giovedì 29 maggio 2014

Religio Holocaustica

yad_vashem

Dal discorso di Francesco allo Yad Vashem (qui l'integrale):
Il Padre conosceva il rischio della libertà; sapeva che il figlio avrebbe potuto perdersi… ma forse nemmeno il Padre poteva immaginare una tale caduta, un tale abisso! 
Quel grido: “Dove sei?”, qui, di fronte alla tragedia incommensurabile dell’ Olocausto, risuona come una voce che si perde in un abisso senza fondo…

Alcune osservazioni.
Francesco sottolinea che la Shoah è una "tragedia incommensurabile", quasi a dire che un peccato più grande non possa esservi. In realtà, per un cattolico, sappiamo bene che non è così: il sigillo dei peccati, come vaticinato da Daniele, è quanto avvenuto sul Calvario circa duemila anni fa, quella è sì una tragedia incommensurabile; le altre, per quanto numericamente estese, sono "solo" tragedie. Il male assoluto si compì contro il Divino Redentore. 
Appare chiara una volontà: sostituire all'Olocausto divino quello "umano". Ed è la percezione del comune fedele. Che cosa c'è di più grande ed atroce dell'olocausto rispetto al sacrificio di Cristo?... che quindi ne viene sminuito. No, il sacrificio di Cristo, anche dal punto di vista storico-fenomenologico, è stato qualcosa di incommensurabile non solo perché ha riguardato l'Uomo-Dio (e ciò concerne anche la dimensione storica), ma anche per le sue modalità. E invece si vuole dare alla Shoah una percezione metastorica e teologica da contrapporre e giustapporre al sacrificio di Cristo. Quasi per ripicca: "voi per secoli ci ritenete responsabili della morte di un uomo; ebbene, voi siete ora responsabili morali della morte di tanti uomini". Questa è la logica.
E ora un episodio reale. Visita guidata in una chiesa europea, dove è esposta una tela di un "artista" che ne aveva dipinto anche un'altra, un'Ultima Cena a soggetto omosex. Un turista obietta alla guida turistica che si tratta di un artista assai dubbio; ne scaturisce una polemica tra chi sostiene che quella era un'opera blasfema e chi sostiene che l'artista ha tutte le licenze possibili. Il turista lancia la provocazione: "vorrei vedere se l'artista avesse rappresentato la Shoah così: se aveva licenze artistiche, poteva toccare anche quel tema". Reazioni furenti. Alla fine si afferma esplicitamente: l'olocausto cristiano è sostanzialmente simbolico, una metafora quasi, mentre l'"altro" è stato reale ed effettivo. Tout se tient.
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Abbiamo trattato dell'uso e abuso della Shoah, ex multis, in questo articolo. Ne ha parlato anche la versione online de Il Giornale.
Dell'autentico Olocausto di Nostro Signore abbiamo scritto qui
Vedere anche: L'oracolo Gad Lerner su Tv2000: "Terribile che la croce sia stata vista come simbolo del deicidio".

Fonte: http://radiospada.org/