tag:blogger.com,1999:blog-55114474050213087592024-03-14T00:18:10.527-07:00Associazione legittimista Trono e Altare(Associazione Politica-Culturale-Monarchica-legittimista-Cattolica-Tradizionalista)Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comBlogger4812125tag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-38143543178718281442017-06-09T06:09:00.001-07:002017-06-09T06:09:28.318-07:00Maria Teresa d’Austria e il nuovo sistema scolastico<span style="color: green;"><strong><span style="color: black;">Fonte: <a href="http://www.elbrenz.eu/2013/09/1774-il-regolamento-scolastico-generale-maria-teresa-daustria/">http://www.elbrenz.eu/</a></span></strong></span><br />
<span style="color: green;"><strong></strong></span><br />
<span style="color: green;"><strong>Nella seconda metà del Settecento Maria Teresa d’Austria, «sovrana illuminata», istituì un nuovo sistema scolastico che permettesse ai figli del popolo di acquisire una «mentalità onesta, sensata e lucida».</strong></span><br />
<span style="color: green;"><strong></strong></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-nQQpjxkqStE/WTqdIvuOi2I/AAAAAAAALHo/XTga_ksaXzkCEbaC_JNlnv6DfJeBTQzrgCLcB/s1600/242px-Kaiserin_Maria_Theresia_%2528HRR%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="242" src="https://2.bp.blogspot.com/-nQQpjxkqStE/WTqdIvuOi2I/AAAAAAAALHo/XTga_ksaXzkCEbaC_JNlnv6DfJeBTQzrgCLcB/s1600/242px-Kaiserin_Maria_Theresia_%2528HRR%2529.jpg" /></a></div>
<span style="color: green;"><span style="color: black;"></span></span><br />
<span style="color: green;"><span style="color: black;">Le riforme dell’istruzione volute da Maria Teresa d’Austria furono un frutto del suo spirito d’innovazione. Dopo aver migliorato l’istruzione superiore, affrontò su vasta scala l’istruzione elementare. Maria Teresa si rese conto che era necessario migliorare in modo notevole l’istruzione elementare, per poter impiegare tutti i suoi popoli a vantaggio del regno. Non c’era nessuno spirito di egualitarismo. Lei personalmente non parlava del «<em>popolaccio</em>» o della «<em>marmaglia</em>», mai i suoi alti funzionari potevano farlo, senza venire criticati, nelle lettere e nei dispacci che le inviavano. Lei era mossa soprattutto dall’ odio verso la superstizione in ogni sua forma; non voleva dare ai figli del popolo un’istruzione superiore alla loro condizione sociale, ma era decisa a fare in modo che abbandonassero le superstizioni e acquisissero una mentalità onesta, sensata e lucida.</span></span><br />
<span style="color: green;"><span style="color: black;"><br />Le sue prime riforme erano state ostacolate dai gesuiti, che amava tanto, ma che si aggrappavano alle vecchie formule, trascurando l’insegnamento del buon tedesco a favore del latino. Ma nel 1770 Maria Teresa si rese conto che era necessario un sistema molto più radicale, e sentiva così acutamente questa esigenza che chiese a Federico di Prussia il permesso di consultare il famoso educatore, il <strong>vescovo </strong><strong>Felbiger</strong>, i cui metodi, messi in pratica soprattutto nella sua scuola di <em>Sagan</em>, nella Slesia Prussiana, erano molto più avanti dei suoi tempi. Federico accordò il permesso e l’influenza di Felbiger fu molto forte nel nuovo sistema scolastico istituito nel 1775.</span></span><br />
<span style="color: green;"><span style="color: black;"></span></span><br />
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<span style="color: green;"><br />
<span style="color: black;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-9Mi63K10o7c/WTqdPjM5wVI/AAAAAAAALHs/EB8vSHNOXPMLjKUyqPHCE4f8cWxMf8cNACLcB/s1600/Felbiger1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="152" src="https://3.bp.blogspot.com/-9Mi63K10o7c/WTqdPjM5wVI/AAAAAAAALHs/EB8vSHNOXPMLjKUyqPHCE4f8cWxMf8cNACLcB/s1600/Felbiger1.jpg" /></a><br />
<br />
Dovevano esservi tre tipi di scuola: la <span style="color: blue;"><strong>Normalschule</strong></span>, istituita in ogni <strong>Land</strong>; la <strong><span style="color: blue;">Hauptschule</span></strong>, almeno una in ogni <strong>distretto</strong>; la <span style="color: blue;"><strong>Trivialschule</strong></span>, <strong><span style="text-decoration: underline;">una in ogni paesino e in ogni parrocchia rurale</span></strong>. Tutti i bambini dei due sessi dovevano frequentarla tra i 6 e i 12 anni. In campagna, i bambini fino agli 8 anni dovevano frequentare la scuola estiva, da Pasqua alla fine di settembre, mentre quelli tra gli 8 e i 12 frequentavano la scuola invernale, dal 1° dicembre al 31 marzo, in modo da poter dare una mano nei lavori agricoli estivi. C’erano speciali corsi di ripasso: due ore ogni domenica dopo la messa, per i giovani fra i 13 e i 20 anni. Naturalmente, come avviene in quasi tutte le riforme, la situazione appariva più rosea sulla carta che in pratica. La scarsità di insegnanti qualificati era cronica, e spesso i genitori protestavano per quello che consideravano uno spreco di tempo. In un villaggio presso Innsbruck, l’intera popolazione rischiò di venire arrestata per aver boicottato la nuova scuola. Ma nonostante le sue deficienze , il sistema valeva quanto quello prussiano, che era il migliore d’Europa. Nonostante tutte le altre preoccupazioni, Maria Teresa s’impegnò nelle sue riforme scolastiche con la decisione con cui un tempo s’era impegnata nella guerra. E quando morì, 5 anni dopo l’istituzione del nuovo sistema, dimostrò ancora il suo interesse lasciando 100.000 gulden del suo patrimonio privato perché Felbiger li distribuisse alle scuole normali dell’Impero.<br />
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12px;"><em>[(da Maria Teresa d’Austria, vita di una imperatrice, Mursia, Milano, 1982, rid. e adatt.)]</em></span></div>
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<span style="font-size: 12px;"><em></em></span> </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12px;"><em></em></span> </div>
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<span style="font-size: 12px;"><em></em></span> </div>
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<span style="font-size: 12px;"><span style="color: blue; font-size: 16px;"><strong>Il Regolamento nel Tirolo Meridionale (attuale Trentino)</strong></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12px;"><span style="color: blue; font-size: 16px;"><strong></strong></span></span> </div>
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<span style="font-size: 12px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-E9T13TUl4kM/WTqdhtVJ9II/AAAAAAAALHw/34ZnRAZQr4UWfmKKAY9dSv9jvk6yQu-GQCLcB/s1600/III_Et-moderna-p232_img_158-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="180" data-original-width="115" src="https://2.bp.blogspot.com/-E9T13TUl4kM/WTqdhtVJ9II/AAAAAAAALHw/34ZnRAZQr4UWfmKKAY9dSv9jvk6yQu-GQCLcB/s1600/III_Et-moderna-p232_img_158-2.jpg" /></a></div>
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<span style="color: blue; font-size: 16px;"><div style="text-align: justify;">
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<span style="color: black;"><div style="text-align: justify;">
Il 6 dicembre 1774 è pubblicato il <em style="text-align: justify;">Regolamento scolastico generale (Allgemeine Schulordnung)</em><span style="text-align: justify;">, che resterà praticamente invariato fino a metà Ottocento. Sono interessati tutti i bambini e le bambine d’età compresa tra i 6 e i 12 anni, senza distinzioni economiche e sociali; severe sanzioni sono previste per i genitori inadempienti. I dati anagrafici sono per ora raccolti attraverso i registri parrocchiali.Dal 1775, nel giro di dodici anni, nel Tirolo italiano si attivano 69 scuole elementari, distribuite in modo capillare in tutti i distretti. Ma applicare la legge di Maria Teresa non è davvero facile. Si tratta di erigere un sistema molto complesso con fondi del tutto inadeguati. Occorre individuare gli spazi – o costruire un apposito edificio scolastico – e soprattutto preparare un corpo di insegnanti all’altezza del compito.Per quale ragione il governo di Vienna investiva tante energie nel sistema scolastico, dalle scuole elementari fino alle università? Il motivo viene spiegato nella </span><em style="text-align: justify;">Allgemeine Schulordnung</em></div>
<span style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;">
, secondo cui il «più importante mezzo della vera felicità delle nazioni» è proprio «l’educazione della gioventù»: per «felicità» dobbiamo intendere lo sviluppo economico dello Stato e la stabilità politica dei governi. La frammentazione e le difformità dei percorsi formativi non erano più compatibili con l’esigenza di uno Stato solido e forte, bisognoso di sudditi con un minimo di istruzione ed educati secondo modelli e valori saldamente in mano al governo centrale. La scuola, più di ogni altra istituzione, si presta a questa poderosa opera di disciplinamento e uniformazione. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-ijbBEE9Tjmc/WTqdtpiGEGI/AAAAAAAALH0/W-YNS8CLqMgLrlyK_5r4NkXPIfwbyB5nQCLcB/s1600/III_Et-moderna-p232_img_159.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="210" data-original-width="284" src="https://4.bp.blogspot.com/-ijbBEE9Tjmc/WTqdtpiGEGI/AAAAAAAALH0/W-YNS8CLqMgLrlyK_5r4NkXPIfwbyB5nQCLcB/s1600/III_Et-moderna-p232_img_159.jpg" /></a></div>
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Mandare i figli a scuola non è più una scelta delle famiglie; le aristocrazie devono abbandonare l’idea di gestire in proprio l’educazione della prole.Un manuale unico contiene le materie prioritarie e comuni a tutti i sudditi: la<em style="text-align: justify;">Tabella dell’ ABBICCÌ</em><span style="text-align: justify;">, brevi racconti edificanti, aritmetica, Bibbia e storia della religione, il testo dettagliato dei «Doveri de’ sudditi verso il loro Monarca». L’editoria scolastica è soggetta a stretto monopolio: nel Tirolo meridionale il solo tipografo autorizzato a pubblicare i testi scolastici è Marchesani di Rovereto. Per le famiglie indigenti i manuali sono gratuiti.La </span><em style="text-align: justify;">Allgemeine Schulordnung</em><span style="text-align: justify;"> teresiana introduce tre tipologie di scuole, diverse per funzione e per diffusione: triviale, ordinaria e normale.<strong><span style="color: #ff6600;"> La «scuola triviale» (</span></strong></span><strong><span style="color: #ff6600;"><em style="text-align: justify;">Trivialschule</em></span></strong><span style="text-align: justify;"><strong><span style="color: #ff6600;">)</span></strong>, detta anche «comune», è presente in modo sistematico e deve garantire i tre insegnamenti primari: leggere, scrivere e far di conto. È a questo livello che si registrano, almeno in una prima fase, conflitti di competenze tra le comunità, su cui gravano gli oneri finanziari, e i funzionari che rappresentano il potere centrale. Le difficoltà economiche, aggravate da lì a poco dalle guerre, consigliano di procedere con una certa gradualità: i maestri, perlopiù sacerdoti, restano spesso quelli scelti a suo tempo dalle comunità. Ma il controllo statale è rigoroso: solo nel 1869 sarà introdotta una sorta di ‘decentramento’ scolastico, che consentirà alle comunità locali di tornare ad avere voce in capitolo sulla scuola.Accanto alla «scuola triviale», a un livello superiore, si colloca la <strong><span style="color: #ff6600;">scuola ordinaria, detta anche «principale» (</span></strong></span><strong><span style="color: #ff6600;"><em style="text-align: justify;">Hauptschule</em></span></strong><span style="text-align: justify;"><strong><span style="color: #ff6600;">)</span></strong>: </span>è prevista solo nei centri più importanti. Qui il percorso formativo si articola in più materie, tra cui anche la calligrafia (ossia l’arte della bella scrittura), necessaria ai giovani che vogliano intraprendere mestieri di concetto. Infine, al vertice del sistema è la<span style="color: #ff6600;"><strong> «scuola normale» (</strong></span><span style="color: #ff6600;"><strong><em>Normalhauptschule</em></strong></span><span style="color: #ff6600;"><strong>)</strong></span>, presente nei capoluoghi: essa funge da norma e modello per le altre; tre le classi, strutturate per fasce di età.Nel Tirolo italiano la «scuola normale» è a Rovereto: costituirà un modello anche per l’organizzazione delle scuole della Lombardia austriaca. Il primo direttore della «normale» di Rovereto è il sacerdote Giovanni Marchetti (1738-1806), che la reggerà per 32 anni. Marchetti, oltre che preside, è insegnante e catechista. Ha poi un importante ruolo ufficiale: è il traduttore del <strong><em>Methodenbuch</em></strong> in lingua italiana e svolge la mansione di ispettore scolastico provinciale. A Rovereto, accanto ai corsi in lingua italiana, sono attivate anche classi di lingua tedesca: è curioso osservare che il <em>Regolamento</em> del 1774 sottolinea la necessità di curare la pronuncia e l’ortografia, ma non chiarisce quale debba essere la lingua d’insegnamento; solo nel 1848 verrà specificato che la lingua da usare è quella parlata dagli scolari. L’italiano dei manuali, però, è quello letterario, il toscano: tocca imparare frasi alquanto improbabili per orecchie abituate al dialetto, come «poscia sediamo in tavola» e «v’è chi si trastulla coll’andare in slitta».La «normale» deve gestire pure i corsi di abilitazione destinati ai maestri, basati anch’essi sul <em>Methodenbuch</em> fornito dallo Stato. Nel 1786, i maestri impegnati nelle scuole del Circolo sono 92, con classi formate in media da 80-90 scolari di diversa età (ma troviamo anche classi di 145 bambini, come a Strigno, in Valsugana).</div>
