martedì 9 luglio 2013

La Monarchia e le sue degenerazioni (Monarchia Assoluta e liberale) - (Parte 8°).




 
Attenzione: L'argomento che segue è stato da me ritenuto essenziale al fine di far conoscere al lettore una serie di episodi chiave i quali contribuirono alla degenerazione dello stato e della società nonché alla degenerazione dell'istituto monarchico.


Sacro Romano Impero - Stemma

 
 

VI



Il trionfo dell'Europa sulla Civiltà Cristiana.

 
Sacro Romano Impero - Stemma


Introduzione:
 
L'Impero di Carlo V , come detto nella parte precedente , tra le sue glorie commise il "grande errore" di aver  legittimato l'eresia protestante negli Stati del  Sacro Romano Impero dove questa peste aveva attecchito (Germania del Nord). Ciò avvenne durante il tramonto dell'Impero di Carlo V ma proseguì negli anni a venire: questa concessione di libertà nei confronti di una dottrina eretica come quella luterana determinò la diffusione dell'assolutismo nelle corti dei Principi Tedeschi; portò una Rivoluzione deleteria nel modo di vedere lo Stato , il Monarca e la società intera.
Dal 1517 al 1648 , da Lutero a Munster , l'"Europa moderna" cresce e la Cristianità agonizza: questi centotrentun anni costituiscono la nascita della civiltà europea per come la conosciamo oggi ed il tramonto della Civiltà Cristiana. Ma non fu facile né privo di lotte il trionfo della Rivoluzione . Cioè dell'"Europa moderna".


Sacro Romano Impero - Stemma
 
La Guerra dei Trent'anni :



 
File:Querfurt Reiterschlacht.jpg
Episodio della Guerra dei Trent'anni.
 La Guerra dei Trent'anni fu una serie di conflitti armati, causati dal diffondersi dell'eresia protestante e dalle sue perniciose idee,  che dilaniarono l'Europa dal 1618 al 1648. I combattimenti si svolsero inizialmente e soprattutto nei territori  appartenenti al Sacro Romano Impero Germanico, ma coinvolsero successivamente la maggior parte delle potenze europee, con le eccezioni di Inghilterra e Russia. Nella seconda parte del periodo di guerra, i combattimenti si estesero anche alla Francia, ai Paesi Bassi, all'Italia settentrionale e alla Catalogna. Durante questi trent'anni, la guerra cambiò gradualmente ma mantenne sempre la radice che l'aveva scatenata : iniziata scoppiò come conflitto religioso fra cattolici ed eretici protestanti, e la situazione in seguitò attirò la cupidigia di alcuni Principi e ciò la portò nella sfera , apparentemente,  di pura  lotta politica tra la Francia dei primi Re Borbone  e gli Asburgo di Spagna e d'Austria (Potenze Cattoliche).

