mercoledì 10 luglio 2013

Il “Vescovo di Roma”, l’Islam e le “altre chiese”

Il “Vescovo di Roma”, l’Islam e le “altre chiese”
 
 
“Ce l’ho” con Jorge Mario Bergoglio? Assolutamente no, niente di personale, tuttavia qualsiasi cosa accusi o contrari, anche implicitamente, 260 papi e 2000 anni di santi e martiri, e quindi anche lo Spirito Santo, “non mi piace”.
Sembravano dei lapsus, forse degli errori dovuti alla lingua, forse delle dichiarazioni mal comprese, forse anche delle dichiarazioni dettate da ignoranza, ma a quanto pare è sempre più chiaro che si può e si dovrebbe parlare di “libera adesione all’errore”, quindi è assolutamente lecito ed anche obbligatorio, in alcuni contesti e misure, il diritto di critica.
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Alcune dichiarazioni [la fede di Bergoglio]
Il 16 Marzo 2013, durante la sua prima Udienza, Papa Bergoglio impartisce una inconsueta benedizione. «Vi avevo detto che vi avrei dato di cuore la mia benedizione. Molti di voi non appartengono alla Chiesa cattolica, altri non sono credenti. Di cuore imparto questa benedizione, nel silenzio, a ciascuno di voi, rispettando la coscienza di ciascuno, ma sapendo che ciascuno di voi è figlio di Dio.» Nella circostanza non benedì con il segno della Croce. [1]
L’Imam di Firenze testimonia di aver incontrato Bergoglio in Vaticano nella Sala Clementina e ci parla di un Francesco emozionante, il cui discorso ha sottolineato l’importanza del dialogo con l’Islam e del perseguimento della povertà e della carità. Nello stesso incontro, avvenuto il 20 Marzo del 2013, “Papa Francesco ha salutato e ringraziato tutti gli appartenenti alle altre tradizioni religiose, ma si è rivolto con attenzione particolare ai fedeli islamici. Mi rivolgo «innanzitutto ai musulmani – ha detto – che adorano un Dio unico, vivente e misericordioso e lo invocano nella preghiera. Apprezzo molto la vostra presenza – ha poi aggiunto – in essa vedo un segno tangibile della volontà di crescere nella stima reciproca e nella cooperazione per il bene comune».” [2] [3]
In udienza generale, 19 giugno 2013: «Le divisioni tra noi, ma anche le divisioni fra le comunità: cristiani evangelici, cristiani ortodossi, cristiani cattolici, ma perché divisi? [la divisione è motivata dalla loro volontaria e pertinace adesione all'errore, lo spiega Gesù, mille volte. N.d.a.] Dobbiamo cercare di portare l’unità. Vi racconto una cosa: oggi, prima di uscire da casa, sono stato quaranta minuti, più o meno, mezz’ora, con un Pastore evangelico e abbiamo pregato insieme, e cercato l’unità. Ma dobbiamo pregare fra noi cattolici e anche con gli altri cristiani, pregare perché il Signore ci doni l’unità, l’unità fra noi». [4]
Lampedusa, 8 giugno 2013: “Il Papa ha poi rivolto un saluto ai «cari immigrati musulmani che, oggi, stasera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali».” [5] E molto altro …
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Lettre encyclique du pape Pie X du 25 août 1910, sur «le Sillon», Notre Charge Apostolique
Lettre encyclique du pape Pie X du 25 août 1910, sur «le Sillon», Notre Charge Apostolique
 
 
La Fede Cattolica
Si legge e si dice che Bergoglio, con queste (e tante altre) sue affermazioni, sa avvicinare le persone alla fede (quale???) e che le sue sono parole di amore.
Ebbene, in contro abbiamo la Fede Cattolica di San Pio X, che ricorda il Vangelo: «La dottrina cattolica ci insegna che il primo dovere della carità non consiste nella tolleranza delle convinzioni erronee, per quanto sincere esse siano, né nella indifferenza teorica o pratica per l’errore o per il vizio in cui vediamo immersi i nostri fratelli, ma nello zelo per il loro miglioramento intellettuale e morale, non meno che per il loro benessere materiale. Questa stessa dottrina cattolica ci insegna pure che la sorgente dell’amore per il prossimo si trova nell’amore di Dio, padre comune e comune fine di tutta l’umana famiglia, e nell’amore di Gesù Cristo, di cui siamo le membra al punto che consolare un infelice equivale a far bene a Gesù Cristo stesso. Ogni altro amore è illusione o sentimento sterile e passeggero.» [Lettera agli Arcivescovi e ai Vescovi francesi, Notre charge apostolique, Roma, 25 agosto 1910]
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Gesù insegna e comanda
Gesù insegna e comanda
 