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</div>
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<strong style="color: #333333; font-family: "Pontano Sans", arial, sans-serif; font-size: 20px; line-height: normal;"><span style="font-size: 12px;">BIBLIOGRAFIA</span></strong></div>
<div style="text-align: justify;">
<strong style="color: #333333; font-family: "Pontano Sans", arial, sans-serif; font-size: 20px; line-height: normal;"><span style="font-size: 12px;"></span></strong> </div>
<div>
<span style="font-size: 12px;">Q. Antonelli - R. Filosi,<em> I quaderni scolastici di casa Rosmini (Rovereto, 1673-1847)</em>, in «Mélanges de l’Ecole française de Rome», 109, 1997, 1, pp. 299-316; Q. Antonelli, <em>A scuola! A scuola! Popolazione e istruzione dell’obbligo in una regione dell’area alpina (secc. XVIII-XX)</em>, Trento 2001.</span><br />
<br />
<br />
<table align="left" border="0" style="background-color: #0ae6f4; border-color: rgb(0, 0, 0); border-width: 0px;"><caption><span style="color: blue; font-family: arial, helvetica, sans-serif; font-size: 18px;"><strong>Breve Cronologia della storia della scuola nel Tirolo </strong></span><br />
<span style="color: blue; font-family: arial, helvetica, sans-serif; font-size: 18px;"><strong><span style="font-size: 12px;">(attualmente Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol [I] e Nord Tirolo [A])</span> dal 1774 al 1919</strong></span><br />
<span style="color: green; font-size: 12px;"><strong>(comparazione con la situazione scolastica italiana nel medesimo periodo)</strong></span></caption><tbody>
<tr><td><strong>Date</strong></td><td><strong>Luoghi, leggi e riforme</strong></td><td><strong>Le trasformazioni interne alle istituzioni scolastiche </strong></td><td><strong>Tirolo e dintorni</strong></td></tr>
<tr><td>1774 </td><td><span style="color: blue; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><strong>Impero d'Austria</strong> </span><br />Riforma scolastica di <br /><strong>Maria Teresa d'Austria</strong>. <br />Il<em><strong> "Regolamento Scolastico </strong></em><br /><em><strong>Generale"</strong></em> istituisce le <br />scuole pubbliche per tutti i <br />territori amministrati.</td><td>Si afferma il diritto allo studio per tutti i sudditi; il diritto all'insegnamento nella lingua di ogni popolazione. <br />Vengono istituite: <br />le<span style="color: #ff6600;"><strong> Scuole Triviali</strong></span> (scuola popolare decentrata in ogni villaggio, articolata <br />in classi maschili e classi femminili e a carico dei Comuni); <br />le <strong><span style="color: #ff6600;">Scuole Principali</span></strong> (finanziate dai Comuni, sorte in tutti i centri <br />principali); <br />le <strong><span style="color: #ff6600;">Scuole Normali</span></strong> (scuole di formazione dei docenti, finanziate <br />direttamente dallo Stato e presenti in ogni capoluogo regionale). <br />Era obbligatorio l' aggiornamento per tutti i docenti.</td><td>Nel 1775 in Tirolo furono <br />istituite 5 Scuole <br />Principali: Schwaz, Hall, <br />Sterzing, Reutte, Merano e Rovereto.<br />
Nel 1777 anche a <br />Bolzano.</td></tr>
<tr><td>1778 </td><td><span style="color: blue;"><strong>Impero d'Austria</strong></span> <br />Decreto della cancelleria <br />imperiale</td><td>Istituzione in Tirolo delle Scuole Speciali per la preparazione dei maestri - <br /><strong><span style="color: #ff6600;">Musterschulen</span></strong></td><td> </td></tr>
<tr><td>1804</td><td><span style="color: blue;"><strong>Impero d'Austria</strong></span> <br />Programmi scolastici per le <br />scuole popolari</td><td>Viene utilizzato in tutti i territori in modo rigoroso il metodo di Ignaz <br />Felbiger <br />La vigilanza nelle scuole rimane affidata ai religiosi.</td><td> </td></tr>
<tr><td>1859 </td><td><span style="color: green;"><strong>Regno d'Italia:</strong></span><br />Legge Casati</td><td>Atto di nascita della scuola nazionale, in particolare della scuola <br />elementare. Il suo ambito di applicazione fu esteso ai diversi territori <br />conquistati nel processo di unificazione italiana <br />Si basa sui principi di: <br />- obbligatorietà e gratuità dell'istruzione <br />- unità di indirizzo <br />- libertà di insegnamento <br />Vengono resi obbligatori due anni di scuola inferiore <br />Gli studi superiori comprendono: il ginnasio, le scuole normali e l'istituto tecnico</td><td><strong>Analfabetismo in Italia nel </strong><br /><strong>1859: </strong><br /><strong>78% della popolazione</strong> <br />Iscritti alle scuole <br />elementari nell'a.s. 1862-<br />1863: <br />1.109</td></tr>
<tr><td>1867-1868</td><td><span style="color: blue;"><strong>Impero d'Austria</strong> </span><br />Riforma liberale della <br />scuola absbrugica</td><td>Laicizzazione della scuola <br />Decentramento amministrativo attraverso: <br />- consigli scolastici locali <br />- consigli scolastici provinciali <br />Vigilanza sulla scuola affidata allo stato e ad ispettori laici <br />Forte è l'opposizione dei parlamentari tirolesi: scontro tra mondo liberale <br />e mondo clericale. <br /><em>Kulturkampf</em></td><td> </td></tr>
<tr><td>1869 </td><td><span style="color: blue;"><strong>Impero d'Austria</strong> </span><br />Riforma generale <br />della scuol</td><td>Estensione dell'obbligo scolastico da 6 a 8 anni (i bambini dovevano <br />andare a scuola dall'età di 6 anni ai 14 anni) <br />La legge incontra forte opposizione soprattutto da parte dei <br />contadini che nei campi "avevano bisogno di braccia forti e <br />giovani" <br />Introduzione sistematica dell'insegnamento scientifico <br />Corsi di specializzazione per i maestri <br />Aumenti di stipendio per gli insegnanti</td><td> </td></tr>
<tr><td>1877</td><td><span style="color: green;"><strong>Regno d'Italia</strong></span> <br />Legge Coppino</td><td>Obbligo scolastico fino a 9 anni <br />Sanzioni pecuniarie per chi evadeva l'obbligo scolastico <br />Stanziamento di fondi per i Comuni, per indurli ad istituire scuole <br />Repressione del dialetto e rigoroso uso della lingua italiana nella scuola</td><td> </td></tr>
<tr><td>1883 </td><td><span style="color: blue;"><strong>Impero d'Austria</strong></span> <br />Legge sulla scuola</td><td>Introduzione di modifiche alla legge generale sulla istruzione nell'impero <br />absburgico: <br />- introduzione di nuove discipline <br />- maggiore attenzione all'assolvimento dell'obbligo scolastico</td><td> </td></tr>
<tr><td>1892 </td><td><span style="color: red;"><strong>Land Tirol</strong></span><br />Legge provinciale sulla <br />scuola</td><td>Pacificazione tra aree politiche liberali e clericali: <br />- viene recepita la legge di riforma generale della scuola <br />- la vigilanza sulle scuole viene esercitata "de facto" dal clero <br />Il problema maggiore rimane la condizione sociale ed economica degli <br />insegnanti</td><td> </td></tr>
<tr><td>1893 </td><td><span style="color: red;"><strong>Land Tirol</strong></span><br />Mostra dei mezzi didattici <br />utilizzati nelle scuole del <br />Land Tirol</td><td> </td><td> </td></tr>
<tr><td>1899 </td><td><span style="color: red;"><strong>Land Tirol</strong> </span><br />Prima Conferenza <br />Provinciale Ordinaria dei <br />maestri del Tirolo - <br />Innsbruck</td><td>Iniziativa provinciale per rispondere ai molteplici problemi della scuola in <br />Tirolo.</td><td> </td></tr>
<tr><td>1904 </td><td><span style="color: green;"><strong>Regno d'Italia</strong> </span><br />Legge Orlando</td><td>Estensione dell'obbligo scolastico dai 9 ai 12 anni di età<br />Obbligo per i Comuni di istituire scuola almeno fino alla quarta classe, <br />dopo la quale - previo esame- si passava alla scuola secondaria <br />Possibilità per i Comuni di stanziare fondi per l'assistenza (libri, vestiti, <br />scarpe) per consentire ai ceti più poveri di frequentare la scuola <br />Istituzione di 3.000 nuove scuole serali e festive nei Comuni dove più alta <br />era la percentuale di analfabeti adult</td><td>Discorso del primo <br />ministro NITTI alla <br />Camera (maggio 1907): <br />su 4 milioni e mezzo di <br />bambini obbligati a <br />frequentare la scuola solo <br />la metà vanno a scuola. <br />Non è solo responsabilità <br />dei Comuni. <br />Deve essere lo Stato a <br />gestire l'intero sistema <br />scolastico.</td></tr>
<tr><td>1911 </td><td><span style="color: green;"><strong>Regno d'Italia</strong> </span><br />Legge Daneo-Credaro</td><td>Le scuole passano alle dipendenze dirette dello stato. <br />- Vengono istituiti i Provveditorati agli studi. <br />- Vengono istituiti, presso i Comuni, i Patronati Scolastici. <br />- Vengono stanziati specifici fondi: <br />per l'edilizia scolastica, <br />per l'apertura di nuove scuole, <br />per miglioramenti economici agli insegnanti. <br />per il riordino delle scuole rurali</td><td>Il territorio viene <br />suddiviso in circoscrizioni <br />da affidare ad ispettori. <br />Vengono inoltre istituite <br />scuole reggimentali (per i <br />militari) e scuole <br />carcerarie (per i detenuti <br />analfabeti). <br />Vengono assicurati i mezzi <br />per le scuole serali e <br />festive per gli adulti <br />analfabeti (di età <br />superiore ai 14 anni)</td></tr>
<tr><td>1910 </td><td><span style="color: red;"><strong>Land Tirol</strong></span><br />Legge provinciale sulla <br />scuola</td><td>Nonostante molteplici petizioni non viene abolito l'obbligo scolastico di 8 <br />anni. <br />Aumentano le pene pecuniarie per i trasgressori.</td><td> </td></tr>
<tr><td>1914-1918</td><td><strong>Prima guerra mondiale</strong></td><td> </td><td> </td></tr>
<tr><td>1919 </td><td><span style="color: purple;"><strong>Trattato di Saint </strong></span><br /><span style="color: purple;"><strong>Germain</strong></span></td><td>Annessione della parte Sud del Tirolo (dal Brennero a Borghetto [sotto Ala]) al Regno d'Italia.</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<a class="single-image-gallery" href="http://www.elbrenz.eu/2013/09/1774-il-regolamento-scolastico-generale-maria-teresa-daustria/iii_et-moderna-p232_img_159/" rel="attachment wp-att-1301"></a></span><div style="text-align: justify;">
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</span></span>Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-85371379353591322472017-06-09T06:01:00.002-07:002017-06-09T06:01:39.696-07:00Elenco delle vie di Trieste - nuove e quelle cambiate di nome <span aria-live="polite" class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption">Fonte: <a aria-controls="js_372" aria-describedby="js_373" aria-haspopup="true" class="_hli" data-ft="{"tn":"k"}" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=295946387109249" href="https://www.facebook.com/trieste.trst.triest/" id="js_374">Territorio Libero di Trieste - Svobodno ozemlje - Free Territory of Trieste</a></span></span><br />
<span aria-live="polite" class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" tabindex="0"><span class="hasCaption"></span></span><br />
<span aria-live="polite" class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" tabindex="0"><span class="hasCaption">È assolutamente NECESSARIO tornare ai nomi originali delle strade di Trieste, per poter contribuire a chiudere definitivamente le peggiori pagine del secolo scorso e della Storia di questa città.</span></span><br />
<span aria-live="polite" class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" tabindex="0"><span class="hasCaption"></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-zhiLYHdEock/WTqb8j2wihI/AAAAAAAALHg/p7jyNxLlPDYdstFvUffk9dqt-fxejcGRQCLcB/s1600/vietrieste.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="606" src="https://2.bp.blogspot.com/-zhiLYHdEock/WTqb8j2wihI/AAAAAAAALHg/p7jyNxLlPDYdstFvUffk9dqt-fxejcGRQCLcB/s1600/vietrieste.jpg" /></a></div>
<span aria-live="polite" class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" tabindex="0"><span class="hasCaption"></span></span>Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-48085604840213399492017-06-09T05:57:00.001-07:002017-06-09T05:57:24.292-07:00Un estratto dal libro "Oberdank il terrorista" de Renato De Marzi<div class="text_exposed_root text_exposed" id="id_593a99f7875c04698661685">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-dx_wDDBmV1o/WTqabz8rjTI/AAAAAAAALHU/aAKUgUS1LVoyB0R5gspjmrylxjmEQID-ACLcB/s1600/oberdank.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="317" data-original-width="220" src="https://2.bp.blogspot.com/-dx_wDDBmV1o/WTqabz8rjTI/AAAAAAAALHU/aAKUgUS1LVoyB0R5gspjmrylxjmEQID-ACLcB/s1600/oberdank.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><strong><em><span style="color: red;">Wilhelm Oberdank</span></em></strong> </td></tr>
</tbody></table>
<br />
