Il Regno di Luigi XV di Francia
Luigi XV di Francia (1715 ca.). |
Il futuro Luigi XV nacque nel Castello di Versailles il 15 febbraio 1710, sotto il Regno del bisnonno Luigi XIV. Era il terzogenito di Luigi, Duca di Borgogna e di Maria Adelaide di Savoia, sorella del Re Carlo Emanuele III. Suo nonno paterno era il Gran Delfino Luigi di Borbone detto Monseigneur, figlio del Re Sole. Luigi, che alla nascita venne insignito del titolo di Duca d'Angiò, aveva il titolo ed i privilegi di un Petit-Fils de France.
La Reggenza:
Nell'agosto del 1715, divenne chiaro che anche Luigi XIV era prossimo alla morte: la cancrena lo stava consumando. Il 1º settembre, il Re Sole si spense all'età di settantasette anni, dopo un Regno di ben settantadue. Nel luglio 1714 Luigi XIV aveva emanato il cosiddetto "decreto di Marly" in cui si inseriva la possibilità che anche i figli naturali, se legittimati, potessero succedere al Trono. Nel caso della morte del piccolo Duca d'Angiò, eredi legittimi sarebbero quindi diventati due dei figli che il Re Sole aveva avuto dalla Marchesa di Montespan: il Duca del Maine ed il Conte di Tolosa.
Partendo da sinistra: il Duca del Maine ed il Conte di Tolosa.
Luigi XIV andò nuovamente contro la tradizione, che, come legittimo che sia, non accettava la nomina a Re per i figli illegittimi, e prese questa decisione seguendo le sue ambizione personale per evitare che la sua discendenza diretta nel governo del Paese terminasse. La scelta cadde sui due fratelli per la grande insistenza della nuova moglie del sovrano, Madame de Maintenon, che li aveva allevati sin dalla più tenera età. La nomina serviva inoltre ad affiancare i due fratelli a colui che era stato designato come Reggente al Trono, l'arrivista e ambizioso Filippo II d'Orléans, figlio dell'ambiguo, e dalle strane abitudini, fratello minore del sovrano, Filippo I d'Orleans . Sino alla maggiore età del nuovo Re, Filippo avrebbe esercitato la reggenza, ma sarebbe sempre stato affiancato da un Consiglio di Reggenza composto da quattordici membri.
Il Duca Filippo II d'Orléans. |
Filippo venne nominato presidente del Consiglio, ma per prendere una decisione doveva in ogni caso ottenere la maggioranza dei voti. Luigi XIV era ancora in vita quando sorsero i primi scontri tra due fazioni avverse: quella composta dalla Maintenon, dal Duca del Maine e dal Conte di Tolosa, e quella di Filippo. Quest'ultimo godeva dell'appoggio dell'alta aristocrazia, alla quale aveva promesso grandi ricompense, e del Parlamento di Parigi, mentre il partito dei due legittimati cercava l'appoggio della nobiltà minore, insofferente per i privilegi dei Pari e dei Duchi e per la loro marginalizzazione.
L'alta nobiltà inoltre si opponeva alla nomina dei figli illegittimi, elemento di rottura con la tradizione monarchica, che aveva creato uno status intermedio, quello di "legittimato" tra i principi di sangue e i duchi. Il Parlamento di Parigi, che ormai era un covo di illuministi al soldo del politicante di turno, si vide restituiti diritti che gli erano stati tolti da Luigi XIV ed ottenne, sempre per volere di Filippo, posti di rilievo per i suoi membri nei consigli della Reggenza. L'Orleans venne favorito anche dal maggiore favore che nutriva verso gli esponenti del giansenismo e del gallicanesimo (eresie che avevano molti simpatizzanti tra i parlamentari parigini), mentre i Cattolici romani, fedeli a Papa Clemente XI che aveva da poco condannato i giansenisti e le loro eresie , si raccolsero attorno alla Montespan.
Papa Clemente XI . |
Per quanto riguarda la politica interna, Filippo, con l'aiuto del suo favorito , il cardinale Guillaume Dubois, divenuto primo ministro nel 1722, e di John Law, controllore generale delle finanze, favorì fortemente la nobiltà, spogliata di gran parte degli incarichi da Luigi XIV e affamata di quell'ambizione deleteria che avrebbe condotto la Francia nel baratro. Sul campo internazionale, nel 1717 strinse un'alleanza, che prese il nome di Triplice Alleanza, con la Gran Bretagna dell'usurpatore Giorgio "I" e con i protestanti Paesi Bassi contro la politica di Filippo V di Spagna, con la scusa che egli non aveva ancora abbandonato il progetto di un grande Regno che unisse Parigi e Madrid.
