Palazzo Reale di Queluz |
D. Miguel nacque il 26 ottobre del 1802[1]
Queluz nel Palazzo Reale[2]
dell’ omonima cittadina portoghese e fu, il settimo figlio di Giovanni VI, Re del
Portogallo ed Algarve, poi Imperatore del Brasile, e di Gioacchina Carlotta figlia primogenita
di Carlo IV di Spagna. Egli regnò in Portogallo tra il 1828 e 1834, período nel
quale esplose la Guerra Civile
portoghese (1831-1834), provocata dai liberali e dalla massoneria[3]cosiddetta
“azzurra”, dipendente[4]
da Londra. Il suo regno fu combattuto da
quei monarchi che si erano venduti alla democrazia liberale iscrivendosi alle
“logge”; essi, pur di conservare il Trono, accettarono le istituzioni
rivoluzionarie nel periodo successivo al Congresso di Vienna. A fianco di D.
Miguel fu soprattutto il popolo
portoghese incarnato dal partito legittimista detto “miguelista”; Egli si
contrappose al fratello D. Pedro, che
aveva perso il diritto alla Corona Portoghese che reclamava illegittimamente
per sua nipote Maria Da Gloria; egli si volse contro il Portogallo
dichiarandogli la guerra dopo aver dichiarato l’indipendenza del Brasile (settembre 1822)
proclamandosi suo imperatore. Ricordiamo
che il padre, re Giovanni VI, nel 1808, fu
costretto a rifugiarsi nella colonia brasiliana a causa dell’invasione francese capitanata da
Junot. Si deve comunque a questo re, il gigantesco progresso del nuovo
territorio ambito dall’Inghilterra, che per questo ne voleva la sua separazione
da Lisbona.Giovanni IV del Portogallo |
Dall’esilio sud-americano, Giovanni VI, nel 1815, proclamò il “Regno unito di Portogallo, Brasile ed
Algarve”, concedendo al Brasile uno statuto particolare; tali concessioni
furono raffigurate dallo stemma di una sfera armillare d’oro
in campo azzurro. La legittimità del
Trono di D.Miguel, fu confermata dalle leggi fondamentali della nazione portoghese che affermavano non poter
ascendere al Trono un sovrano straniero.[5]
Come risultato di questo scontro con D. Pedro, per i liberali, D. Miguel è
passato alla storia ufficiale come un Assolutista e un Usurpatore,
invece i realisti “miguelistas” fu chiamato: “ o Tradicionalista”.
Un principe contro la massoneria
Sebastiao José de Carvalho e Melo,
marchese di Pombal.
|
La massoneria si radicò in Portogallo soprattutto durante l’occupazione
francese di Junot e Massena, ma era già presente grazie al primo ministro di
Giuseppe II, Duca di Pombal, uno scettico statista amico dei “lumi” e nemico
della Chiesa che perseguitò la Compagnia di Gesù, di Sant’Ignazio di Loyola,
fondata per applicare il Concilio di Trento; Pombal fu il primo a cacciare i
gesuiti dal Regno di Portogallo, ma la setta ricevette nuovi impulsi dalla
Spagna. L’opera nefasta delle logge, generò la rivoluzione liberale di Francia
del 1789 la cui prima fase si concluse con l’uccisione di Robespierre nel 1794.
La seconda, si delinea con l’ascesa di Bonaparte, che scatenò il conflitto
europeo terminato con la battaglia di Waterloo del 1814; ma essa prese un nuovo
volto incarnandosi nei sommovimenti anti-monarchici degli anni 1820-1848. I
sovrani, pur di conservare il trono svendettero la loro autorità ai parlamenti
che furono il paravento della massoneria, che attuava la rivoluzioni con altri
e più subdoli mezzi. Non tutti i principi erano disposti a farsi da parte e a
fare la coreografia di un regime repubblicano
S.M. Don Miguel I del Portogallo |
D. Miguel fu un cattolico integrale nemico delle innovazioni che
annicchilivano la Religione, e combattevano il principio di Autorità auspicando
il “disordine permanente”; combattè frontalmente la sovversione
liberal-democratica nel momento in cui,
la “Rivoluzione” prendeva il volto
borghese del “costituzionalismo”. Nel regno lusitano, D.Miguel era poco popolare tra
gli affaristi e gli avvocati influenzati dal liberalismo che aveva già
insanguinato la Francia; il giovane principe godeva; invece; grande popolarità
tra i molti caduti in miseria dopo trent’anni di guerre e occupazioni straniere;
essi aspiravano ad avere un re e
ad essere liberati dall’asfissiante
tutela inglese; godeva l’appoggio della Chiesa che assisteva migliaia di
poveri, i quali imputavano la loro miseria ai massoni ed ai liberali; i poveri,
infatti, erano più fervidi sostenitori del giovane principe.
