sabato 31 maggio 2014

Cristianità vs Europa

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"La Cristianità muore per lasciar nascere l'Europa quando questo perfetto meccanismo si rompe dal 1517 fino al 1648 in cinque successive fratture, cinque ore di parto e allattamento dell'Europa, cinque pugnali nella carne storica della Cristianità; vale a dire: la frattura religiosa del protestantesimo luterano, la frattura etica con Macchiavelli, la frattura politica per mano di Bodin, la frattura giuridica in Grozio e in Hobbes e la definitiva frattura del corpo mistico cristiano con le disposizioni della pace di Westfalia. Dal 1517 fino al 1648 l'Europa nasce e cresce e nella misura in cui nasce e cresce l'Europa, la Cristianità agonizza e muore."

[in F. E. de Tejada, La monarchia tradizionale, segnalato da Alessandro Pini]

lamonarchiatradizionale

Mons. Fellay: "Francesco ha letto due volte la biografia di Lefebvre, gli è piaciuta"

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Mons. Fellay, in occasione di una visita alla città francese di Fabregues l'11 maggio, si è espresso su alcuni tratti della personalità di Francesco:

E' un uomo pratico, guarda alle persone. Che cosa poi le persone pensino, che cosa credano, gli è alla fine dei conti indifferente. Gli importa che uno sia simpatetico con le sue visioni, che gli appaia corretto.

Ha letto due volte il libro di Mons. Tissier de Mallerais su Mons. Lefebvre, e gli è piaciuto; è chiaramente contro tutto quello che noi rappresentiamo, ma come biografia, gli è piaciuta. Quando, da Cardinale, si trovava in Argentina, il Superiore di Distretto [Christian Bouchacourt] andò da lui per chiedere un favore di tipo amministrativo, slegato da questioni ecclesiali; una questione di documenti di residenza. Il governo argentino, molto sinistrorso, fa un uso strumentale del Concordato per darci contro, e ci dice: "dite di essere cattolici, pertanto dovete avere la firma del Vescovo per risiedere qui". C'era una soluzione semplice: dichiararci una chiesa indipendente per l'ordinamento civile, ma non volevamo farlo, perché siamo cattolici. E il Cardinale ci disse: "no no, siete Cattolici voi, è evidente; vi aiuterò", e ha scritto al governo una lettera in nostro favore. Non bastò, perché il governo argentino trovò un documento opposto, firmato dal nunzio.

Ora che è il Papa, il nostro avvocato si è recato da lui per riferire che la questione è tuttora aperta, e chiedergli di nominare un Vescovo argentino capace di risolverla. Il Papa gli ha risposto "Sì, e quel Vescovo sono io. Vi ho promesso di aiutarvi, e lo farò".
Ha anche detto "quelle persone, c'è chi pensa che li scomunicherò, ma si sbaglia", e "non li condannerò, né impedirò ad alcuno di andare da loro".


[Fonti: rorate-caeli.blogspot.com e laportelatine.org]

Renzi, i principi non negoziabili e le responsabilità dei cattolici

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Renzi, i principi non negoziabili e le responsabilità dei cattolici.

di Danilo Quinto - http://radiospada.org/

 
«La vittoria, per molti aspetti clamorosa, di Matteo Renzi e del suo Pd è maturata in un contesto dove sono mancati veri antagonisti. Ma innanzi tutto il risultato ha premiato quanto finora ha realizzato l’Esecutivo e l’immagine di pacato e razionale riformismo che il capo del Governo ha saputo trasmettere, anche in una campagna elettorale nella quale i suoi principali avversari si sono concentrati più sugli insulti che sulle proposte». Sono le parole della nota politica del 27 maggio dell’Osservatore Romano dopo l’esito delle elezioni europee. Il giornale del Papa abbraccia il Presidente del Consiglio, espressione di un pacato e razionale riformismo, premiato per quanto finora ha realizzato. Gli aggettivi non sono posti a caso. Di quanto Renzi sia pacato, bisogna chiederlo a Letta, che si è visto sfilare la Presidenza del Consiglio da chi il giorno prima gli twittava enricostaisereno. Per quanto riguarda la sua razionalità, se mai l’avesse, è stata oscurata dalla sua immensa ambizione. Il suo riformismo, a parte i proclami e le parole al vento, dispensate con grande capacità comunicativa, è questo. Tanto capace, che si arriva a sostenere che è stato premiato per quanto finora ha realizzato.
 
Ce lo racconta l’ISTAT che cos’è l’Italia di oggi, rispetto alla quale Renzi non ha cambiato la prospettiva di una virgola, da quando è al potere. Il totale delle forze di lavoro potenziali è di 6,3 milioni: ai disoccupati (poco più di tre milioni), si aggiungono 3.205.000 inattivi, 417.000 solo nel 2013. Cresce la disoccupazione di lunga durata: nel 2008 era al 45,1%, nel 2013 raggiunge il 56,4% dei senza lavoro. E' sempre più difficile tornare al lavoro dalle file dei disoccupati: se nel periodo pre-crisi, tra il 2007 e il 2008, lo hanno fatto 33 disoccupati su 100 nell'arco di un anno, tra il 2012 e il 2013 si scende a 24 su 100. La mancata produttività, e la mancata crescita, hanno reso inutili gli effetti delle manovre fiscali da 182 miliardi attuate negli ultimi anni. Quest’anno, si prevede un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,6% in termini reali, dell'1% nel 2015 e dell'1,4% nel 2016. Rispetto ai consumi, spendono solo i pensionati. Il Mezzogiorno è diventato sempre più povero. Il tasso di occupazione maschile è sceso al 53,7%, oltre 10 punti più basso della media nazionale. Lavora una donna su tre. Le famiglie in cui non è presente alcun occupato sono passate dal 14,5% del 2008 al 19,1% del 2013 al Sud, che sta invecchiando più rapidamente che il resto dell'Italia: l'Istat prevede che dal 2011 al 2041 la proporzione di ultrasessantacinquenni per 100 giovani con meno di 15 anni risulterà più che raddoppiata, passando da 123 a 278. La carenza di politiche a favore dei più poveri incide negativamente sul rischio di persistenza in povertà, ovvero la condizione di povertà nell'anno corrente e in almeno due degli anni precedenti, che nel 2012 in Italia presenta uno degli indici più alti d'Europa, 13,1 contro 9,7%. Le famiglie maggiormente esposte sono quelle residenti nel Mezzogiorno, quelle che vivono in affitto, con figli minori, con disoccupati o in cui il principale percettore di reddito ha un basso livello professionale e di istruzione. Nel rapporto si legge che l'indicatore di povertà assoluta, stabile fino al 2011, sale di 2,3 punti percentuali nel 2012, attestandosi all'8% della popolazione. Nel 2013 si è toccato un nuovo minimo storico per le nascite da quasi vent'anni. Si stima che siano stati iscritti all'anagrafe poco meno di 515mila bambini, 12mila in meno rispetto al minimo storico registrato nel 1995.
 
Mentre l’Italia è moribonda – un paese dove non vengono favorite nuove nascite è già morto - a causa delle politiche disastrose degli ultimi due anni, continuate dall’inconsistenza culturale di Renzi e del suo cerchio magico, finanziario e mass-mediatico, finalmente L’Osservatore Romano può gioire per aver trovato il vincitore, per di più supportato da una schiera consistente di cattolici. Oltre ai milioni che l’hanno votato, quelli del Nuovo Centro Destra-Unione di Centro, che prima hanno regalato una stampella a Letta per preservare i loro ruoli di Governo e di potere e ora avranno un’unica possibilità di sopravvivenza politica: confluire nella nuova edizione della Democrazia Cristiana di Matteo Renzi, con tutto il rispetto della Democrazia Cristiana del tempo che fu.
 
Il cosiddetto mondo cattolico ha tentato di tutto in questi poveri anni. Prima, Mario Monti. Poi, Enrico Letta. Ora, Renzi.
 
Neanche l’appartenenza di Monti al Gruppo Bildeberg – insieme a Franco Bernabè, John Elkan e Monica Maggioni, anche quest’anno è tra gli italiani che si riuniranno a Copenaghen, nell’appuntamento annuale che vuole decidere le sorti del mondo - e il suo essere espressione dei poteri tecnocratici e finanziari europei, impedì la moral suasion a suo favore dell’allora Segretario di Stato della Santa Sede, il Cardinale Bertone, del Cardinale Bagnasco e della Conferenza Episcopale Italiana, che con una decisione senza precedenti per quanto riguarda i rapporti tra Chiesa e Stato, sostenne Monti nel suo proposito di divenire elemento dirimente e decisivo dello scenario politico. «Monti – disse Bagnasco – ha presentato un modo, una strada, che mi pare sia offerta alla riflessione seria e onesta di tutti, indistintamente, creando secondo le scelte di ciascuno un consenso, una posizione. Mi pare sia un metodo innovativo sotto questo profilo e tutti quanti, se vorranno, nel mondo politico e nella gente, potranno misurarsi su queste proposte concrete». Il direttore di Avvenire, scrisse: «Ci sono fasi della vita dei Paesi nelle quali forze alternative coniugano i propri sforzi anche solo su temi ben definiti nell’interesse nazionale. Ma perché questo accada in Italia, occorre che ci siano almeno due buoni e grandi pilastri in un quadro politico rinnovato». Perfino Benedetto XVI, prima del voto del 24 e 25 febbraio 2013, ritenne di (vogliamo credere, fu indotto a) ricevere per un incontro di commiato, di amicizia speciale – come fu definito – l’allora Presidente del Consiglio, sceso in campo con la sua lista Scelta Civica. Il successo di un anno fa (l’8,3%, pari a 2.824.001 di voti, con 37 deputati alla Camera; il 9.1%, pari a 2.797.486 di voti, con 18 eletti al Senato), che ha prodotto Ministri e sottosegretari sia nel Governo Letta sia nel Governo Renzi – disintegrato alle elezioni europee – fu anche dovuto all’apertura di credito ricevuta dal mondo cattolico. Molti Vescovi, durante quella campagna elettorale, s’intrattennero in colloqui cordiali con il Presidente del Consiglio, impegnato nel suo tour elettorale e ripresi in modo sistematico da stampa e televisioni. Furono in molti a sottolineare che taluni Vescovi indottrinarono i loro Parroci rispetto all’orientamento al voto a favore di Monti, che per bocca del suo Ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, si era premurato di sottolineare che «nell’agenda Monti i principi non negoziabili non sono richiamati, perché semplicemente non hanno l’urgenza che altri intendono loro dare». In linea con quanto qualche settimana prima aveva affermato un autorevole Vescovo, consigliere spirituale di Sant’Egidio, Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che sottolineò l’esigenza esattamente opposta a quella della preminenza dei principi non negoziabili: «alla luce della crescita delle convivenze non famigliari – disse - si aiutino a individuare soluzioni di diritto privato e prospettive patrimoniali. Credo che sia un terreno che la politica debba cominciare a percorrere tranquillamente». Non a caso, i due personaggi della Comunità della Comunità di Sant’Egidio, sono stati tra i primi ad esprimere il loro sostegno a Marco Pannella, dopo la stupefacente telefonata del Papa.
 
Spazzati via i principi non negoziabili, il sostegno a Monti – considerato riserva della Repubblica non solo da Giorgio Napolitano, ma anche dalle gerarchie ecclesiastiche – ha prodotto un formidabile risultato. Nella storia della Repubblica, non è esistito Governo più disastroso di quello da lui presieduto rispetto all’andamento dell’economia reale e ai conti pubblici dell’Italia nei confronti dell’Europa e a tre indicatori (PIL, disoccupazione, produzione industriale); per altri due indicatori (debito e inflazione) è stato tra i governi peggiori degli ultimi 15 anni. La manovra Monti, imperniata all’85% sulle tasse, ha generato povertà e ha distrutto l’economia reale (ricchezza, lavoro, produzione), creando inflazione e ottenendo risultati fortemente negativi – che ancora l’Italia paga - sul fronte delle finanze pubbliche rispetto al triennio precedente. L’unica novità che si può ascrivere all’azione di quel Governo, è stata l’azione del Ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Non tanto con quel suo provvedimento sulle pensioni, che ha sottratto vita e futuro a milioni di persone, ma per la sua pervicace azione contro i principi del diritto naturale. Subito dopo l’insediamento del Governo, sulla spinta delle preoccupazioni espresse dal Presidente della Repubblica, per il persistere, disse Napolitano (1925), di discriminazioni e comportamenti ostili nei confronti di persone con orientamenti sessuali diversi, fu istituito un gruppo di lavoro presso il Ministero delle Pari Opportunità, che mise all’ordine del giorno il tema dell’omofobia. Il Ministro Elsa Fornero, in occasione di un’audizione che si svolse il 31 gennaio 2012 davanti alle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei Deputati, affermò: «La diversità è un valore, deve essere tra le cose che i bambini imparano da piccoli. I semi si gettano tra i bambini e soprattutto nelle scuole. Il mio impegno è pieno contro le discriminazioni anche verso gli omosessuali ed i transgender. È sotto gli occhi di tutti il grave ritardo culturale che il nostro Paese rappresenta in tema di pari opportunità, nell’accesso ai diritti rispetto alle diversità». La collaborazione fu avviata con il Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. Nel novembre dello stesso anno, la Fornero espresse il suo «profondo rammarico per la bocciatura in Commissione Giustizia della Camera della proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia, in quanto il riconoscimento della specificità dei reati di omofobia e transfobia rappresenta un principio di civiltà, riconosciuto con una specifica disposizione normativa». Aggiunse che si trattava di una «richiesta pressante che viene dalla società civile, così come dalle istituzioni internazionali ed europee che ci sollecitano ad adottare misure adeguate per la protezione delle persone dagli intollerabili atti di violenza a sfondo omofobico e transfobico di cui purtroppo leggiamo quotidianamente» e assicurò che avrebbe continuato l’impegno nella direzione che era stata già intrapresa, partendo dall’attuazione della Raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 5 del 2010, con un progetto pilota del Dipartimento per le pari opportunità, proponendo l’adozione di una strategia nazionale per i diritti della persone Lgbt e l’avvio di una nuova campagna nazionale contro l’omofobia.
 
Dopo Monti, si è proseguito sulla stessa linea. Non solo sulle questioni economiche, ma su quelle che veramente contano: i principi del diritto naturale. Anzi, si è fatto di peggio e senza l’autorevole prodigarsi di illustri prelati, non sarebbe stato possibile costruire la gamba a sostegno del Governo di Enrico Letta e portare a compimento l’operazione Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano. E’ stato il Governo Letta a dare compimento al lascito del Ministro Fornero: un documento – intitolato Verso una Strategia nazionale per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere – a firma del Dipartimento delle Pari Opportunità e del suo ufficio Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), che prevede l’accreditamento delle associazioni Lgbt presso il Miur (Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca), in qualità di enti di formazione; una predisposizione della modulistica scolastica amministrativa e didattica in chiave di inclusione sociale, rispettosa delle nuove realtà familiari, costituite da genitori omosessuali. Un altro modo di riconoscere le coppie gay seppur solo a livello amministrativo; un coinvolgimento degli Uffici scolastici regionali e provinciali sul diversity management per i docenti; un monitoraggio e analisi quanti/qualitativa sugli atti di bullismo nelle scuole, con particolare focus sui casi di bullismo omofobico, transfobico e sessuofobo. Il Governo Letta, sostenuto da buona parte del mondo cattolico, non ha detto una parola sul vademecum che nel mese di novembre 2013, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso a tutti i Governi europei per promuovere nelle scuole corsi di sessuologia che, già dall’asilo, insegnino ai bambini a masturbarsi e a essere informati sul sesso, sia etero che omosessuale, e sulle sue conseguenze, come accennato precedentemente. Il documento invita a una maturazione della consapevolezza sessuale già nei primissimi anni di età, attraverso una conoscenza del proprio corpo e un’esplorazione delle relazioni sessuali – sia etero sia omo – infantili. Ai bimbi dagli 0 ai 4 anni, si legge, gli educatori dovranno trasmettere informazioni su masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali, mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, per esempio nel “gioco del dottore”. Dai 4 ai 6 anni, i bambini dovranno invece essere istruiti sull’amore e le relazioni con persone dello stesso sesso, parlando di argomenti inerenti la sessualità con competenza comunicativa. La vera crescita avverrà coi bimbi tra i 6 e i 9 anni, ai quali i maestri terranno lezioni su cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione, facendo conoscere loro i diversi metodi contraccettivi. Su questi aspetti, i bambini tra i 9 e 12 anni dovranno già avere ampia competenza, diventando esperti nel loro utilizzo e venendo informati su rischi e conseguenze delle esperienze sessuali non protette (leggasi le gravidanze indesiderate). Nella fascia puberale tra i 12 e i 15 anni, gli adolescenti dovranno acquisire familiarità col concetto di pianificazione familiare, conoscere il difficile impatto della maternità in giovane età, con la consapevolezza di un’assistenza in caso di gravidanze indesiderate e la relativa presa di decisioni (leggasi aborto). A quell’età i ragazzi dovranno essere informati sulla possibilità di gravidanze anche in relazioni omosessuali e sull’esistenza del sesso inteso come prostituzione e pornografia, venendo messi in guardia dall’influenza della religione sulle decisioni riguardanti la sessualità. Si vuole sottrarre alla famiglia il diritto-dovere di formare e insegnare il bene e il male ai propri figli, al fine di garantire la possibilità che sia lo Stato a indottrinarli.
 
Così, si distruggono le società. Le crisi economiche sono solo una conseguenza della distruzione dei principi della morale naturale. Questa verità non interessa per nulla al mondo cattolico, che persevera nei suoi errori: la prima, la seconda e la terza volta. Quando si forma il Governo Renzi –continuatore sinergico dei due Governi precedenti di quell’ideologia anti-umana che i cattolici dovrebbero combattere, basti pensare alla presenza al suo interno dell’autore della proposta per il contrasto dell'omofobia e della transfobia, che incide in maniera distruttiva sulla prima libertà dell’uomo, quella religiosa – gli elogi si sprecano. Avvenire, in un editoriale del 22 febbraio, parla di una compagine di Governo «asciutta, profondamente ringiovanita e mai così paritaria, ad alta densità politica, e con un tratto distintivo», rappresentato dall'asse tra i partiti e il mondo dell'impresa e del lavoro. «È netto il segnale composto da Renzi» e si aggiunge: «si cambia musica, anche se lo spartito (largamente dettato da Bruxelles) è ancora lo stesso». Il problema è che Bruxelles non detta solo lo spartito sull’economia, ma quello sull’identità cristiana dell’Europa, negandola, ma questo non interessa nessuno. Per L'Osservatore Romano, l’esecutivo «si caratterizza per la novità molto positiva della presenza, su sedici ministri, di otto donne, e per l'età media, di 48 anni». Come se le giovani donne di Renzi, costituissero di per sé un dato politicamente rilevante e non corrispondessero, invece, alla pretesa di esprimere un giovanilismo da quattro soldi che si vuole sbarazzare del vecchio. La logica è la stessa di chi vuole promuovere l’eutanasia per le persone che non vengono più considerate utili socialmente. L’Azione Cattolica avverte che il Paese «ha grandi attese che richiedono risposte immediate» e le molteplici difficoltà del presente chiamano tutti a sottoscrivere «un Patto di speranza, che abbia come orizzonte il futuro del Paese e delle giovani generazioni». Il Sottosegretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin, rivolge  «L’auspicio che il governo possa realizzare il programma, che mi pare un programma molto impegnativo». Aggiunge: «Spero che con l'aiuto di Dio possa farlo».
 
Si invoca l’aiuto di Dio per un Governo che per sua formazione culturale e politica si appresta ad assecondare tutte le leggi in contrasto con la morale naturale: l’omofobia, il riconoscimento delle coppie di fatto, l’adozione di bambini per le coppie omosessuali, la liberalizzazione delle droghe, a cominciare da quelle cosiddette leggere, l’introduzione del divorzio breve, che consente la cessazione del matrimonio dopo soli sei mesi contro i tre anni precedenti. Presto, si discuterà di eutanasia e anche di pedofilia. Tutte misure laiche che corrispondono all’orientamento di molti cattolici libertari, che a partire dal concedere la comunione ai divorziati risposati, si preparano a liquidare definitivamente i principi sui quali per duemila anni è vissuta la Chiesa Cattolica ed ha custodito le anime dei suoi fedeli.
 
Intanto, il Governo Renzi elargisce 80 euro a persone in stato di bisogno - l’unico suo provvedimento, grazie al quale ha posto un’ipoteca pesantissima sul voto - e incassa un plebiscito di voti e, tra questi, milioni di voti di cattolici. Il mondo cattolico plaude, sereno, tacito, accomodante, alla riproposizione di quell’ideologia catto-comunista che tanti danni ha già fatto all’anima del nostro paese, impedendogli di riconoscere la persona umana intesa nella sua integrità. Invece di gridare dai tetti lo scandalo, sembra compiacersi della vittoria elettorale di un pensiero unico che vuole divenire dominante, di cui esso stesso diviene interprete principale. Se vi garba così tanto, tenetevelo Matteo Renzi – insieme al prossimo Presidente della Repubblica, Emma Bonino - e dopo i prossimi vent’anni, non veniteci a raccontare cosa sarò divenuta, complice la vostra ignavia, la nostra società.

[DIFFONDERE] La Pace in Palestina finalmente arriverà, mancano pochi giorni: l'8 giugno!

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Lo avevamo già annunciato (In volo: Francesco su Sinodo, celibato, rinuncia e incontro Peres-Abu Mazen) ma ora è certo. Finalmente a Roma avrà luogo una iniziativa che dopo lunghi decenni di guerre e occupazioni  risolverà la questione. L'incontro di preghiera per la pace in Terra Santa di Papa Francesco con il presidente israeliano Shimon Peres e il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen si terrà l'8 giugno in Vaticano.  "Questa data è stata accettata dalle due parti".
Preghiera ecumenica con ebrei e musulmani. Insomma la preghiera sarà efficace perché si è deciso di dare pieno adempimento a quanto magisterialmente stabilito nella Mortalium Animos di Pio XI: 
Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all’ossequente riconoscimento del suo dominio. Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l’ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da Dio [Mortalium Animos, 6 gennaio 1928, Pio XI]

Non a caso San Pio X, qualche anno prima, aveva profetizzato nella Pascendi:
E con qual diritto modernisti negheranno la verità ad una esperienza affermata da un islamita? con qual diritto rivendicheranno esperienze vere pei soli cattolici? Ed infatti i modernisti non negano, concedono anzi, altri velatamente altri apertissimamente, che tutte le religioni son vere. E che non possano sentire altrimenti, è cosa manifesta. Imperocché per qual capo, secondo i loro placiti, potrebbe mai ad una religione, qual che si voglia, attribuirsi la falsità? [Pascendi Dominici Gregis, 8 settembre 1907, San Pio X]

Anche da un punto di vista politico, tutto risulta chiaro. Date un'occhiata a Come si sono pronunciati sul sionismo i Papi da San Pio X a Pio XII?

Preparatevi: la pace sta arrivando*

*Precisazione: la preghiera quando condotta bene è efficace ma quando è fatta contro la Verità e la Tradizione della Chiesa, non è nemmeno preghiera. Quindi no, non sarà questa iniziativa a sanare le ferite di quella Terra, così come non lo fu l'incontro ecumenico di Assisi del 1986. Al contrario, nella storia della Chiesa innumerevoli sono i veri e propri miracoli ottenuti con rette preghiere. Non solo: furono tanti i casi in cui le orazioni del popolo hanno cambiato il corso della storia. Si pensi a Lepanto e Vienna. Ma non è questo il caso.
 

[NOVITA'] La prima biografia italiana di Robert Hugh Benson

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Dobbiamo alla penna di un redattore e fondatore di Radio Spada ovvero Luca Fumagalli, la prima biografia in lingua italiana di Robert Hugh Benson (1871-1914), cattolico inglese convertitosi dall'anglicanesimo, poi sacerdote, conferenziere, apologeta e romanziere.  A lui dobbiamo, tra gli altri,  il famosissimo "Il padrone del mondo"  ambientato in un "futuro prossimo”. In esso una concezione filantropica, pacifista, egalitaria, livellante e quindi sostanzialmente anticristiana, assume il dominio assoluto delle relazioni politiche mondiali sino a confinare Verità cattolica e Culto divino ai margini della società, perseguitando tutti coloro i quali si opponessero a questi disegni.  Luca Fumagalli ha rilevato la assoluta e quasi devastante attualità del romanzo, mostrando anche gli aspetti principali nei quali la realtà ha purtroppo superato la fantasia del romanziere. Nella biografia vengono poi analizzati molti altri romanzo apologetici prodotti dalla fervida penna del Benson, quali "Vieni ruota! Vieni forca!" (di cui Fumagalli si era già occupato su Radio Spada (http://radiospada.org/2013/03/il-novus-ordo-nellepoca-elisabettiana/), "Con quale autorità", "I Necromanti", "L'alba di tutto" e altri ancora. A questa biografia, uscita per i tipi di "Fede e Cultura" di Verona,  sarà anche presto dedicata una recensione su questo blog.
Di Robert Hugh Benson le Edizioni Radio Spada hanno pubblicato, sempre a cura di Luca Fumagalli, "La storia dell'eremita Richard Raynal". Buona lettura!

venerdì 30 maggio 2014

In Italia sono presenti 5 logge massoniche militari statunitensi [FOTO, DOCUMENTI, PROVE]

-di Davide Consonni- http://www.losai.eu/

In Italia esistono circa 1000 logge massoniche, ogni loggia comprende circa 30 membri. L’Eurispes dichiarò che in Italia, secondo le loro analisi, sono presenti oltre 40 mila massoni [1]. E’ di una parte minoritaria di questi 40 mila che si tratterà in questo articolo. Precisamente qui di seguito verranno riportate tutte le notizie ed informazioni reperibili e documentabili circa la presenza di 5 logge massoniche strettamente statunitensi, vedremo che queste logge sono di una natura particolare: sono 5 logge massoniche militari. Come risulterà ovvio dal posizionamento geografico sono strettamente legate ai militari presenti in alcune delle maggiori basi statunitensi presenti sul suolo italiano.
Iniziamo col triste censimento di tali logge: partiamo da nord e procediamo verso sud rispetto alla penisola italica.
La prima di queste logge si chiama “Aviano Lodge n° 643″.  Come è possibile verificare QUI questa loggia massonica appartiene all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia sotto la circoscrizione del Friuli Venezia Giulia di Aviano [2]. E’ facile intuire che questa loggia è composta dai militari d’istanza nella base militare di Aviano.  Questa loggia possiede uno sgangherato ed improvvisato sito internet comprendente una mail attraverso la quale è possibile contattare la loggia, riporto citando dal sito una breve descrizione: ”
“Aviano Masonic Lodge # 643 è stato eretto dai membri delle forze armate degli Stati Uniti oltre 40 anni fa. Siamo situati a 100 km a nord di Venezia e solo poche ore di auto da austriaca, svizzera, francese e confini tedeschi. Aviano F & AM incontra alla base delle Dolomiti Mountain Range (Prealpi), appena fuori della Piazza della Città Aviano in provincia di Pordenone, che è famosa per la sua cucina raffinata cultura e vino di produzione locale. Siamo un American Military Lodge sotto la giurisdizione del Grande Oriente d’Italia e soci sono costituiti da militari, civili pensionati, appaltatori del governo e italiani Brothers.Incontriamo il Primo e terzo Mercoledì di ogni mese e invitiamo tutti Brothers In viaggio per partecipare alle nostre riunioni.Siamo un americano – lodge based con le nostre opere derivanti dalla grande stato della California, e intrecciate con la Costituzione e Regolamento del GOI. * Tutti i Fratelli che stanno facendo intenzione di viaggiare attraverso l’Europa meridionale nel prossimo futuro: Contatta questo sito per ulteriori informazioni up-to-date sulla vostra destinazione. A seconda del punto di arrivo, potremmo essere in grado di mettere in contatto con i fratelli locali che può meglio aiutare nella pianificazione o durante il soggiorno. * A tutti Prince Hall fratelli che vengono a Aviano, c’è un lodge PH locale e possiamo mettervi in ​​contatto con loro.” [FONTE] [3]
Come potete verificare su questo sito di un loggia massonica statunitense i grembiulini vanno molto fieri delle loro logge militari “italiane”. [4]
Passiamo a documentare l’esistenza della seconda loggia militare battente bandiera statunitense presente sul territorio nazionale italiano.
Si tratta della “George Washington Lodge n° 585″, anch’essa sottoposta alla circoscrizione del Veneto del Grande Oriente d’Italia, come potete verificare QUI sul sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia [5]. Inutile argomentare la presenza a Vicenza della discussissima base militare statunitense Dal Molin (inaugurata ne 2013) e della presenza della base militare USA Ederle.Questa loggia possiede un sito web leggermente più decoroso della loggia di Aviano, il sito è stato aperto nel 1998 ma la loggia è stata inaugurata nel 1958, stiamo infatti trattando della più antica loggia massonica di militari statunitensi mai fondata in Italia. Questi coloni col grembiule targati USA vanno fierissimi di aver “alzato le colonne” [gergo massonico indicante l'apertura d una nuova loggia] della loro loggia nel lontano 1958, cito dal sito: “George Washington Lodge 585″ è la prima e più antica loggia americana in Italia, essendo stato inaugurata nel mese di agosto 1958. Siamo composti principalmente da militari in servizio attivo, veterani e civili DOD e militari in pensione” [FONTE].
Qui di seguito una targa commemorativa donata dalla loggia ad un museo di storiografia massonica statunitense:
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[Chi si stesse chiedendo "ma sti massoni che c'azzeccano con i siti internet? non gli piace il segreto?" dovrebbe approfondire diverse questioni in merito alla rinascita pubblica della facciata massonica in Italia e all'estero. Tutte le obbedienze massoniche ufficiali e non hanno un sito internet, pagine facebook, canali youtube, webtv ecc .]
In ogni caso sono il visitatore numero “3807″ del sito web della loggia USA di Vicenza a dimostrazione del fatto che è un sito che in 16 anni ha ricevuto in media meno di una visita al giorno. QUI IL SITO WEB [6]. Il sito ci informa perfino dei nomi degli ufficiali di loggia, usanza tipica dei siti massonici statunitensi, schifosamente trasparenti:
  • Sr. Warden: Bro. Patrick Quinn
  • Secretary: Bro. William Hickman
  • Senior Deacon: Bro. (Coleman) Mark Ray
  • Sr. Steward: Bro. Melvyn Lopez
  • Jr. Warden: Bro. Frank Lauer
  • Secretary Adjunct: Bro. Pat Quinn
  • Jr. Deacon: Bro. Jim Walker
  • Jr. Steward: Bro. Steve Williams
  • Treasurer: Bro. Al Heaton
  • Chaplain: Bro. Thomas Bankston (PM)
  • Marshal: Bro. Donald Lawery
  • Tyler: Bro. Robert Eldred
Per i lettori più temerari riporto il link contenente l’analisi di WHOIS [programma che documenta l'origine di un sito] sul dominio del sito web massonico USA, QUI[7]. Dalla stessa analisi del dominio del sito risulta che il server che ospita il dominio del sito web massonico della George Washington Lodge 585  ospita un solo altro sito web [8], il sito di un’azienda che VENDE TECNOLOGIA PER AEREO MOBILI MILITARI [9], tra cui motori e componenti ‘per i modelli T33, F5, F15, F16, C130, F104; tale sito rivende componentistica militare per aziende USA: Northrop, Lockheed, Douglas, Fairchild, Grumman, General Electric, Pratt & Whitney, Airbus, Boeing, Allison ecc.. Insomma, lo stesso server ospita un sito di una loggia massonica e un sito di un’azienda statunitense (che ha sede a Paramus in New Jersey) che rivende componenti per modelli di aereo mobili militari. Passiamo oltre..
Il sito della loggia vicentina col cuore a stelle e strisce c’informa che sono amorevolmente e fraternamente collaboratori del Shrine Italia, associazione che rappresenta un’obbedienza massonica statunitense il cui accesso è riservato ai soli fratelli massoni che hanno raggiunto il 3° grado di Maestro massone. Nella sezione DOCUMENTI del sito web in questione è addirittura possibile scaricare un file word contenente la documentazione (in bianco e da compilare) necessaria per richiedere l’ammissione all’iniziazione in loggia.
Qui di seguito uno screenshot del documento:
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Il sito contiene anche una sezione “Our Guestbook” in cui fratelli massoni di logge statunitensi lasciano messaggi in cui chiedono di poter visitare la loggia. La sezione più interessante è però la “Gallery”, la quale contiene carrellate fotografiche relative alla loggia a partire dal 1998. Qui di seguito vi propongo una serie di fotografie tratte dalla gallery:
Installazione della loggia nel 1998:


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Installazione officiale del 2002 presso il Grande Oriente d’Italia:
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Cerimonia con le obbedienze di Rito Scozzese 2002:
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Installazione 2005:
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Rito scozzese 2006:
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Rito Scozzese 2006:
sr20056Rito Scozzese 2006:
DSCN0317
[La galleria fotografica è consultabile QUI [10]]
 
Passiamo alla terza loggia militare statunitense operante su suolo italico. La loggia si chiama “Benjamin Franklin n° 591″. Si trova a Pisa sotto la circoscrizione della Toscana del Grande Oriente d’Italia, come potete verificare QUI [11]. Inutile rammentare che sul territorio di Pisa si trova Camp Derby, base aereonautica militare USA ora sede del United States Army Africa (USARAF). Esisteva un sito web della loggia Benjamin Franklin n° 591 che però attualmente risulta OFFLINEPerciò non sono disponibili ulteriori informazioni su tale loggia, passiamo oltre.
La quarta loggia militare USA è la Harry S. Truman Lodge n° 649 di Napoli, facente parte della circoscrizione della Campania del Grande Oriente d’Italia, come potete verificare QUI [12]. Riporto una descrizione della loggia:
“Harry S Truman Lodge No. 649 F. & A.M.è regolarmente costituita una Loggia Militare dal Grande Oriente d’Italia (GOI) si trova a Napoli, Italia. Come le altre quattro Logge militari in Italia giustificate dal GOI (George Washington Lodge No. 585, Aviano Lodge No. 643, Benjamin Franklin Lodge No. 591 e Sigonella Travellers Lodge # 1288), il lavoro del Lodge è condotta in inglese come prescritto dai Rituali della Gran Loggia della California. L’adesione è limitato al personale civile che lavorano per il Dipartimento della Difesa USA all’interno delle basi di Napoli e Gaeta e per i militare degli Stati Uniti. Tempio massonico si trova all’angolo di via Larga e Via S. Antonio Abate, Gricignano di Aversa. Coordinate GPS 40.987439N, 14.232901E. L’Harry S. Truman Lodge # 649 si riunisce ogni 2 ° e 4 ° Venerdì alle 18:30. Per coloro che desiderano maggiori informazioni, si prega di contattare Kevin Baker al 338-479-7023 begin_of_the_skype_highlighting 338-479-7023 FREE  end_of_the_skype_highlighting o hst649sec@yahoo.com. 2013 Harry S. Truman Lodge No. 649 F. & A.M. Responsabili Maestro Venerabile: Fr. Joseph Scheuring esperto Warden: Fr. Martin Mork Junior Warden: Fr. Jose Mendoza Oratore: Fr. Mike Pabelona Tesoriere: Ill WBro Sean WilsonSegretario: Fr. Kevin Baker Cappellano: Bro Allesandro Mele senior Diacono: Bro Fitz Santos Junior Diacono: Bro Marvin Potente Marshall: Bro David Amonica esperto Steward: Fr. Mike Kleva Junior Steward: Bro Tomas Cardenas Tyler: WBro Emmanuel “PeeWee” Inocencio Orario:. [FONTE][13]

Qui di seguito delle fotografia relative alla loggia:
$_128551a66c2cdd11e2be6a1231381f7443_71_07591c216013a39933955f7b0e29f6f0La quinta loggia militare USA  si trova a Sigonella sotto la circoscrizione massonica del Grande Oriente d’Italia della Sicilia, potete verificare QUI [14]. I militari statunitensi di stanza nella base militare USA di Sigonella hanno chiamato la loggia “Sigonella Travelers lodge n° 1288″.
Nel link qui seguito potete leggere un articolo della rivista massonica “Erasmo” del Grande Oriente d’Italia in cui si parla dell’inaugurazione della loggia di Sigonella, n°1-2, 2007, pagina 17: http://www.agerecontra.it/public/pres30/wp-content/uploads/2013/07/27-0102.pdf [15]
 
Qui una fotografia ella loggia riunita:
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[FONTE FOTOGRAFIE] Il triste e rassegnato censimento delle logge militari statunitensi su suolo italico è ultimato. C’è un solo aspetto che non abbiamo affrontato nell’articolo, per un semplice motivo. L’aspetto è rappresentato dal fatto che alcune di queste cinque logge avrebbero sede ALL’INTERNO delle basi militari USA, questo aspetto non è stato possibile dimostrarlo in modo incontrovertibile anche se un caro amico ci garantisce che la loggia della base USA di Aviano ha sede all’interno della base. Concludo specificando che nell’articolo mi sono trattenuto, moderato ed auto censurato nel proporre giudizi di valore stigmatizzabili penalmente, per ovvi motivi. Non posso però evitar di ribadire che, per mia personale opinione, tali basi andrebbero smantellate, il tutto rimosso e i relativi occupanti/coloni allontanati dal territorio italico. Ovviamente le logge massoniche militari USA son un’anomalia non trascurabile, difficilmente sondabile e indagabile, se si considera però che con semplici ricerche incrociate nel web si è scoperto che lo stesso server ospita il sito web di una di queste logge e al contempo il sito di un’azienda USA che rivende componentistica militare per aereomobili d discutibili aziende come Northrop, Lockheed, Douglas, Fairchild, Grumman, General Electric, Pratt & Whitney, Airbus, Boeing, Allison ecc ecc. si può comprendere che ottenere informazioni in questo senso non è impossibile, credo che questo articoli lo dimostri, quindi se qualcuno dei lettori avesse informazioni da condividere non esiti a contattarmi via mail: davide.consonni@hotmail.itCONCLUDO DEFINITIVAMENTE RIPORTANDO LA CONDANNA CHE PAPA CLEMENTE XII POSE ALLA SETTA DEI MASSONI NELL’ENCICLICA “IN EMINENTI” NEL 1738:“…decretiamo doversi condannare e proibire, come con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque altro nome chiamate…”[ Clemente XII, Litt. ap. In eminenti, 28 apr. 1738, in Bullarium Romanum, taurinensis ed., t. XXIV, 365-367]
 
[1] Fonti: #1 http://www.losai.eu/eurispes-italia-oltre-40-mila-massoni-boom-tra-giovanissimi/; #2 http://www.grandeoriente.it/rassegna-stampa/2013/11/(adnkronos)-massoneria-eurispes,-in-italia-40000-grembiulini,-boom-tra-i-giovani.aspx;
[2] Vedi: http://www.grandeoriente.it/logge/friuli.aspx;[3] Sito AvianoLodge n° 643: http://avianomasoniclodge643.tripod.com/index.html;
[4]Sito KeyStoneLodge: http://www.keystonelodge.org/American_Military_Lodges.html;
[5] Sito del Grande Oriente d’Itala, sezione Veneto: http://www.grandeoriente.it/logge/veneto.aspx;[6] Sito della loggia George Washington Lodge n° 585: http://www.georgewashington585.org/main/index1.htm;
[7] Whois: http://whois.domaintools.com/georgewashington585.org;
[8] Lo stesso server ospita due siti: http://reverseip.domaintools.com/search/?q=georgewashington585.org;[9] Sito web di azienza statunitense che rivende componenti per aereo mobili militari: http://conmeta.com/aircraft_ground.html;
[10]Gallery: http://www.georgewashington585.org/main/index1.htm;
[11] http://www.grandeoriente.it/logge/toscana.aspx;[12] Vedi:  http://www.grandeoriente.it/logge/campania.aspx;
[13] Cfr.: https://groups.yahoo.com/neo/groups/HST649/info;
[14]
[15] http://www.agerecontra.it/public/pres30/wp-content/uploads/2013/07/27-0102.pdf
- See more at: http://www.losai.eu/in-italia-presenti-5-logge-massoniche-militari-statunitensi-foto-documenti-prove/#sthash.h2yifhe2.WctT77qY.dpuf

Ulysses S. Grant e lo schiavismo.



Ulysses S. Grant, 1858: Parlando di uno schiavo del suocero dato a sua moglie Julia : "Lui è molto intelligente, ragazzo attivo, in grado di fare nulla ... posso lasciarlo qui e ricevere circa tre dollari al mese per lui ora, di più man mano che cresce. "(Simon, Vol.1 p. 344).

Julia Dent Grant proveniva da una famiglia schiavista ed era un apologeta della schiavitù , e rimase tale per tutta la vita e durante la guerra. Le sovvenzioni  che venivano dagli schiavi del padre di Julia in Missouri le concessero proprietà essendo responsabile della loro supervisione. Il Missouri abolì ufficialmente la schiavitù nel 1865.

Alcuni storici scusano Grant perché  liberò il suo schiavo personale nel 1858,  ma tuttavia, Grant aveva certamente un certo controllo sull'uso degli schiavi del cognato che  diede a sua moglie Julia.
 
 
Molti affermano che Grant  e sua moglie reclamarono e  tennero i loro schiavi fino a quando non furono costretti a liberarli con l'adozione del 13 ° emendamento dopo la guerra. Altre fonti affermano che furono liberati nel 1863.

 La carica presidenziale di Grant fu una delle più corrotte di tutti i tempi ...


Di Redazione A.L.T.A.

Il Proclama di Emancipazione: l'ingannevole propaganda di Lincoln.


"Il proclama [di Emancipazione]  non ha alcuna giustificazione costituzionale o legale, se non come misura di guerra". Lettera di A. Lincoln  a Sez. di Treas. Salmon P. Chase; 3 Settembre 1863

  Qualsiasi studioso informato sa che era uno strumento di propaganda destinata a (si sperava) causare diffuse rivolte di schiavi così da far defluire i soldati confederati dal fronte per sedarle (nessuna rivolta si  verificò); per creare una "causa" con la quale radunare consensi intorno al Nord (200.000 soldati dell'Unione immediatamente disertarono); e per evitare il vicino riconoscimento diplomatico da parte del II Impero Franciese e dell'Impero Britannico (che avrebbe significato trovarsi a combattere contro quelle marine per mantenere il blocco navale del Sud).

 Poichè Lincoln consapevolmente escluse di liberare un solo schiavo in qualsiasi zona del Nord e del Sud controllata dall'esercito dell'Unione, il tutto si dimostrò come una bugia trasparente.


Di Redazione A.L.T.A.

giovedì 29 maggio 2014

La Primula Rossa delle Due Sicilie.


Ci hanno inculcato parecchie menzogne e idiozie. Che i Partigiani delle Due Sicilie fossero comuni delinquenti. Che la Nobiltà del Regno si sia venduta in blocco ai piemontesi compiacendoli. Poco si sa dei Nobili che combatterono strenuamente l'unità d'Italia , puniti dal nuovo governo illegittimo con la confisca di tutti i beni, socialmente cancellati, costretti all’esilio e a vivere nascosti e braccati. Eccone uno (nella foto in alto), Giovanni Maria D’Alessandro, Duca di Pescolanciano, detto « la primula rossa » perché imprendibile, astuto, estremamente pericoloso per il nuovo Stato usurpatore. Perse tutto, tutto gli fu confiscato, ma non si piegò mai.


Di Redazione A.L.T.A.

2 VIDEO dimenticati: lo Scià di Persia prima di essere abbattuto attaccava la lobby israeliana

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(Il biglietto d'auguri attribuito a Hitler e indirizzato a Reza Shah Pahlavi - padre di Mohammad Reza Pahlavi- in occasione della festa di Norooz del 1939)
 
***
 
Mohammad Reza Pahlavi (Teheran, 26 ottobre 1919 – Il Cairo, 27 luglio 1980) è stato l'ultimo Scià di Persia e l'ultimo monarca della Dinastia di Pahlavi. Possedeva diversi titoli: Sua Maestà Imperiale, Shahanshah (Re dei Re, Imperatore), Aryamehr (Luce degli Ariani) e Bozorg Arteshtārān (Capo dei Guerrieri). Fu abbattuto dalla Rivoluzione Islamica dell'11 febbraio 1979. 
Lungi da Radio Spada fare l'apologia di Reza Pahlavi. Ci pare tuttavia curioso - per il pieno inquadramento storico del personaggio - rendere noto che gli USA diversi anni prima della sua caduta lo consideravano un "alleato inaffidabile".




 

Non solo: in questa intervista con M. Wallace realizzata per 60 Minutes (1976, tre anni prima della sua fine politica) risulta evidente la sua denuncia della lobby ebraica che, parole sue, influenza politica, media e finanza USA. Incalzato dal giornalista lo Scià rincara la dose ribadendo ciò che gli sembra evidente.

 
 
 

Il nuovo che avanza: chi è il neoeletto presidente ucraino Porošenko

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Già Ministro degli Esteri e Ministro del Commercio e dello Sviluppo Economico, dal 25 maggio 2014 Porošenko (nativo di Odessa) è il nuovo Presidente dell'Ucraina, succedendo a Oleksandr Turčinov.  

Chi è Porošenko? Un uomo politico sì, ma anzitutto un industriale. Possiede diversi stabilimenti produttivi (dolciumi, autoveicoli, cantieri edili), un canale televisivo e una rivista. Secondo alcune fonti, sarebbe uno degli uomini più ricchi d'Ucraina: la sua fortuna è stimata in 1,3 miliardi di dollari. Un oligarca, insomma.

Interessante notare che è sposato con il medico e attivista Marina Lysak, europeista ebrea, uno dei volti di Maidan, che in prossimità delle elezioni aveva lanciato un preciso messaggio al futuro designato dalle urne: "Vi osserviamo. Se ci tradirete, non resteremo in silenzio".

La Lysak è anche una delle menti dietro il progetto di cooperazione sanitaria (presente anche su Facebook) che ha reso possibile trasportare in Israele, per somministrar loro cure mediche, diversi manifestanti di Maidan feriti negli scontri.

La comunità ebraica ucraina è formalmente neutrale, ma sono molti a simpatizzare per Porošenko.

[Fonti: JTA, jewishexponent.com] - http://radiospada.org/

Sulla situazione politica ucraina abbiamo spesso detto la nostra: leggete qui.

Religio Holocaustica

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Dal discorso di Francesco allo Yad Vashem (qui l'integrale):
Il Padre conosceva il rischio della libertà; sapeva che il figlio avrebbe potuto perdersi… ma forse nemmeno il Padre poteva immaginare una tale caduta, un tale abisso! 
Quel grido: “Dove sei?”, qui, di fronte alla tragedia incommensurabile dell’ Olocausto, risuona come una voce che si perde in un abisso senza fondo…

Alcune osservazioni.
Francesco sottolinea che la Shoah è una "tragedia incommensurabile", quasi a dire che un peccato più grande non possa esservi. In realtà, per un cattolico, sappiamo bene che non è così: il sigillo dei peccati, come vaticinato da Daniele, è quanto avvenuto sul Calvario circa duemila anni fa, quella è sì una tragedia incommensurabile; le altre, per quanto numericamente estese, sono "solo" tragedie. Il male assoluto si compì contro il Divino Redentore. 
Appare chiara una volontà: sostituire all'Olocausto divino quello "umano". Ed è la percezione del comune fedele. Che cosa c'è di più grande ed atroce dell'olocausto rispetto al sacrificio di Cristo?... che quindi ne viene sminuito. No, il sacrificio di Cristo, anche dal punto di vista storico-fenomenologico, è stato qualcosa di incommensurabile non solo perché ha riguardato l'Uomo-Dio (e ciò concerne anche la dimensione storica), ma anche per le sue modalità. E invece si vuole dare alla Shoah una percezione metastorica e teologica da contrapporre e giustapporre al sacrificio di Cristo. Quasi per ripicca: "voi per secoli ci ritenete responsabili della morte di un uomo; ebbene, voi siete ora responsabili morali della morte di tanti uomini". Questa è la logica.
E ora un episodio reale. Visita guidata in una chiesa europea, dove è esposta una tela di un "artista" che ne aveva dipinto anche un'altra, un'Ultima Cena a soggetto omosex. Un turista obietta alla guida turistica che si tratta di un artista assai dubbio; ne scaturisce una polemica tra chi sostiene che quella era un'opera blasfema e chi sostiene che l'artista ha tutte le licenze possibili. Il turista lancia la provocazione: "vorrei vedere se l'artista avesse rappresentato la Shoah così: se aveva licenze artistiche, poteva toccare anche quel tema". Reazioni furenti. Alla fine si afferma esplicitamente: l'olocausto cristiano è sostanzialmente simbolico, una metafora quasi, mentre l'"altro" è stato reale ed effettivo. Tout se tient.
***
Abbiamo trattato dell'uso e abuso della Shoah, ex multis, in questo articolo. Ne ha parlato anche la versione online de Il Giornale.
Dell'autentico Olocausto di Nostro Signore abbiamo scritto qui
Vedere anche: L'oracolo Gad Lerner su Tv2000: "Terribile che la croce sia stata vista come simbolo del deicidio".

Fonte: http://radiospada.org/

Famoso rabbino israeliano deride Bergoglio: rischio "idolatria", incontrarlo è "peccaminoso"

THE ANTI TELEVISION PROTEST
"Those who are going to meet the Pope today and shake his hands are the ultimate source of impurity. Is this what they were chosen for?”
“Is God happy today, to see the chief rabbis of the State of Israel shaking the hand of the idol?”

Insomma omaggiare Francesco sarebbe un atto di idolatria.

Queste le dichiarazioni di Amnon Yitzhak, celebre rabbino israeliano, riportate da The Times of Israel

 Sul tema della xenofobia ebraica abbiamo già pubblicato Il migliore dei non ebrei merita di essere ucciso? Razzismo e rabbinato ebraico. Testo poi ripubblicato in Anche se non sembra.

 

Fonte: http://radiospada.org/

IMMAGINE: La SS. Trinità

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Tre Persone eguali e distinte, una natura.

 

Fonte: http://radiospada.org/

4 foto dell'incendio della Grotta della Natività



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Già qualche ora fa avevamo pubblicato: Grotta della Natività a Betlemme: una lampada ad olio scatena un incendio.

 Aggiungiamo altre tre foto.


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Un incendio è divampato nella Basilica della Natività di Betlemme, meno di  due giorni dopo la visita di Papa Francesco. Le fiamme hanno danneggiato alcuni arazzi e hanno annerito le pareti.

La causa pare esserestata  la caduta accidentale di una lampada ad olio. Così ha detto il governatore (Abdel-Fatah Hamayel) della cittadina che vide la Nascita del Salvatore.
Alle quattro e mezzo del mattino, ha dato l'allarme un guardiano che ha sentito odore di bruciato.


Per un pugno di euro...80 per l'esattezza...

 
 
(il cartello che vedete è stato esposto in provincia di Treviso)

Eccoli qui gli "italiani" , convinti nella loro "ignoranza democratica" , che vogliono andare subito all’incasso di una squallida promessa elettorale.
Io che son legittimista e coerente con i miei ideali non voglio nemmeno commentare altro, se non dire che gli "imbelli italici ” pensano di andare all’incasso privilegiato rivolgendosi al partito che a sua volta è manovrato dalla setta , responsabile dell'attuale stato di cose. Povera Italia! Non ve esclamazione più giusta...
Ma faccio di più e vi posto qua sotto la fotografia di una busta paga con cerchiato il valore reale del bonus che è stato elemosinato dal governo di Roma dell'idiota  Renzi, che siete corsi a votare... per quanto il vostro voto abbia un valore paragonabile allo 0... se ancora non ve ne siete resi conto...





Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.

mercoledì 28 maggio 2014

Gen. Gennaro Fergola: Eroe dell'esercito delle Due Sicilie.


Gen. Gennaro Fergola.
Gennaro Fergola (1793 – 1870) è stato un generale dell'esercito del Regno delle Due Sicilie. Facente parte di una famiglia di scienziati e artisti, tra cui ricordiamo i pittori Luigi Fergola e Salvatore Fergola ed il matematico Nicola Fergola. A prosecuzione della tradizione di famiglia, il figlio di Gennaro, Emanuele Fergola divenne un noto matematico ed astronomo. Gennaro Fergola fu allievo esterno del Collegio Militare della Nunziatella dove il 5 gennaio 1814 ottenne la nomina a secondo tenente dell'arma di artiglieria. (Non compiva ancora il quarto lustro , quando nel mese di Decembre 1813 subiva esame come alunno esterno del Real Collegio Politecnico della Nunziatella, ove finito suoi studi scentifici, li 5 Gennaio 1814 usciva all'Esercito nell'arma di Artiglieria col grado di Alunno Sottotenente, e cominciava la sua carriera Militare nella Campagna del 1815, e nell'assedio di Ancona dall'anno stesso). Entrato in servizio attivo, partecipò nel 1815 alla Campagna d'Italia e alla difesa della fortezza di Ancona al comando del generale De Montemayor. In seguito alla restaurazione di Ferdinando I di Borbone sul trono del Regno delle Due Sicilie, nel 1820 fu promosso primo tenente ed inviato in Sicilia con la spedizione comandata dal generale Florestano Pepe a ristabilire l’ordine. Negli anni successivi percorse una rapida carriera, ottenendo le promozioni a capitano (1827); maggiore comandante della fabbrica di armi e munizioni di Torre Annunziata e successivamente degli arsenali di Palermo e Messina (1845); tenente colonnello (1847), grado con il quale assunse il comando dell’artiglieria del forte palermitano di Castellammare. Nel 1848 partecipò al contrasto dell'insurrezione di Palermo ed ottenne la croce di diritto dell’Ordine di San Giorgio. Nominato sottoispettore dell'arma di artiglieria, nel 1854 ottenne il grado di colonnello, con cui fu trasferito dalla Sicilia a Capua, dove assunse il comando del Reggimento di artiglieria “Regina”. Nello stesso periodo ottenne anche la direzione della Scuola di applicazione per gli alfieri d'artiglieria e del genio usciti dalla Nunziatella. Lasciò questi incarichi il 13 giugno 1859, quando fu promosso generale di brigata e nominato ispettore di artiglieria in Sicilia.
In seguito all'invasione delle truppe garibaldine, il 9 agosto 1860 le truppe napoletane abbandonarono la Sicilia e Fergola assunse il comando superiore delle fortezze di Messina, Augusta e Siracusa. Da questa posizione tentò di condurre operazioni in soccorso di Reggio Calabria, la quale era stata nel frattempo attaccata dalle truppe garibaldine, ma senza successo. (Ritiratasi la truppa nella Cittadella li 26 Luglio egli rimane nella fortezza, ove il 9 Agosto dello stesso anno ricevè per sovrano ordine il Comando Supremo della Cittadella, e delle Piazze di Siracusa ed Augusta. Dal 9 Agosto sudetto fine al 13 Marzo 1861, durante qual tempo fu promesso Maresciallo di Campo li 8 Ottobre 1860, comandò la Cittadella, e la sua prudenza, le maniere gentili, ed il suo sapere militare, gli fecero ottenere la fiducia della Guarnigione intera, che per la sua fedeltà ed attaccamento al Re ed alla Bandiera fu l'ammirazione d’ Europa, ed il Re volendo dargli un attestalo di suo compiacimento lo insignì della Gran Croce del Real Ordine Militare di s. Giorgio della Riunione. Onoratissimo sotto tutti i rapporti, onestissimo particolarmente in fatto d'Amministrazione. Religioso al sommo grado, buon Generale, ottimo padre di famiglia , sono le qualità che adornano e distinguono questo onorato soldato, ch'è stato un esempio di fedeltà ed onoratezza. Giunto in Napoli dopo la resa di Messina si è ritirato in seno di sua famiglia, ove con tenue pensione onoratamente».)
L’8 ottobre 1860 Francesco II delle Due Sicilie lo promosse maresciallo di campo, plaudendo al comportamento della guarnigione. In seguito alla resa della fortezza di Gaeta (14 febbraio 1861) la piazzaforte di Messina comandata da Fergola fu posta sotto assedio dal generale piemontese Enrico Cialdini, che minacciando rappresaglie intimò la resa. Sotto il comando di Gennaro Fergola, Messina resistette otto mesi fino al 13 marzo 1861.
A seguito della resa, ed in ragione della lunga resistenza, non fu concesso l'onore delle armi alla guarnigione e gli ufficiali vennero tutti arrestati. In segno di riconoscenza per l'attaccamento al Regno delle Due Sicilie, Gennaro Fergola fu decorato da Francesco II delle Due Sicilie con la gran croce dell’Ordine di San Giorgio.
La fine del Regno delle Due Sicilie, che com’è noto ebbe quale sommo artefice Giuseppe Garibaldi, fu caratterizzata dal voltafaccia di molti ufficiali e funzionari di quello Stato. Se questo è vero, lo è nella misura in cui tanti altri ufficiali fedelissimi alla dinastia regnante si batterono fino in fondo, tenendo alto il vessillo bianco con i gigli dei Borbone sulle fortezze di Gaeta, di Messina e di Civitella del Tronto.
Ancora oggi vivono i discendenti di un esercito dimenticato, che i denigratori di parte unitaria italiana vollero definire “l’esercito di Franceschiello”. Era un esercito armato e strutturato regolarmente in modo puntuale, ai cui vertici c’erano generali d’indiscusso valore, che da giovanissimi avevano servito anche il re francese Murat. Un esercito dissoltosi nel nulla. Una compagine militare annegata nel mare magnum dell’Italia unita e risorgimentale. Centinaia di nomi che non significano nulla per la storia italiana, ma non per quella napoletana.
Fergola il 20 agosto fu impotente di fronte allo sbarco garibaldino in Calabria ma organizzò una spedizione per soccorrere Reggio, assalita dai garibaldini, ponendo mille uomini al comando del colonnello Francesco Cobianchi. Ma l’impresa fallì per il tradimento della flotta napoletana, che non rese possibile lo sbarco. Pur trovandosi isolato dal resto dell’esercito che combatteva sulle rive del Volturno, in un territorio ostile, circondato dai garibaldini, mantenne unita la guarnigione, tra mille difficoltà, fronteggiando anche tentativi di contestazione disfattista. Espulse addirittura il colonnello Ferrara che proponeva di cedere ai piemontesi la fortezza di Messina, dopo la capitolazione di Gaeta.
Ma il momento più difficile giunse quando il generale piemontese Enrico Cialdini, espugnata la fortezza di Gaeta il 14 febbraio 1861, si diresse a Messina, chiedendo con una lettera a Fergola l’immediata resa della piazza, minacciando fucilazioni e rappresaglie, definendolo vile e assassino qualora avesse colpito la città. Il generale napoletano gli rispose: «Le sarà facile scorgere che cesserei di essere un onorato soldato se mi regolassi in diverso modo da quello che pratico». Cialdini gli rispose che doveva arrendersi perché era avvenuto un cambiamento di governo, ma Fergola fu fermo, affermando «che tale riconoscimento è valido solamente quando le potenze d’Europa lo avranno sanzionato». Ancora, rivolgendosi a Cialdini scrisse: «Se trovandosi del caso mio, Ella, generale d’armata, cederebbe una fortezza ad una semplice intimazione, coprendosi così d’obbrobrio e meritando lo sprezzo generale? No! Ella farebbe quello che fo io. Dà il nome di ribelli a degli onorati soldati» continuando «Io e il mio presidio che da me dipende facciamo il nostro dovere; né posso ideare ch’Ella abbia un diverso pensare, perché in tal caso non saprei riconoscere in lei il soldato, il generale». Resistette otto mesi, con dignità, ma dovette piegarsi all’impari lotta con i cannoni rigati del nemico il 13 marzo 1861. Firmò la resa, non prima d’aver indirizzato un commovente messaggio ai suoi soldati, precisando che non avrebbe ceduto se il bombardamento nemico non avesse minacciato la vita di mille tra donne e ragazzi, familiari dei militari, giunti da Gaeta. Scrisse: «Cediamo alla forza, perché sopraffatti dalla superiorità dei mezzi e non dal valore dei vincitori». Cialdini, furibondo per la subita resistenza, non concesse l’onore delle armi alla guarnigione e fece arrestare gli ufficiali dello stato maggiore borbonico con l’accusa infondata d’aver indotto Fergola alla prolungata difesa della piazza. La sera del 12 marzo 1861, scrisse alle sue truppe: “Uffiziali, Sottouffiziali e Soldati, è questo l’ultimo ordine che io vi rivolgo, e la mano mi trema nel vergarlo. Allorché presi il comando di questa Fortezza e di voi tutti, sacro giurammo di difendere fino agli estremi questo interessante sito fortificato che la Maestà del Re aveva affidato al nostro onore e alla nostra fedeltà. Avete ben veduto che tutti abbiamo mantenuto il giuramento, serbando fedeltà, attaccamento e devozione al nostro amatissimo sovrano Francesco.
Immensi sono stati gli sforzi che per lo spazio di cinque giorni si son fatti colle nostre artiglierie per distruggere i lavori di attacco che il nemico costruiva sulle alture della città di Messina ed in altri siti ancora, ma poco effetto à provocato il nostro fuoco, sí perché quasi tutti i lavori erano al di là della portata delle nostre artiglierie, sí perché altri trovavansi mascherati da casamenti ed oggetti occasionali. Veduto dunque che inutile si rendeva qualunque altro nostro mezzo di difesa, e che eravamo a causa dello incendio sviluppatosi minacciati da una sicura esplosione della gran polveriera Norimbergh e suo magazzino attiguo anche pieno di polvere, se non vi si apportava un pronto rimedio, è chiesta per ben due volte per mezzo di parlamentari una tregua al nemico per la durata di 24 ore. Ma vedendo egli di quanto aveva col suo fuoco prodotto di danno e della trista posizione in cui eravamo, à rigettato la mia domanda, e mi ha fatto sentire che dovevamo arrenderci a discrezione, e che se a tanto non divenivamo e non gli si dava risposta decisiva per le ore 9 della sera, avrebbe riaperto il fuoco con l’aggiunta di altre batterie che ancora non erano punto a vista della fortezza. In tale stato di cose, riunito il consiglio di difesa e sentitone anche il parere, è stato forza sottoporci a quanto il nemico imponeva. Quindi mio malgrado e vostro, domani la Piazza sarà resa. Cosí non avrei giammai ceduto, ma gli incendi che seco noi minacciavano 1000 e piú tra donne e fanciulli mal ricoverati, e che vi si appartengono, e la nostra eccezionale posizione, perché le potenze europee àn permesso una aggressione non mai letta nelle istorie, e noi da chicchessia sperar non potevamo soccorso di sorte, mi ànno obbligato a cedere. Cediamo alla forza perché sopraffatti dalla superiorità dei mezzi e non dal valore dei vincitori. Certo che la nostra resistenza non avrebbe salvata la Monarchia, sagrificata con la resa di Gaeta; non ci restava che salvar solo l’onore militare e nazionale: e mi lusingo che lo stesso nemico ci farà giustizia di concedercene l’orgoglio, come spero che voi me la farete: nel convenire d’aver visto con voi fino all’ultimo i disagi, le privazioni, ed i pericoli. Un dovere però mi resta a compiere ed è quello di esternare a voi tutti i miei sentiti e distinti ringraziamenti per aver saputo ognuno cosí bene secondare le mie vedute nel difendere questa Real Cittadella, ove rinchiusi per circa 8 mesi abbiamo dato le piú grandi prove di abnegazione e di fedeltà al nostro Augusto Sovrano Francesco II. Se l’abbiano particolarmente però i signori generali De Martino, Combianchi ed Anguissola, Ten. Col. Recco, Capitani Lamonica, Di Gennaro e Lauria; e fra tutti il mio capo di stato maggiore ed Uffiziali dello stesso signor Ten. Col. Guillamat, Capitano Cavalieri e Subalterni Gaeta e Brath. Io vi ringrazio tutti di cuore, poiché tutti avete gareggiato nella difesa della rocca. Accettate tutti vi prego tali miei ringraziamenti che partono da un cuore leale e riconoscente. Miei bravi compagni d’armi, nella mia lunga carriera militare di 47 anni ò veduto diverse peripezie non dissimili alla presente, ma però la provvidenza o presto o tardi ha fatto sempre rilucere la sua giustizia quando meno si attendeva, per cui non ci perdiamo d’animo, e confidando in essa auguriamoci giorni piú felici, i quali compenseranno i tristi e dolorosi che abbiamo sofferti. Mi avevo prefisso di porre ai piedi del Real Trono le mie umili suppliche per chiedere alla munificenza Sovrana un compenso speciale al vostro attaccamento, alla vostra sperimentata fedeltà, ma la sorte avversa delle armi me lo à impedito e con dolore mi divido da voi tutti, ma porterò scolpito profondamente nell’anima mia la rimembranza di voi, della vostra fede. Della vostra lealtà, del vostro militare coraggio. Non so quale sarà il mio destino ed il vostro in avvenire, ma se la mia età mi permetterà in seguito potervi rivedere, sarà sempre una vera gioia per me poter stringere la mano a qualcuno dei difensori di questa Real Fortezza, ai quali nè le minacce, nè i pericoli, nè le lusinghe, nè i pravi esempi, nè men la morte seppe far declinare da quella via d’onore che solo è sprone e ricompensa al prode che pel suo Re combatte per vincere o morire. Addio miei bravi camerati! Addio! La sventura ci divide, fede e lealtà fu la nostra divisa, e questa non si spogli giammai da noi, ciascuno di voi porti scolpita in core la nobile parola, che l’univa con nodo indissolubile al nostro sventurato, ma eroico sovrano”.
A Napoli, come in Sicilia, non v’è strada o piazza che sia stata intitolata a Gennaro Fergola, colpevole d’essere stato uno strenuo difensore dell’autonomia meridionale.

Fonte: UN Popolo Distrutto