Educazione di Luigi XV:
Luigi XV di Francia nel 1720 circa . |
In quanto tutore, Fleury diede a Luigi una preparazione culturale eccellente. Già in giovane età l'allievo aveva imparato a scrivere, a leggere, a danzare ed aveva subito manifestato amore per la storia e la geografia.
Fleury scelse per lui alcuni grandi intellettuali ed eruditi della sua epoca, come il cartografo Guillaume Delisle. Luigi, avido lettore e ragazzo molto curioso, si interessò alla scienza, in particolare fisica e medicina e si dedicò alla lettura di saggi di matrice illuministica, saggi che ne corruppero la giovane mente. Successivamente, finanziò la creazione di un reparto di fisica (1769) e di meccanica (1773) presso il Collège de France.
Incoronazione e matrimonio :
L'incoronazione di Luigi XV presso Reims. |
Su esortazione di Fleury, Luigi nominò Luigi-Enrico di Borbone-Condé, Duca di Borbone e suo parente più prossimo, primo ministro. Di fatto il Duca di Borbone occupava ora il posto che era stato di Filippo d'Orléans ma con una fedeltà verso il sovrano e verso la Corona che all'Orleans mancavano.
La preoccupazione principale del Duca di Borbone era la discendenza. Luigi era giovane e stava crescendo vigoroso, ma aveva anche dovuto attraversare lunghi periodi di malattia; se fosse successo qualcosa al Re, la corona sarebbe passata al ramo collaterale, quello degli Orléans e quindi nelle mani di Luigi d'Orléans, figlio di Filippo e altrettanto ambizioso e corrotto. Per scongiurare questo problema, si cercò una moglie per il Re che fosse in età per dargli un erede. Dopo vari negoziati, si propose al Re la mano di Maria Leszczyńska, figlia del Re di Polonia Stanislao Leszczyński. Maria aveva sette anni in più di Luigi, era sana e sembrava che potesse dargli in tutta sicurezza un erede. Stanislao, che aveva perso il Trono, vedeva questa come una grande occasione di riscatto ed accettò subito. Sia Luigi che Maria erano soddisfatti per la conclusione dei negoziati e convolarono a nozze nel settembre del 1725.
Maria Leszczyńska nel 1730. |
Il Governo del Cardinale Fleury:
Il Cardinale Fleury . |
Dal 1726 sino al giorno della sua morte, avvenuta il 29 gennaio 1743, il Cardinale Fleury, pur senza il titolo di primo ministro, amministrò la Francia con l'assenso del Re. Tornava sulla scena un primo ministro cardinale come Richelieu sotto Luigi XIII e Mazzarino sotto Luigi XIV. Gli storici contemporanei tendono a definire il periodo di governo di Fleury come uno dei migliori dell'ancien regime ma , analizzando la situazione culturale di chiaro stampo illuminista che in Francia si stava diffondendo, e delle prime logge massoniche che questo pensiero deviato stava facendo sorgere , il parere su questo periodo cambia radicalmente.
Politica interna :
Philbert Orry . |
Venne promosso anche il commercio marittimo, trascurato durante il Regno di Luigi XIV, tanto che il numero delle navi da commercio divenne quattro volte maggiore tra il 1715 ed il 1789.
Politica estera:
Germain Louis Chauvelin . |
Sul piano internazionale, Fleury tentò di mantenere un clima di distensione e di equilibrio, stipulando trattati di pace con la Gran Bretagna e stringendo patti di riconciliazione con la Spagna.
Intanto, la Regina aveva partorito per la terza volta e finalmente era nato il tanto sospirato erede, un maschio che venne battezzato con il nome di Luigi Ferdinando. Per la prima volta la nobiltà arrivista mostrava riconoscenza nei confronti della Regina polacca, accolta freddamente in principio, festeggiando il nascituro per giorni. La nascita di un erede maschio garantiva continuità alla linea dinastica ed impediva a Filippo V di Spagna un eventuale tentativo di impossessarsi del Trono di Francia.
