morte di Schwarzenberg nel 1852, egli non poté essere sostituito con uno statista di eguale statura e l'Imperatore si trovò a tutti gli effetti a dover assumere personalmente l'incarico di primo ministro.


 











L'Impero di  Francesco Giuseppe dal 1853 al 1866:



Il tentativo di assassinio
di Francesco Giuseppe (1853)
Il 18 febbraio 1853, mentre stava passeggiando con il Conte Maximilian Karl Lamoral O'Donnell, Francesco Giuseppe fu aggredito dal fanatico nazionalista ungherese János Libényi che così facendo disse di voler vendicare le centinaia di sovversivi  della rivolta magiara, giustiziati  nella città di Arad, nel settembre 1849. Profittando della disattenzione della scorta, il ventiduenne János Libényi tentò di pugnalare l'Imperatore alla gola, ma fortunatamente la lama rimase incastrata in una fibbia di metallo che ornava il colletto della divisa, procurando solo lievi escoriazioni. Libényi venne immediatamente bloccato dai presenti e, dopo un rapido e giusto  processo, fu impiccato nella prigione di Simmeringer, lo stesso febbraio.Sul luogo dell'attentato venne eretta una chiesa, quale ringraziamento per lo scampato pericolo.

Dal 1848 la politica di Francesco Giuseppe I era volta soprattutto verso l'occidente, al mantenimento dell'ordine legittimo nel Lombardo-Veneto e negli Stati alleati , e alla gestione degli Stati tedeschi. Nel 1855 Francesco Giuseppe fu l'artefice del Concordato tra Impero e Chiesa che appiano i dissapori nati dal giuseppinismo e protrattisi fino a quell'anno.
Francesco Giuseppe I d'Austria
ritratto a cavallo.
Dopo la morte di Schwarzenberg, però, la politica asburgica diventò sempre più centralizzata . Il mancato intervento nella Guerra delle potenze liberali in  Crimea isolò l'Impero in un Europa degenerata dalla Rivoluzione, e soprattutto permise al Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II di Savoia di legare alleanze con Francia e Inghilterra. Il Regno di Sardegna ottenne l'aiuto della Francia di Napoleone III, nel 1859, per attuare la seconda guerra d'espansionismo sabaudo . In quella occasione, non soddisfatto dalla direzione strategica del feldmaresciallo Ferencz Gyulai, Francesco Giuseppe decise di rimuoverlo dall'incarico e di assumere personalmente il comando dell'esercito Imperiale nel Lombardo-Veneto. Il risultato fu disastroso per via della potenza militare francese  e, dopo la sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino, si vide costretto a firmare l'Armistizio di Villafranca che sanciva la cessione della Lombardia al Regno di Sardegna, ma riuscì a salvare il Veneto dalla triste sorte nonostante le pressioni diplomatiche del Savoia, il quale   ratificò il trattato poiché l'imperatore francese aveva fretta di concludere la guerra . Dopo la sconfitta militare l'Imperatore dovette concedere nuovamente una costituzione di matrice liberale.

 
 
 

La decadenza dell'Austria e l'ascesa della Prussia durante il governo di Francesco Giuseppe:


Francesco Giuseppe I d'Austria
(1865).
Purtroppo, l'Austria, come abbiamo già accennato,   non era esente dal contagio corrosivo dei germi rivoluzionari che in quel periodo contaminavano tutta l'Europa: la decadenza interna, più dell'azione dei nemici esterni contribuì alla sua rovina. Degustatrice delle migliori paste e del miglior chantilly del mondo, di salsicce incomparabili, con un consumo favoloso di gelato al caffè e chantilly, coi valzer di Strauss, la frivolezza delle cose, tutto così gioviale e tanto grazioso, l'Austria stava diventando bonacciona.
Intanto, la Prussia, luterana, rigida, irta, aggressiva, si stava fortificando. Uno dei maggiori colpi sofferti dagli Asburgo fu la nefasta opera di unificazione tedesca realizzata da Bismarck, sotto l'egemonia della Prussia, nella quale la Cattolica Austria non venne inclusa. Otto von Bismarck apparteneva per nascita alla classe degli junkers o nobili rurali. Dopo aver frequentato le Università di Gottingen e Berlino come studente mediocre, ma come buon duellatore e scapestrato, divenne un pubblico funzionario, ma non tardò ad essere licenziato a causa delle sue abitudini irregolari e dissipate.
Per qualche tempo appoggiò il liberalismo, ma più tardi si trasformò in un rigoroso difensore della religione luterana e della monarchia assoluta. Divenne famoso per l'eloquio violento contro quella che chiamava "ignominiosa democrazia". Nel 1862, il Re Guglielmo I lo nominò presidente del Consiglio dei Ministri di Prussia. Alto quasi due metri, con lo sguardo duro e penetrante, senza scrupoli, audace, dalla volontà ferrea, esperto nella politica e nella diplomazia, aveva una visione profonda della Rivoluzione. Era un nemico temibile, poichè rimaneva sempre padrone di sè, ingannando frequentemente i suoi avversari. Aveva il genio della doppiezza, e nessuno meglio di lui sapeva preparare pazientemente l'agguato dove avrebbe fatto cadere i suoi nemici. Secondo quanto egli diceva, "le grandi questioni non si risolvono nè coi discorsi, nè coi voti, ma col ferro e col sangue".

