martedì 16 luglio 2013

La Monarchia e le sue degenerazioni (Monarchia Assoluta e liberale) - (Parte 11°).





Leopoldo II del Sacro Romano Impero
Da Granduca di Toscana al Trono Imperiale




Pietro Leopoldo I di Toscana:


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Pietro Leopoldo I di Toscana.

Pietro Leopoldo d'Asburgo-Lorena (Vienna, 5 maggio 1747 – Vienna, 1º marzo 1792), nono dei 16 figli di Maria Teresa d'Asburgo e dell'imperatore Francesco I , essendo il secondo maschio , come dai patti dinastici stabiliti dopo l'estinzione della famiglia Medici, ottenne la Corona Granducale di Toscana, che era separata e indipendente da quella d'Austria, anche se , ovviamente, alleata.
A differenza del suo predecessore Francesco Stefano , il quale essendo Sacro Romano Imperatore dovette istituire una commissione di governo che ne rappresentasse la sua persona, egli si stabilì nella Capitale del Granducato di Toscana ,  Firenze , e iniziò con zelo un programma di riforma illuminista ad ampio raggio, facendo però emergere lo stato toscano  nel contesto delle potenze europee. Educato su forti principi illuministi , fu un chiaro esempio del così detto "sovrano illuminato" e le sue riforme si contraddistinsero per una propensione agli scopi pratici più che a quelli teorici.
Nella sua opera "riformatrice illuminata" si avvalse di importanti funzionari , tutti massoni , come Giulio Rucellai, Pompeo Neri, Francesco Maria Gianni, Angelo Tavanti.
Il Granduca avviò una politica liberista raccogliendo l'appello di Sallustio Antonio Bandini del quale fece pubblicare l'inedito Discorso sulla Maremma, promuovendo la bonifica delle aree paludose nella Maremma e nella Val di Chiana e favorendo lo sviluppo dell'Accademia dei Georgofili. Introdusse la libertà nel commercio dei grani abolendo i vincoli annonari che bloccavano le colture cerealicole ma l'avvenimento veramente negativo fu, dopo tanti secoli, la distruzione di uno dei corpi intermedi basilari , le corporazioni di origine medievale, che egli , massone e convinto da frammassoni,  considerava un ostacolo principale per una "evoluzione" economica e sociale dell'attività industriale, tipica filosofia economica borghese illuminista. Introdusse poi la nuova tariffa doganale del 1781, in base alla quale vennero aboliti tutti i divieti assoluti, che furono sostituiti da dazi protettivi, tenuti, del resto, a un livello molto basso in confronto a quelli allora in vigore.
La trasformazione del sistema fiscale fu da Pietro Leopoldo intrapresa fin dai suoi primi anni di regno e nel 1769 venne abolito l'appalto generale ed iniziata la riscossione diretta delle imposte. Esitante si rivelò invece il sovrano fra la politica di Tavanti, che fino al 1781 attraverso il catasto, intendeva prendere la proprietà fondiaria come termine di misura per l'imposizione fiscale e, dopo la morte di Tavanti, nel 1781, quella di Francesco Maria Gianni, suo maggiore collaboratore dal quel momento, che concepiva un piano di eliminazione del debito pubblico attraverso la vendita dei diritti fiscali che lo stato aveva sulla terra dei sudditi. Si sarebbe poi passati ad un sistema fondato esclusivamente sull'imposizione indiretta; operazione questa che, iniziata nel 1788, non era ultimata nel 1790 quando Pietro Leopoldo divenne imperatore.
Riformò in modo profondo certi aspetti della tradizionale legislazione toscana ma il suo maggior progetto, la redazione di un nuovo codice, che Pompeo Neri avrebbe dovuto realizzare, non giunse a termine per la morte del Neri stesso, mentre i progetti di costituzione non ebbero seguito in forza della sua partenza per Vienna.
In campo ecclesiastico Pietro Leopoldo commise grandi errori ispirandosi ai principi del giurisdizionalismo, sopprimendo i conventi e abolendo i vincoli di manomorta. Inoltre, a causa della filosofia del Granduca massone,  la Toscana si volse verso 'eresia  del  Giansenismo, osteggiata dal popolo , rappresentato dall'eretico  vescovo di Pistoia Scipione de Ricci, tanto che il granduca, assuefatto dai fumi della setta ,  gli fece organizzare un sinodo a Pistoia nel 1786 per riformare , o per meglio dire sformare , l'organizzazione ecclesiastica toscana secondo gli eretici principi giansenisti.
Il programma uscito da questo sinodo, riassunto in 57 punti e frutto dell'intesa con Pietro Leopoldo, interessava gli aspetti patrimoniali , culturali e teologici e affermava l'autonomia delle Chiese locali rispetto al Vicario di Cristo , il Papa , e la "superiorità del Concilio", ma le forti opposizioni del clero ancora fedele alla verità  (tra cui spiccava l'arcivescovo di Firenze Antonio Martini) e del popolo lo convinsero a rinunciare a questa riforma.
Nel periodo 1779-1782 Pietro Leopoldo , sempre in linea con il pensiero illuminista-settario , avviò un progetto costituzionale che continuò ulteriormente nel 1790 per fondare i poteri del sovrano secondo un rapporto contrattualistico ma di tendenze anticristiane. Anche questa politica ovviamente suscitò forti opposizioni, e il Granduca, che proprio in quell'anno saliva al Trono imperiale fu costretto a rinunciarvi.
Come accennato pocanzi , una delle riforme più degenerative introdotte da Pietro Leopoldo fu l'abolizione dei corpi intermedi dello stato che si svilupparono nel periodo di massimo splendore della Cristianità , il medioevo : in un colpo solo abolì il reato di lesa maestà, demolendo la figura del sovrano (quindi la sua), e la confisca dei beni. La tortura , che non veniva applicata se non di rado e per un giusto motivo ,  e  la pena di morte , vennero abolite grazie al varo del nuovo codice penale del 1786 (che prenderà il nome di Riforma criminale toscana o Leopoldina) ed è forse l'unico aspetto positivo di questo contesto "riformatore". La Toscana fu il primo stato nel mondo ad adottare i principi di Cesare Beccaria, il più famoso illuminista  della penisola che nella sua opera Dei delitti e delle pene invocava appunto l'abolizione della pena capitale: ciò non avvenne per spirito caritatevole ma  solo e soltanto perché egli stesso rischiava con la sua condotta di essere condannato a morte .