"Tutti riportavano l'invito che la Società dei Veterani e dei Reduci rivolgeva alla popolazione di partecipare a<span class="text_exposed_hide">...</span><span class="text_exposed_show">lla fiaccolata che si sarebbe svolta quella sera in omaggio all'Arciduca. <br /> Dopo il tramonto moltissima gente cominciò ad affollare i marciapiedi del centro. [...]. Alcuni spettatori gettavano fiori. Il corteo si avvicinava e quando la Banda Militare del Presidio, svoltò da Via San Spiridione per immettersi nel Corso all'altezza dell'Hotel Aquila Nera il fragore degli ottoni si fece assordante. Una selva di bandiere giallo-nere seguiva la banda e, distanziata di alcuni metri, marciava la schiera dei Veterani impettiti con giubbe adorne di decorazioni. [...] Un fremito di rabbia colse Guglielmo; affondò la mano in tasca, afferrò una bomba a mano e la scagliò altissima verso le bandiere." [...]<br /> "La mattina seguente Guglielmo tornò verso Piazza Grande. Lesse i primi giornali. Tutti i titoli, a grandi caratteri esprimevano esecrazione, sdegno, condanna per l'attentato. Un ragazzo triestino di 16 anni era morto. Si chiamava Angelo Fortis. Un altro giovane di Castelnuovo del Carso era moribondo. Altre 16 persone erano rimaste ferite e giacevano all'ospedale.<br /> Tutti i giornali condannavano l'attentato con espressioni di indignazione e di orrore. Persino "L'Indipendente" lo definiva una folle azione criminale contro cittadini inermi e pacifici."</span><br />
<span class="text_exposed_show"></span><br />
<span class="text_exposed_show">Fonte: <a aria-controls="js_20l" aria-describedby="js_20m" aria-haspopup="true" class="_hli" data-ft="{"tn":"k"}" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=193521680793067" href="https://www.facebook.com/VotaFranzJosef/" id="js_20n">Vota Franz Josef</a> </span></div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-21158280915696457752017-05-24T05:15:00.000-07:002017-05-24T05:15:18.728-07:0024 maggio, il giorno della vergognaFonte: <span class="fwn fcg"><span class="fcg"><span class="fwb"><a aria-controls="js_ko" aria-describedby="js_kp" aria-haspopup="true" class="profileLink" data-ft="{"tn":"k"}" data-hovercard-obj-id="193521680793067" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=193521680793067" href="https://www.facebook.com/VotaFranzJosef/?ref=page_internal" id="js_kq">Vota Franz Josef</a> </span></span></span><br />
<span class="fwn fcg"><span class="fcg"><span class="fwb"></span></span></span><br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-kUaNgT3uX3k/WSV5Nb13qDI/AAAAAAAALHE/hisYhemNVeI3KUit7yX8lp81Mfr-bU5vgCLcB/s1600/24m.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="838" data-original-width="562" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-kUaNgT3uX3k/WSV5Nb13qDI/AAAAAAAALHE/hisYhemNVeI3KUit7yX8lp81Mfr-bU5vgCLcB/s320/24m.png" width="214" /></a></div>
<span class="fwn fcg"><span class="fcg"><span class="fwb"></span></span></span><br />
<br />
Almeno quella volta, consegnarono la dichiarazione di guerra. Non come nel 1848 contro di noi e nel 1860 contro il Regno delle Due Sicilie. Ma non potevano fare altrimenti: i loro nuovi alleati lo pretendevano. Per non essere troppo innovativi tuttavia, gli italiani evitarono di dichiarare guerra alla Germania fino all'agosto del 1916, indispettendo soprattutto i francesi.<br />
I tricoloruti erano convinti di fare un solo boccone di noi, dopo i disastri bellici del 1914 e dei primi mesi del 1915. Cadorna aveva pianificato di mandare la II Armata direttamente a Vienna e la III Armata a Budapest.<br />
Per 1 settimana dopo il Patto di Londra,, l'Italia fece parte di entrambe le alleanze: la Triplice Intesa e l'Entente Cordiale di GB, Francia e Russia. Il Patto di Londra era segreto ed il principale merito storico di Lenin, fu di averlo denunciato nel 1917, quando apparve su un giornale svedese.<br />
In uno dei più falsi discorsi della Storia, nel mese di giugno, Salandra enunciò al Parlamento i pretesti di guerra italici. Un mucchio di falsità, smentite appena nel 1917 dall'iniziativa di Lenin. Altrimenti, non sapremmo nemmeno oggi come andarono realmente le cose. E pensare che i nazionalisti italiani, ripetono come pappagalli il discorso interventista di Salandra, per spiegare al loro popolo ed ai loro bambini, che non avrebbero tradito e che quell'aggressione proditoria, sarebbe stata onorevole.<br />
L'infamia del tradimento peserà ancora molto a lungo sull'Italia, probabilmente per sempre, visto che alcuna personalità tricolore, sembra avere intenzione di raccontare ufficialmente al proprio popolo, come andarono realmente le cose ed ammettere il tradimento.<br />
Ma il diavolo fa le pentole, non i coperchi. Dopo il 26 aprile data dello scellerato Patto di Londra, i nostri effettuarono una controffensiva in Galizia riprendendo tutte le posizioni ed anche di più. Saladra scrisse nel suo diario che se lo avesse saputo, non ci avrebbe dichiarato guerra.<br />
Le nostre forze armate che sembravano distrutte con quasi 2 milioni di perdite ed oltre 800 mila morti, si riorganizzarono con i pochi ufficiali di carriera superstiti e con i riservisti. E le suonarono sode ai traditori. Già poche ore dopo la dichiarazione di guerra, tutta la nostra flotta con tutte le corazzate vecchie e nuove, aveva preso il mare per bombardare una decina di obbiettivi dalla costa veneziana a quella pugliese. Fu affondato uno Zerstörer tricolore, un altro era scappato per un pelo.<br />
Stava per iniziare l'epopea dell'Isonzo e delle Dolomiti, in attesa del glorioso 24 ottobre del 1917. Già il 27 maggio, i volontari tirolesi della Provincia di Trento impegnarono la I Armata tricolore ad Ala, rallentandone l'avanzata. Si trattava delle Compagnie Schützen di Ala e di Borghetto, con quasi 700 uomini e 170 gendarmi. Era gente più giovane di 19 anni e più anziana di 52, tutti gli uomini di leva erano già in Galizia. Volontari "trentini" che difendevano le loro case. Della quarantina di Compagnie Schützen del 1915, oltre la metà è stata oggi rifondata, a dispetto delle falsità dell'Ana e dello Stato traditore ed invasore. Subito dopo, iniziarono gli scontri sull'Isonzo ed al confine Carinziano.Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-3617157313576221462017-05-13T07:24:00.000-07:002017-05-13T07:24:25.649-07:0013 maggio 1717 - 13 maggio 2017: 300° anniversario della nascita di S.M.I.R.A. Maria Teresa d'Asburgo <div class="text_exposed_root text_exposed" id="id_5917155f7cf566708215681">
Fonte: <a class="_2wma" href="https://www.facebook.com/Trento.Tirolo/?ref=page_internal">Trento è Tirolo - Trient ist Tirol</a><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-jmtZrSlwd0o/WRcWrdN5ltI/AAAAAAAALG0/o3yjnWhiOU8kYgP0npq7L8ntHfc-a0GBQCLcB/s1600/242px-Kaiserin_Maria_Theresia_%2528HRR%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-jmtZrSlwd0o/WRcWrdN5ltI/AAAAAAAALG0/o3yjnWhiOU8kYgP0npq7L8ntHfc-a0GBQCLcB/s1600/242px-Kaiserin_Maria_Theresia_%2528HRR%2529.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><strong><em><span style="color: red;">Maria Teresa d'Austria in un ritratto</span></em></strong><br />
<strong><em><span style="color: red;"> di </span></em></strong><strong><em><span style="color: red;">Martin van Meytens</span></em></strong><strong><em><span style="color: red;">, 1759.</span></em></strong></td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il 13 maggio 1717, nacque invece una bambina, Maria Theresia Walburga Amalia Christina, che tutto il mondo conoscerà come la Grande Maria Teresa, la sovrana riformatrice, che avrebbe salvato la dinastia degli Asburgo dalla decadenza.<br />
“Basta che sia maschio”, era il ritornello che si mormorava alla Hofburg di Vienna, mentre l’imperatrice Elisabetta Cristina affrontava le doglie per dare alla luce il suo secondogenito.<br /> Tredici mesi prima, Vienna aveva festeggiato la nascita di <span class="text_exposed_hide">...</span><span class="text_exposed_show">Leopoldo Giovanni, l’erede al trono degli Asburgo, ma era stata una gioia di breve durata. Il bambino, come tanti suoi coetanei, a Corte come nei bassifondi, non aveva raggiunto l’anno di vita, vittima di una febbre gastrointestinale.</span><br />
<div class="text_exposed_show">
Nel 1713, una costituzione imperiale, la Prammatica Sanzione, stabiliva che la corona degli Asburgo potesse essere ereditata anche per via femminile, se fosse venuta meno la linea maschile, una vera rivoluzione per l’epoca, almeno sulla carta, perché l’accettazione dei vari Paesi che facevano parte dell’impero era tutt’altro che scontata. Lo stesso imperatore Carlo VI, avrebbe di gran lunga preferito che quel documento prendesse polvere negli archivi, invece di essere applicato. La sua speranza era che già nelle ore successive ci fosse un altro maschietto a Corte.<br />
Il padre, l’imperatore Carlo VI che per tutta la vita avrebbe continuato a desiderare un maschio, quel giorno, si presentò presso la Cattedrale di Santo Stefano, per annunciare alla folla in attesa che era nata “solo” una bambina. La madre, Elisabetta Cristina di Brunswick, che dopo Maria Teresa avrà altre due femmine, a causa delle scarse conoscenze scientifiche dell’epoca fu addirittura accusata di essere “inadatta” a generare un maschio, benché ne avesse avuto uno nel 1716.<br />
Ambasciatori e cortigiani si auguravano addirittura che l’imperatrice morisse prematuramente, per dare modo al consorte di sposare un’altra donna che gli desse il sospirato erede maschio. Per il momento, però, la futura sovrana era una neonata che con il suo arrivo, aveva deluso tutti.<br />
Il mondo ha visto dopo CHI fu Maria Teresa d'Austria.</div>
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Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-22648573914314968672017-05-09T06:08:00.000-07:002017-05-09T06:08:12.341-07:00[VIDEO] Storia del Carlismo: Javier I (1889-1977), una vita al servizio della Tradizione In occasione del XL anniversario della morte di S.M.C. Javier I di Spagna (1889-1977), avvenuta nell'ospedale di Zizers vicino a Coira (Svizzera) il 7 maggio 1977, in sua memoria, riportiamo questo eccelso video. Buona visione!<br />
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<strong>Redazione A.L.T.A. </strong><br />
<br />
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/u5SJYj3AFC4/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/u5SJYj3AFC4?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-51498559925279414472017-05-06T06:59:00.000-07:002017-05-06T06:59:28.243-07:00Cinque e Quattro giornate, tante differenze in un solo giorno<div class="_2cuy _3dgx _2vxa">
Fonte: <a class="_2yug" href="https://www.facebook.com/Regno-Lombardo-Veneto-Königreich-Lombardo-Venetien-716709915014390/" target="_blank">Regno Lombardo Veneto / Königreich Lombardo Venetien</a></div>
<div class="_2cuy _3dgx _2vxa">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-FqFmf5GjVC8/WQ3V4HisCFI/AAAAAAAALGg/bF-av_dHWi4h1ZTPZISLCCBv72ehlDkZwCLcB/s1600/Radetzky-von-radetz.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="229" src="https://4.bp.blogspot.com/-FqFmf5GjVC8/WQ3V4HisCFI/AAAAAAAALGg/bF-av_dHWi4h1ZTPZISLCCBv72ehlDkZwCLcB/s320/Radetzky-von-radetz.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><strong><span style="color: red;"><em>Da sinistra: il feldmaresciallo Josef Radetzky </em></span></strong><br />
<strong><span style="color: red;"><em>e il generale </em></span></strong><span><strong><span style="color: red;"><em>Fiorenzo Bava Beccaris.</em></span></strong> </span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="_2cuy _3dgx _2vxa">
</div>
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Oggi, 6 maggio, ricorre l'anniversario (spesso dimenticato) delle cosiddette Quattro Giornate di Milano nell'ambito dei moti popolari che infiammarono l'intero regno d'Italia nel 1898. Esattamente cinquant'anni dopo le ben più note Cinque Giornate, queste collocate nella turbolenta stagione del '48 europeo.</div>
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Benché i nomi siano simili e che, curiosamente, tra i due fatti intercorra mezzo secolo esatto, i due eventi non hanno poi così tanti punti di contatto nelle premesse, nei fatti e nei seguiti.</div>
<div class="_2cuy _3dgx _2vxa">
Le Cinque Giornate furono un vero e proprio episodio di guerra, in linea con ciò che accadeva nel resto d'Europa, tra due visioni del mondo e dello stato. Si trattava di vera e propria insurrezione armata aizzata in prima linea dalla borghesia e dalla piccola-media nobiltà liberale, che però sulle barricate mandava spesso e volentieri la popolazione civile. Il Feldmaresciallo Radetzky dovette intervenire in un contesto di pura battaglia urbana, tant'è che dopo quei terribili 5 giorni di scontri i morti tra i soldati dell'esercito furono circa un migliaio.</div>
<div class="_2cuy _3dgx _2vxa">
Fiorenzo Bava Beccaris, il generale piemontese protagonista delle Quattro Giornate, invece, ebbe a che fare con una schiera di affamati e indigenti schiacciati da una classe dirigente proveniente in parte da alcune di quelle categorie borghesi e nobili di stampo liberale che strizzò l'occhio alle cinque giornate. Vi era poi, oltre alla fame, tutto il ventaglio di rivendicazioni di natura socialista, anarchica e protocomunista, pressoché assenti o per lo più marginali nel '48 lombardo.</div>
<div class="_2cuy _3dgx _2vxa">