Klemens von Metternich |
D. Miguel era un ammiratore
del Cancelliere austriaco Metternich, che fu
il protagonista della politica europea nel periodo arbitrariamente
chiamato “restaurazione”, ma che tale
non fu; anzi, per causa sua, la rivoluzione
trovò nuovo alimento per concludersi
nel 1830 con la caduta di Carlo X; Metternich, della rivoluzione
mantenne l’essenziale, concedendo alla Francia sconfitta la “Charte octroyè”, cioè la costituzione
liberale secondo i desideri dell’Assemblea Nazionale del 1789. Il Cancelliere
vedeva di malocchio ogni ritorno alla
monarchia tradizionale da lui ritenuta “assolutista”, e particolarmente
sgradita all’Inghilterra governata da George Canning; si consideri il
comportamento di Metternich nei confronti del Principe di Canosa a Napoli[6]
e della Duchessa di Berry che invocava il suo aiuto dopo l’assassinio del
marito, lo statista austriaco non volle mai andare alle radici del male, che
infatti, riprese slancio per sfociare con l’onda sovversisa del 1830 che
arrestò nel ’48 dopo aver fatto tabula rasa di ogni seria opposizione. Artefice
della caduta fu soprattutto l’Inghilterra. Nel 1821 Giovanni VI, dopo tredici
anni d’esilio era tornato in patria dal Brasile in seguito ai disordini di
Oporto che sfociarono nell’imporre un Costituzione instaurando una Monarchia
governata come in forma repubblicana (1822). La rivoluzione rialzò la testa
anche in Portogallo che era stato occupato per lungo tempo dai
franco-giacobini, ma non tutti i
principi erano disposti a chinare il capo davanti al “disordine
organizzato”.
S.M. la Regina Consorte del Portogallo
Carlotta Gioacchina di Borbone-Spagna
|
Nel maggio del 1823,
in seguito all’istituzione di un tale
regime, D. Miguel, in accordo con la regina Carlotta Gioacchina, diede vita ad
un movimento militare contro le forze
del parlamento; la regina si era presentato con il cappello in testa davanti ai
capi dell’insurrezione rifiutando di giurare la costituzione[7],
ed ora si metteva alla testa del movimento contro-rivoluzionario portoghese. L’insurrezione, nota come la Vilafrancada
(perchè avvenuta nella città di Vila Franca de Xila) portò allo scioglimento
delle Cortes ed al ristabilimento del
potere di Giovanni VI; D.Miguel, nell’occasione, era stato nominato dal padre, Generalissimo e Capo dell’Esercito; Il 31
maggio, Giovanni VI emise un proclama in cui aboliva “il sistema di governo origine dell’anarchia della guerra civile e della
dissoluzione del regno”. I
parlamentari disperati chiesero l’aiuto degli inglesi onnipresenti sulle navi
ancorate alla foce del Tago; essi promisero ai capi della massoneria di
rimettere in vigore la Costituzione del 1822.
La HMS Windsor Castle è la nave danneggiata
sotto traino in primo piano a sinistra.
|
A tale ingerenza straniera D. Miguel
rispose chiamando a raccolta i portoghesi con una nuova “chiamata alle armi”
detta “l’Abrilada”, tentò di ampliare la reazione convocando le
truppe dei quartieri di Lisbona il 30 aprile 1824. Il corpo diplomatico straniero reagì con la
complicità degli inglesi che, dopo aver sequestrato re Giovanni a
bordo di una nave britannica, (la HMS Windsor Castle,) gl’intimarono di
far dimettere D. Miguel dal comando dell’Esercito e di allontanarlo dal Regno;
la regina Carlotta Gioacchina fu posta
agli arresti domiciliari.
Il doppio
gioco di Metternich e le trame di D.Pedro
Maria Leopoldina d'Asburgo-Lorena |
D. Miguel obbedendo al padre
partì per Vienna sotto stretta sorveglianza; Metternich si era offerto di
ospitarlo, ma il suo esilio somigliò presto ad una prigione; ogni suo passo era
seguito da spie che ne intercettavano anche la corrispondenza. Il
Cancelliere era preoccupato in quanto in
omaggio alla sua diplomazia double-face,
aveva fatto sposare a Dom Pedro del Brasile, Maria Leopoldina d’Austria, figlia
dell’Imperatore Francesco II, inoltre, egli s’illudeva di mantenere
l’Inghilterra nella Santa Alleanza mentre essa si stava schierando con le forze
rivoluzionarie; Metternich da una parte, voleva presentarsi come “il
restauratore”, dall’altra non inimicarsi D. Pedro e la massoneria che aveva in
Londra la sua centrale.