Pietro Leopoldo Sacro Romano Imperatore :




Leopoldo II d'Asburgo-Lorena
Leopoldo II del Sacro Romano Impero.
Leopoldo, durante il suo governo in Toscana, aveva dimostrato una tendenza a speculare per imporre allo stato una costituzione filo-liberale . Nel 1790 egli ereditò il Trono Imperiale alla morte del fratello Giuseppe II, venendo incoronato Leopoldo II del Sacro Romano Impero , ed iniziò a interessarsi attivamente alle "innovazioni" introdotte da questi pur contrastando alcuni ideali del precedente governo. Egli riconobbe gli stati di governo quali "colonne della monarchia", pacificò ungheresi e boemi ed acquietò gli insorgenti  Cattolici , che si opponevano al governo illuminista , dei Paesi Bassi austriaci (attuale Belgio) con diverse concessioni. Quest'ultima prova però ebbe esito negativo e Leopoldo II fece marciare le proprie truppe nel paese per ristabilire l'ordine e l'autorità legittima. Egli continuò la sua lotta contro la Chiesa di Cristo sostenendo che nessuna bolla papale potesse essere pubblicata entro i suoi domini senza il regio assenso (placetum regium). Per placare altre incombenze create dal governo del fratello, egli dovette emanare un decreto il 9 maggio 1790 riportava centinaia di  boemi lasciati a se stessi dal fratello a tornare sotto la protezione della nobiltà terriera.