Differenti furono anche le reazioni dei due eserciti intervenuti. Se Radetzky, conscio del ruolo strategico ed economico di Milano, agì per lo più con lo scopo di contenere la situazione non usando l'artiglieria sui civili e risparmiando la città (anche quando ebbe riuscì a rientrare), l'esercito italiano di Beccaris intervenne in modo più aggressivo. Durante i moti del 1898 i morti tra i soldati furono solamente due, uno fucilato dai suoi stessi camerati per essersi rifiutato di sparare e l'altro che si sparò da solo per errore. Tra i manifestanti presi a cannonate e assaliti da bersaglieri e carabinieri si contarono tra gli 88 e gli oltre 300 morti, senza contare i feriti e gli arresti.</div>
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Una vicenda molto differente anche negli epiloghi. Radetzky procedette con diverse amnistie del nei confronti di diversi civili e nei confronti di quella parte di esercito che disertò, non per niente il Feldmaresciallo boemo poté vivere tranquillamente senza scorta fino alla sua morte a Milano. Inoltre dopo il 1848 emerse l'idea di istituire una milizia contadina per spalleggiare l'azione dell'esercito governativo nel controllo della borghesia e della nobiltà filo-sabauda, gli alti comandi italiani nel 1898 mai avrebbero potuto concepire un progetto simile. </div>
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Purtroppo però quel retrogusto di italia umbertina rimasto nell'Italia repubblicana di oggi fa in modo che si mitizzi, al fine di costruire una identità nazionale, un triste evento come quello delle Cinque Giornate e si preferisca insabbiare qualcosa di terribile come le Quattro Giornate. </div>
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Spetta dunque a chi ha la possibilità di ricordarsi e di far ricordare queste pagine provare a far rivere e diffondere un'altra versione dei fatti, per evitare che tutto diventi una semplice data sul manuale di storia</div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-58895545316506214562017-05-02T08:03:00.000-07:002017-05-02T08:03:04.366-07:00Uno dei tanti furtiFonte: <a href="http://www.reteduesicilie.it/uno-dei-tanti-furti/">http://www.reteduesicilie.it/uno-dei-tanti-furti/</a><br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img alt="Uno deti tanti furti 1#001" class="alignnone wp-image-4330 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-deti-tanti-furti-1001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-deti-tanti-furti-1001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-deti-tanti-furti-1001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-deti-tanti-furti-1001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-deti-tanti-furti-1001.jpg 905w" width="452" /></div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="Uno dei tanti furti 2#001" class="alignnone wp-image-4331 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-2001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-2001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-2001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-2001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-2001.jpg 905w" width="452" /></div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="Uno dei tanti furti 3#001" class="alignnone wp-image-4332 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-3001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-3001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-3001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-3001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-3001.jpg 905w" width="452" /></div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="Uno dei tanti furti 4#001" class="alignnone wp-image-4333 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-4001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-4001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-4001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-4001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-4001.jpg 905w" width="452" /></div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="Uno dei tanti furti 5#001" class="alignnone wp-image-4334 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-5001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-5001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-5001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-5001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/04/Uno-dei-tanti-furti-5001.jpg 905w" width="452" /></div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-12956496442676048242017-04-24T06:12:00.000-07:002017-04-24T06:12:47.120-07:00Franz Innerhofer, 96 anni dopo<strong>Fonte: <a href="http://www.unsertirol24.com/">http://www.unsertirol24.com/</a></strong><br />
<strong></strong><br />
<strong>Diverse iniziative per ricordare il mastro di Marling, assassinato dagli squadristi in camicia nera il 24 aprile 1921. Presto una via in suo nome anche a Trento?</strong><br />
<strong></strong><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-lgeXodacMCA/WP343PdO7kI/AAAAAAAALGM/NWoQHLzntyUE_5bx-pHh-TduJKpxiSewACLcB/s1600/bz1-737x470.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="408" src="https://1.bp.blogspot.com/-lgeXodacMCA/WP343PdO7kI/AAAAAAAALGM/NWoQHLzntyUE_5bx-pHh-TduJKpxiSewACLcB/s640/bz1-737x470.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<strong></strong><br />
Una domenica di sangue, quella del <strong>24 aprile 1921</strong> a Bolzano. Un anno e mezzo prima della marcia su Roma, <strong>la faccia più nera dello squadrismo</strong> si toglieva la maschera, e lo faceva in Sudtirolo. Doveva essere una giornata di festa, con la tradizionale sfilata in costume per l’apertura della Fiera campionaria, e la presenza di gruppi e bande tradizionali, partecipanti in Tracht, donne, uomini, tanti giovani e bambini.<br />
Ma quella mattina in città, da Trento e dall’Italia, arrivarono <strong>le camicie nere</strong>, guidate da Starace, Farinacci, De Stefani, per unirsi ai fascisti di Bolzano. Nell’assoluto immobilismo della forze dell’ordine, i futuri gerarchi guidarono l’assalto al corteo, pacifico e festante: <strong>contro le persone inermi vennero sparati colpi di pistola e di fucile, addirittura lanciate bombe a mano</strong>. Più di cinquanta persone furono ferite gravemente, una di queste morì due mesi dopo a causa delle lesioni riportate. <strong>Il maestro Franz Innerhofer venne assassinato a sangue freddo</strong> mentre tentava di proteggere un giovane scolaro. <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-qxV-IzFoAtc/WP35CT3OGFI/AAAAAAAALGQ/4uBy9H9PKCYfJfqmqSshZ4AqfGadF22SQCLcB/s1600/bz-hauptbild-blutsonntag-300x195.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://4.bp.blogspot.com/-qxV-IzFoAtc/WP35CT3OGFI/AAAAAAAALGQ/4uBy9H9PKCYfJfqmqSshZ4AqfGadF22SQCLcB/s1600/bz-hauptbild-blutsonntag-300x195.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
Alle sue esequie prese parte una folla immensa, che con la propria presenza chiedeva giustizia. Ma la legge italiana non ha <strong>mai</strong> raggiunto i colpevoli, nonostante questi fossero ben noti. Il ricordo però non si spegne, e diversi sono i momenti solenni in programma in questi giorni.<br />
Sabato<strong> a Innsbruck</strong>, alla presenza di diverse rappresentanze istituzionali, fra cui le delegazioni della SF e dell’Heimatbund, numerosi Schützen e tanti semplici cittadini, l’Andreas-Hofer-Bund Tirol ha scoperto una targa commemorativa che ha preso il posto di quella eretta nel 1923, rimossa dai nazionalsocialisti dopo l’Anschluss.<br />
<br />
Nell’ambito delle manifestazioni per il 25 aprile <strong>a</strong> <strong>Bolzano</strong>, il corteo guidato dal sindaco renderà onore a Franz Innerhofer alle ore 10.00 nella Wangengasse.<br />
<strong>A Trento</strong>, oggi pomeriggio dalle 17.00, il circolo culturale Michael Gaismayr allerstirà un gazebo dove raccogliere firme a sostegno della proposta di intitolare a Franz Innerhofer una via cittadina.Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-90262864354400159042017-04-24T06:06:00.001-07:002017-04-24T06:06:39.957-07:00LUI NON TRADISCE I SUOI<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-OjdTFRiz96M/WP34EP8CQfI/AAAAAAAALGE/t3gVtlZpjiIrOaMhdJnR0s9lyxFkVhbWQCLcB/s1600/eroe.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-OjdTFRiz96M/WP34EP8CQfI/AAAAAAAALGE/t3gVtlZpjiIrOaMhdJnR0s9lyxFkVhbWQCLcB/s320/eroe.jpg" width="227" /></a></div>
<br />
Fonte: <a class="_2wma" href="https://www.facebook.com/Trento.Tirolo/?ref=page_internal">Trento è Tirolo - Trient ist Tirol</a><br />
<br />
Questo è il Dott. Vittorio Bonapace, medico austriaco nato a Mezzolombardo (Tirolo) il 21 gennaio 1879, figlio di Antonio Bonapace e Teresa Busetti. <br />
<br /> Medico condotto di Ravina (Trento) e Tenente del 2° Reggimento Landenschützen, caduto sul fronte orientale in Galizia il 18 marzo 1915.<span class="text_exposed_hide">...</span><br />
<br />
<div class="text_exposed_show">
Al tenente austriaco Bonapace NON vengono intitolate vie o piazze. Al cittadino Vittorio Bonapace NON vengono organizzati eventi o presentazioni teatrali. Al Dott. Bonapace NON vengono dedicati servizi televisivi o articoli di giornale. <br />
<br />
E PERCHÉ? Perché il Dott. Bonapace non fu una spia come Cesare Battisti, non fu un deputato opportunista come Battisti, non era un traditore guerrafondaio come Battisti. <br />
<br />
Un giorno, in una Mezzolombardo libera della retorica fascista e consapevole della propria storia, persone come Vittorio Bonapace verranno ricordate con onore e con rispetto.</div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-73600472541242476042017-04-12T09:32:00.000-07:002017-04-12T09:32:56.949-07:00Briciole di memoria 1 – “Trentino”: una denominazione che non è mai esistita<strong>Fonte: <a href="http://www.unsertirol24.com/2017/01/19/briciole-di-memoria-1-trentino-una-denominazione-che-non-e-mai-esistita/">http://www.unsertirol24.com/</a></strong><br />
<strong></strong><br />
<strong>L’appuntamento settimanale con Massimo Pasqualini: aneddoti, racconti, ricordi ed immagini dal Tirolo di lingua romanza. </strong><br />
<strong></strong><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-dI4Ry4ZaV9g/WO5WLoHbZtI/AAAAAAAALFs/V-XnDj1nKEQhf_lcsiNh_FfjmwAeV_IXgCLcB/s1600/ART-1-737x470.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="408" src="https://4.bp.blogspot.com/-dI4Ry4ZaV9g/WO5WLoHbZtI/AAAAAAAALFs/V-XnDj1nKEQhf_lcsiNh_FfjmwAeV_IXgCLcB/s640/ART-1-737x470.jpg" width="640" /></a></div>
<strong></strong><br />
<strong></strong><br />
<span style="line-height: 1.5;">Lo spunto è una vecchia cartolina risalente agli anni della Prima Guerra, che fa parte della ricchissima collezione dell’amico Manuel Adami. Interessante la scritta a piè di pagina: </span><strong style="line-height: 1.5;">“Es gab kein “Trentino” und es wird nie eines geben!” – Il Trentino non c’è mai stato e mai ci sarà!”</strong><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-RbzDvaje14U/WO5WT2lG3jI/AAAAAAAALFw/En8CGTnkFY8Dv7svxT71kbghXSSLkFfKgCLcB/s1600/foro-manuel-2-300x194.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://3.bp.blogspot.com/-RbzDvaje14U/WO5WT2lG3jI/AAAAAAAALFw/En8CGTnkFY8Dv7svxT71kbghXSSLkFfKgCLcB/s1600/foro-manuel-2-300x194.jpg" /></a></div>
<strong></strong><br />
La nostra Terra si è chiamata sempre e soltanto <strong>Tirolo</strong>. Nell’uso comune la parte meridionale, che corrisponde al territorio dell’attuale provincia di Trento dove la lingua maggioritaria era ed è quella romanza, veniva talvolta chiamata<strong> Südtirol</strong>.<br />
Il termine “Trentino” usato come riferimento geografico e non con il significato di <em>“uomo abitante nella città di Trento”, </em>fu impiegato per la prima volta dal cartografo veneto Isaia Ascoli nel 1863 a Milano in una sua pubblicazione, quando fu nominato rettore della locale università. <br />
<br />Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-972728100124437592017-04-12T09:27:00.001-07:002017-04-12T09:27:30.626-07:00Briciole di memoria 5 – La nostra bandiera l’é gialla, l’é nera<strong>Fonte: <a href="http://www.unsertirol24.com/2017/02/16/briciole-di-memoria-5-la-nostra-bandiera-le-gialla-le-nera/">http://www.unsertirol24.com/</a></strong><br />
<strong></strong><br />
<strong>L’appuntamento settimanale con Massimo Pasqualini: aneddoti, racconti, ricordi ed immagini dal Tirolo di lingua romanza.</strong><br />
<div class="post-gallery nolink" itemscope="" itemtype="http://schema.org/ImageObject" style="text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-cu7IVPePcgI/WO5VVd4wnnI/AAAAAAAALFo/oMJ88CM7HbsBvtRyNm06Xjvz6wp7F4dhgCLcB/s1600/2015_10_17-Beato-Carlo-dAustria-164-737x470.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="408" src="https://4.bp.blogspot.com/-cu7IVPePcgI/WO5VVd4wnnI/AAAAAAAALFo/oMJ88CM7HbsBvtRyNm06Xjvz6wp7F4dhgCLcB/s640/2015_10_17-Beato-Carlo-dAustria-164-737x470.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
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(Foto:@Enzo Cestari)</div>
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</div>
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<strong>Castello Tesino, il mio paese</strong>, come tanti altri sulla linea di confine, nel maggio 1915 viene occupato dalle truppe italiane; gli abitanti sono già stati sfollati in luoghi più sicuri all’interno dell’Impero, gli ultimi rimasti vengono internati nel regno italico. Il 6 giugno 1916 il paese va a fuoco e brucia quasi completamente. I primi profughi rientrano in Tesino nei primi mesi del 1918, dopo la vittoria di Caporetto, e trovano solo rovine: tutto è bruciato, distrutto, saccheggiato. <br />