 
Le parole di San Pio X, in Gesù
(differenza fra amore cristiano e amore “massonico” o del N.W.O.)
Infatti [Ogni altro amore è illusione o sentimento sterile e passeggero] noi sappiamo, per certo, da Cristo, dalla Tradizione e dalla Chiesa: «Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi» [Marco 12,31] [passi paralleli Lev 19,18; Mt 22,39; Lc 10,27; Rm 13,9; Gal 5,14; Gc 2,8]. Ma …
Come si può notare, l’imprudente od il falso fedele [6], suole travisare il messaggio di amore datoci da Gesù. Leggiamolo integralmente: “Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi». Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo”.
C’è da notare, inoltre, che qui lo scriba utilizza “Egli” per indicare Dio Padre, ciò esclusivamente per riverenza e rispettando la tradizione, visto che non si osava pronunciare il nome proprio di Dio. Rispetto a Deuteronomio 6,5 Marco cita tutto il passo, però ne modifica l’ordine ed aggiunge “il cuore”, difatti si legge “amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”, anteponendo “il cuore” a tutto il resto della frase. Come si capisce dal testo biblico, evidentemente, Gesù spiega che c’è un Comandamento più importante degli altri, più profondo, decisivo, che necessita di una precedenza totale, non secondo a nulla, cioè: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.”
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Il Dottore Angelico, San Tommaso d'Aquino
Il Dottore Angelico, San Tommaso d’Aquino
 
 
Come può l’uomo amare Dio in questo modo?
Amare Dio più di ogni altra cosa è il primo ed il maggiore dei Comandamenti; Dio, essendo tale, per essere amato necessita che l’uomo abbracci tutti i doveri che seguentemente gli sono comandati visto che, se Dio sarà presente nel cuore del fedele, sarà Egli stesso ad “aiutarlo” nell’obbedienza a tutti gli altri Precetti necessari per il pieno raggiungimento dell’amore. E’ doveroso far presente al lettore che mentre Dio non ci domanda bensì ci impone l’obbligo di amarLo (dovere), l’uomo viceversa potrà aderire al messaggio avendo in sé sia le conoscenze che le idoneità per non deluderLo; si comprende altresì che mentre amare Dio non è un merito (è un dovere), il non amarLo è una colpa ostativa che ci priva della gratia gratum faciens, grazia santificante che rende l’uomo gradito a Dio (S. Tommaso, Summa T., q. 110, a.2.).
Da dove arrivano i «frutti spirituali» che Bergoglio cita [fuori luogo]
Difatti «autore della grazia non può essere altri che Dio, ciò significa che l’uomo (la volontà umana, il libero arbitrio) non possiede alcun potere di prepararsi a essa. Perciò “qualsiasi possa essere la preparazione da parte dell’uomo, essa va attribuita all’aiuto di Dio che muove l’anima al bene. Ecco perché lo stesso moto virtuoso del libero arbitrio, col quale uno si prepara a ricevere il dono della grazia, è un atto del libero arbitrio”» (Op. cit., q. 112, a. 2). Abbiamo, dunque, capito che prima di ogni cosa bisogna amare Dio e lo facciamo come ci insegna 1Giovanni 5,3: “perché in questo consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi”.
L’autore ci fa capire che l’amore di Dio e l’osservanza dei Comandamenti vanno di pari passo, sono uniti, formano una sola cosa; ci fa notare, inoltre, che non può esistere, secondo la volontà di Dio, un amore disubbidiente, un amore per altre divinità o altre “chiese”. Da ciò deriva anche l’importanza dell’ubbidienza verso i superiori.
C’è di più! L’autore ci rassicura e, come dicevamo prima, se il fedele ama Dio [non Allah, come sostiene Bergoglio] conseguentemente e contemporaneamente saprà rispettare i Suoi Comandamenti in maniera molto più semplice, come ci ricorda anche Matteo 11,30 «il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»; mentre Romani 12,2 aggiunge e completa: «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto».
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L’amore per il prossimo
Assodato, come abbiamo visto, che l’amore è anzitutto amare Dio rispettando i Suoi Comandamenti, solo adesso e mai prima, possiamo passare ad analizzare Marco 12,31 «Amerai il prossimo tuo come te stesso».
Senza l’amore di Dio (in caso di ignoranza invincibile fa fede il battesimo di desiderio implicito, il rispetto della legge naturale) non c’è altra tipologia di amore conseguente; da ciò ne deriva il fatto che – solo dopo – Gesù parla di amore per il prossimo come per se stessi.
La prima tavola della Legge ha per oggetto l’amore che si deve a Dio, mentre la seconda tavola della Legge ha per oggetto l’amore che dobbiamo ai nostri analoghi; pertanto il secondo insegnamento di Gesù si presenta come analogo al primo «non c’è altro comandamento più importante di questi» (notare l’uso di “QUESTI”);
L’amore enunciato nel primo insegnamento include e sorregge il secondo, dunque se si dovesse trasgredire il secondo, ecco che è impossibile rispettare anche il primo, e l’ammonimento ce lo fa 1Giovanni 4,20-21 “Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello”.
 