Malgrado questi inconvenienti, il suo governo  fu sostanzialmente un periodo contraddistinto da un'apparente  pacificazione generale dell'Impero, anche se bisogna ammettere che il risultato non fu fortunatamente come quello che investì la  Toscana, data forse anche la breve durata del suo governo che fu di appena due anni. I crescenti disordini rivoluzional-settari in Francia misero a repentaglio la vita di sua sorella Maria Antonietta, Regina di Francia, che venne in seguito barbaramente  ghigliottinata nel 1793 alcuni mesi dopo il marito Luigi XVI, il Re Martire. Egli si prodigò in prima persona per evitare che la rivoluzione uscisse dai confini francesi nonostante egli stesso contribuì nella  diffusione degli ideali , inviando al governo francese appelli appassionati per tentare di salvare le sorti del Regno e quando questo non fu più possibile si rivolse direttamente ai realisti inneggiando alla presa delle armi contro i rivoluzionari.
Dall'Est egli dovette fronteggiare l'ambizione della zarina Caterina II di Russia e la politica senza scrupoli della protestante e militarista Prussia. La stessa Caterina, del resto, era deliziata dal vedere Austria e Prussia imbarcarsi in una guerra contro la Rivoluzione Francese con l'intento, mentre le due potenze erano occupate oltre il Reno, di annettere alla Russia anche la Polonia e concludere altre conquiste a sfavore del decadente Impero Ottomano. Leopoldo II , a causa della minaccia Russa , fu costretto a  desistere dal reagire contro la Francia rivoluzionaria.
Ad appena sei mesi dall'ascesa al Trono, Leopoldo II concluse fruttuosi accordi con la "perfida Albione" , l'Inghilterra , in funzione anti-russa e non appena fu sicuro del supporto della Gran Bretagna, fu in grado di pensare alla Prussia. Essendo in rapporti personali con Federico Guglielmo II, altro gran massone , decise di incontrarlo a Reichenbach nel luglio del 1790, concludendo un accordo che (dato il periodo storico particolarmente negativo), portò la Prussia a venire ad un compromesso con l'Impero, fatto che spinse anche la Russia a rinunciare ai propri progetti di annessione. L'incoronazione di Leopoldo II a Re d'Ungheria ebbe luogo il 15 novembre 1790 a Presburgo, ma venne preceduta da un decreto col quale egli riconosceva la superiorità dei magiari su altri popoli. Nell'agosto del 1791, inoltre, egli siglò la pace di Sistova che segnava la fine del conflitto iniziato da suo fratello Giuseppe II con l'Impero Ottomano e che egli riteneva superfluo data la situazione in cui l'Europa era andata trovandosi. La pacificazione dei domini ad est, consentì quindi all'Imperatore di concludere accordi amichevoli con le protestanti  Inghilterra e Paesi Bassi.



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Leopoldo II del Sacro Romano Impero.