Pietro I del Brasile. |
L’ “imperatore” del Brasile era stato nominato “Gran
Maestro della massoneria brasiliana”, e la separazione dal Portogallo era in
linea con la fondazione di repubbliche massoniche nell’America Latina. Quando
nel marzo del 1826 morì il re Giovanni VI, D. Miguel si trovava in
esilio alla corte austriaca, circondato da una muraglia di agenti che ne
impedivano ogni relazione con l’estero; morto il sovrano, la reggenza del regno
portoghese fu conferito alla sorella di Pedro, D. Isabella Maria in Lisbona. alla quale
sarebbe poi subentrata la figlia dell’
Imperatore, Maria da Glória, Principessa di Grão-Parà, nata nel 1819 avuta da
Maria Leopoldina d’Austria, confermando nel 1825 la separazione tra i due
regni. Il 2 maggio 1826, D. Pedro firmava l’abdicazione in favore della figlia
Maria da Glòria, secondo la richiesta di Metternich. D. Miguel era tenuto
all’oscuro delle manovre del fratello e dei suoi atti. Alcuni giuristi portoghesi dimostrarono che gli atti
di Pedro del Brasile erano illegali, e che fosse lui, D. Miguel, il legittimo
erede al Trono, perchè Pedro, rinnegando il Portogallo e dichiarandogli guerra,
aveva perso ogni diritto sul trono della madre patria.
Papa Leone XII |
D. Miguel accettò la
proposta di Metternich di sposare Maria Da Glòria inviando la richiesta di “dispensa” al papa
Leone XII; giurò dunque davanti alla
corte austríaca, la Carta Costituzionale del 1826 con "riserva
di tutti i suoi diritti" ma con l’impegno che essa fosse preventivamente
accettata dai tre stati del regno.[6]
Ma la sua libertà era sempre più ristretta; Metternich desiderava che D.Miguel
si sottomettesse a D.Pedro perchè l’Austria non voleva inimicarsi l’Inghilterra
volendola tenere nella “Santa Alleanza”; così narra lo storico Ameal: “Se da un lato, le preferenze dottrinarie del
Cancelliere austriaco fossero chiaramente anti-liberali, per l’altro non poteva
ignorare che D. Pedro, sposato con l’Arciduchessa Leopoldina, fosse la figlia
del suo imperatore, per cui Maria Da Glòria era anche la nipote di Francesco
II. Da quì la sua manovra di fare di D. Miguel un docile e appagato Principe
consorte, e di favorire l’ascesa al Trono della Principessa di Grão-Parà”[8].
Primo ministro George Canning |
Ma in agosto moriva il primo ministro inglese
Canning, sostenitore delle logge inglesi nonchè di D.Pedro; la situazione
internazionale era mutata e Metternich non potè più ostacolare il rientro
dell’esiliato cercando tuttavia di dettargli “alcune linee di
comportamento” obbligandolo, ad esempio,
a non transitare dalla Spagna[9].
L’ultimo compromesso stabiliva che Don Miguel, avrebbe governato il Regno come
luogotenente di D. Pedro, clausola ch’egli accettò mantenendo le dovute
riserva, pur di tornare in Portogallo. A Londra, il giovane principe fu accolto
con grande entusiasmo da Giorgio IV e dal popolo, ma soprattutto da Wellington,
lo statista cui i cattolici d’Irlanda debbono la loro libertà. D.Pedro fremeva
escogitando nuovi pretesti per fermare
il fratello, ma infine, D. Miguel si imbarcò a Plymout, sulla stessa fregata Pérola, che l’aveva portato in esilio.
