giovedì 4 luglio 2013

J. Ratzinger e il Primato di Pietro

J. Ratzinger e il Primato di Pietro
 
 
 
Nei precedenti studi [1] abbiamo constatato che, secondo J. Ratzinger (non secondo la Fede Cattolica), da cardinale prima e da Papa poi, è certo:
- che “la Chiesa assira dell’Oriente” è una “autentica Chiesa particolare, fondata sulla fede ortodossa”;
- che “La Chiesa assira dell’Oriente ha anche preservato la piena fede eucaristica nella presenza di nostro Signore” e in essa “si trovano veri sacramenti, soprattutto, in forza della successione apostolica, il sacerdozio e l’Eucaristia”
- che “le parole dell’Istituzione Eucaristica sono di fatto presenti nell’Anafora di Addai e Mari”
- che oggi “siamo testimoni di un nuovo integralismo che sembrerebbe di supporto a ciò che è strettamente Cattolico, ma in realtà lo corrompe dal di dentro. Produce sospetto e animosità, lontani dallo Spirito del Vangelo. C’è un’ossessione per la lettera, che stima la liturgia della Chiesa come invalida, ponendo se stessa fuori della Chiesa”
- che “la validità della liturgia [Eucaristia] dipende primariamente, non da specifiche parole, ma dalla comunità della Chiesa”
- che il “Concilio di Trento conclude le sue affermazioni sul Corpo di Cristo con qualcosa che offende le nostre orecchie ecumeniche ed ha senza dubbio contribuito non poco verso lo screditare questo banchetto nell’opinione dei nostri fratelli protestanti. Ma, se noi purifichiamo la sua formulazione dal tono appassionato del 16° secolo, saremmo sorpresi da qualcosa di grande e positivo”. [1]
J. Ratzinger, da cardinale teologo prima e da Papa poi, ritiene [2] anche: 
- che la “Chiesa non deve preoccuparsi per la conversione dei Giudei”
- che “i Giudei sono una predica vivente”
- che sono “nostri padri nella fede”
- che “Israele conserva la propria missione”
- che Israele “al tempo giusto sarà salvata interamente”
- che “non è necessario conoscere o riconoscere Gesù come Figlio di Dio per essere salvati, se non ci sono ostacoli insormontabili, di cui egli non è colpevole” (Non si cita per nulla l’ignoranza invincibile o la pazzia; lo capiamo dal contesto poiché riguarda i ben informati Giudei, i quali conoscono Cristo e i Vangeli, e dalle successive prassi e dichiarazioni medesime a conferma). [2]
Abbiamo anche dovuto dimostrare [1] [2], e nemmeno con grande difficoltà, che queste convinzioni teologiche evidentemente non provengono dalla Fede Cattolica così come la conosciamo; lo abbiamo fatto richiamando adeguatamente il Magistero universale e ordinario, riportando specifiche citazioni del Canone, ben interpretate nell’unanimità, e numerosi dogmi di Fede.
Oggi studieremo quello che, secondo J. Ratzinger, è il Primato di Pietro e come potrebbe essere “modificato” per favorire l’ecumenismo con le “altre chiese”, in visione di presunte “unità”. Lo studio è svolto sempre partendo dal nostro presupposto, confermato, che l’ecumenismo cattolico è ben diverso dal falso ecumenismo conciliare che sembra essere più prossimo all’irenismo o al pancristianesimo. [3] 
Abbiamo, in precedenza, notato che l’attuale crisi della Chiesa si potrebbe risolvere con grande determinazione e immediatezza, se solo si ritornasse alla Fede Cattolica così come è presente nel Canone, nel Deposito e, non lontano nel tempo, anche negli scritti vincolanti di Papa San Pio X. [4]
Nel libro Principles of Catholic Theology si legge, sul Primato di Pietro, tanto ed anche di più. Quel tanto che basta per farci capire come la pensava J. Ratzinger sull’argomento, come ha confermato queste sue credenze anche da Papa, e come – lo vedremo – invece la Fede Cattolica ci insegna e comanda. 