Nel 1733, pur contro la politica di Fleury, Luigi acconsentì, su consiglio del suo ministro Germain Louis Chauvelin, a scendere in guerra. Era infatti da poco scoppiata la Guerra di successione polacca: il suocero del re, Stanislao Leszczyński, chiese aiuto alla Francia per poter tornare sul Trono di Polonia, lasciato vacante dopo la morte del Re Augusto II. Spalleggiato da un forte partito francese, Stanislao giunse a Varsavia dove una Dieta di nobili polacchi lo rimise sul Trono. La Russia e l'Impero asburgico appoggiavano tuttavia il figlio del defunto Re, Augusto III; in breve l'esercito Imperiale entrò in Polonia e Stanislao dovette fuggire e fu destituito per una seconda volta.
Stanislao Leszczyński, Duca di Lorena dal 1738. |
I conflitti si conclusero nel 1738 con un bilancio positivo per la Francia di Luigi XV, che conquistava il Ducato di Lorena. Il Trattato di Vienna pose definitivamente fine alle ostilità: a Stanislao venne concesso di Regnare sulla Lorena, a titolo di indennizzo per la perdita del Regno di Polonia, mentre Francesco III ottenne i diritti di successione sul Granducato di Toscana.
Luigi e Fleury continuarono quella politica di alleanze che andavano contro la stessa Cristianità : l'Impero ottomano, nemico della civiltà Cristiana e dei Cattolici Asburgo, alleato della Francia dal Regno di Luigi XIV , aveva riottenuto il controllo di Belgrado grazie ai francesi, che ricevettero in cambio importanti privilegi commerciali.
Ma i conflitti non dovevano terminare: nel 1740, alla morte dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo, scoppiò la Guerra di successione austriaca. Il cardinale non riuscì, per la seconda volta, a frenare il partito della guerra, che convinse Luigi ad entrare nel conflitto. La Francia quindi, schierata a fianco della Prussia, dichiarò guerra all'Impero di Maria Teresa. Il conflitto durò sette anni, ma il cardinale non fece in tempo a vederne la conclusione. Si spense infatti il 29 gennaio 1743, all'età di novant'anni.
Il governo personale di Luigi XV, le Bien-Aimé :
Luigi XV di Francia ventenne. |
Nel giugno del 1744 Luigi XV lasciò la corte e Versailles per mettersi alla testa delle sue truppe che combattevano contro l'Impero, l'Inghilterra e l'Hannover. Questa decisione rese il Re ancora più amato presso il popolo e presso l'esercito. Tuttavia, dopo una breve visita ad alcune città delle Fiandre, Luigi si ammalò e dovette fermarsi nella città di Metz, dove le sue condizioni parvero subito molto gravi. La Francia cadde in un profondo scoraggiamento e per tutto il Paese il popolo pregava per la salvezza del sovrano. Con l'aiuto dei medici, in particolare di François Quesnay, Luigi riuscì a riprendersi e, su consiglio del suo confessore, licenziò la sua amante, Madame de Chateauroux, che l'aveva seguito fin sui campi di battaglia. La notizia della guarigione del Re e della cacciata della sua amante, venne accolta a Parigi con grande entusiasmo tanto che da quel momento Luigi venne chiamato "il Beneamato".
Jean-Baptiste de Machault d'Arnouville . |
Dalle sue lettere si comprende quanto Luigi XV fosse lucido e profondo mentalmente, e quanto fosse esperto in questioni politiche; nonostante ciò fu sempre trattenuto nelle sue decisioni da una sorta di timore di sbagliare, di incertezza e mancanza di fiducia in sé stesso, che superò solamente verso gli ultimi anni di Regno. Sciaguratamente , i suoi ministri ebbero larga autonomia: raramente il Re si oppose alla loro linea d'azione politica. Essi si riunivano e prendevano le decisioni che poi venivano sottoposte al sovrano, il cui compito era quello di confermarle o di modificarle.