<strong>Anche la bandiera imperiale è andata perduta</strong>, quella grande, gialla e nera, che veniva esposta nelle occasioni solenni, come il genetliaco dell’Imperatore: quello di Carlo è il 17 agosto, ma come festeggiarlo, senza bandiera?<br />
Così, il 28 luglio 1918, il capocomune Giovanni Menato a nome di tutta la popolazione scrive a Vienna, direttamente all’Imperatore: <strong>“la poca popolazione rimasta da terra occupata da nemica potenza, vuole per la prima volta sotto l’auspice del nuovo monarca festeggiare con sfarzo il più possibile e passare la giornata con allegria come fosse presente l’imperatore… trovandoci tutti senza mobilia e anche senza abitazione che ci tolse il mezzo di procurarsi tale bandiera per cui tutti preghiamo questa I.R. autorità che ci regali una nuova bandiera che ne saremo riconoscenti verso l’Amato Imperatore” </strong><em></em><br />
<em>Sembra un desiderio impossibile, la fame mina le radici stesse dell’Impero, tutto sta per crollare… e invece arrivano 12 metri di stoffa gialla e nera, appena in tempo per cucire la bandiera, grande e nuova, per esporla ed onorarla. E di nuovo il capocomune scrive, questa volta per ringraziare <strong>“della premura avuta nel farci avere la tanto gradita e domandata bandiera gialla e nera. La stessa popolazione con questo ringraziamento vorrebbe far pure vedere che fino a ora si sono mantenuti fedeli alla stessa e sono corsi molto numerosi per difenderla. Ora fanno voti nuovi di fedeltà alla Patria e al nostro Sire pregando l’Eterno di proteggere il valore delle nostre armi e coroni l’opera delle stesse con la vittoria onde si possa vedere ancora molti anni sventolare la bandiera gialla e nera dalla cima dei nostri campanili”. </strong><br />
Un auspicio che rimane sospeso nel tempo per quasi un secolo. Fino a che, nell’ottobre 2015, la bandiera imperiale torna a sventolare a Castello Tesino … ma è questa è un altra storia. Grazie a Franco Gioppi, che nelle sue ricerche ha ritrovato gli originali delle due lettere. </em></div>
</div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-56314851351597510132017-04-09T10:13:00.000-07:002017-04-09T10:13:22.598-07:00Briciole di memoria 11: Il sangue dei vinti<strong>Fonte: <a href="http://www.unsertirol24.com/">http://www.unsertirol24.com/</a></strong><br />
<strong></strong><br />
<strong>L’appuntamento settimanale con Massimo Pasqualini: aneddoti, racconti, ricordi ed immagini dal Tirolo di lingua romanza.</strong><br />
<strong></strong><br />
<img height="408" itemprop="contentUrl" src="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/04/CampoPrigionieri-737x470.jpg" width="640" /><br />
<strong></strong><br />
La fine di ogni guerra comporta soprusi orrendi contro gli sconfitti. E’ il tragico e disumano rito del <strong>“sangue dei vinti”</strong>. Al termine della prima guerra mondiale questo accadde anche in quella parte dell’Austria (il Tirolo al sud del Brennero) che fu annessa al Regno d’Italia dopo la sconfitta dell’Impero, come conseguenza degli accordi di pace del settembre 1919.<br />
Finita la guerra decine di migliaia di reduci dell’esercito austriaco tornarono alle loro case, chi dal fronte meridionale, chi direttamente dai monti del Tirolo dove aveva combattuto contro l’esercito italiano, chi dai campi di prigionia russi o italiani. Una pagina nera, tutta ancora da scrivere, riguarda i primi mesi che caratterizzarono la nuova situazione nazionale di quel territorio che ben presto <strong>il fascismo avrebbe ribattezzato “Venezia Tridentina”</strong>. La pressione delle forze politiche nazionaliste non fece altro che acuire l’odio contro coloro che tornavano alle loro case dopo avere combattuto per la propria Patria, l’Austria, ora indifesi sudditi di uno Stato diverso da quello per il quale avevano militato. Pensiamo alla storia, solo in minima parte analizzata, delle centinaia (migliaia?) di reduci dell’esercito austriaco spediti in campi di prigionia come quello di Isernia, dove – a quanto riportano le scarse testimonianze – patirono le pene dell’inferno.<br />
Il capitolo della cosiddetta <strong>“italianizzazione forzata”</strong> è abbastanza noto: mi riferisco a tutto ciò che fu fatto <strong>per cancellare ogni segno dell’Austria</strong>, l’epurazione di molti lavoratori del pubblico impiego rei di avere collaborato con il “nemico”, la distruzione dei monumenti, il divieto del ricordo dei caduti in divisa austriaca, il tutto “per favorire la nascita di una memoria istituzionale, stabile e gerarchizzata, fondata sui grandi racconti della mitologia nazionale”, come ha ricordato lo storico roveretano Diego Leoni.<br />
<a href="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/04/sangue-3-215x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="sangue 3" border="0" class=" wp-image-632398 alignleft" height="437" sizes="(max-width: 313px) 100vw, 313px" src="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/04/sangue-3-215x300.jpg" srcset="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/04/sangue-3-215x300.jpg 215w, http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/04/sangue-3.jpg 640w" width="313" /></a>Non è di questo che voglio trattare: oggi voglio parlare di un capitolo più delicato che riguarda espressamente i casi di violenza contro individui in qualche modo “<strong>colpevoli”</strong> di essere stati <strong>richiamati</strong> in guerra nell’esercito del loro Stato (l’Impero Austriaco) o perché <strong>“filotirolesi”</strong> o <strong>nostalgici</strong> della monarchia asburgica. Ricordo di avere scorso qualche anno fa le pagine di un ampio volume della Polizia politica fascista, depositato presso l’Archivio di Stato di Trento, nel quale sono elencati <strong>migliaia e migliaia di nominativi</strong> <strong>di persone schedate in quanto “antinazionali”</strong>. Viene subito da chiedersi: che cosa dovettero subire? Quali pressioni psicologiche, minacce verbali e fisiche dovettero sopportare?<br />
Una robusta ricerca storica, per quanto complessa e difficile, dovrebbe porre sotto la lente di ingrandimento un periodo che merita maggiore chiarezza, per aiutarci a capire quali furono le perverse dinamiche di quell’epoca e per consentirci di “rielaborare il conflitto”, di chiarire definitivamente in modo rigoroso le eventuali responsabilità, di quantificare il fenomeno. Porto un paio di esempi concreti di casi accaduti nella nostra Terra, limitandomi ad un territorio circoscritto alla zona tra la val di Fiemme e la val di Fassa. Oltre a questi casi, esiste probabilmente un insieme più vasto di azioni criminose che con ogni probabilità fu abilmente insabbiato dal regime fascista e la cui memoria non è potuta giungere a noi.<br />
<div style="clear: both; text-align: center;">
<em style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"> – vi era acquartierato presso l’Hotel Corona di Vigo anche un reparto di finanzieri… Non correva buon sangue tra la popolazione locale e i nuovi occupanti, vi furono anche degli scontri ma soprattutto i finanzieri italiani non vedevano di buon occhio i pompieri locali perché portavano ancora le divise austriache. La mattina del 21 ottobre il Rizzi con i suoi uomini si recò presso l’Hotel Corona per la colazione, all’interno vi erano già i finanzieri e l’aria era carica di tensione. I militari vedendo arrivare i pompieri estrassero le loro baionette, il Rizzi fu il primo ad entrare e si avventarono su di lui ferendolo gravemente</em></div>
Conosciamo ad esempio il caso di Simone Rizzi (la sua storia è stata narrata da Ivan Pezzei ne “Il Pompiere del Trentino” del dicembre 2001, p. 54). <strong>Simone Rizzi, detto Simon del Faure,</strong> era nato a Campitello di Fassa nel 1888. Di professione pittore e decoratore, nel 1914 fu richiamato in Galizia come sergente maggiore dei Landesschützen. Finita la guerra, tornato a casa, ricostituì il locale corpo dei vigili del fuoco volontari, di cui divenne ben presto comandante. Un giorno di ottobre del 1921 scoppiò un furioso incendio nell’abitato di Vigo di Fassa. Anche Rizzi accorse in aiuto con i suoi uomini. “<em>In quel periodo – </em>scrive Pezzei”.<br />Il comandante Rizzi morì all’ospedale di Tesero di lì a poco, all’età di trentatrè anni (“vittima innocente d’un tumulto a Vigo”, scrissero allora gli amici sulla lapide).<br />
<a href="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/04/sangue-139x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="sangue" border="0" class=" wp-image-632399 alignright" height="542" sizes="(max-width: 251px) 100vw, 251px" src="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/04/sangue-139x300.jpg" srcset="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/04/sangue-139x300.jpg 139w, http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/04/sangue-475x1024.jpg 475w, http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/04/sangue.jpg 526w" width="251" /></a>Pochi chilometri più in là, un altro tragico fatto si era verificato a guerra già conclusa, il 15 novembre 1918. Lo storico Candido Degiampietro ha narrato la vicenda nel suo volume “Briciole di storia, di cronaca e momenti di vita fiemmese”. Ancora oggi, nei campi tra Cavalese e Tesero, vi è una lapide, dimenticata da molti. In quel luogo, una fredda notte di novembre, fu assassinato <strong>Alberto Paluselli di Tesero,</strong> 33 anni, caporal maggiore dell’esercito austriaco. Il Paluselli era stato decorato con la medaglia d’argento al valor militare per le azioni compiute in val di Sole (al contrario di quanto sostiene una certa vulgata storiografica, non furono certo pochi i tirolesi di lingua romanza che parteciparono militarmente anche sul fronte italo/austriaco). A guerra finita, il Paluselli era rientrato in val di Fiemme. Ben presto arrivarono gli italiani che incalzavano gli austriaci in fuga, erano gli alpini del battaglione “Feltre”. Il Paluselli, dismessa la divisa militare dell’esercito imperiale, circolava portandosi addosso sui vestiti borghesi – era quasi inverno – il cappotto militare. La sera del 15 novembre il nostro si trovava presso l’Albergo all’Ancora di Tesero, insieme ad altri reduci, quando entrarono due alpini armati di tutto punto che prelevarono il Paluselli. Si avviarono verso Cavalese. Il suo corpo fu ritrovato la mattina successiva. Solo grazie alla coraggiosa testimonianza di numerose persone di Tesero, l’anno successivo un caporale del Battaglione Alpino “Feltre”, originario della provincia di Belluno, fu condannato a vent’anni di prigione per l’omicidio.<br />
Quelli che ho raccontato sono solo degli esempi, dietro ai quali si ha la sensazione, per non dire la certezza, che si nasconda uno scenario di vendette pesanti (omicidi compresi) che contribuirono a creare un clima di terrore nelle decine di migliaia di reduci dell’esercito austriaco e nelle loro famiglie. Agli storici il compito di fare luce, non per riaprire ferite, beninteso, ma per accertare la verità e ricomporre il quadro di un’epoca che ha così pesantemente stravolto questa nostra Terra.Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-10385968528520328332017-04-01T06:14:00.000-07:002017-04-01T06:14:39.068-07:00Briciole di Memoria 10: Noi, Irredenti?<div style="text-align: center;">
<img height="408" itemprop="contentUrl" src="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/03/quando-1-737x470.jpg" width="640" /></div>
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</div>
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<a href="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/03/quando-3-193x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="quando 3" border="0" class="size-medium wp-image-626706 alignleft" height="300" sizes="(max-width: 193px) 100vw, 193px" src="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/03/quando-3-193x300.jpg" srcset="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/03/quando-3-193x300.jpg 193w, http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/03/quando-3.jpg 463w" width="193" /></a>Questa vicenda viene raccontata da Luigi Sardi, in uno dei suoi interessantissimi libri, ricchi di documenti originali, di citazioni di testi, di precisi riferimenti bibliografici, che narrano “<strong>L’ALTRA STORIA”</strong>, quella che in Italia non si racconta mai, anzi, quella si tenta in tutti i modi di nascondere, anche al giorno d’oggi.<br />
Nel suo libro <strong>“Quando l’Austria catturò Battisti”</strong>, Sardi cita una nota tratta dal diario di un soldato italiano, il sergente maggiore Artibano Romio del settantanovesimo reggimento fanteria della Brigata Roma:<br />
<a href="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/03/quando-2-193x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="quando 2" border="0" class="size-medium wp-image-626705 alignright" height="300" sizes="(max-width: 193px) 100vw, 193px" src="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/03/quando-2-193x300.jpg" srcset="http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/03/quando-2-193x300.jpg 193w, http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/03/quando-2-658x1024.jpg 658w, http://media.unsertirol24.com/uploads/2017/03/quando-2.jpg 1028w" width="193" /></a>“Alle ore 16 del 18 maggio 1916 fui fatto prigioniero. Dopo mezzora di sosta a Vanza, perché abbiamo dovuto raccogliere i nostri feriti, siamo partiti alla volta di Rovereto, scortati da poco simpatiche sentinelle. Ripartimmo per Villa Lagarina ove pernottammo in un prato all’aria aperta e la mattina per tempo, partenza per Trento. Quando si passava in mezzo ai paesetti la popolazione non faceva altro che <strong>imprecare contro di noi</strong>, dandoci dei vigliacchi e dei traditori: <strong>questi sono coloro che noi chiamiamo gli irredenti?</strong>”<br />