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Gesù consegna le Chiavi a San Pietro
Gesù consegna le Chiavi a San Pietro
 
Joseph Ratzinger, Principles of Catholic Theology, 1982, pp. 197-198:
Le richieste per la ricerca dell’unità con gli ortodossi orientali e con i protestanti: Da parte dell’Occidente, la massima richiesta sarebbe che l’oriente riconosca il primato del Vescovo di Roma nella piena portata della definizione del 1870 [Concilio Vaticano PRIMO] e che nel far questo si sottometta nella pratica, al Primato, come è stato accettato dalle chiese Uniate. Da parte dell’Oriente, la massima richiesta sarebbe che l’Occidente dichiari erronea la dottrina del primato definita nel 1870 e che in far ciò sottometta, in pratica, un primato come è stato accettato con la rimozione del Filioque dal Credo, e dei dogmi mariani del 19° e 20° secolo. Riguardo al protestantesimo la massima richiesta della Chiesa Cattolica sarebbe che i ministri ecclesiali protestanti siano riguardati come totalmente invalidi ed i protestanti siano convertiti al cattolicesimo; la massima richiesta dei protestanti [...] sarebbe che la Chiesa Cattolica accetti, insieme con l’incondizionato riconoscimento di tutti i ministri protestanti, il concetto protestante di ministero e la loro comprensione della Chiesa e così, in pratica, rinunci alla struttura sacramentale ed apostolica della Chiesa, che significherebbe, in pratica, la conversione dei cattolici al protestantesimo [...] NESSUNA DI TALI MASSIME SOLUZIONI OFFRE NESSUNA REALE SPERANZA DI UNITÀ [...] NÉ È POSSIBILE [...] CONSIDERARE COME LA SOLA FORMA POSSIBILE E, DI CONSEGUENZA, COME VINCOLANTE TUTTI I CRISTIANI LA FORMA CHE QUESTO PRIMATO HA PRESO NEI SECOLI 19° E 20°”.
Proseguiamo. Joseph Ratzinger, Principles of Catholic Theology, 1982, pp. 216-217:
Il Patriarca [ortodosso scismatico] Athenagora [...] ha detto [...] che [...] «Il vescovo di Roma è il primo tra noi in onore, che presiede nella carità». E’ chiaro che, dicendo questo, il patriarca non ha abbandonato le pretese delle Chiese Orientali o il riconoscimento del primato dell’occidente. Piuttosto, ha dichiarato chiaramente che l’Oriente ha compreso come l’ordine, il rango e il titolo, dei vescovi eguali NELLA CHIESA – E VARREBBE LA PENA PER NOI CONSIDERARE SE QUESTA ANTICA CONFESSIONE, CHE NON HA NULLA A CHE VEDERE CON IL “PRIMATO DI GIURISDIZIONE”, MA CONFESSA UN PRIMATO DI “ONORE” E DI AMORE [AGAPE], NON POTREBBE ESSERE RICONOSCIUTA COME UNA FORMULA CHE ADEGUATAMENTE RIFLETTE LA POSIZIONE CHE ROMA OCCUPA NELLA CHIESA – IL “SANTO CORAGGIO” RICHIEDE CHE LA PRUDENZA SIA COMBINATA CON L’ “AUDACIA”: IL REGNO DI DIO SOFFRE VIOLENZA [...] IN ALTRE PAROLE, ROMA NON DEVE RICHIEDERE DALL’ORIENTE, RIGUARDO ALLA DOTTRINA DEL PRIMATO, PIÙ DI QUANTO È STATO FORMULATO E VISSUTO NEL PRIMO MILLENNIO. QUANDO IL PATRIARCA ATHENAGORA [...] IN OCCASIONE DELLA VISITA DEL PAPA [...] LO HA DESIGNATO COME SUCCESSORE DI S. PIETRO, COME IL PIÙ STIMATO TRA NOI, COME COLUI CHE PRESIEDE NELLA CARITÀ, QUESTO GRANDE LEADER DELLA CHIESA STAVA ESPRIMENDO IL CONTENUTO ECCLESIALE DELLA DOTTRINA DEL PRIMATO COSÌ COME ERA CONOSCIUTO NEL PRIMO MILLENNIO. ROMA NON HA BISOGNO DI CHIEDERE DI PIÙ”.