Nel corso del 1791, l'Imperatore divenne sempre più preoccupato della situazione in Francia. Nel gennaio di quello stesso anno, egli decise di dimettere il Conte d'Artois (futuro Carlo X) dalla propria corte. Egli fu, tra l'altro, il vero artefice della fuga di Varennes di cui furono protagonisti Luigi XVI e Maria Antonietta e quando l'operazione fallì fu egli a premere sul senso di indignazione dei monarchi europei di fronte ad un atto così deplorevole come l'arresto che il governo rivoluzionario aveva fatto della coppia reale francese. Egli invitò tutti a prendere comune misure di sicurezza circa il nuovo mutamento dei fatti, per la sicurezza di tutti i domini europei. Ma se teniamo bene a mente che le corti europee erano infettate dalla stessa corruzione illuminista-settaria , era quasi impossibile che essi potessero contrastare ciò che loro stessi portavano in grembo.
Il 25 agosto 1791, egli incontrò il Re di Prussia a Pillnitz, presso Dresda, ed essi sottoscrissero un patto secondo il quale i due stati sarebbero intervenuti militarmente in Francia se e quando la loro assistenza sarebbe stata richiesta da altre potenze europee. La dichiarazione fu però una mera formalità in quanto lo stesso Leopoldo II sapeva bene che né Inghilterra né Russia erano pronte ed interessate ad agire. Di fronte alla reazione che tale decreto ebbe in Francia, egli si dispose al fianco dei realisti esiliati col progetto di attaccare i rivoluzionari in Alsazia, pur continuando a sperare nell'aiuto che non sarebbe venuto mai.
Quando Luigi XVI venne costretto a firmare la costituzione anticristiana  del 1791, l'Imperatore pensò ingenuamente che i conflitti si dovessero acquietare in Francia, ma gli attacchi ai Principi tedeschi presso l'area del Reno e la violenza dei partiti rivoluzionari parigini, costrinsero Leopoldo II a scendere in campo nuovamente contro la diabolica rivoluzione. Purtroppo egli non riuscì a concludere l'ambizioso progetto di calmare le acque in Europa aggiudicandosi il titolo di pacificatore, in quanto morì improvvisamente a Vienna nel marzo del 1792 dopo una brevissima malattia che i medici non seppero diagnosticare: da qui incominciò a circolò la voce  che fosse stato avvelenato, probabilmente per mano della setta.
Mozart, massone e autore di opere massoniche come "Il flauto magico",  scrisse La clemenza di Tito nel 1791 e tale opera venne commissionata dagli Stati Generali di Boemia come acclusione alle festività che accompagnarono l'incoronazione di Leopoldo II a Re di Boemia, cerimonia che si tenne a Praga il 6 settembre 1791 e alla quale parteciparono alcuni dei maggiori esponenti della massoneria .






 Francesco II del Sacro Romano Impero
Il figlio del compromesso




Primi anni:


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Francesco nel 1775.
Francesco Giuseppe Carlo Giovanni nacque a Firenze il 12 febbraio 1768, secondo figlio e primo maschio dell'allora Granduca di Toscana Pietro Leopoldo , successivamente Imperatore del Sacro Romano Impero Leopoldo II, e di Maria Ludovica di Borbone-Spagna. Furono suoi nonni paterni l'imperatore Francesco Stefano di Lorena e Maria Teresa d'Austria; mentre quelli materni Carlo III di Spagna e Maria Amalia di Sassonia. Nel 1784 lo zio di Francesco, l'imperatore Giuseppe II pretese che questi completasse la sua formazione presso di lui a Vienna affermando che Francesco apparteneva alla Monarchia asburgica e non al Granducato di Toscana. Nell’ottava guerra contro il Turco (1788 – 1791) il giovane Francesco fu spedito al fronte per volontà dello zio. Dopo la morte di quest’ultimo, il padre di Francesco, Leopoldo, gli successe come erede asburgico e come imperatore, però, come abbiamo visto,  gli furono concessi solo un paio di anni di governo quale Sacro Romano Imperatore.








Quindici anni di confronto con Napoleone tra compromesso e guerra:


Francesco II del Sacro Romano Impero
(1792).
Nel 1792 Francesco, molto prima di quanto si aspettasse, divenne Re di Ungheria e Boemia e signore dei domini della monarchia asburgica. Dopo che il 6 giugno era già stato incoronato Re in Buda, e poco dopo Francesco veniva incoronato Sacro Romano Imperatore nel duomo di Francoforte con il nome di Francesco II del Sacro Romano Impero.
Seguì poi il 9 agosto l’incoronazione di Re di Boemia a Praga, ma sui festeggiamenti per l’incoronazione gravò l’ombra della dichiarazione di guerra da parte della rivoluzionaria Francia  (20 aprile 1792), che diede inizio alla Guerra della Prima coalizione, che si protrasse fino al 1797 e che al termine comportò per la Corona Imperiale la perdita definitiva dei Paesi Bassi ma contemporaneamente l’acquisizione della decaduta  Repubblica  di Venezia e dei suoi territori, dell'Istria e della Dalmazia (Trattato di Campoformio, 17 ottobre 1797). Da quel momento il destino di Francesco II Imperatore fu indissolubilmente legato al dispotico usurpatore  Napoleone Bonaparte.
La guerra della Seconda coalizione (1799-1801), dopo i primi successi in Italia, dovuti anche all’intervento delle truppe russe del generale Alessandro Suvorov, si risolse in una disfatta e con il trattato di Lunéville (1801), la Corona asburgica perse tutti i suoi domini sulla riva sinistra del Reno, con la formale rinuncia, che rappresentò un errore ,  a qualsiasi pretesa futura da parte del Sacro Romano Impero su questi territori.
Francesco I d'Austria a cavallo.
La guerra della Terza coalizione (1805) vide la perdita dell'area  Lombardo-Veneta da parte dell'Impero a favore della Francia bonapartista . L’11 agosto 1804 Francesco II, con una nefasta decisione , aveva proclamato l’Impero d'Austria, rinunciando di fatto all’attribuzione di Imperatore dei Romani (cosa che avvenne formalmente due anni dopo), ponendosi così allo stesso livello dell'usurpatore Napoleone, che pochi mesi prima aveva proclamato, o per meglio dire , si era inventato  l’"impero di Francia".
Francesco II tenne anche conto del fatto che, dopo i nefasti cambiamenti avvenuti nel collegio dei Principi elettori a seguito delle decisioni della Deputazione del Reich (ad esempio, la non casuale abolizione dei Principati Cattolici di Colonia e di Treviri e l’aggiunta dei Principati del Baden, del Württemberg e dell'Assia), la prossima scelta di un Asburgo come Imperatore a seguito di una sua eventuale morte improvvisa sarebbe risultata piuttosto problematica. Il riconoscimento di questo titolo imperiale era effettivamente problematico in un'Europa avvolta dal cancro Rivoluzionario , ma quello di imperatore d’Austria fu in breve tempo riconosciuto da tutti gli stati di quel mondo moralmente decadente. L’abolizione del titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero ebbe luogo formalmente solo due anni dopo, e Francesco II del Sacro Romano Impero divenne Francesco I d'Austria.
Bisogna chiarire alcuni punti : La Rivoluzione Francese riaccese, ancora una volta, i conflitti fra la Francia ed il Sacro Romano Impero, conflitti che durarono fino all'Impero napoleonico. Toccò a Napoleone, fra altri meriti funesti, quello di liquidare il Sacro Impero.
 Nel dicembre del 1805, Napoleone sconfisse l'esercito austro-russo ad Austerlitz, nella famosa battaglia dei tre imperatori. L'anno successivo, obbligò Francesco I a rinunciare al titolo di Sacro Romano Imperatore, conservando solo quello di Imperatore d'Austria. Così finì il Sacro Romano Impero Germanico, che aveva avuto gloriosa origine nelle grandi gesta di Carlo Magno, e che aveva segnato in modo profondo la vita della Cristianità.

Ingresso dell'Imperatore Francesco I d'Austria in Vienna
il 16 luglio 1814, dopo la pace di Parigi.
Nel 1809, approfittando degli impegni militari di Napoleone in Spagna dove la popolazione si ribellava in nome della Corona legittima e di Dio , dichiarò ancora una volta guerra alla Francia ma il precipitoso ritorno di quest'ultimo nel nord Europa e la sconfitta inflittagli dalla Grande Armée ad Wagram lo costrinse alla Pace di Schönbrunn, con la quale perse, a favore della Francia, la fedele città di Trieste e le Province illiriche. Il matrimonio della figlia Maria Luisa con il Bonaparte, avvenuto l'anno successivo, con la quale Napoleone cercava di legittimarsi,  sancì un'alleanza apparentemente stabile fra i due Imperi tanto diversi tra loro , uno legittimo e che avrebbe dovuto combattere i nemici del Trono e dell'Altare, l'Austria,   e l'altro illegittimo e figlio della Rivoluzione, l'"impero bonapartista",   che durò fino al 1813 quando. Dopo la disastrosa campagna di Russia del Bonaparte , l’Austria ruppe l’alleanza con la Francia schierandosi con i precedenti alleati: Inghilterra, Prussia e Russia.