<strong>Aveva ragione, il sergente maggiore Romio</strong>. Peccato che questa storia, come tanti altri piccoli frammenti di verità, siano sconosciuti ai più. Peccato che la nostra vera Storia sia sempre stata nascosta e falsificata dall’Italia. Solo pochi autori di indiscussa onestà intellettuale, raccontano in maniera corretta ciò che avvenne cento anni fa: uno di questi è proprio <strong>il giornalista Luigi Sardi</strong>, autore di molti testi storici sulla nostra terra Tirolese.<br />
Invito tutti a cercare i suoi libri e a leggerli con attenzione. Li scrive per noi, per raccontarci la nostra storia, quella che non possiamo non conoscere.<br />
<br />
Fonte: <a href="http://www.unsertirol24.com/2017/03/30/briciole-di-memoria-10-noi-irredenti/">http://www.unsertirol24.com/</a></div>
</div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-22462434623541399942017-03-23T05:16:00.003-07:002017-03-23T05:16:48.552-07:00I nostri bravi Tirolesi!<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-zJgvi5rIilc/WNO8d7pgvlI/AAAAAAAALFU/N-WshzSgDBo5zVxhOS8sbe4WCY8kfUYFACLcB/s1600/tirolsch.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-zJgvi5rIilc/WNO8d7pgvlI/AAAAAAAALFU/N-WshzSgDBo5zVxhOS8sbe4WCY8kfUYFACLcB/s640/tirolsch.jpg" width="406" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
Questo è Eugenio Rossaro, comandante della Standschützenkompanie Vallarsa-Trambileno. <br />
Durante la Grande Guerra e dopo la dichiarazione di guerra (tradimento) del Regno d'Italia contro l'Impero Asburgico, lui ha combattuto assieme ai suoi Schützen per la difesa del Tirolo contro le truppe tricolorute (alpini). <br />
<span class="text_exposed_hide">...</span><br />
<div class="text_exposed_show">
Eugenio Rossaro fu un pluridecorato medaglia d'oro dell'esercito austriaco per la fedeltà dimostrata al Tirolo, patria dei suoi genitori, dei suoi nonni e dei suoi (nostri) avi.<br />
<br />
<br />
Fonte: <span class="fwn fcg"><span class="fwb fcg" data-ft="{"tn":"k"}"><a aria-controls="js_1k4" aria-describedby="js_1k5" aria-haspopup="true" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=718319191569464&extragetparams=%7B%22hc_ref%22%3A%22NEWSFEED%22%2C%22fref%22%3A%22nf%22%7D" href="https://www.facebook.com/Trento.Tirolo/?hc_ref=NEWSFEED&fref=nf" id="js_1k6">Trento è Tirolo - Trient ist Tirol</a></span></span><br />
<div class="clearfix _42ef">
<div class="rfloat _ohf">
</div>
<div class="_5va4">
<div>
<div class="_6a _5u5j">
<div class="_6a _6b" style="height: 2px; width: 2px;">
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<div class="_6a _5u5j _6b">
<strong></strong> </div>
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</div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-51611965837019163812017-03-19T07:10:00.000-07:002017-03-19T07:10:01.284-07:00FESTA DI SAN GIUSEPPE<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-6vrtUKIma4I/WM6Q8vzfyBI/AAAAAAAALFA/B80qR_RjG7Y0r8BOl6YemFKHXX9WeiEwgCLcB/s1600/tirol.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://2.bp.blogspot.com/-6vrtUKIma4I/WM6Q8vzfyBI/AAAAAAAALFA/B80qR_RjG7Y0r8BOl6YemFKHXX9WeiEwgCLcB/s640/tirol.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
Il 19 marzo ricorre la Festa di San Giuseppe, nominato Patrono del Tirolo da Maria Teresa nel 1772 con il decreto imperiale “Sanctus Josep<span class="text_exposed_hide">...</span><span class="text_exposed_show">hus Tirolensis Patronus". In quel giorno i nostri paesi esibivano sempre la bandiera tirolese. A Trento, la grande fiera di San Giuseppe.</span><br />
<div class="text_exposed_show">
Anche questa festività religiosa è stata abolita dallo stato italiano con la legge del 5 marzo 1977 n.54. Da allora il giorno di San Giuseppe divenne in Tirolo un giorno come tutti gli altri.<br />
In 98 anni lo stato italiano ha cercato in ogni modo di cancellare la nostra secolare storia e le nostre tradizioni austriache. <br /> Ma siamo Tirolesi! Abbiamo memoria e identità e non molliamo!<br />
<br />
<br />
Fonte: <a aria-controls="js_72c" aria-describedby="js_72d" aria-haspopup="true" class="_hli" data-ft="{"tn":"k"}" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=718319191569464" href="https://www.facebook.com/Trento.Tirolo/" id="js_72e">Trento è Tirolo - Trient ist Tirol</a></div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-18217997784836410802017-03-17T07:52:00.000-07:002017-03-18T04:35:05.142-07:00CIVITELLA DEL TRONTO NON TI ABBANDONEREMO MAI: 47° INCONTRO TRADIZIONALISTA DI CIVITELLA DEL TRONTO <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-EHE6BbOW4EA/WM0amKwgjzI/AAAAAAAALEw/fkqHh4Vvg-4Oy_uEKp-Y0E62ppVwgxGvQCLcB/s1600/comunionetradizionalistacivitelladeltronto-1024x659.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="410" src="https://1.bp.blogspot.com/-EHE6BbOW4EA/WM0amKwgjzI/AAAAAAAALEw/fkqHh4Vvg-4Oy_uEKp-Y0E62ppVwgxGvQCLcB/s640/comunionetradizionalistacivitelladeltronto-1024x659.png" width="640" /></a></div>
<span style="letter-spacing: 0px;"><b></b></span><br />
<span style="letter-spacing: 0px;"><b></b></span><br />
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>C</b></span><span style="letter-spacing: 0px;"><b>ivitella del Tronto</b> in questi giorni mostra le ferite di un territorio colpito prima dal sisma, poi da calamità naturali (neve e frane del terreno) alle quali si è aggiunta la mancanza di acqua e luce elettrica per più tempo. Abbiamo pregato e siamo stati solidali con l’amministrazione comunale che si è prodigata oltre ogni immaginabile aspettativa per il bene della Comunità Politica e Sociale. Quest’anno, perciò, il nostro ritorno a Civitella del Tronto assume il maggiore significato di una presenza fisica che vuole testimoniare la volontà di non abbandonare per nessun motivo al mondo una terra che è per noi sacra. Sulla sua piazzaforte nell’inverno del 1860 – 61 si consumò l’ultima battaglia della Tradizione contro la Modernità, proprio come in Spagna lo stesso fenomeno si verificò a Montejurra. </span><br />
<span style="letter-spacing: 0px;"></span><br />
<div style="font-family: "Times New Roman"; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Civitella del Tronto: non ti abbandoneremo mai. </b>Con questa volontà, la S. V. Ill.ma è invitata a partecipare al 47° Incontro Tradizionalista di Civitella del Tronto nei giorni di Sabato 18 e Domenica 19 marzo 2017.</span></div>
<span style="letter-spacing: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Times New Roman"; margin-bottom: 8px; text-align: center;">
</div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Sabato 18 marzo 2017.</b></span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;">L’Incontro si aprirà Sabato alle ore 16 con il Convegno di Studi presso la <b>Sala Polivalente di Palazzo</b> <b>Rosati</b> messa gentilmente a nostra disposizione dall’Amministrazione Comunale. In apertura del Convegno sarà commemorato l’editore di Controcorrente, <b>Pietro Golia</b>, recentemente scomparso. A seguire, presentazione del pamphlet edito per il 47° Incontro Tradizionalista dall’Associazione Nazionale ex Allievi Nunziatella: <i>Opinioni del Morning – Post intorno all’esercito</i> <i>Napolitano</i>, del generale Antonio Ulloa, a cura del suo presidente onorario dott. <b>Giuseppe Catenacci</b>. </span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;">Il convegno, sotto la presidenza del prof. <b>Paolo Caucci von Saucken</b>, affronta il seguente tema: </span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Le conseguenze del protestantesimo e l’attualità della tradizione a cinquecento anni dalle tesi di Lutero ed a cento anni dalla nascita di Elias de Tejada. Civitella del Tronto quale simbolo della resistenza di un mondo legato alla Tradizione. </b></span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;">con il seguente o.d.g.:</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Prof. Miguel Ayuso</b>, Dalla Cristianità al Carlismo nell’opera di Elías de Tejada.<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span></span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Dott. Edoardo Vitale</b>. La militanza antiprotestante di Napoli nella visione di Elías de Tejada<i>.</i></span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Prof. Giovanni Turco</b>, Soggettivismo religioso e soggettivismo politico. Le conseguenze del protestantesimo.</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Prof. Gianandrea de Antonellis</b>, Indagine tra i prodromi del modernismo: il Sinodo di Pistoia. </span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Dott. Giovanni Salemi</b>, Per la memoria storica del nostro antico Paese contro l’oblio.</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Dott. Pasquale Sallusto</b>, Civitella del Tronto, l’ultimo assedio.</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Dott. Francesco Maurizio Di Giovine</b>, presentazione delle seguenti novità editoriali:</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<ul>
<li style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="letter-spacing: 0px;">Ernesto il disingannato;</span></li>
<li style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="letter-spacing: 0px;">A Civitella del Tronto con i soldati del Re.</span></li>
<li style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="letter-spacing: 0px;">Carlo di Borbone.</span></li>
</ul>
</div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 10px; min-height: 11px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"></span><br /></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;">Al termine del Convegno ci sarà la cena comunitaria presso l’Hotel Zunica.</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"></span><br /></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Domenica 19 marzo 2017.</b></span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;">A causa della inagibilità della Fortezza, il programma abituale subirà le seguenti modifiche:</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;">Ore 10,00 Celebrazione della Santa Messa in memoria dei Martiri della tradizione presso la Chiesa di Santa Maria degli Angeli.</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;">Ore 11,00 Concentrazione dei partecipanti all’Incontro il Piazza Filippi Pepe per portare, in corteo, la corona di Alloro sul monumento a Matteo Wade a ricordo dei Caduti di Civitella del Tronto.</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;">Ore 11,30 Commemorazione del sacrificio di Matteo Wade che sarà tenuta dal dott. Fernando Riccardi.</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 8px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;">Ore 13,00 Pranzo dell’arrivederci presso i ristoranti di Civitella.</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 5px; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"></span><br /></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 5px;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>SISTEMAZIONE ALBERGHIERA</b></span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 5px;">
<span style="letter-spacing: 0px;">Hotel Zunica, Tel. 0861/91319 – fax 0861/918150<br /> Camera singola: €. 55; doppia €. 70; tripla €. 90; quadrupla €. 100</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; margin-bottom: 5px;">
<span style="letter-spacing: 0px;">Hotel Fortezza, Tel. 0861/91321 – fax 0861/918221<br /> Camera singola: €. 40,00; doppia €. 50,00; tripla €. 60,00; quadrupla €. 70,00</span></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"></span><br /></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"></span><br /></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; height: 11px; min-height: 15px; text-align: justify; width: 1px;">
<span style="letter-spacing: 0px;"></span> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0px;"><b>Ci auguriamo che vi rechiate numerosi a Civitella del Tronto per onorare i martiri del legittimismo, del Trono e dell'Altare e rammentare la buona politica. </b></span></div>
</span><br />Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-56025071537940773462017-03-17T07:44:00.002-07:002017-03-17T07:44:39.464-07:00Le norme antisismiche vigenti nel Regno delle Due Sicilie<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: left;">