Queste affermazioni, o di molto simili, saranno poi confermate nella prassi ed in successivi scritti e documenti; il pontificato stesso di Benedetto XVI ne è testimonianza diretta.
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Benedetto XVI con i rappresentati delle false chiese
Benedetto XVI con i rappresentati delle false chiese
 
Praticamente, queste affermazioni, se ben tradotte e così come si presentano evidentemente al lettore, sembrano contenere numerosi concetti di aggiramento delle Verità Cattoliche e anche di prossimità all’eresia, se non addirittura di eresia stessa:
1) Il falso ecumenismo, che presuppone l’unione, senza che la Chiesa Cattolica richieda il riconoscimento di TUTTA la Fede Cattolica (INTEGRALMENTE) alle altre comunità o “pseudo-chiese”; invece la Chiesa stessa e Cristo (MISSIONE) hanno sempre insegnato che deve essere riconosciuta e professata integralmente la Fede Cattolica (vedi Vangeli, Simbolo atanasiano, Pio XI in Mortalium Animos, ecc…). Noi sappiamo, certamente, che queste idee sono «derivanti da un eretico concetto di unità ecclesiale»;
2) Le “chiese” (scismatiche) sarebbero PARTE dell’unica Chiesa di Cristo. Un cattolico mediamente informato, che ha letto un Catechismo o un C.I.C. pre conciliare, dei documenti di Magistero universale o delle dichiarazioni ex cathedra inerenti, sa bene che la Fede Cattolica non ha mai insegnato questo, nella forma che ci è qui presentata;
3) Di conseguenza, i vescovi di tali “chiese” (scismatiche) SONO vescovi e pastori NELLA Chiesa di Cristo (come vedremo prossimamente in numerosissimi altri testi, e non solo di Ratzinger, ma anche di Paolo VI e Giovanni Paolo II, futuro santo);
4) La Chiesa NON deve chiedere agli ortodossi (scismatici) il riconoscimento del dogma del primato di giurisdizione come definito dal CONCILIO VATICANO I del 1870; 
5) Le AGGIUNTE proposte ed applicate. Noi sappiamo con certezza che la Fede Cattolica non aggiunge cose nuove con le definizioni, ma definisce solennemente ciò che si è sempre creduto, com’è sempre stato fin dall’era apostolica. Ciò va contro il Concilio Vaticano I, e contro tutta la Fede Cattolica sempre insegnata dai Papi, dai santi, dai Padri e Dottori, dai teologi, dai catechismi. “Infatti ai successori di Pietro è stato promesso lo Spirito santo non perché per sua rivelazione manifestassero una nuova dottrina, ma perché con la sua assistenza custodissero santamente ed esponessero fedelmente la rivelazione trasmessa dagli apostoli, cioè il deposito della fede” (Concilio Vaticano I);
6) Si DUBITA DEL PRIMATO, così com’era conosciuto nel primo millennio (e quindi anche dagli Apostoli). Si legge “è un primato di onore”, come lo credono gli orientali; in sostanza, secondo il Ratzinger (dottore privato) sembrano avere ragione loro, proprio gli scismatici. Essenzialmente Ratzinger così facendo, stando ai suoi scritti, sembra aderire all’eresia ortodossa scismatica.
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Papa Pio IX
Papa Pio IX
 
In contro, abbiamo gli scritti della Fede Cattolica che ben chiariscono i dubbi che J. Ratzinger ci ha creato. 
Pio IX, Concilio Vaticano Primo:
Al solo Simone Pietro, inoltre, dopo la resurrezione, Gesù conferì la giurisdizione di sommo pastore e rettore su tutto il suo ovile, dicendo: Pasci i miei agnelli; pasci le mie pecore. A questa dottrina così chiara delle sacre scritture, com’è stata sempre intesa dalla chiesa cattolica, si oppongono apertamente le false opinioni di coloro che, fraintendendo la forma di governo istituita da Cristo signore nella sua chiesa, negano che il solo Pietro, rispetto agli altri apostoli, sia presi singolarmente che tutti insieme, abbia ricevuto un vero e proprio primato di giurisdizione da Cristo; o quanti affermano che questo primato immediatamente e direttamente sarebbe stato conferito non allo stesso beato Pietro, ma alla chiesa e, per mezzo di essa, a lui, come a suo ministro.