Il Congresso di Vienna e la mancata Restaurazione del Sacro Romano Impero:



Il Congresso di Vienna (1814), contaminato da elementi della setta e dagli ideali settari,  e la disfatta definitiva di Napoleone a Waterloo restituirono a Francesco I d’Austria gran parte dei territori perduti negli ultimi quindici anni.
 I 300 Stati che formavano il Sacro Romano Impero, dal Congresso di Vienna ridotti a 38, divennero la Confederazione Germanica, sotto la presidenza dell'Austria. Il vice-presidente della Confederazione era il protestante Re di Prussia.
Nonostante la vittoria su Napoleone, il Sacro Romano Impero non fu restaurato! I sostenitori dell'Austria pretendevano di unificare tutte le popolazioni germaniche nella cosiddetta Grande Germania. I sostenitori della Prussia, a loro volta, preferivano costituire la cosiddetta Piccola Germania, dalla quale la Cattolica Austria sarebbe stata esclusa.
A partire dal 1818, per iniziativa della protestante Prussia, si cominciarono ad abolire tutte le tasse doganali fra gli Stati tedeschi, costituendo l'unione doganale detta di Zollverein. Questa unione portò ad essi grandi vantaggi economici, e servì da base per la futura e deleteria unificazione politica. L'Austria, appoggiata dagli Stati tedeschi del sud, di formazione Cattolica, tentò svariate volte di entrare nello Zollverein, ma fu sempre ostacolata dalla Prussia, che contava sull'appoggio degli Stati del nord, di formazione protestante. L'esclusione della Cattolica Austria provocò la diminuzione della sua influenza fra gli Stati germanici a beneficio dell'ambiziosa Prussia.




La politica estera e interna di Francesco I :


Principe di Metternich
Klemens von Metternich.
La sua storica reputazione come Imperatore dei molteplici popoli che formavano l'impero asburgico è inscindibilmente legata al nome del grande  Klemens von Metternich, che dal 1809 in avanti si trovò a ricoprire le più alte cariche dello stato e che esercitò di fatto il corrispondente potere politico, mentre l'imperatore  esercitava una funzione meramente rappresentativa dei suoi poteri.
Ciò nondimeno Francesco I era conscio della propria investitura per grazia divina e rifiutava tutto quello che poteva indicare una direzione verso l'astratta sovranità popolare; ma continuò ad esercitare una forma monarchica assoluta in linea con quella del padre e dello zio anche se , a differenza dei due predecessori , non appoggiò ne si affilio alla massoneria ma lotto contro di essa e contro la rete di sette che in tutto l'Impero minacciavano la quiete pubblica .
Il sistema di Metternich e di Francesco I , condizionato soprattutto dagli eventi francesi del 1830 (Rivoluzione di Luglio),  i quali vennero gestiti malissimo dal governo viennese , fu improntato ad un rigido e inutile  conservatorismo che non rappresentava nessuna soluzione alla minaccia settaria ma significava soltanto mantenere delle apparenze geopolitiche legittime infettate dalla stessa rivoluzione. Tuttavia né Metternich né Francesco I , nella gestione della polizia e delle operazioni anti massoniche e anti rivoluzionarie ,  erano minimamente paragonabili per durezza ed efferatezza, a quanto si verificò in Francia durante il Terrore  o sotto l'impero di Napoleone "I". A questo proposito, va ricordato il celebre Processo Maroncelli Pellico et alli del 1821: dopo che il tribunale ebbe emanato la sentenza e pronunciato la condanna a morte dei principali imputati  i quali erano affiliati alla setta , l'Imperatore firmò invece un provvedimento con cui commutava le pene in altre più lievi:  Piero Maroncelli veniva condannato a venti anni di carcere duro, Silvio Pellico a quindici. Col senno di poi, avrebbero dovuto gestire le cose in modo assai più severo.
File:Francis II, Holy Roman Emperor by Friedrich von Amerling 003.jpg
Francesco I d'Austria.
Personalmente, Francesco I era considerabile come un "tendente alle usanza borghesi" . In molte rappresentazioni non lo si vede solo in abbigliamento ufficiale ma spesso lo si vede in frac come un normale borghese. Anche nei ritratti della famiglia asburgica si ritrova il suo tratto di semplicità e familiarità. L'ideale culturale della borghesia si impose anche alla persona dell’imperatore molto più che alla sua politica, ma ciò bastò a screditarne l'immagine e l'autorevolezza.
Francesco I morì  il 2 marzo 1835 a Vienna. Il suo governo venne caratterizzato da continui compromessi volti alla salvaguardia della Corona, mentre la difesa   della Fede venne tralasciata.
Alla sua morte la dignità imperiale passò al suo figlio più anziano, Ferdinando, che venne  affiancato da  un consiglio dei ministri appositamente scelto da Francesco I .