Fonte: <a href="http://www.reteduesicilie.it/category/dalla-storia/">http://www.reteduesicilie.it/</a></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="LE NORME ANTISISMICHE 1#001" class="aligncenter wp-image-4292 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-1001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-1001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-1001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-1001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-1001.jpg 905w" width="452" /></div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="LE NORME ANTISISMICHE 2#001" class="alignnone wp-image-4294 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-2001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-2001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-2001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-2001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-2001.jpg 905w" width="452" /></div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="LE NORME ANTISISMICHE 3#001" class="alignnone wp-image-4295 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-3001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-3001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-3001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-3001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-3001.jpg 905w" width="452" /></div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="LE NORME ANTISISMICHE 4#001" class="alignnone wp-image-4296 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-4001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-4001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-4001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-4001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-4001.jpg 905w" width="452" /></div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="LE NORME ANTISISMICHE 5#001" class="alignnone wp-image-4297 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-5001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-5001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-5001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-5001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-5001.jpg 905w" width="452" /></div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="LE NORME ANTISISMICHE 6#001" class="alignnone wp-image-4298 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-6001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-6001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-6001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-6001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-6001.jpg 905w" width="452" /></div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="LE NORME ANTISISMICHE 7#001" class="alignnone wp-image-4299 size-full" height="640" sizes="(max-width: 905px) 100vw, 905px" src="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-7001.jpg" srcset="http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-7001-212x300.jpg 212w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-7001-768x1086.jpg 768w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-7001-724x1024.jpg 724w, http://www.reteduesicilie.it/wp-content/uploads/2017/02/LE-NORME-ANTISISMICHE-7001.jpg 905w" width="452" /></div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-54833406842465123952017-03-10T02:33:00.001-08:002017-03-10T02:33:44.935-08:00Il soldato Viktoria Savs Fonte: <span class="fwn fcg"><span class="fwb fcg" data-ft="{"tn":"k"}"><a aria-controls="js_no" aria-describedby="js_np" aria-haspopup="true" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=193521680793067&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22nf%22%7D" href="https://www.facebook.com/VotaFranzJosef/?ref=page_internal&fref=nf" id="js_nm">Vota Franz Josef</a></span></span><br />
<span class="fwn fcg"><span class="fwb fcg" data-ft="{"tn":"k"}"></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-IgydDdt8vtA/WMKA8De37qI/AAAAAAAALEg/1FrpL__xQZcZ5LruBOwseAuKRUiC9Ra0wCLcB/s1600/vs.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-IgydDdt8vtA/WMKA8De37qI/AAAAAAAALEg/1FrpL__xQZcZ5LruBOwseAuKRUiC9Ra0wCLcB/s320/vs.jpg" width="240" /></a></div>
<span class="fwn fcg"><span class="fwb fcg" data-ft="{"tn":"k"}"></span></span><br />
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Viktoria Savs (Bad Reichenhall, 27 giugno 1899 – Salisburgo, 31 dicembre 1979) è stata una donna militare austriaca.Durante la prima guerra mondiale si arruolò nell'esercito Austro-Ungarico fingendosi uomo, allo scopo di rimanere accanto al padre soldato.A quattro anni Viktoria restò orfana di madre e fu cresciuta dal padre,Peter Savs,ad Arco (Trento).<br />
Prima della grande guerra si trasferirono a Merano (Bolzano),ma nel 1914,all'inizio del conflitto, Peter fu chiamato alle armi sul fronte orientale,nel corpo dei Kaiserjäger.Ben presto riportò gravi ferite; ciononostante, dopo la sua guarigione, decise di ripresentarsi come volontario presso il Landsturm (traducibile in "milizia territoriale austriaca"). <br /> Viktoria, come donna, poteva partecipare al conflitto solo come ausiliaria,ma essendo molto attaccata al padre dalla morte della madre e grazie all'autorizzazione personale dell'Arciduca Eugenio d'Asburgo, il 10 giugno 1915 fu arruolata, con il nome di Viktor Savs, nel battaglione di fanteria Innsbruck II del Landsturm dove il genitore era stato assegnato con il grado di caporale. Solamente una ristretta cerchia di soldati sapeva che in realtà Viktor era una donna.<br /> La soldatessa Viktoria, grazie alla sua abilità come portaordini, soprattutto mediante l'utilizzo degli sci, e conduttrice di muli, portò a termine numerose missioni.Il 1º dicembre del 1916 fu trasferita come ordinanza presso il comando del settore Tre Cime sotto il comando del capitano Demian, dove combatté al fronte. L'11 aprile 1917, assieme ad un gruppo di soldati fece irruzione nel Sasso di Sesto (Sextenstein) nelle Dolomiti di Sesto, dove catturarono venti soldati italiani, che lei sola scortò dietro la linea del fronte sotto il fuoco dell'artiglieria nemica.<br /> Il 27 maggio 1917, durante una missione di portaordini, una granata nemica esplose sulla parete rocciosa al di sotto della quale la giovane soldatessa stava passando, provocando il distacco di un masso di grosse dimensioni, che le schiacciò il piede destro. <br />
Viktoria estrasse il suo coltello e tranciò i tendini, che tenevano il piede ancora attaccato alla gamba. Prigionieri di guerra russi, che facevano la guardia, la riportarono indietro; Viktoria lottò contro la morte per tre mesi ricoverata nell'ospedale militare del campo di Sillian.Qui subì l'amputazione della gamba destra al di sotto del ginocchio, sopravvivendo alla difficile e rischiosa operazione.In quell'occasione fu palese il reale sesso del soldato.<br />
Per il suo comportamento esemplare e coraggioso avuto in battaglia ebbe più onorificenze militari, tra cui una medaglia di bronzo al valor militare, la croce al merito dell'imperatore Carlo I d'Austria e una medaglia d'argento di I classe al valore militare.Non più idonea per il fronte, Viktoria Savs prestò servizio come crocerossina in quello stesso campo, dove ricevette un'ulteriore onorificenza: la croce d'argento al valore della Croce Rossa.<br />
Nel dopoguerra era solita partecipare ai raduni dei reduci.La'Heeresunteroffiziersakademie (HUAk,accademia austriaca per sottufficiali) ha intitolato al suo nome il corso del 1999. Morì il 31 dicembre 1979 a Salisburgo all'età di 80 anni e venne sepolta con tutte le sue decorazioni nel cimitero di quella città.Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-51048643798403169562017-03-10T02:30:00.002-08:002017-03-10T02:30:59.955-08:00Lo Schütze HaulerFonte: <a aria-controls="js_17d" aria-haspopup="true" class="_hli" data-ft="{"tn":"k"}" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=193521680793067" href="https://www.facebook.com/VotaFranzJosef/" id="js_17e">Vota Franz Josef</a><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-z03HvaXF1Tc/WMJ_5rKQ_oI/AAAAAAAALEY/j2qoHQA0AGQ6xIZgZfJ5EWd3YQiDvzUAQCLcB/s1600/fs.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-z03HvaXF1Tc/WMJ_5rKQ_oI/AAAAAAAALEY/j2qoHQA0AGQ6xIZgZfJ5EWd3YQiDvzUAQCLcB/s320/fs.jpg" width="272" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><strong><span style="color: red;">Maria Amalia Anna von Hauler </span></strong><br />
<strong><span style="color: red;">"Lo Schütze Hauler"</span></strong></td></tr>
</tbody></table>
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L'11 novembre 1917, a Longarone, nella giornata di riposo che venne concessa al Württembergisches Gebirgsbataillon il battaglione da montagna del Württemberg per la presa del paese, il maggiore Sprösser, comandante del reparto, convocò nel salone del palazzo dove aveva posto il suo comando lo Schütze Hauler. <br /> Non appena lo vide comparire sulla porta, lo aggredì, non con una semplice domanda, ma con un'imperiosa affermazione: "Schütze Hauler, lei è una ragazza!". <br /> Così venne smascherata Maria Amalia Anna von Hauler. <br /> Maria nacque il 16 luglio 1893 da Otto von Hauler, ufficiale dell'imperiale e regio esercito austro-ungarico e da Vilma von Matachich-Dolanski di nobile famiglia croata. <br /> Crocerossina volontaria a partire dai giorni della mobilitazione generale dell'impero, si era distinta per coraggio ed abnegazione. <br />
Per i suoi meriti le venne conferita nel 1916 la medaglia d'argento e nell'ottobre del 1917 la medaglia d'oro della Croce Rossa, assieme alla croce al merito di servizio con spade. <br /> Dopo la morte del padre, nel marzo del 1917, Maria aveva ben chiaro il disegno del suo futuro di soldatessa. <br /> Fino al giugno del 1917 prestò servizio presso l'ospedale da campo 407 di Opicina, ma tanto fece finché non venne trasferita nella zona di Tolmino. <br />
Prima dell'offensiva austro-ungarico tedesca, Maria venne assegnata al königlich-bayerischen Infanterie-Leib-Regiment, reggimento della guardia reale bavarese, in qualità di interprete. <br /> Solo il due novembre Maria si presentò al Württembergisches Gebirgsbataillon e fino a Longarone aveva partecipato a tutte le fatiche, le marce e ai combattimenti affrontati dai suoi commilitoni. <br /> Nessuno si era accorto di niente. <br /> Fino ad allora si era fatta chiamare Wolf Hauler e prestava servizio nelle file della compagnia trasmissioni del battaglione come interprete. <br />
I commilitoni, che ne intravedevano la debolezza fisica ed i lineamenti da bambino, l'avevano soprannominato Büble (bambinetto), ma, dopo Longarone, si resero conto di avere una Madle (ragazzina) come compagno delle loro fatiche belliche. <br /> II maggiore Sprösser, dopo le rivelazioni di Longarone, aveva tentato in tutte le maniere di trasferire Maria al comando di Feltre. <br />
Nulla da fare! <br /> Immancabilmente l'interprete del battaglione si faceva trovare puntuale alle adunate della compagnia trasmissioni, anche in prima linea. <br />
La troviamo a Quero nel periodo di preparazione alla conquista del monte Fontana Secca e sul monte Tomba alla fine di dicembre del 1917, nelle ultime battute della permanenza del battaglione sul fronte italiano, quando venne intossicata dal gas. <br /> Per i problemi insorti ai polmoni Maria sarà costretta a passare da un ospedale da campo all'altro. <br /> Fino al 28 gennaio rimarrà in zona di guerra, poi verrà trasferita all'ospedale n. 131 nei pressi di Udine. <br /> Vi rimarrà fino al 18 marzo del 1918. Una ricaduta riporterà Maria all'ospedale di Leutkirch, dal 5 maggio al 9 luglio 1918. <br /> Durante questo periodo di ricovero, la notizia che una donna faceva parte del glorioso battaglione del maggiore Sprösser scoppiò improvvisa ed incontrollata e i comandi trovarono grosse difficoltà a circoscriverla. <br /> La lunga e penosa malattia polmonare si risolse soltanto a guerra finita, quando Maria poté lasciare il sanatorio di Überruh. <br /> Il maggiore Sprösser l'aveva proposta per il conferimento della medaglia d'argento al valor militare, ma la pratica non avrà seguito. <br /> Conosciuto un diplomatico giapponese, Maria lo seguirà nel paese del sol levante, a Tokio, dove diventò la signora Saka. <br /> Dopo il 1940 di lei si perse ogni traccia.Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-55169082359163113272017-03-10T02:26:00.000-08:002017-03-10T02:30:59.959-08:00Frauen im krieg (Donne in guerra) <div class="g-unit" id="gt-res-c">
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<div id="gt-res-content">
<div class="trans-verified-button-large" dir="ltr" id="gt-res-dir-ctr">
<span class="short_text" id="result_box" lang="it" tabindex="-1"><span></span><span>Fonte: <span class="fwn fcg"><span class="fwb fcg" data-ft="{"tn":"k"}"><a aria-controls="js_b6p" aria-describedby="js_b6q" aria-haspopup="true" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=193521680793067&extragetparams=%7B%22hc_ref%22%3A%22PAGES_TIMELINE%22%2C%22fref%22%3A%22nf%22%7D" href="https://www.facebook.com/VotaFranzJosef/?hc_ref=PAGES_TIMELINE&fref=nf" id="js_b6r">Vota Franz Josef</a></span></span></span></span></div>
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<span class="short_text" lang="it" tabindex="-1"><span></span></span> </div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-GCBGwWH6vmY/WMJ_EBOOL6I/AAAAAAAALEQ/VCL9ugimIwMqEYTlqOCMHL698MYuLcmLgCLcB/s1600/sf.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-GCBGwWH6vmY/WMJ_EBOOL6I/AAAAAAAALEQ/VCL9ugimIwMqEYTlqOCMHL698MYuLcmLgCLcB/s400/sf.jpg" width="288" /></a></div>
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<span class="short_text" lang="it" tabindex="-1"><span></span></span> </div>