Perciò SE QUALCUNO DIRÀ CHE IL BEATO APOSTOLO PIETRO NON È STATO COSTITUITO DA CRISTO SIGNORE, PRINCIPE DI TUTTI GLI APOSTOLI E CAPO VISIBILE DI TUTTA LA CHIESA MILITANTE; OVVERO CHE EGLI DIRETTAMENTE ED IMMEDIATAMENTE ABBIA RICEVUTO DAL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO SOLO UN PRIMATO D’ONORE E NON DI VERA E PROPRIA GIURISDIZIONE: SIA ANATEMA”.
Capitolo II. La perpetuità del primato di Pietro nei romani pontefici:
Ma ciò che il principe dei pastori e pastore supremo del gregge, il signore Gesù Cristo, ha istituito nel beato apostolo Pietro a perpetua salvezza e perenne bene della chiesa, deve per volontà dello stesso Cristo, durare per sempre nella chiesa, che, fondata sulla pietra, resterà incrollabile fino alla fine dei secoli.
Nessuno, a questo proposito, ignora, anzi è noto da secoli a tutti, che il santo e beatissimo Pietro, principe e capo degli apostoli, colonna della fede e fondamento della chiesa cattolica, HA RICEVUTO LE CHIAVI DEL REGNO DA NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, salvatore e redentore del genere umano: Pietro vive, presiede ed esercita il suo giudizio fino al presente e per sempre nei suoi successori, ossia nei vescovi della santa sede di Roma, da lui fondata e consacrata dal suo sangue. Sicché CHIUNQUE GLI SUCCEDE IN QUESTA CATTEDRA, PER DISPOSIZIONE DELLO STESSO CRISTO, HA IL PRIMATO DI PIETRO SU TUTTA LA CHIESA. Rimane, allora, ciò che ha disposto la verità, e il beato Pietro, perseverando nella solidità di pietra, che ha ricevuto, non ha lasciato la guida della chiesa che gli fu affidata. Per questo motivo ogni chiesa – cioè tutti i fedeli di ogni luogo – dovette sempre concordare con la chiesa Romana in forza della sua origine superiore, affinché in quella sede, da cui emanano su tutti le norme della veneranda comunione, come membra unite nel capo, esse si unissero nella compagine di un solo corpo.
SE, QUINDI, QUALCUNO DIRÀ CHE NON È PER ISTITUZIONE DELLO STESSO CRISTO SIGNORE, CIOÈ PER DIRITTO DIVINO, CHE IL BEATO PIETRO HA SEMPRE DEI SUCCESSORI NEL PRIMATO SU TUTTA LA CHIESA; O CHE IL ROMANO PONTEFICE NON È SUCCESSORE DEL BEATO PIETRO IN QUESTO PRIMATO: SIA ANATEMA”.
Capitolo III. Valore e natura del primato del Romano pontefice:
Basandoci, perciò, sulle CHIARE TESTIMONIANZE DELLE SACRE SCRITTURE, e seguendo gli espliciti decreti sia dei nostri predecessori Romani pontefici, che dei concili generali, rinnoviamo la definizione del concilio ecumenico di Firenze, secondo la quale tutti i cristiani devono credere che “la santa sede apostolica e il Romano pontefice hanno il primato su tutta la terra; e che lo stesso pontefice Romano è successore del beato Pietro, principe degli apostoli, e vero vicario di Cristo, capo di tutta la chiesa, padre e maestro di tutti i cristiani. Che AL BEATO PIETRO, INOLTRE, È STATO DATO DAL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO IL PIENO POTERE DI PASCERE, REGGERE E GOVERNARE LA CHIESA UNIVERSALE, COME SI LEGGE NEGLI ATTI DEI CONCILI ECUMENICI E NEI SACRI CANONI.