 
 
 
 


Ferdinando I d'Austria
L'Imperatore emarginato






Un'infanzia difficile :




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Ferdinando d'Asburgo-Lorena
(1834).
Ferdinando I era figlio di Francesco I d'Austria e di Maria Teresa di Borbone-Napoli.
Sin dalla propria gioventù, Ferdinando ebbe una costituzione debole, soffrendo di epilessia e idrocefalo, il che non gli consentì di avere un'educazione appropriata al ruolo che avrebbe un giorno dovuto ricoprire. I suoi studi favoriti, ad ogni modo, furono l'araldica e lo studio delle tecnologie, oltre all'agricoltura che prediligeva largamente.
Nell'aprile del 1802 la sua educazione venne affidata al tutore Francesco Maria Carnea Steffaneo, il quale tentò di avvicinarsi notevolmente alla personalità del bambino, acculturandolo notevolmente. La madre Maria Teresa, ad ogni modo, non si curò mai eccessivamente del piccolo e finì per relegarlo nelle mani di governanti e dame del suo seguito. La prima misura adottata dalla sua matrigna Maria Ludovica, poi, fu il licenziamento di gran parte degli insegnanti che seguivano Ferdinando ritenendo che essi fossero solo un'inutile spesa da sostenere nei confronti di "una causa persa".
All'età di 15 anni, Ferdinando prese come educatore, su proposta della matrigna, il Barone Joseph von Erberg, il quale contrariamente a quanto previsto lo educò però all'indipendenza dalla madre, insegnandogli anche se tardivamente a leggere ed a scrivere, oltre a cavalcare, danzare e lo introdusse allo studio del pianoforte. Successivamente si acculturò nelle arti militari, scientifiche e tecniche.
Egli prese confidenza con il consiglio di stato solo a partire dal 1829, ma per lo più escluso dalle decisioni di rilievo.
Il 28 settembre 1830, infine, avvenne la sua incoronazione ufficiale a Principe ereditario, anche se questo avrebbe significa la sua ascesa al Trono alla morte del padre, circostanza che fu oggetto di dispute a causa della sua personalità.
Nell'estate del 1832 scampò per poco ad un tentativo di assassinio da parte del Capitano e massone Franz Reindl.