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<span class="short_text" lang="it" tabindex="-1"><span>Più di 200 donne servono nella legione polacca incorporata nell’esercito austro-ungarico,come anche la legione ucraina,con molte donne,e altrettanto meravigliosamente si comportano le ragazze e le donne rutene che prendono parte alle battaglie contro i Russi nei Carpazi.Una di loro, la signorina Olena Stepaniew, in tempo di pace studentessa di filosofia all’università rutena di Lemberg,serve nei corpi volontari ucraini e per il suo brillante contributo venne nominata tra gli aspiranti allievi ufficiali e insignita della medaglia al valore d’argento.</span></span></div>
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Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-70878022474797958632017-03-02T09:15:00.003-08:002017-03-02T09:15:58.609-08:00La genesi dell’Europa cristiana spiegata dallo storico che sfatò il mito dei “secoli bui” “La genesi dell’Europa”, l’introduzione del grande Christopher Dawson alla storia dell’unità europea dal IV all’XI secolo appena pubblicata da Lindau<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-pBrN2BlNw4I/WLhSwS2OMoI/AAAAAAAALDs/b3Xlvc71MNoZzMIwbrGbzz6lyICSW1XbwCLcB/s1600/carlo-magno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="470" src="https://1.bp.blogspot.com/-pBrN2BlNw4I/WLhSwS2OMoI/AAAAAAAALDs/b3Xlvc71MNoZzMIwbrGbzz6lyICSW1XbwCLcB/s640/carlo-magno.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />Come è nata l’Europa? Lo spiega magistralmente il più grande storico britannico dello scorso secolo, Christopher Dawson (1889-1970) in <i>La genesi dell’Europa</i>. Un’introduzione alla storia dell’unità europea dal IV all’XI secolo, saggio pubblicato ora in Italia da Lindau, con una prefazione di Alexander Murray dell’University College di Oxford. L’autore illustra come la storia non può essere spiegata come un sistema chiuso, in cui ogni stadio è il logico e inevitabile risultato di quello che è avvenuto prima. Nella storia è sempre presente un elemento misterioso e inspiegabile, dovuto non soltanto al caso o all’iniziativa del genio individuale, ma anche alla potenza creatrice di forze spirituali. La forza spirituale per la nascita del nostro continente è stato il cristianesimo e la Chiesa che l’ha diffuso e sostenuto.<br />
Dawson richiama l’importanza fondamentale e peculiare per la nostra cultura e il nostro pensiero della civiltà greca, la vera sorgente della tradizione europea. Successivamente Roma trascinò la civiltà occidentale fuori dal suo barbarico isolamento, unendola alla società del mondo mediterraneo. Lo strumento decisivo di questa impresa fu fornito dalla personalità di Giulio Cesare, il cui genio di conquista e di organizzazione furono la suprema rappresentazione della potenza romana, ma gli artefici della nuova era europea furono sant’Agostino, che vide la vanità e la futilità del culto del potere umano, san Benedetto, creatore nei monasteri di un nucleo di pace, ordine spirituale e culturale nel mezzo dei disastri delle guerre gotiche, e san Bonifacio, il quale, nonostante il profondo scoraggiamento e la delusione per quanto accadeva, diede la propria vita per la crescita del popolo di Dio.<br />
L’Europa, scrive Dawson, non è un’unità naturale come l’Australia o l’Africa; è il risultato di un lungo processo di evoluzione storica e di sviluppo spirituale, cominciato nei “secoli bui” dell’Alto Medioevo. La tradizione classica secondo lo storco inglese non è estranea al processo formativo europeo. Il latino divenne non solo un veicolo perfetto per l’espressione del pensiero, ma anche un’arca che traghettò il seme della cultura ellenica attraverso il diluvio della barbarie e i grandi autori classici del I secolo a.C., soprattutto Cicerone, Virgilio, Livio e Orazio, rivestono un’importanza fondamentale.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-cfz_CjTIKHA/WLhS6MH5kSI/AAAAAAAALDw/aioX19DRwnUZr7SvC7jYbVXaUb3iOMqvwCLcB/s1600/dawson-genesi-europa-copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><a href="https://4.bp.blogspot.com/-cfz_CjTIKHA/WLhS6MH5kSI/AAAAAAAALDw/aioX19DRwnUZr7SvC7jYbVXaUb3iOMqvwCLcB/s1600/dawson-genesi-europa-copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-cfz_CjTIKHA/WLhS6MH5kSI/AAAAAAAALDw/aioX19DRwnUZr7SvC7jYbVXaUb3iOMqvwCLcB/s320/dawson-genesi-europa-copertina.jpg" width="213" /></a><br />
<span><br /></span>L’autore analizza il crollo dell’impero romano, l’invasione dei barbari, l’opera di Carlo Magno, i rapporti di Roma con l’impero orientale e la nascita dell’islam e il suo sviluppo. Un vasto e complesso scenario storico accuratamente descritto in rapporto con quanto è riuscita a fare la Chiesa cattolica – pur tra errori e retta da grandi papi, ma a volte da figure corrotte – per difendere il valore del cristianesimo e per trasmetterlo. Malgrado tutte queste turbolente vicende, fra le quali bisogna aggiungere l’invasione dei vichinghi, lentamente si sviluppò un processo di assimilazione alla spiritualità evangelica.<span><br /></span><br />La visione della storia di Dawson è che solo studiando la cultura cristiana noi possiamo comprendere come è nata l’Europa e i valori fondamentali su cui essa poggia. Pur essendo stato scritto nel 1932, il libro dello storico inglese conserva un’attualità sorprendente, poiché, se ora papa Francesco sta dando un rinnovato vigore spirituale alla Chiesa cattolica, uno sfrenato individualismo e il relativismo si contrappongono al suo insegnamento. Dawson ha sempre messo in luce il legame fra religione e cultura: una società che perde la sua religione, diventa una società che prima o poi perde la sua cultura.<span><br /></span><br /><br />Fonte: <a href="http://www.tempi.it/genesi-europa-cristiana-spiegata-dallo-storico-che-sfato-il-mito-dei-secoli-bui#.WLhQ_yYizIW">http://www.tempi.it/</a><br /></div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-58499606959492042112017-03-02T03:23:00.000-08:002017-03-02T03:23:11.979-08:00Guido Marizza e la pagnotta.<br />
Fonte: <span class="fwn fcg"><span class="fwb fcg" data-ft="{"tn":"k"}"><a aria-controls="js_8s" aria-describedby="js_8t" aria-haspopup="true" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=193521680793067&extragetparams=%7B%22hc_ref%22%3A%22NEWSFEED%22%2C%22fref%22%3A%22nf%22%7D" href="https://www.facebook.com/VotaFranzJosef/?hc_ref=NEWSFEED&fref=nf" id="js_8u">Vota Franz Josef</a></span></span> - Gentilmente inviato da Mark Pisk.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-6c9NqtqifRk/WLgAdkRiRdI/AAAAAAAALDc/xOwDJv1bFkQa34kvBObCl0EzE_V76kEfgCLcB/s1600/AU.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="179" src="https://3.bp.blogspot.com/-6c9NqtqifRk/WLgAdkRiRdI/AAAAAAAALDc/xOwDJv1bFkQa34kvBObCl0EzE_V76kEfgCLcB/s320/AU.jpg" width="320" /></a></div>
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Arriva l’ottobre del ’17 e le truppe italiane sul fronte dell’Isonzo vengono sbaragliate. Per gli Austro-Tedeschi è la battaglia di Flitsch-Tolmein (Plezzo-Tolmino), per gli Italiani è la disfatta di Caporetto. <br /> A Caporetto (Kobarid in sloveno, Karfreit in tedesco) la popolazione slovena si precipita festante in strada a salutare i liberatori germanici. Tarcento era stata saccheggiata dai soldati italiani in rit<span class="text_exposed_hide">...</span><span class="text_exposed_show">irata ma le truppe austriache ristabiliscono l’ordine. A Udine quasi tutti gli abitanti sono fuggiti, influenzati dalla propaganda secondo cui i Tedeschi (che il giornale “Il popolo d’Italia” descriveva come dediti al cannibalismo) avrebbero assassinato tutti indistintamente. Dappertutto scene di saccheggio, vetrine sfondate, civili uccisi, soldati italiani ubriachi fradici: il nemico in fuga ha depredato la sua stessa città, dopo che i vincoli disciplinari si sono sciolti. Nella città abbandonata molti soldati italiani vanno saccheggiando e appiccando incendi. In tutti i villaggi la popolazione friulana saluta cordialmente i soldati germanici, fiduciosa nel fatto che la loro impressionante vittoria avrebbe presto condotto alla pace. A Passons, San Marco e Mereto di Tomba i soldati vittoriosi vengono salutati e accolti assai cordialmente. Anche a Maiano la 50^ Divisione incontra tracce di saccheggi e viene accolta festosamente dalla popolazione. A San Daniele, come in molte altre località, i civili scendono in strada con ceste di burro e marmellata, cioccolata, uva e altri viveri per i soldati austro-tedeschi. A Gemona i saccheggi da parte di soldati italiani sbandati raggiungono una tale gravità che il sindaco deve chiedere protezione alla divisione Jaeger dai suoi stessi connazionali. Anche a Cimolais e Claut gli italiani hanno saccheggiato tutto.<br /> Di chi è la responsabilità di tutto ciò? Secondo il generale Cadorna è di alcuni “reparti della II Armata, vilmente arresisi o ignominiosamente passati al nemico”. La colpa, insomma, sarebbe dell’ultimo soldatino, non dei capi come il generale Pietro Badoglio, in realtà uno dei massimi responsabili della disastrosa disfatta, che dopo la guerra, grazie ai suoi appoggi politici, anziché andare dritto in galera, sarà ricompensato con ogni genere di favori, onori, prebende, promozioni e decorazioni. <br /> Le truppe austriache, dunque, e con esse anche il soldato Guido Marizza, nell’autunno del ’17 varcano l’Isonzo, tornano a Gradisca ma non si fermano, passano anche il Torre, il Tagliamento, la Livenza e arrivano fino al Piave. E lì si fermano, perché un nemico armato si può sconfiggere, la fame no. <br /> Quando mi raccontava la situazione di quei giorni, il nonno Guido diceva: “Se gavevimo ancora una pagnoca, rivàvimo fin a Milan!”</span><br />
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(dal libro "Antologia di Isunz River" di Gianni Marizza)</div>
Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-52768894725582841452017-02-27T05:10:00.000-08:002017-02-27T05:10:02.296-08:00VIDEO: La popolazione tedesca di Trento - Die deutsche Bevölkerung von Trient<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />Associazione legittimista Trono e Altarehttp://www.blogger.com/profile/03743169146608671723noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5511447405021308759.post-33144809438502023382017-02-27T04:45:00.000-08:002017-02-27T04:45:15.799-08:00A Reggio Emilia si ricordano Mario e Fermo, morti per la pace<strong>Fonte: <a href="http://www.unsertirol24.com/2017/02/25/a-reggio-emilia-si-ricordano-mario-e-fermo-morti-per-la-pace/">http://www.unsertirol24.com/</a></strong><br />
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<strong>Mario Angioletti e Fermo Baricchi, braccianti uccisi durante la manifestazione contro la guerra ed il comizio di Cesare Battisti a Reggio Emilia, il 25 febbraio 1915.</strong><br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-qcEJBBvQADQ/WLQe_zYL7PI/AAAAAAAALB0/ejP5uYL9G6sjQsQ_k8FEhG-080eEv0nKQCLcB/s1600/reggio-emilia-737x470.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="408" src="https://1.bp.blogspot.com/-qcEJBBvQADQ/WLQe_zYL7PI/AAAAAAAALB0/ejP5uYL9G6sjQsQ_k8FEhG-080eEv0nKQCLcB/s640/reggio-emilia-737x470.jpg" width="640" /></a></div>
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In questi giorni Reggio Emilia, è in programma un evento articolato, fra convegni. dibattiti, mostre e momenti musicali. E’ un evento di ricordo e di condanna per una guerra assurda, voluta da pochi e sofferta da tanti. E che riguarda da vicino anche noi, anche se tanti, nella nostra Terra, non lo sanno, o fanno finta di non saperlo. Per raccontare questa storia, riportiamo l’invito all’evento “Una città per la Pace”. Non servono altre parole.<br />
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<strong><em>Ci hanno co<span class="text_exposed_show">lpito a morte davanti all’Ariosto. Ci hanno ucciso il 25 febbraio 1915. Ci chiamiamo Fermo Angioletti e Mario Baricchi. Di noi non si ricorda più nessuno. Eppure manifestavamo contro la guerra e contro il comizio di Battisti. Di Battisti si ricordano tutti. Ci sono strade e piazze dedicate a lui. Di Angioletti e Baricchi non ci sono più nemmeno le tombe.</span></em></strong><br />
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<strong><em>Siamo spariti nel nulla e sono ferite più profonde di quelle che ci fecero le forze dell’ordine. Perché essere dimenticati è come morire per niente. E’ come morire due volte. Una beffa che sembra volere ripetere per sempre che i poveri rimangono poveri e non valgono nulla nemmeno da morti. E invece in piazza ci siamo andati, perché eravamo stanchi di vivere così. Di nascere, respirare, sudare, indossare un uniforme e morire solo perché lo diceva qualcuno più importante di noi. Eravamo davvero stanchi di stare piegati ore e ore a fare diventare ricchi i ricchi per pochi spiccioli. Una paga da fame. Una vita da fame.</em></strong><br />
<strong><em>E poi ci volevano pure convincere che dovevamo morire in guerra per loro. Potevamo diventare “eroi”. Hanno riempito il mondo di cimiteri pieni di eroi. Poveri Eroi. Eroi poveri.</em></strong><br />
<strong><em>Quindi prendete la matita e il taccuino. Strappate una pagina e scriveteci in cima: Fermo Angioletti e Mario Baricchi. Piegatelo e tenetelo nel portafoglio. Avevamo appena compiuto diciotto anni. E siamo morti per la Pace. Il 25 febbraio 1915. Davanti all’Ariosto.</em></strong></div>
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