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Bergoglio con il Rabbino Capo di Roma, spett.le dott. Riccardo Di Segni
Bergoglio con uno gent.mo Rabbino
Bergoglio con lo spett.le dott. Yusuf Al Qaradawi, mussulmano
Bergoglio con lo spett.le dott. Yusuf Al Qaradawi, mussulmano
 
 
 
Altre forme di “falso amore”
In Marco 12 troviamo anche un altro essenziale insegnamento [di amore] che è di condanna all’amore di sé, all’idolatria, al culto dell’individuo, all’attaccamento alla mondanità ed alle cose del mondo, difatti Gesù dice di amare «con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza» Dio ed il prossimo come se stessi, NON altri idoli, altre fedi, NON ALTRO! Conferma di ciò la abbiamo in Matteo 7,12 «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti». Prosegue in 13 dicendo «Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!».
Abbiamo, quindi, chiari riferimenti ed insegnamenti espliciti. Ora non siamo più ignoranti, quindi potremmo diventare potenzialmente colpevoli; la nostra fede ci viene presentata in maniera chiara, ci sono compendiati tutti i doveri della Legge, è adatta alla comprensione anche da parte di un adolescente, è breve e facilmente memorizzabile, porta in sé tutti i casi possibili della vita.
A conferma ulteriore, abbiamo San Paolo che ci spiega in Galati 1: – cosa il Pastore deve insegnare; – quale Vangelo; – come deve farlo; – il non opportunismo; – vieta la pubblicità per avere facile clientela; – vieta l’addomesticamento del Vangelo. Leggiamo:
“Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, *e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia. *Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, *che ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso, secondo la volontà di Dio Padre nostro, *al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. *Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. *In realtà, però, non ce n’è un altro: solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. *Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema! *L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema! *Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo! [Gal I 1,10]
E’ evidentemente immutabile poiché Dio si è espresso per qualsiasi uomo, in ogni luogo, nel tempo presente e per l’eternità [cf. Gal III , 28]. Concludo con Romani 13,10 «L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore», esortazione che San Paolo fa seguire e completa dicendo «rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13,14), proprio per evitare fraintendimenti riconducibili a false forme di amore e di religiosità.
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San Francesco e il sultano al-Kamil
San Francesco e il sultano al-Kamil
 