Le cause della guerra furono varie, anche se la principale e la più incisiva era rappresentata dalla continua minaccia di espansione dell'eresia protestante , e conseguente degenerazioni politiche e sociali che questo comportava. La pace di Augusta del 1555, uno degli ultimi e grandi errori di Carlo V che la firmò , aveva si messo fine agli scontri fra Cattolici, che difendevano la vera fede, e  gli eretici luterani, che seminavano discordia e guerra , ma ad un prezzo altissimo che si sarebbe pagato con il tempo : venne introdotto il principio del "cuius regio, eius religio" ("Di chi [è] il potere, di lui [sia] la religione")  e stabilito che i luterani potevano rimanere in possesso dei territori ecclesiastici secolarizzati fino al 1552 (Pace di Passau): il significato pratico del  Cuius regio, eius religio indica l'obbligo del suddito di conformarsi alla confessione del Principe del suo stato, sia essa un'eresia protestante o  la fede verso la vera Chiesa di Cristo (Chiesa Cattolica). Venne definito ciò nel trattato per determinare la religione dell'Impero come un'innaturale , e deleteria,  coesistenza tra l'eresia luterana  e la fede  Cattolica . Il principio sancito ad Augusta significava che i Prìncipi e le città libere avevano la facoltà di introdurre l'eresia luterana (lo jus reformandi) nel loro territorio, pur godendo degli stessi diritti degli stati Cattolici all'interno dell'Impero. La popolazione di confessione diversa da quella del Principe, sia che fosse Cattolica oppure protestante, doveva adattarsi alla confessione del Principe oppure emigrare. Ciò servì come compromesso per il mantenimento del controllo sugli Stati dell'Impero; mai scelta fu tanto funesta.
 Vari problemi, tuttavia, rimasero aperti: oltre al fatto che la pace era considerata, specialmente dai guerrafondai  luterani, solo una tregua temporanea, i termini del trattato prevedevano l'adesione, da parte dei Prìncipi, al credo cattolico o a quello luterano, con esclusione di ogni altro credo, inclusa  l'eresia calvinista , che andava diffondendosi rapidamente in varie aree della Germania.
Ferdinando II del Sacro Romano Impero
 (1578-1637).
A queste considerazioni di ordine, o più correttamente disordine religioso si aggiunsero tendenze egemoniche o d'indipendenza di vari stati europei, rivalità commerciali, ambizioni personali e  familiari. La Spagna era interessata a esercitare un appoggio per ripulire dall'eresia   il  Sacro Romano Impero così da garantirsi la possibilità di affrontare la guerra con gli eretici olandesi che durava ormai da molti anni, e che sarebbe ripresa apertamente nel 1621, allo scadere cioè della tregua dei dodici anni.



In Germania era in corso, nel frattempo, una lotta politica fra i boriosi  Prìncipi tedeschi e il Sacro Romano Imperatore , il quale , un po' per desiderio di stabilità un po' per "infezione" da parte di idee "cesaristiche",   desiderava che il titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero non fosse più solamente una figura rappresentativa , un punto di riferimento così come si sviluppò nel medioevo , ma rappresentasse un potere effettivo sui territori che "nominalmente" appartenevano al Sacro Romano Impero, affermando così l'egemonia dei cattolici Asburgo d'Austria su tutta la Germania e portando a compimento l'impresa che non riuscì al grande Carlo V.

Enrico IV di Francia.
Enrico IV di Francia, l'ugonotto convertito per Parigi, in risposta, continuò la politica anti-asburgica (e di conseguenza anti-cattolica) dei predecessori, convinto del fatto che, se gli spagnoli fossero usciti vittoriosi dalla guerra in Olanda e la Germania fosse retta completamente dall'egemonia Imperiale, la Francia sarebbe stata schiacciata e impossibilitata a far avverare i suoi progetti espansionistici.
Questi vari fattori cominciarono a manifestare la loro importanza già a partire dagli ultimi anni del XVI secolo. I primi scontri, di carattere religioso, si verificarono nel Sacro Romano Impero a causa del reservatum ecclesiasticum, una norma contenuta nella Pace di Augusta che stabiliva che le autorità ecclesiastiche convertite all'eresia del protestantesimo dovessero lasciare i propri territori. La questione si presentò quando il Principe-arcivescovo di Colonia si convertì all'eresia calvinista : poiché l'arcivescovo di Colonia era anche uno dei Principi elettori (Kurfürsten), si sarebbe venuta anche  a creare una maggioranza protestante nel collegio elettorale. A tale prospettiva i Cattolici difensori della vera fede risposero scacciando con la forza l'eretico arcivescovo e ponendo al suo posto il Cattolico Ernesto di Baviera. In seguito a questo successo Cattolico, il principio del cuius regio eius religio fu applicato più rigidamente in vari territori.



Massimiliano I di Baviera.
Un nuovo scontro religioso si ebbe nel 1606 nella città di Donauwörth, in cui i protestanti tentarono di impedire ai residenti cattolici di organizzare una processione, dando vita ad aspri tumulti; questo provocò l'intervento di Massimiliano I, Elettore di Baviera che, comportandosi da  Principe Cattolico , si impegnò a ristabilire l'ordine. Questa serie di eventi fecero sì che, specialmente tra gli eretici calvinisti, si sparse la voce di un presunto  "complotto"  cattolico per estirpare il protestantesimo. A tale presunta minaccia, una scusa costruita per creare un casus belli,  essi risposero creando, nel 1608, l'"Unione Evangelica", corrompendo un Principe abbastanza arrivista e ambizioso passato al servizio dell'eresia,  Federico IV del Palatinato, che possedeva uno dei territori che erano fondamentali per garantire alla Cattolicissima Spagna l'accesso all'Olanda. I Cattolici tedeschi, in difesa della Chiesa di Cristo ,  risposero creando a loro volta, nel 1609, la Lega Cattolica, sotto la guida di Massimiliano I di Baviera. A questo punto la situazione politica in Germania era matura per uno scontro tra eresia e verità.
La scintilla che scatenò il conflitto si ebbe nel 1618, quando l'Imperatore del Sacro Romano Impero Mattia nominò Re di Boemia, dove la peste protestante aveva preso il sopravvento, il cattolico e gesuita Ferdinando II. Questi saggiamente vietò la costruzione di alcune chiese protestanti e ritirò la lettera di maestà, provocando una violenta ribellione, cosa che gli eretici aspettavano , che culminò nel celebre episodio della "defenestrazione di Praga": due luogotenenti dell'Imperatore furono barbaramente scaraventati giù dalle finestre del palazzo reale; i due vennero fatti  atterrare su del letame presente nel fossato del castello come ulteriore scherno.
Da tale episodio ebbe origine la guerra dei trent'anni, che si può dividere in quattro periodi:
  • boemo-palatino (1618–1625)
  • danese (1625–1629)
  • svedese (1630–1635)
  • francese (1635–1648)
Si videro da una parte i Principi caduti nell'inganno e nell'errore dell'eresia protestante (tra i quali , per semplice arrivismo , era presente la Cristianissima Francia di Luigi XIII ) e dall'altra i difensori del Cattolicesimo e dell'unica vera fede ( Sacro Romano Impero, Lega Cattolica , Spagna e Portogallo).

La guerra dei trent'anni fu probabilmente il più grave evento che coinvolse l'Europa centrale prima delle Guerre Mondiali, ed ebbe conseguenze molto rilevanti sia da un punto di vista sociale e demografico, sia da un punto di vista più strettamente politico , culturale e religioso , come apparve chiaramente in quella che fu definita la Crisi del Seicento.

La Spagna, che continuò ancora a combattere con la Francia dopo la firma della pace, evidenziò chiaramente i segni di stanchezza trovandosi in una situazione di continuo attacco dalle emergenti forze protestanti che ne segnarono la decadenza della fine del secolo XVII; sconfitta sul fronte pirenaico e su quello dei Paesi Bassi, tormentata internamente dalle rivolte della Catalogna e del Portogallo, si vide costretta a riconoscere l'indipendenza della protestante Olanda prima e del Portogallo poi, che venne messo sotto protezione dell'Inghilterra. Più tardi l'Impero diede l'indipendenza alla Svizzera, che sarebbe diventata l'ennesimo Stato in preda all'eresia. Il ruolo della Spagna in Europa veniva parzialmente ridimensionato: doveva rinunciare al suo ruolo egemonico, ma rimaneva detentrice di un vasto impero coloniale e di un esercito efficiente. La Spagna era la spada del Cattolicesimo e per questo rappresentava un ostacolo per il diffondersi dell'eresia e delle sue idee sovvertitrici.
La protestante Svezia assunse invece un ruolo preminente nell'Europa settentrionale. Grazie ai nuovi strategici acquisti territoriali e al succedersi di sovrani energicamente arrivisti, il Mar Baltico divenne a tutti gli effetti un "lago" svedese, fino a quando, agli inizi del XVIII secolo, la Russia la sostituirà nel suo ruolo di potenza nell'Europa del nord. Anche la Francia uscì dalla guerra rafforzata: grazie al declino spagnolo e alla frammentazione del Sacro Romano Impero, tutte conseguenze della piaga protestante e di idee lontane dal concetto Cristiano , divenne una potenza di primo rango.
Da un punto di vista più generale, la guerra segnò la fine dei conflitti religiosi nell'Europa e segno la fine della Civiltà Cristiana ; dopo il 1648, non vi fu nessuna grande guerra europea contro l'eresia. La Pace di Vestfalia, che fu una grande rovina,  segnò un'altra tappa raggiunta dalla Rivoluzione. I Prìncipi tedeschi protestanti ebbero libertà di culto e libertà di accentrare ed accrescere il loro potere.
 

Sacro Romano Impero - Stemma

 
 La  Pace di Vestfalia :

 
La ratifica del Trattato di Münster
La ratifica del Trattato di Münster
(Pace di Vestfalia).

I princìpi sanciti dalla nefasta pace furono i seguenti:
  • Riguardo alla questione religiosa fu confermata la Pace di Augusta (1555), fu estesa la tolleranza anche ai calvinisti, e fu stabilito che i sovrani dovessero dare campo libero alle minoranze religiose e che i beni ecclesiastici in possesso dei protestanti fino al 1624, non fossero restituiti alla Chiesa Cattolica. I provvedimenti attinenti agli aspetti ecclesiastici includevano il divieto di persecuzione religiosa in Germania e la riaffermazione della pace di Augusta: cioè il divieto di combattere per la vera fede. Se però un principe si fosse convertito ad altra religione, non avrebbe più avuto alcun diritto sulle proprie terre (misura intelligente atta a controllare la diffusione della Riforma).
  • Riguardo all'ordinamento interno del Sacro Romano Impero, fu riconosciuta ai prìncipi la piena sovranità territoriale e il diritto di stringere alleanze, purché non fossero contro l'Imperatore e l'Impero.
Riguardo ai mutamenti territoriali:

 
  • La Francia ebbe la Lorena, Metz, Toul e Verdun e i territori asburgici dell'Alsazia, ma non i territori della città di Strasburgo.

  • La Protestante Svezia ricevette un risarcimento in denaro, la Pomerania Anteriore e i vescovati di Brema e Verden, che assicuravano il controllo delle foci dei fiumi Oder, Elba e Weser, ottenendo in tal modo l'egemonia sul Mar Baltico; a essa fu inoltre concesso di inviare tre rappresentanti al Consiglio dei prìncipi dell'Impero, che rappresentava uno dei collegi del Reichstag.
  • Il Palatinato fu diviso tra il figlio di Federico V, cui fu restituita la dignità elettorale, e il Duca Massimiliano di Baviera, che ottenne l'Alto Palatinato.
  • Il Duca di Baviera conservò il titolo di elettore garantitogli nel 1628 (il numero degli elettori venne quindi portato a otto): cinque cattolici, due protestanti e uno calvinista.
  • Il protestante Brandeburgo (futura Prussia) ricevette la Pomerania Orientale e i vescovadi di Magdeburgo, Halberstadt, Kammin e Minden, nonché i territori di Cleves, Mark e Ravensberg in seguito alla risoluzione della disputa per i territori del defunto Duca di Jülich-Cleves-Berg.
  • I Paesi Bassi e la Svizzera furono riconosciuti sovrani e indipendenti dall'Impero; questo permise  il consolidarsi dell'eresia in questi territori.

  • La Spagna, difensore della Chiesa di Cristo (Cattolica),  non aveva aderito all'iniqua Pace di Vestfalia, e riuscì a occupare il porto di Dunkerque, nelle Fiandre. Ma il Cardinale Mazzarino si alleò con la scismatica Inghilterra, promettendole, in caso di vittoria, Dunkerque e la Giamaica; l'esercito francese, al comando del maresciallo di Francia Henri de La Tour d'Auvergne, visconte di Turenne, riuscì a sconfiggere nella battaglia delle Dune, presso Dunkerque (14 giugno 1658), gli spagnoli guidati dal Gran Condé. Filippo IV di Spagna  fu costretto così a firmare la Pace dei Pirenei (1659), che segnò un duro e fatale colpo per gli Asburgo di Spagna.
    Il paragrafo 52 dell'articolo V dell'iniquo  trattato di pace, denominato Itio in partes, consiste nell'eliminazione della religione come elemento centrale dei conflitti politici, separando dunque il campo religioso da quello statale , apprendo la strada al concetto corrotto dello "stato moderno" :
    (LA)
    « In causis religionis omnibusque aliis negotiis, ubi status tamquam unum corpus considerari nequeunt, ut etiam catholicis et Augustanae confessionis statibus in duas partes euntibus, sola amicabilis compositio lites dirimat, non attenta votorum pluralitate. Quod vero ad pluraritatem votorum in materia collectarum attinet, cum res haec in presenti congressu decidi nn potuerit, ad proxima comitia remissa est. »
    (IT)
    « Nelle faccende religiose e in tutti gli altri affari, dove non si può considerare lo stato come un unico corpo, come anche negli stati di confessione cattolica e augustea che si dividono in due parti, un solo accordo divida la lite, senza badare alla pluralità di voti. Ciò che invece si basa sulla pluralità di voti, nelle faccende che riguardano tutti quanti, poiché non è stato possibile decidere questa cosa nel presente incontro, è rimandato ai prossimi incontri. »




    File:Holy Roman Empire 1648.svg
    Il Sacro Romano Impero nel 1648.
     

    Sacro Romano Impero - Stemma


    Papa Innocenzo X contro la Pace di Vestfalia:
     
     
    PopeInnocentX.jpg
    Papa Innocenzo X.
    S.S. Innocenzo X si oppose immediatamente alla  sovversiva  Pace di Vestfalia . I Principi Cattolici i quali avrebbero dovuto seguire il saggio giudizio del Pontefice, interessati al mantenimento del loro potere e sempre più distaccati da quella fratellanza dello spirito di fede che aveva reso grande la Civiltà Cristiana nella sua epoca d'oro,  si coalizzarono per isolare il Pontefice dalle questioni politiche delicate che si andavano delineando. La Pace di Vestfalia divise la Cristianità in maniera ufficiale. Da quel momento in poi l'eresia protestante aveva la possibilità di spargere il dubbio, di mettere in dubbio anche a livello sociale la verità.
     
    Di seguito riporto la denuncia di Innocenzo X nei riguardi della  Pace di Vestfalia datata in Roma 20 novembre 1648:
     
     
     
     
    « Mossi dallo zelo per la famiglia di Dio che continuamente riempie il nostro cuore, ci siamo dedicati con cura particolare al mantenimento dell'integrità della fede ortodossa e della dignità ed autorità della Chiesa cattolica, affinché i diritti della medesima, di cui siamo stati eletti difensori da Nostro Signore, non soffrano alcun danno da parte di coloro che ricercano il proprio vantaggio piuttosto che la gloria di Dio, ed affinché non si sia accusati di negligenza nel compito di governo, che ci è stato affidato, quando dovremo rispondere della nostra condotta al Giudice Supremo. Così non è stato senza vivo dolore che abbiamo appreso come da vari articoli, tanto della pace concordata separatamente a Osnabrück il 6 di agosto dell’anno 1648 tra il nostro carissimo figlio in Cristo, Ferdinando Re dei Romani, imperatore eletto, ed i suoi alleati e seguaci da una parte e gli svedesi ed i loro alleati e seguaci dall'altra, quanto della pace conclusa a Münster in Vestfalia il 24 ottobre dello stesso anno 1648 tra il detto Ferdinando, Re dei Romani, Imperatore eletto, ed i suoi alleati e seguaci da una parte ed il nostro carissimo figlio in Gesù Cristo, Luigi cristianissimo re di Francia, pure con i suoi alleati e seguaci dall'altra, sia stato recato gravissimo alla religione cattolica, alla devozione divina, alla Sede Apostolica e romana ed alle chiese minori ed agli ordini ecclesiastici, come pure alla loro giurisdizione, potere, immunità, franchigia, libertà, esenzioni, privilegi, affari, possedimenti e diritti.
    Poiché per vari articoli, sia di ambedue, sia di uno solo di questi trattati di pace, sono stati abbandonati in perpetuo agli eretici ed ai loro successori tra le altre cose i possedimenti ecclesiastici, da essi in altro tempo occupati e agli eretici, seguaci della cosiddetta confessione di Augusta, viene concessa la libera pratica della loro eresia in vari luoghi, a loro vengono assegnati luoghi, su cui costruire templi a tal proposito; sono stati ammessi con i cattolici agli uffizi, cariche pubbliche e ad arcivescovati, vescovati ed altri benefizi e dignità ecclesiastici ed alla partecipazione nelle "preghiere principali", ossia il particolare privilegio imperiale di assegnare un limitato numero di canoni ai capitoli in Germania che la Santa Sede aveva concesso allo stesso Ferdinando, Re dei Romani, imperatore eletto; sono state soppresse nei possedimenti ecclesiastici della suddetta confessione di Augusta le annate, gli iura palatii, le confermazioni, i primi redditi papali e tutti i simili privilegi e riserve; la conferma delle elezioni o candidature dei cosiddetti arcivescovi, vescovi o prelati della medesima confessione è stata trasferita al potere secolare; innumeri arcivescovati, vescovati, monasteri, parrocchie, balivati, commende, canoniche ed altri benefìzi ecclesiastici e possedimenti della Chiesa sono stati concessi a principi eretici e ai loro successori in feudo perpetuo, col titolo di una dignità secolare e la soppressione della loro designazione ecclesiastica; è stato decretato che contro questa pace o alcuno dei suoi articoli non debba essere citata, applicata o riconosciuta alcuna delle leggi canoniche o civili, generali o particolari, dei decreti conciliari, regole di ordini religiosi, giuramenti, o concordati con i pontefici romani, od alcuno degli altri ecclesiastici o politici statuti, decreti, dispense, assoluzioni od altre obiezioni; il numero di sette elettori dell'Impero, precedentemente ratificato dall'apostolica autorità, è stato accresciuto senza il nostro consenso e quello della suddetta Sede, e l'ottavo elettorato è stato creato a favore di Carlo Luigi, conte palatino del regno, eretico; e sono state decretate molte altre cose spiacevoli da riferire, assai pregiudizievoli e dannose alla religione ortodossa ed alla suddetta Sede di Roma, alle chiese minori e ad altri menzionati sopra.
    Tutto ciò è stato compiuto nonostante il nostro venerabile fratello Fabio, vescovo di Nardo, nunzio straordinario nostro e della Santa Sede nella terra del Reno e nella bassa Germania, abbia protestato pubblicamente a nome nostro e della suddetta Sede a seguito di nostre istituzioni, e questi articoli sono stati temerariamente redatti da persone, che non ne avevano la potestà; sono perciò senza valore, nulli, ingiusti e come tali devono essere da tutti considerati; è legalmente manifesto che qualsiasi accordo o disposizione riguardante materie ecclesiastiche, stabilito senza il consenso della Sede suddetta, è nullo e senza alcun effetto o validità.
    Nondimeno, desiderando un rimedio maggiormente efficace per la rettifica di tutto quanto sopra stabilito, desiderando realizzare ciò secondo l'obbligo dell'ufficio pastorale affidatoci dall'alto, e considerando che il preciso significato e i termini delle condizioni di ambedue i trattati di pace e di tutto quanto è in essi compreso, sono ampiamente e sufficientemente espressi e contenuti nel nostro presente documento, come pure il significato e i termini di altre cose vi sono logicamente espressi e compresi, come se lo fossero parola per parola, noi, di nostra propria volontà, per nostra certa conoscenza e matura riflessione e per la pienezza dell'apostolico potere, stabiliamo e dichiariamo col presente documento che i suddetti articoli di questi trattati, singolarmente e complessivamente, ed ogni altra cosa contenuta in detti trattati, che sia offensiva o rechi il più piccolo pregiudizio, o che potrebbe dirsi, capirsi, immaginarsi o considerarsi in qualche modo dannosa o molesta, alla religione cattolica, alla devozione divina, alla salvezza delle anime, alla detta Sede Apostolica romana, a chiese minori, ordini e domini ecclesiastici ed alle loro persone, membri ed affari, possedimenti, giurisdizione, autorità, immunità, libertà, privilegi, prerogative e diritti di ogni genere, con tutto quanto è derivato o potrà derivare da essi, sono e saranno legalmente ed in perpetuo nulli, di nessun valore, non validi, perversi, ingiusti, condannati, riprovati, vani e senza alcuna forza od effetto e che nessuno è tenuto ad osservarli, singolarmente o complessivamente, anche nel caso fossero rafforzati da giuramenti, e che nessuno ha potuto o potrà acquistare o reclamare per se stesso in nessun momento sulla loro base alcun diritto o carica o titolo valido o diritto prescrittivo, anche se il possesso durasse per lungo ed immemorabile tempo senza alcuna interruzione, né le sue richieste hanno alcun fondamento nella legge, così che esse dovranno essere per sempre considerate, come se non esistessero o non fossero mai state formulate ed approvate. Inoltre, per maggiore precauzione, finché sarà necessario, noi, per la suddetta volontà, conoscenza, deliberazione e pienezza di potere, condanniamo, riproviamo, estinguiamo, annulliamo e priviamo di ogni forza ed effetto i detti articoli e tutto quanto di pregiudizievole è stato sopra stabilito, e protestiamo contro di loro e dichiariamo la loro nullità agli occhi di Dio. E per quanto è necessario, ripristiniamo, ristabiliamo e reintegriamo completamente tutto quanto concerne tali materie, la Sede Apostolica romana, le chiese minori, e tutti i luoghi sacri ed il clero nel loro primitivo ed integro stato, nella stessa posizione in cui si trovavano prima di detto decreto e di qualsiasi altro accordo, trattato o convenzione, precedentemente concordato o richiesto in alcun modo o luogo, riguardante le materie summenzionate.
    Noi decretiamo pure che, nel caso in cui le persone summenzionate ed altre, egualmente degne di particolare menzione e designazione, aventi interessi o pretese nelle cose suddette od in alcuna di esse, non avranno consentito al presente decreto, né saranno state chiamate, citate od ascoltate, come pure se fosse obiettato che le questioni così come riferite non erano state sufficientemente esaminate e verificate od altrimenti giustificate, questo documento con tutto quanto esso contiene, non potrà mai ed in nessun caso essere contestato, invalidato, annullato o revocato con mezzi legali o polemici, contestato per legge, od incolpato di ingiustificabili aggiunte, omissioni, nullità od invalidità, o di difetto della nostra intenzione, o di ogni altro difetto di sostanza ora imprevedibile, per quanto grave possa essere, o di ogni altra obiezione, che nasca dal campo legale o pratico, dalla costituzione o dalla tradizione, sotto qualsiasi pretesto, scusa, ragione o motivo che si possa immaginare; ma che esso è e sarà in perpetuo valido, saldo ed effettivo, e che estenderà ed otterrà pieno e completo effetto e sarà per il futuro inviolabilmente osservato da tutti coloro cui si riferisca o si riferirà in alcun modo per qualsiasi cosa.
    E così e non altrimenti dovranno sempre giudicare e decidere in tal senso in questa materia e nelle altre summenzionate, i giudici ordinali e gli uditori delegati del palazzo apostolico, come pure i cardinali della Santa Chiesa romana, i legati a latere ed i nunzi della stessa Sede e tutti gli altri, qualsiasi autorità esercitino al presente; noi neghiamo a ciascuno ed a ognuno di essi il diritto ed il potere di giudicare, dichiarare od interpretare altrimenti, dichiarando nulla e senza valore qualsiasi cosa proclamata contro il presente decreto, per proposito od ignoranza, da qualsiasi persona od autorità.
    Nonostante le summenzionate e tutte le altre costituzioni e decreti apostolici, generali e speciali, inclusi quelli proclamati nei concili generali, e nonostante pure, per quanto è necessario, la regola nostra e della Cancelleria apostolica de non tollendo iure quaesito, e la costituzione di papa Pio IV di felice memoria, nostro predecessore, riguardante le prerogative concernenti qualsiasi interesse della Camera apostolica, che
    potrebbero essere presentate e registrate nella stessa Camera entro il tempo stabilito da quella costituzione, così che non sarebbe necessario presentare e registrare nella stessa Camera il presente annuncio; nonostante anche tutte le leggi imperiali e municipali e tutti gli statuti, usanze e costumi, che pur datassero da tempi immemorabili, privilegi, indulti, concessioni e lettere apostoliche, rafforzate con giuramento o con apostolica conferma, o con altra garanzia, e concesse ad ogni e qualsiasi luogo o persona, che goda della dignità Imperiale o regia, o di qualsiasi altra dignità ecclesiastica o secolare, e designate in altre particolari guise, che richiedano una particolare interpretazione, come pure tutti i decreti simili concessi motuproprio. per conoscenza, deliberazione e pienezza di potere, anche in concistoro sotto qualsiasi tenore e forma, con qualsiasi eccezione, e altre clausole più efficaci ed insolite, e decreti di annullamento, e insomma concessi, editi, fatti, e spesso e ripetutamente confermati, approvati e rinnovati in opposizione alle deliberazioni suddette; da tutti questi e da ciascuno di essi, e da tutti gli altri contrari, qualunque siano, noi deroghiamo e vogliamo che si deroghi; specialmente ed espressamente, perché sì effettuino le deliberazioni suddette; anche se, per una sufficiente deroga, si debba fare una particolare, speciale e singola menzione, parola per parola, di essi e dei loro punti, e non con clausole generali dello stesso effetto, o una qualunque altra esposizione, o si debba per questo seguire un'altra insolita forma. Tuttavia li consideriamo come se fossero pienamente e sufficientemente espressi e contenuti in questo scritto, quasi inseritivi parola per parola e ne conservino la forma. Vogliamo che alle copie di questo documento, trascritte o stampate, con la firma di un notaio pubblico e il sigillo di una autorità ecclesiastica, dovunque e presso ogni popolo si presti la stessa fede, sia in giudizio che extragiudizialmente, che si presterebbe, se il presente documento venisse esposto o mostrato nell'originale.

    Dato a Roma in Santa Maria Maggiore con il sigillo del Pescatore il 20 novembre dell'anno 1648 quinto del nostro Pontificato. »
     
     
    Nota bene: E' giusto sottolineare che nessun pontefice riconobbe la Pace di Vestfalia e le condizioni in essa contenute.
     
    Sacro Romano Impero - Stemma

    Continua...
     
     


    Fonte:

    Wikipedia.


    "La Monarchia Tradizionale" di Francisco Elias  De Tejada.

     
     
     
     
     
  • Georges Pages. La Guerra dei Trent'Anni. ECIG, 1993.
  • Geoffrey Parker. La Guerra dei trent'anni. Vita e Pensiero, 1994.
  • Id. La Rivoluzione Militare, Il Mulino, 2005.
  • Josef V. Polisensky. La Guerra dei Trent'Anni: da un conflitto locale a una guerra europea nella prima metà del Seicento. Einaudi, 1982.
  • C. V. Wedgwood. La Guerra dei Trent'Anni. Mondadori, 1998.
  • Luca Cristini. 1618-1648 la guerra dei 30 anni . volume 1 da 1618 al 1632 2007 (ISBN 978-88-903010-1-8)
  • Luca Cristini. 1618-1648 la guerra dei 30 anni . volume 2 da 1632 al 1648 2007 (ISBN 978-88-903010-2-5)
  • Friedrich von Schiller. Storia della guerra dei Trent'anni. A&P, Milano, 2010, (ISBN 978-88-905061-0-9)



  • Scritto da:

    Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.