Otto von Bismarck.
Nella trasformazione degli Stati tedeschi in nazione unificata, Bismarck architettò un piano che fu realizzato in varie tappe, con una abilità quasi diabolica. In primo luogo progettò di eliminare l'Austria Cattolica dalla sua posizione di egemonia nella Confederazione Germanica; come mezzo preliminare per raggiungere il suo obiettivo, entrò in conflitto con la Danimarca sul possesso dello Schleswig-Holstein. Queste province, abitate in maggioranza da tedeschi, erano in una situazione speciale. Dal 1815 l'Holstein era stato incluso nella Confederazione Germanica, ma entrambi i territori erano soggetti al Re di Danimarca. Nel 1864, quando la Danimarca tentò di annetterseli, Bismarck invitò l'Austria a partecipare ad una guerra contro quel paese. Fece seguito una breve campagna, al termine della quale il monarca danese dovette rinunciare a tutte le sue pretese sullo Schleswig-Holstein a favore dell'Austria e della Prussia.
Avvenne allora il fatto nel quale Bismarck sperava ansiosamente: una divergenza fra i vincitori attorno alla divisione dei territori che provocò finalmente una guerra nel 1866. Sapendo che gli Asburgo contavano sull'appoggio degli Stati tedeschi del sud, che erano cattolici, Bismarck formò una alleanza con l'Italia sabauda , promettendo di ricompensarla, dopo la vittoria, con la cessione di Venezia.
Il conflitto, conosciuto come la Guerra delle Sette Settimane, terminò con la sconfitta dell'Austria a Sadowa. L'Austria fu obbligata ad abbandonare le sue rivendicazioni sullo Schleswig-Holstein, a cedere Venezia all'Italia sabauda ed a consentire allo scioglimento della Confederazione Germanica.
L'incoronazione di Francesco Giuseppe
 a re d'Ungheria nel 1867.
Dopo la sconfitta di Sadowa, la Corona Asburgica perdette Venezia, fu espulsa dalla confederazione degli Stati tedeschi e rimase interamente isolata dal mondo germanico. La situazione politico-sociale ritornò alla situazione pre-concordato con un primo ministro protestante e la politica in mano agli Ebrei , mentre i Cattolici venivano emarginati.  Oltre a ciò, a causa delle grandi difficoltà interne, l'Imperatore Francesco Giuseppe si rassegnò a firmare il Compromesso del 1867, che creò la monarchia dualista dell'Impero Austro-Ungarico. Fermenti rivoluzionari derivati dalla Rivoluzione Francese crearono grandi difficoltà per il mantenimento dell'unità imperiale. Bismarck faceva il suo gioco, lanciando una contro l'altra l'Austria e la Russia. Poco più tardi, l'Austria si avvicinò alla Germania, e finì col diventarne virtualmente un satellite, quanto meno nella politica estera.
 




Verso  Sarajevo ,  Prima Guerra Mondiale, e il crollo dell'Impero:



Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este.
Intanto la setta che agiva in tutto l'Impero, e che ne aveva già degenerato le strutture,  ne preparava nell'oscurità il crollo.
 
Dal 1870 alla fine del secolo, si passò da riforme federalistiche (Hohenwart 1870, Taaffe 1879) a ritorni del centralismo assolutista. Nel 1907 si tornò di nuovo a una riforma federale, venne concesso il suffragio universale.
L'assassinio dell'erede al Trono Imperiale  Francesco Ferdinando, avvenuto a Sarajevo per mano del settario bosniaco Gavrilo Princip che faceva parte della Mlada Bosna (Giovane Bosnia) il 28 giugno 1914, è l'evento che la setta progettò per scatenare la scintilla della prima guerra mondiale che avrebbe demolito l'Impero, ma per Francesco Giuseppe rappresentò l'ennesimo evento luttuoso che lo colpì in quei duri anni.
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Carlo I d'Austria.
Nel luglio del 1914, su pressione della Germania, l'Imperatore dichiarò guerra alla Serbia, cosa che diede origine de facto alla Prima Guerra Mondiale. Nel 1916 Francesco Giuseppe morì e gli succedette il nipote Carlo che divenne Imperatore con il nome di Carlo I . Il conflitto che infiammava l'Europa  provocò lo smantellamento dell'Impero Austro-Ungarico. In conseguenza della sconfitta sofferta dall'Austria il 7 ottobre del 1918, la Polonia dichiarò la sua indipendenza. Lo stesso accadde con la Cecoslovacchia il giorno 28, e con la Jugoslavia il giorno 29. Il giorno 31, l'Ungheria dichiarava estinto il dualismo e diventava una nazione indipendente: l'esercito Austro-Ungarico si sciolse. Nel novembre, il Servo di Dio Carlo I, l'ultimo Imperatore degli Asburgo, abdicava e si avviava all'esilio. Furono proclamate la repubblica d'Austria e la Repubblica d'Ungheria. L'ultima vestigia del Sacro Romano Impero e dell'Europa Cristiana era stata spazzata via dall'odio settario-rivoluzionario.
Scomparve così quell'Impero che, nonostante non fosse neppure l'ombra del suo glorioso passato, era stato in altri tempi il paladino dell'ortodossia, e aveva inflitto delle sconfitte memorabili ai nemici della Cristianità.
La monarchia Asburgica , se confrontata con altre realtà , fu contraddistinta da degenerazioni "marginali" in bilico tra assolutismo e costituzionalismo senza mai pendere, se non in brevi periodi come il decennio 1849-1859 , maggiormente da una parte rispetto all'altra.




Continua...


Fonte:

http://circolopliniocorreadeoliveira.blogspot.it/

Wikipedia.

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  • Scritto da:

    Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.