 
Bergoglio e San Francesco
Poi, sempre più spesso, si sente dire e si legge che Bergoglio invia messaggi francescani, è come San Francesco. Allo studioso della materia questo non risulta affatto [risulta l'opposto] e, per testimoniare ciò, citiamo un solo, notissimo e semplice esempio.
Il sultano al-Kamil disse: “Il vostro Dio ha insegnato nei suoi Vangeli che non si deve rendere male per male [...] Quanto più dunque i cristiani non devono invadere la nostra terra?”.
Replicò Francesco: “Non sembra che abbiate letto per intero il Vangelo di Cristo nostro Signore. Altrove dice infatti: ‘Se un tuo occhio ti scandalizza, cavalo e gettalo lontano da te’ [...], con il che ci volle insegnare che dobbiamo sradicare completamente [...] un uomo per quanto caro o vicino — anche se ci fosse caro come un occhio della testa — che cerchi di toglierci dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Per questo i cristiani giustamente attaccano voi e la terra che avete occupato, perché bestemmiate il nome di Cristo e allontanate dal suo culto quelli che potete. Se però voleste conoscere il creatore e redentore, confessarlo e adorarlo, vi amerebbero come loro stessi”.
Francesco difese l’opera del crociati e propose al sultano la conversione. Francesco propose al sultano anche un «giudizio di Dio» con i sufi islamici presenti, li sfidò ad affrontare i carboni ardenti per dimostrare la veridicità delle rispettive fedi. Ma quelli rifiutarono, e tra di loro vi fu forse un certo Fakhr al-Farisi, celebre consigliere del sultano, sulla cui tomba è scritto che ebbe “un famoso caso con un monaco cristiano”. Sappiamo anche che a quel punto Francesco propose di affrontare da solo la prova del fuoco, ma il sultano si oppose. Il santo poté quindi predicare ai musulmani. [Per ulteriori, ma brevi, approfondimenti consultare la nota 7, sui rapporti fra San Francesco e l'Islam]
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L’uomo che non conosce Dio
Come si può amare senza essere sobri e vigilanti, se non si conosce neanche l’ABC del Catechismo? Di questo dovranno renderne conto i parroci e vescovi a nostro Signore.
Come si può dire di essere cattolici, senza neanche conoscere il Catechismo o basando la propria fede su opinioni di terzi? La conoscenza del Catechismo Maggiore è basilare per la nostra fede e consiglio vivamente a tutti i cattolici di leggerlo, facendo molta attenzione a non tralasciare nulla. Si può operare di tumore senza essere chirurgo, oncologo, specializzato? No. Lo stesso concetto vale per l’essere cattolico, per il salvarsi l’anima.
Come può compiersi nel cattolico la volontà di Dio, se il cattolico conosce solo la parola dell’uomo e non studia, almeno nel Catechismo, la Parola di Dio? Ecco i risultati delle catechesi moderniste e progressiste: ignoranza totale in materia di fede e, nello stesso tempo, presunzione di insegnare la volontà di Dio, non secondo Dio, ma secondo la propria fede, fatta su misura, cucita di un relativismo senza eguali.
Come può un membro di altra religione giungere al Padre pur avendo conosciuto l’esistenza di Cristo e della Sua Chiesa ed avendone rifiutato adesione? La Sacra Scrittura (interpretata così come sostenuto unanimemente dai Padri, è dogma) ci insegna la verità e non sbaglia, “perché Dio stesso è l’autore della Sacra Scrittura: essa è perciò detta ispirata e insegna senza errore quelle verità, che sono necessarie alla nostra salvezza. Lo Spirito Santo ha infatti ispirato gli autori umani, i quali hanno scritto ciò che egli ha voluto insegnarci. La fede cristiana, tuttavia, non è «una religione del Libro», ma della Parola di Dio, che non è «una parola scritta e muta, ma il Verbo incarnato e vivente»” (San Bernardo di Chiaravalle).
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Mussulmani in preghiera
Mussulmani in preghiera
 
 
La salvezza nell’Islam e nelle “false chiese”?
A volte mi si “accusa” di essere “eccessivamente tradizionale” e di non prendere in considerazione, anzi di contestare (a ragion veduta in alcuni casi), gli scritti di Ratzinger. Ebbene, oggi vorrei commentare Bergoglio con gli stessi scritti del “Papa emerito”.
Al Can. 162, il Compendio al Catechismo ci insegna che «l’unica Chiesa di Cristo, come società costituita e organizzata nel mondo, sussiste (subsistit in) nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui. Solo per mezzo di essa si può ottenere la pienezza dei mezzi di salvezza, poiché il Signore ha affidato tutti i beni della Nuova Alleanza al solo collegio apostolico, il cui capo è Pietro.» [n.d.a. andiamo oltre il subsist in che non merita più di essere commentato, il Vangelo ci insegna che E'].
Nel Can. 171 dello stesso Compendio, è ben spiegato il concetto che fuori dalla Chiesa non c’è salvezza, difatti, ci dice che «ogni salvezza viene da Cristo-Capo per mezzo della Chiesa, che è il suo Corpo. Pertanto non possono essere salvati quanti, conoscendo la Chiesa come fondata da Cristo e necessaria alla salvezza, non vi entrassero e non vi perseverassero. Nello stesso tempo, grazie a Cristo e alla sua Chiesa, possono conseguire la salvezza eterna quanti, senza loro colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e, sotto l’influsso della grazia, si sforzano di compiere la sua volontà conosciuta attraverso il dettame della coscienza.» [n.d.a. si ricorda l’ignoranza invincibile “quanti, senza loro colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio” rispettando la legge naturale]
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Unico Dio della salvezza
Io credo in Dio. Questa prima affermazione della professione di fede è anche la più importante, quella fondamentale. Tutto il Simbolo parla di Dio, e, se parla anche dell’uomo e del mondo, lo fa in rapporto a Dio. Gli articoli del Credo dipendono tutti dal primo, così come i Comandamenti sono l’esplicitazione del primo. Gli altri articoli ci fanno meglio conoscere Dio, quale si è rivelato progressivamente agli uomini. “Giustamente quindi i cristiani affermano per prima cosa di credere in Dio” [Catechismo Romano, 1, 2, 2]. A Israele, suo eletto, Dio si è rivelato come l’Unico: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” ( Dt 6,4-5). Per mezzo dei profeti, Dio invita Israele e tutte le nazioni a volgersi a lui, l’Unico: “Volgetevi a me e sarete salvi, paesi tutti della terra, perché io sono Dio; non ce n’è altri… davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà ogni lingua. Si dirà: “Solo nel Signore si trovano vittoria e potenza”” ( Is 45,22-24) [Cf Fil 2,10-11 ]. Gesù stesso conferma che Dio è “l’unico Signore” e che lo si deve amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutte le forze [Cf Mc 12,29-30 ]. Nello stesso tempo lascia capire che egli pure è “il Signore” [Cf Mc 12,35-37 ].
 