L'ascesa al Trono:


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Ferdinando I d'Austria.
Dopo la morte del padre Francesco I, il 2 marzo 1835 egli ne fu il successore sul Trono imperiale, il che però diede ampio spazio al suo consiglio dei ministri che ebbe mano libera  data la sua scarsa capacità di imposizione.  Ferdinando I , a causa delle sue problematiche di salute e per via dell'educazione impartitagli , era  uno "spirito debole".
Malgrado questo, Ferdinando I aveva una buona conoscenza del suo Impero, come pochi alla sua epoca: egli conosceva cinque lingue, sapeva suonare due strumenti tipici ed era in grado di disegnare molto bene e la sua passione per l'agricoltura lo portarono a puntare a nuove riforme per questo campo.
I suoi consiglieri più fidati furono del resto suo fratello Francesco Carlo (padre del futuro imperatore Francesco Giuseppe I ), il ministro Metternich ed il Conte Franz Anton von Kolowrat-Liebsteinsky, che si dimostrò inaffidabile nel momento del bisogno, oltre all'Arciduca Luigi d'Asburgo-Lorena, suo zio.
Il 7 settembre 1836 egli ricevette ufficialmente anche la Corona di Boemia a Praga, atto che culminò con la donazione di 50.000 ducati per opere pubbliche e caritatevoli. Il giorno della sua incoronazione a Re del Regno Lombardo-Veneto (6 settembre 1838) promulgò un'amnistia generale per tutti i reati politici nelle province del Regno.
Ferdinando I aveva inoltre sposato Maria Anna di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele I, che mantenne sempre stretti contatti col suo paese d'origine e con le sorelle: Maria Beatrice di Savoia (1792-1840), Duchessa di Modena; Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie   e Maria Teresa di Savoia (1803-1879) Duchessa di Lucca e poi di Parma. La coppia imperiale non ebbe figli.






Il termine dell'Impero di Ferdinando I :


File:Ferdinando I d'Austria.jpg
Ferdinando nel 1870.




Dopo l'insurrezione settaria viennese del 1848, decisa l'anno precedente durante il Congresso massonico  di Strasburgo , Ferdinando I , da sempre emarginato in politica e manovrato nelle decisioni, abdicò in favore del giovane nipote Francesco Giuseppe, figlio di suo fratello. Ferdinando
passò quindi gli ultimi anni della sua triste vita al castello di Praga dove morì ad 82 anni, nel 1875.











Continua...


Fonte:

Wikipedia.

  • V. Baldacci, Le riforme di Pietro Leopoldo e la nascita della Toscana moderna, ed. Regione Toscana, Firenze, 2000 ISBN 88-85957-71-4
  • F. Beccatini, Vita pubblica e privata di Pietro Leopoldo d'Austria, Granduca di Toscana, poi Imperatore Leopoldo II, Siena, 1797
  • L. Bellatalla, Pietro Leopoldo di Toscana granduca-educatore: teoria e pratica di un despota illuminato, ed. M. Pacini Fazzi, 1984
  • G. Cucentrentoli, Pietro Leopoldo I, Granduca e Imperatore, rinnovamento della Toscana in I granduchi di Toscana della casa Asburgo-Lorena, 1973
  • F. Diaz, Il Granducato di Toscana: I Lorena dalla Reggenza agli anni rivoluzionar, UTET, Torino, 1976
  • G. La Rosa, Il sigillo delle riforme: la 'Costituzione' di Pietro Leopoldo di Toscana, 1997
  • M. Majone, Illuminismi e Risorgimenti, Bulzoni, Roma, 2005
  • M. Mattolini, Il principe illuminato, Pietro Leopoldo: la Toscana dei Lorena in Storia della Toscana moderna, ed. Medicea, Firenze, 1981
  • Adam Wandruszka, Pietro Leopoldo. Un grande riformatore, Firenze, Vallecchi, 1968.

  • Schimmer, "Ferdinand I.", Wien 1849
  • Holler Gerd, "Gerechtigkeit für Ferdinand. Österreichs gütiger Kaiser". Wien 1986
  • Weissensteiner Friedrich, "Die österreichischen Kaiserinnen", Piper 2005

  • Scritto da:

    Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.