Il 22 febbraio giunse a Lisbona trionfalmente accolto da una folla entusiasta
che gridava; “Viva o Rei absoluto”, e
cantava: O Rei Chegou (il Re è
arrivato), che divenno poi l’inno dei miguelisti. Venuto a conoscenza degli
accordi firmati da D. Pedro, che comportavano l’ascesa al Trono portoghese di
una regina importata dall’estero, ricevette, dopo
l’arrivo, una protesta dai rappresentanti
della nobiltà, del clero e dei tribunali in cui gli si domandava: “Potete voi, credervi autorizzato ad imporci
come sovrana una principessa straniera senza il consenso della nazione di cui
noi siamo i rappresentanti secondo le leggi fondamentali? Non vi è permesso prestare un giuramento che non avete il diritto di
compiere”.[10]Gli mostrarono allora il
testo autentico della Carta di Lamego, e così egli riconobbe di essere stato
mal consigliato. Il giovane principe si decise a compiere il proprio dovere e riparare
gli errori involontariamente commessi. Come conferma il Labourdette:“Era evidente, la maggioranza della
popolazione sperava in un ritorno dell’Ancienne Regime” e le sue élite
adottavano le dottrine controrivoluzionarie”[11]. Terrorizzati dal
suo arrivo, i capi delle logge trovarono rifugio sulle navi del porto di
Lisbona. Era finalmente giunto il momento di combattere ed abbattere le costruzioni rivoluzionarie.
S.M. Don Miguel del Portogallo |
D. Miguel, nel marzo del 1828, emanò un decreto ordinando lo scioglimento delle camere costituzionali;
nessuno si mosse per difendere le istituzioni cadute in discredito e non fu
versata una goccia di sangue. Poco dopo (25 luglio), convocò la riunione dei
tre stati del regno per decidere la questione dinastica: in un documento le
Cortes concludevano che:
1) Essendo fuori dubbio che a far data dal 15 novembre 1825
in cui fu ratificato il trattato che confermava l’indipendenza del Brasile,
D.Pedro come sovrano di uno stato straniero, ha perso ogni diritto alla
successione al trono di Portogallo, ed è incontestabile che questa corona
appartiene dal 10 marzo 1826 al Senhor D.Miguel.
2) E’ pertanto chiaro che D.Pedro, Imperatore del Brasile
non poteva trasmettere a uno dei discendenti il diritto alla corona di Portogallo
che non aveva ereditato, e neppure può
trasmetterla a una figlia minore, anch’ella straniera, per le leggi della Nazione portoghese.
3) Essendo il figlio primogenito di D. Giovanni VI esluso
dalla successione al trono, così come i suoi figli, gli deve succedere in
conformità alla leggi tradizionali della Monarchia il secondo figlio, l’
Infante D.Miguel.
La dettagliata esposizione chiariva anche la
posizione di D.Pedro accusato di aver
fatto guerra alla patria, fustigato i prigionieri, acconsentito al saccheggio
ed all’uccisione di sudditi in Brasile, aver introdotto una costituzione
arbitraria in Portogallo ed istigato alla guerra civile, nonchè di aver
proferito ingiurie ed invettive contro suo padre Giovanni VI e la nazione
portoghese.
S.M. Don Miguel del Portogallo |
Il 23 giugno del 1828, come
risultato di tale riunione, fu stabilita
la sua acclamazione a re, che
anullarono la Costituzione del 1826 ristabilendo le Leggi tradizionali; grande
fu il giubilo in tutto il reame. Appena eletto, D.Miguel riammise i gesuiti cacciati
da Pombal nel 1759: ora il vero problema, era il Suo riconoscimento da parte
delle grandi potenze. Sul momenti, tutti gli stati opposero un rifiuto perchè il diritto di
primogenitura era considerato un cardine della Monarchia; persino Carlo X ed il
Papa rifiutarono riconoscerlo come sovrano. I massoni ne approffitarono per
scatenare sommosse, tutte fallite, e un gruppo di settari si trasferi a
Plymout, in Inghilterra, in accodo con logge orangiste britanniche per
organizzare la riscossa. I fuorusciti, finalmente riuscirono ad impadronirsi
del forte di Terceira nelle Azzorre. L’Inghilterra non voleva guerre con e
le altre potenze riproposero a D.Miguel
il matrimonio con la nipote per avere il consenso al riconoscimento, ma Egli
indignato si oppose al ricatto.
La banca Mendizabal e le
rivoluzioni del 1830
Luigi Filippo, III Duca d'Orleans
Usurpatore del Trono di Francia (1830-1848)
|
Il fallimento delle rivolte
consolidò la posizione di D. Miguel;
prima gli Stati Uniti con Andrew Jackson, poi la Spagna, la Santa Sede, la
Russia di Nicola I e gli stati italiani, riconobbero il sovrano
portoghese. Ma nel luglio del 1830
esplodeva la rivoluzione di Bruxelles che rapidamente grazie alla massoneria,
si diffuse in Europa; Carlo X fu abbattuto da Luigi Filippo, e Wellington,
unico amico del Portogallo, dovette cedere il potere al liberale Grey manovrato
da Palmerston. Gli sconvolgimenti europei toccarono anche il Brasile; nel 1831
D. Pedro fu costretto abdicare in favore del figlio D. Pedro II e si rifugiò in
Inghilterra con la seconda moglie Amelia di Leuctenberg e la nipote. La
rivoluzione divorava i suoi figli, secondo uno schema già visto in Francia. La
situazione si fece grave per il giovane re, che ben presto si trovò isolato da
tutti gli stati europei a parte la Prussia di Federico Gueglielmo III e dello
Zar.