 
Onorio III, alla fine del Concilio Lateranense IV, consacrò la fondazione dell’ordine domenicano con la bolla del 22 dicembre 1216
Onorio III, alla fine del Concilio Lateranense IV, consacrò la fondazione dell’ordine domenicano con la bolla del 22 dicembre 1216
 
Crediamo fermamente e confessiamo apertamente che uno solo è il vero Dio, eterno e immenso, onnipotente, immutabile, incomprensibile e ineffabile, Padre, Figlio e Spirito Santo: tre Persone, ma una sola Essenza, Sostanza, cioè Natura assolutamente semplice [Concilio Lateranense IV (1215): Denz. -Schönm., 800].
Dio rivela il suo Nome. Dio si è rivelato a Israele, suo popolo, facendogli conoscere il suo Nome. Il nome esprime l’essenza, l’identità della persona e il senso della sua vita. Dio ha un nome. Non è una forza anonima. Svelare il proprio nome, è farsi conoscere agli altri; in qualche modo è consegnare se stesso rendendosi accessibile, capace d’essere conosciuto più intimamente e di essere chiamato personalmente. Il Popolo d’Israele non pronuncia il Nome di Dio, per rispetto alla sua santità.Nella lettura della Sacra Scrittura il Nome rivelato è sostituito con il titolo divino “Signore” (“Adonai”, in greco “Kyrios”). Con questo titolo si proclamerà la divinità di Gesù: “Gesù è il Signore”.
Dio di misericordia e di pietà. Dopo il peccato di Israele, che si è allontanato da Dio per adorare il vitello d’oro, [Cf Es 32 ] Dio ascolta l’intercessione di Mosè ed acconsente a camminare in mezzo ad un popolo infedele, manifestando in tal modo il suo amore [Cf Es 33,12-17 ]. A Mosè che chiede di vedere la sua gloria, Dio risponde: “Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore [YHWH], davanti a te” ( Es 33,18-19). E il Signore passa davanti a Mosè e proclama: “YHWH, YHWH, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà” ( Es 34,5-6). Mosè allora confessa che il Signore è un Dio che perdona [Cf Es 34,9 ].
Conseguenze della fede nel Dio unico. Credere in Dio, l’Unico, ed amarlo con tutto il proprio essere comporta per tutta la nostra vita enormi conseguenze:
- Conoscere la grandezza e la maestà di Dio: “Ecco, Dio è così grande, che non lo comprendiamo” ( Gb 36,26). Proprio per questo Dio deve essere “servito per primo” [Santa Giovanna d'Arco, Dictum].
- Usare rettamente le cose create: la fede nell’Unico Dio ci conduce ad usare tutto ciò che non è lui nella misura in cui ci avvicina a lui, e a staccarcene nella misura in cui da lui ci allontana [Cf Mt 5,29-30; Mt 16,24; Mt 19,23-24 ].
Mio Signore e mio Dio, togli da me quanto mi allontana da te. Mio Signore e mio Dio, dammi tutto ciò che mi conduce a te. Mio Signore e mio Dio, toglimi a me e dammi tutto a te [San Nicolao di Flüe, Preghiera].
Il dogma della Santa Trinità. La Trinità è Una. Noi non confessiamo tre dèi, ma un Dio solo in tre Persone: “la Trinità consustanziale” [Concilio di Costantinopoli II (553): Denz. -Schönm., 421]. Le Persone divine non si dividono l’unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio tutto intero: “Il Padre è tutto ciò che è il Figlio, il Figlio tutto ciò che è il Padre, lo Spirito Santo tutto ciò che è il Padre e il Figlio, cioè un unico Dio quanto alla natura” [Concilio di Toledo XI (675): Denz. -Schönm., 530]. “Ognuna delle tre Persone è quella realtà, cioè la sostanza, l’essenza o la natura divina” [Concilio Lateranense IV (1215): Denz.-Schönm., 804].
 