Insegniamo, perciò, e dichiariamo che la chiesa Romana, per disposizione del Signore, ha un primato di potere ordinario su tutte le altre; e che questa potestà di giurisdizione del Romano pontefice, essendo veramente episcopale, è immediata: QUINDI I PASTORI E I FEDELI, DI QUALSIASI RITO E DIGNITÀ, SIA CONSIDERATI SINGOLARMENTE CHE NEL LORO INSIEME, SONO TENUTI AL DOVERE DELLA SUBORDINAZIONE GERARCHICA E DELLA VERA OBBEDIENZA VERSO DI ESSA, NON SOLO IN CIÒ CHE RIGUARDA LA FEDE E I COSTUMI, MA ANCHE IN CIÒ CHE RIGUARDA LA DISCIPLINA E IL GOVERNO DELLA CHIESA SPARSA SU TUTTA LA TERRA. Di modo che, conservando l’unità della comunione e della professione della stessa fede col Romano pontefice, la chiesa di Cristo sia un solo gregge sotto un solo sommo pastore. QUESTA È LA DOTTRINA DELLA VERITÀ CATTOLICA, DALLA QUALE NESSUNO PUÒ ALLONTANARSI SENZA METTERE IN PERICOLO LA FEDE E LA SALVEZZA.
Questa potestà del sommo pontefice è lontana dal recare pregiudizio alla potestà ordinaria ed immediata della giurisdizione episcopale – in virtù della quale i vescovi, che per disposizione dello Spirito santo successero agli apostoli, in qualità di veri pastori, pascono e governano ciascuno il gregge a lui affidato -. Anzi tale potere è asserito, rafforzato e rivendicato dal pastore supremo ed universale, secondo il detto di S. Gregorio Magno: “il mio onore è l’onore della chiesa universale. Mio onore è il solido vigore dei miei fratelli. Allora io mi sento veramente onorato, quando ad ognuno di essi non si nega l’onore dovuto” … Perciò SE QUALCUNO DIRÀ CHE IL ROMANO PONTEFICE HA SOLO UN POTERE DI VIGILANZA O DI DIREZIONE, E NON, INVECE, LA PIENA E SUPREMA POTESTÀ DI GIURISDIZIONE SU TUTTA LA CHIESA, NON SOLO IN MATERIA DI FEDE E DI COSTUMI, MA ANCHE IN CIÒ CHE RIGUARDA LA DISCIPLINA E IL GOVERNO DELLA CHIESA UNIVERSALE; O CHE EGLI HA SOLO UNA PARTE PRINCIPALE, E NON, INVECE, LA COMPLETA PIENEZZA DI QUESTA POTESTÀ; O CHE ESSA NON È ORDINARIA ED IMMEDIATA, SIA SU TUTTE LE SINGOLE CHIESE, CHE SU TUTTI I SINGOLI PASTORI: SIA ANATEMA”.
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SIA ANATEMA” grida Pio IX nel Concilio Vaticano I per tutte quelle dottrine così perniciose e già condannate; “anatema” che ha basi solide e infallibili proprio nella Scrittura, nei Concilii precedenti e ricordando, quindi, quelle verità certe di Fede Cattolica, verità alle quali noi crediamo e aderiamo con gioia e con ardimento.
Come posso, dentro di me, non rievocare lo stesso grido di allarme – “SIA ANATEMA” – quando leggo questi scritti di J. Ratzinger? Con che coraggio posso scagliarmi contro la Fede Cattolica nella speranza di non dannarmi se dovessi morire con delle errate convinzioni, conoscendo già certamente quello che Cristo ha insegnato e comandato?
Alla luce anche dello studio sull’Infallibilità di Pietro e della Chiesa, sia nel Magistero universale, sia in quello ordinario [5], come posso vivere sereno davanti a siffatte ed a tante altre dichiarazioni che escludono dalla comunione dei santi?
Carlo Di Pietro
Note:
[1] http://radiospada.org/2013/06/27/j-ratzinger-leucaristia-e-il-racconto-dellistituzione/
[2] http://radiospada.org/2013/06/27/j-ratzinger-leucaristia-e-il-racconto-dellistituzione/
[3] http://radiospada.org/2013/06/18/il-falso-ecumenismo/
[4] http://radiospada.org/2013/06/11/rileggere-san-pio-x-per-capire-la-crisi-attuale/
[5] http://radiospada.org/2013/06/30/linfallibilita-della-chiesa-e-del-papa-magistero-universale-e-ordinario/
 
Fonte: