venerdì 9 maggio 2014

Libro: Elisabetta "la Sanguinaria"

Elisabetta Sala - Ares, Milano 2010, pp. 375, € 20

 
Complice anche un famoso cocktail, il “Bloody Mary”, l’appellativo di sanguinaria è riservato a Maria I Tudor (1516-1558), Regina d’Inghilterra e d’Irlanda per cinque anni, prima che la sua morte spianasse la strada per il trono inglese alla sorellastra Elisabetta, che avrebbe regnato lungamente, fino al 1603.

Già autrice di L’ira del re è morte. Enrico VIII e lo scisma che divise il mondo (Ares, Milano 2008, p. 256, € 16), dedicato alla cronistoria dello scisma anglicano – in cui dimostra come la volontà di staccarsi da Roma fu dovuta ad un puro interesse personale e non certo alla volontà di accontentare i sudditi – Elisabetta Sala torna sul periodo storico di cui è specialista, il Rinascimento inglese. Questa biografia di Elisabetta I ricostruisce l’ambiente storico in cui la regine inglese visse, svelando l’ambiguità e la perfidia che le permisero di mantenere il potere a scapito dei legittimi eredi al trono. Sostenuta da un gruppo di protestanti che vedevano come funesta qualsiasi ipotesi di ritorno al cattolicesimo, tanto da spingere addirittura i turchi ad attaccare la Spagna dal sud pur di mettere in difficoltà Filippo II, Elisabetta non mostrò mai il proprio reale aspetto, ma si finse costantemente come una sovrana leale ma debole, i cui sudditi ribelli attaccavano gli alleati contro la di lei volontà. Tale opera di finzione ottenne il risultato prefissato ed evitò che Francia e Spagna si coalizzassero contro chi fomentava in segreto le ribellioni nelle Fiandre e sosteneva gli ugonotti francesi: gran parte dei dignitari inglesi, infatti, considerava quella protestante come una vera e propria crociata contro “le due membra di Satana”, vale a dire cattolicesimo ed islamismo poste su uno stesso piano. Col protestantesimo giunse la superstizione: se dal 1066 all’allontanamento da Roma erano state registrate solo sei (6) esecuzioni per stregoneria (generalmente connesse a profezie o complotti contro la corona), nella Gran Bretagna di fine ‘500 si scatenò la più vasta caccia alle streghe della storia d’Europa, con migliaia di esecuzioni (il record spetta, va precisato, alla calvinista Scozia, con oltre 4.000 condanne a morte). Sull’altro versante è difficile enumerare le vittime cattoliche: alle centinaia di condanne a morte eseguite andrebbero aggiunte le vittime delle repressioni durate ben oltre il regno di Elisabetta (pensiamo alle stragi di Cromwell).

Ma la propaganda seppe trasformare (e continua a farlo anche ai nostri giorni, basti pensare ai due recenti film “agiografici” di Shekhar Kapur su Elisabetta) una carneficina in una “lotta per la libertà”.
(RC n. 60 - Dicembre 2010).