 
 
Affresco medievale di san Gregorio Nazianzeno, Vescovo e Dottore della Chiesa
Affresco medievale di san Gregorio Nazianzeno, Vescovo e Dottore della Chiesa
 
 
Ai catecumeni di Costantinopoli san Gregorio Nazianzeno, detto anche “il Teologo”, consegna questa sintesi della fede trinitaria: «Innanzi tutto, conservatemi questo prezioso deposito, per il quale io vivo e combatto, con il quale voglio morire, che mi rende capace di sopportare ogni male e di disprezzare tutti i piaceri: intendo dire la professione di fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Io oggi ve la affido. Con essa fra poco vi immergerò nell’acqua e da essa vi trarrò. Ve la dono, questa professione, come compagna e patrona di tutta la vostra vita. Vi do una sola Divinità e Potenza, che è Uno in Tre, e contiene i Tre in modo distinto. Divinità senza differenza di sostanza o di natura, senza grado superiore che eleva, o inferiore che abbassa. . . Di tre infiniti è l’infinita connaturalità. Ciascuno considerato in sé è Dio tutto intiero. . . Dio le Tre Persone considerate insieme. . . Ho appena incominciato a pensare all’Unità ed eccomi immerso nello splendore della Trinità. Ho appena incominciato a pensare alla Trinità ed ecco che l’Unità mi sazia.» [San Gregorio Nazianzeno, Orationes, 40, 41: PG 36, 417].
Il fine ultimo dell’intera Economia divina è che tutte le creature entrino nell’unità perfetta della Beata Trinità [Cf Gv 17,21-23 ].
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Massoni, panteisti, pancristiani, filantropi, falso-ecumenisti
Massoni, panteisti, pancristiani, filantropi, falso-ecumenisti
 
 
E tutti gli altri?
Alcuni mi “accusano” anche di fare apologetica senza mai citare il Concilio Vaticano II, ebbene vedremo, anche in questo, caso che non è così:
La Chiesa e i non cristiani. Molto spesso gli uomini, ingannati dal maligno, hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e hanno scambiato la verità divina con la menzogna, servendo la creatura piuttosto che il Creatore, oppure vivendo e morendo senza Dio in questo mondo, sono esposti alla disperazione finale [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 16].
- Proprio per riunire di nuovo tutti i suoi figli, dispersi e sviati dal peccato, il Padre ha voluto convocare l’intera umanità nella Chiesa del Figlio suo. La Chiesa è il luogo in cui l’umanità deve ritrovare l’unità e la salvezza. È il “mondo riconciliato” [Sant'Agostino, Sermones, 96, 7, 9: PL 38, 588]. È la nave che, “pleno dominicae crucis velo Sancti Spiritus flatu in hoc bene navigat mundo – spiegate le vele della croce del Signore al soffio dello Spirito Santo, naviga sicura in questo mondo”; [Sant'Ambrogio, De virginitate, 18, 188: PL 16, 297B] secondo un’altra immagine, cara ai Padri della Chiesa, è l’Arca di Noè che, sola, salva dal diluvio [Cf 1Pt 3,20-21 ].
- Il mandato missionario. “Inviata da Dio alle genti per essere “sacramento universale di salvezza”, la Chiesa, per le esigenze più profonde della sua cattolicità e obbedendo all’ordine del suo fondatore, si sforza d’annunciare il Vangelo a tutti gli uomini”: [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 7] “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” ( Mt 28,19-20).
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Roncalli, Montini ed il Concilio Vaticano II
Roncalli, Montini ed il Concilio Vaticano II
 