Marc-Pierre de Voyer de Paulmy conte d'Argenson . |
Madame de Pompadour ritratta nel 1748. |
La lotta all'eresia Ugonotta:
Nonostante fossero stati duramente sconfitti presso la loro roccaforte di La Rochelle dal cardinale Richelieu e fosse stato revocato l'Editto di Nantes, che lasciava loro libertà religiosa e d'azione, gli ugonotti in Francia erano ancora presenti in grosse comunità. Luigi XV, seguendo la politica religiosa inaugurata da Luigi XIV , promosse delle campagne di contenimento contro di loro. L'eretico rito protestante nel Regno non era ammesso: numerosi matrimoni furono resi nulli e, di conseguenza, i figli di coppie ugonotte non furono riconosciuti e vennero privati dell'eredità paterna. Le riunioni protestanti furono intercettate ed i partecipanti arrestati. A Cevenne, luogo di grande concentrazione di ugonotti, una riunione fu interrotta dalle autorità regie che vennero assalite da alcuni facinorosi e tutto finì nel sangue mentre nel 1749 a Bordeaux furono condannate quarantasei persone perché ugonotte accusate di omicidio. Nel 1752 vi fu una nuova ingente migrazione di ugonotti dalla Francia.
Il tentativo di assassinio :
Luigi XV di Francia. |
Luigi XV era disponibile a perdonare, ma si trattava sempre del primo tentativo di regicidio in Francia dal 1610, quando Enrico IV era stato assassinato da François Ravaillac, ed un processo era quindi inevitabile. Senza che il Re lo volesse , il Damiens venne torturato e condannato a morte dal Parlamento di Parigi che lo aveva incitato all'atto criminoso, e venne giustiziato il 28 marzo 1757 sulla pubblica piazza, mediante squartamento, metodo d'esecuzione riservato ai traditori ed ai regicidi.
Robert-François Damiens . |
Durante la convalescenza di Luigi XV, la Luogotenenza del Regno venne assunta dal figlio Luigi Ferdinando, grande Cristiano e grande promessa per il futuro del Regno , che entrò nel Consiglio di Stato. Il sovrano poté comunque tornare allo svolgimento delle sue mansioni in breve tempo.
Il tramonto del Regno di Luigi XV:
Étienne François de Choiseul . |
Con Choiseul la guerra ai Gesuiti divenne più accesa : L'assemblea del clero, composta da cinquanta prelati, cardinali, arcivescovi e vescovi francesi, consultata da Luigi XV quando si trattò di distruggere l'ordine dei Gesuiti , rispose espressamente: “I Gesuiti sono utilissimi alle nostre diocesi per la predicazione, per la direzione delle anime, per stabilire, conservare e far rifiorire la fede e la pietà con le missioni, le congregazioni e i ritiri da noi approvati e sotto la nostra autorità. Per tali ragioni pensiamo, sire, che interdire loro l'istruzione porterebbe grave pregiudizio alle nostre diocesi, e che per quanto riguarda l'istruzione della gioventù sarebbe difficilissimo rimpiazzarli con la stessa utilità, soprattutto nelle città di provincia dove non vi sono università.” ( Parere dei vescovi, anno 1761. )
L'annientamento dei Gesuiti fu talora attribuito al giansenismo, e certo non si può negare che i giansenisti si mostrarono assai desiderosi di ottenerlo, ma il Duca di Choiseul e la famosa cortigiana marchesa de Pompadour, che allora regnavano in Francia all'ombra di Luigi XV, non amavano i giansenisti più dei gesuiti. Il duca e la marchesa erano al corrente di tutti i segreti dei congiurati sofisti, anche solo per il fatto che conoscevano quelli di Voltaire, ( lett. di Volt. a Marmontel, 13 agosto 1760. ) e Voltaire, come disse lui stesso, avrebbe voluto che si mandasse ciascun Gesuita nel fondo del mare con un giansenista al collo. ( Lett. a Chabanon. ).
I giansenisti non furono dunque altro che una muta di cani aizzati da Choiseul, dalla Pompadour e dai filosofi contro i Gesuiti. Ma Choiseul e la Pompadour che interesse ne avevano e qual'era la mano che li guidava? Il ministro era prima di tutto un uomo dalla condotta chiaramente empia, mentre la cortigiana voleva vendicarsi del Gesuita de Sacy che rifiutava di amministrarle i sacramenti se non avesse abbandonato la corte e non avesse riparato lo scandalo della sua vita pubblica con Luigi XV; l'uno e l'altra, secondo le lettere di Voltaire, erano sempre stati i grandi protettori dei nuovi sofisti, e specialmente il ministro favoriva sottobanco tutti i loro segreti per quanto gli era consentito dalle circostanze politiche. (V. Lett. di Volt. a Marmontel 13 agosto 1760.)
Luigi XV di Francia. |
Nel 1764, morì Madame de Pompadour, rimpianta da tutti i settari, tranne che dal resto della Francia. La morte della favorita del Re, gettò l'infatuato Luigi in un nuovo periodo di profonda depressione. Nel giro di pochi anni, il sovrano perse la moglie, affetta dalla tubercolosi, il nipote maschio erede al trono, Duca di Borgogna , il figlio Luigi Ferdinando e la figlia Elisabetta, Duchessa di Parma. Ma ben presto al Re venne presentata una giovane donna: il suo nome era Jeanne Bécu, conosciuta poi come Madame du Barry. La giovane conquistò il Re , ancora debole davanti al gentil sesso , che non poté più staccarsi da lei e la presentò alla corte, davanti ad una folla di aristocratici sbigottiti.
Il Re, oltre ad essere stato ormai ribattezzato, a causa dei sovversivi ministri che lo circondavano, le Mal-Aimè (il mal-amato, in contrapposizione al suo precedente soprannome) era oggetto delle satire più feroci e menzognere.
Intanto, il ministro Choiseul, che si era alleato con i parlamenti, aumentandone molto l'influenza, cominciava a perdere il favore del sovrano che sembrava rinsavire con l'età. Inoltre la du Barry, pur non interessandosi di politica, aveva una profonda disistima per il ministro. Uno degli ultimi atti di Choiseul fu quello di combinare un matrimonio tra il Delfino, Luigi Augusto e la figlia dell'imperatrice Maria Teresa, Maria Antonietta d'Austria. La caduta di Choiseul avvenne nel dicembre 1770, quando il ministro propose al Consiglio del Re di appoggiare la Spagna contro la Gran Bretagna nella difesa delle isole Falkland: gli avversari del ministro si opposero ad una nuova dichiarazione di guerra ed il Re cacciò Choiseul in esilio nella sua residenza di campagna. Il governo era ora nelle mani di d'Aiguillon, Maupeou e Terray. I tre ministri si impegnarono per ristabilire l'autorità della monarchia assoluta; il potere dei parlamentari venne notevolmente diminuito e la tassa vingtiéme fu introdotta, portando una maggiore equità nelle distribuzione delle tasse.
Il Re si spense nei suoi appartamenti di Versailles il giorno 10 maggio 1774.
Ereditava il trono suo nipote Luigi Augusto, Luigi XVI di Francia.
Le conclusioni su un Regno:
Luigi XV di Francia. |
che sapevano esser un freno per i loro sudditi, ma guai a coloro che la considerano solo sotto questo aspetto! Non serviva che conservassero i dogmi nel loro cuore, ma dovevano mantenere la fede con il loro esempio. Dopo quello del clero, era necessario l'esempio del Re per contenere i popoli. Se la religione non era per loro che una questione politica, la più vile plebaglia se ne sarebbe accorta assai presto, e quando avrebbe scoperto che questa stessa religione era un'arma che essi usavano contro di essa, presto o tardi l'avrebbero distrutta , ed essi non avrebbero contato più nulla. Se pretendevano di credere alla religione senza osservarne i precetti morali, il popolo, come loro , si sarebbe creduto religioso senza morale; ed era stato detto da lungo tempo: a che servono le leggi senza i costumi? Verrà un giorno in cui il popolo, credendosi più conseguente del Re , lascerà da parte sia la morale che il dogma; e allora, cosa ne sarà della Monarchia?
Queste lezioni furono spesso ripetute a Luigi XV dagli oratori cristiani, ma sempre invano. Egli, privo di morale, si circondò di ministri privi di fede, che lo avrebbero ingannato assai meno facilmente se il suo amore per la religione fosse stato sostenuto dalla pratica della virtù. Dopo la morte del cardinal de Fleury ebbe ancora alcuni ministri, come il maresciallo di Belle-Isle o il signor Bertin, i quali non meritano di essere compresi nella classe degli adepti di Voltaire; ma ebbe poi il signor Amelot ministro degli affari esteri, il conte d'Argenson nello stesso ministero, i duchi di Choiseul, di Praslin e Malesherbes. Ebbe, fin che visse, la sua marchesa di Pompadour; e tutte queste persone ebbero intimi rapporti con Voltaire e la sua congiura.
Come ho già detto in precedenza, la condotta di Luigi XV minò il Trono che il nipote Luigi XVI ereditava.
Continua...
Fonte:
Wikipedia.
"Memorie per la storia del Giacobinismo" dell'abate Barruelle , Tomo I.
Scritto da:
Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.