 
Perché, comunque, è preferibile evitare certi documenti?
Catechismo della Chiesa Cattolica (post Concilio Vaticano II): 841 Le relazioni della Chiesa con i musulmani. «Il disegno della salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in primo luogo i musulmani, i quali, professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale». Riferimento a Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 16: AAS 57 (1965) 20; cf Id., Dich. Nostra aetate, 3: AAS 58 (1966) 741-742
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Diversamente da quello che insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica (post Concilio Vaticano II), noi sappiamo per FEDE CATTOLICA che non è così. Lo abbiamo visto nello studio sulla STIRPE DI ABRAMO [8], nello studio sul FALSO ECUMENISMO [9],  lo abbiamo appreso dai VANGELI e dalla TRADIZIONE [10]; Lo vediamo nel Catechismo Maggiore o di San Pio X, che sintetizza magistralmente la bimillenaria FEDE CATTOLICA (prima del Concilio Vaticano II non esiste scritto o documento definitivo di Fede Cattolica che asserisca il contrario di ciò che insegna San Pio X):
124. Chi è fuori della comunione dei santi? E’ fuori della comunione dei santi chi é fuori della Chiesa, ossia i dannati, gl’infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati.
125. Chi sono gl’infedeli? Gl’infedeli sono i non battezzati che non credono in alcun modo nel Salvatore promesso, cioè nel Messia o Cristo, come gl’idolatri e i maomettani.
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Adesso torniamo al Catechismo della Chiesa Cattolica (post Concilio Vaticano II): 843 La Chiesa riconosce nelle altre religioni la ricerca, ancora «nelle ombre e nelle immagini», di un Dio ignoto ma vicino, poiché è lui che dà a tutti vita, respiro e ogni cosa, e vuole che tutti gli uomini siano salvi. Pertanto la Chiesa considera tutto ciò che di buono e di vero si trova nelle religioni come una preparazione al Vangelo, «e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita».
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Come abbiamo appreso e per Fede Cattolica rivelata, invece noi sappiamo che - Catechismo Maggiore o di San Pio X: 
131. E’ grave danno esser fuori della Chiesa?  Esser fuori della Chiesa è danno gravissimo, perché fuori non si hanno né i mezzi stabiliti né la guida sicura alla salute eterna, la quale per l’uomo è l’unica cosa veramente necessaria.
132. Chi è fuori della Chiesa si salva? Chi è fuori della Chiesa per propria colpa e muore senza dolore perfetto [n.d.a. adesione alla Chiesa con contrizione finale], non si salva; ma chi ci si trovi senza propria colpa e viva bene [n.d.a. ignoranza invincibile e rispetto della legge naturale, con morte senza peccati mortali], può salvarsi con l’amor di carità, che unisce a Dio, e, in spirito, anche alla Chiesa, cioè all’anima di lei.
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Conclusione ed evitiamo la confusione
Tutto questo caos, e lo leggiamo e lo vediamo, ha creato anche presunte distinzioni tra Magistero infallibile e magistero autentico che erano INESISTENTI prima degli autori del Vaticano II [leggasi nota 11, studio sull'infallibilità nel Magistero solenne, universale e ordinario]. Mi si trovino gli stessi argomenti prima del 1958 [...] Prima di tale data quando la Chiesa aveva parlato era oracolo. Difatti: “Sillaba di Dio non si cancella”.
In conclusione, come già detto ed ampiamente dimostrato, siamo difronte a semplici pareri umani, ipotesi teologiche interpretative del Concilio Vaticano II (poiché il Concilio lo ha voluto permettere, pare di proposito), figlie della natura umana, quindi imperfette, fallibili, probabilmente ambigue o forse addirittura eretiche; siamo davanti al falso concetto di autenticità, dove si lascia intendere, oggi, che possa esistere un presunto “magistero autentico, ma non infallibile” (su questioni di fede e costume) dove lo Spirito Santo, dicono, si sarebbe temporaneamente assopito. Per Fede Cattolica, invece, noi sappiamo con certezza:
“I Concili… decidono e definiscono alcuni articoli. Se dopo tutto questo un altro esame deve essere effettuato prima che le determinazioni dei Concili siano accettate, non ne sarà voluto ancora un altro? Chi non vorrà applicare il proprio esame, e quando mai la materia sarà stabilita? [...] E perché non un terzo per sapere se il secondo esame è di fede? – e poi un quarto per testare il terzo? [...] la posterità non saprà mai confidare nell’antichità, ma andrà sempre girando su e giù i santi articoli della fede nella ruota delle loro interpretazioni [...] cosa diciamo è che quando un Concilio ha applicato il suo esame, i nostri cervelli non devono ormai rivedere ma credere”. Dichiarazioni di San Francesco di Sales
San Francesco di Sales predice esattamente quello che si sarebbe verificato con il Concilio Vaticano II. Documenti ambigui e prossimi alle eresie, tanto che ci si avvalse addirittura di una  Nota previa (in documento) al fine della approvazione; in seguito, le problematiche dottrinali furono così forti che si rese necessario l’intervento di Giovanni Paolo II per “spiegare” alcuni documenti del Concilio e, non contenti, addirittura di Benedetto XVI per “interpretare le spiegazioni” che Giovanni Paolo II fece dei documenti del Concilio.
 
 
Papa Pio VI, Auctorem Fidei
Papa Pio VI, Auctorem Fidei
 
In contro abbiamo la Fede Cattolica di Papa Pio VI (Auctorem Fidei): “[...] l’arte maliziosa propria degli innovatori, i quali, temendo di offendere le orecchie dei cattolici, si adoperano per coprire sotto fraudolenti giri di parole i lacci delle loro astuzie, affinché l’errore, nascosto fra senso e senso (San Leone M., Lettera 129 dell’edizione Baller), s’insinui negli animi più facilmente e avvenga che – alterata la verità della sentenza per mezzo di una brevissima aggiunta o variante – la testimonianza che doveva portare la salute, a seguito di una certa sottile modifica, conduca alla morte. Se questa involuta e fallace maniera di dissertare è viziosa in qualsiasi manifestazione oratoria, in nessun modo è da praticare in un Sinodo, il cui primo merito deve consistere nell’adottare nell’insegnamento un’espressione talmente chiara e limpida che non lasci spazio al pericolo di contrasti. Però se nel parlare si sbaglia, non si può ammettere quella subdola difesa che si è soliti addurre e per la quale, allorché sia stata pronunciata qualche espressione troppo dura, si trova la medesima spiegata più chiaramente altrove, o anche corretta, quasi che questa sfrenata licenza di affermare e di negare a piacimento, che fu sempre una fraudolenta astuzia degl’innovatori a copertura dell’errore, non dovesse valere piuttosto per denunciare l’errore anziché per giustificarlo: come se alle persone particolarmente impreparate ad affrontare casualmente questa o quella parte di un Sinodo esposto a tutti in lingua volgare fossero sempre presenti gli altri passi da contrapporre, e che nel confrontarli ognuno disponesse di tale preparazione da ricondurli, da solo, a tal punto da evitare qualsiasi pericolo d’inganno che costoro spargono erroneamente. È dannosissima quest’abilità d’insinuare l’errore che il Nostro Predecessore Celestino (San Celestino, Lettera 13, n. 2, presso il Coust) scoperse nelle lettere del vescovo Nestorio di Costantinopoli e condannò con durissimo richiamo. L’impostore, scoperto, richiamato e raggiunto per tali lettere, con il suo incoerente multiloquio avvolgeva d’oscuro il vero e, di nuovo confondendo l’una e l’altra cosa, confessava quello che aveva negato o si sforzava di negare quello che aveva confessato”
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Gli insegnamenti Bergoglio, in sue numerose pubbliche “uscite”, sembrano non essere evangelici (non sono contenuti nei Vangeli, nel giusto contesto e nel giusto significato), sembrano non essere di Fede Cattolica, sembrano addirittura non essere neanche “conciliari” o “ratzingeriani”. Ma allora, di che parliamo?
“Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Luca 18,8)
Carlo Di Pietro
Note:
[1] http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_marzo_16/benedizione-papa-francesco-anche-per-non-credenti-roma-bergoglio-212214662491.shtml
[2] http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2013/20-marzo-2013/imam-firenze-papa-bergoglio-212266550651.shtml
[3] http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/march/documents/papa-francesco_20130320_delegati-fraterni_it.html
[4] http://www.vatican.va/holy_father/francesco/audiences/2013/documents/papa-francesco_20130619_udienza-generale_it.html
[5] http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Papa-Francesco-a-Lampedusa-tra-i-migranti-I-morti-in-mare-sono-una-spina-nel-cuore_32374362352.html
[6] Non è mia intenzione colpevolizzare il fedele frodato dall’ignoranza e/o dalla superbia, difatti non sono qui a fare dell’abominazione ad personam, ma è mio preciso dovere contrastare con la mia penna le idee errate, il comportamento disonesto ed il conseguente scandalo; non scrivo, quindi, di odio d’inimicizia bensì di odio di abominazione.
[7] http://www.templarisanbernardo.org/Storia_San_Francesco_e_l’Islam.htm
[8] http://radiospada.org/2013/06/14/stirpe-di-abramo-un-altro-cattolicesimo-nel-post-concilio/
[9] http://radiospada.org/2013/06/18/il-falso-ecumenismo/
[10] http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/3053/92/lang,en/
[11] http://radiospada.org/2013/06/30/linfallibilita-della-chiesa-e-del-papa-magistero-universale-e-ordinario/

Fonte:

 http://radiospada.org/