Juan Álvarez Mendizábal |
D. Pedro decise che poteva tentare quanto da lui desiderato; fallite le
insurrezioni, pensò di poter entrare in Portogallo con le armi straniere. A
Parigi, l’imperatore “destronado” aveva conosciuto il banchiere “spagnolo” Juan
Alvarez Mendizabal, anch’egli massone, già finanziatore del “golpe” contro
Carlo X cui propose un investimento onde
armare un gruppo di mercenari allo scopo di invadere il Portogallo. Mendizabal
accettò per una cifra esorbitante, e cioè due milioni di lire, da cui ricavare
un interesse del 16%, più ulteriori agevolazioni, come l’appalto delle imposte,
una volta impadronitosi del regno. Fu creato il gruppo finanziario Mendizabal&Ricardo e nelle bettole di
Londra iniziarono gli arruolamenti. Furono soprattutto marinai inglesi
disoccupati a fornire il nucleo principale dell’”Armata di Liberazione”, cui si
unirono fuorusciti portoghesi, polacchi, francesi ed italiani. Mendizabal non
voleva correre rischi; e preferì la
professionalità dei marinai inglesi al sentimentalismo dei rivoluzionari.
Incaricò allo scopo un militare scozzese, Shaw; ben presto fu trovato un
ammiraglio, tale, Sartorius, ed un generale, Hodges. Luigi Filippo, il “monarca
liberale” diede il consenso perché il porto di Brest in Normandia diventasse la
base delle operazioni contro il Portogallo, inoltre con un atto di pirateria
fece sequestrare alcune navi portoghesi alla foce del Tago, il porto di Lisbona
unendole alla flotta che doveva trasportare i mercenari; Prussia Austria e
Russia protestarono invano. La massoneria scatenò contemporaneamente una
campagna di calunnie con il re portoghese per giustificare l’impresa. D.
Miguel, divenne, usurpatore, "tiranno, despota, assassino, torturatore
d’innocenti, fautore dell’Inquisizione ecc", ; il solito bagaglio di
frottole, che ancora oggi, la sinistra diffonde quando vuole colpire un
oppositore.: Scrive Labourdette: I liberali portoghese rifugiati a Londra
cercano di esagerare la tirannia di D. Miguel…ma non ci fu nessun “terrore
bianco”, e le esecuzioni somma furono rarissime”[12]. A guidare i
“costituzionalisti” fu il Marchese di Palmela, un moderato Dice . D. Pedro arrivò con la nuova consorte, Amelia Beauarnais, e
con la nipote “reggente” Maria da Glòria. La flotta si riunì nell’isola bretone
di Belle-Isle, dirigendosi per le Azzorre; era il dicembre del 1831. Sbarcato a
Terceira, D. Pedro istituì la “reggenza” in nome della nipote, sciolse gli
ordini religiosi e ne confiscò i terreni nonostante le proteste del popolo. I
mercenari raccolti da Mendizabal profumatamente pagati, raggiunsero il numero
di 7500. Occupate le isole del l’arcipelago
punto di partenza per sbarcare i mercenari sulla costa atlantica.
La guerra civile
Don Miguel a Vilafrancada |
La flotta dei “Costituzionali” era composta di 40 navi
a vela che dopo aver conquistato la città di Angra, capitale delle Azzorre, si
diresse verso le coste portoghesi; lo sbarco avvenne vicino alla città di
Oporto, protetta da una squadra britannica dell’ammiraglio Glascook a
sorvegliare la foce del fiume Douro.
Per contrastare lo sbarco le truppe di D. Miguel si ammassarono contro la capitale del nord
sguarnendo le altre frontiere; era il luglio del 1832. I mercenari riuscirono a
conquistare Oporto dove si barricarono in attesa delle insurrezioni che
avrebbero dovuto abbattere il regno di D. Miguel ma “la passeggiata” che
avrebbero dovuto fare i mercenari, come assicurato da D. Pedro non ebbe luogo;
ad Oporto giunse il generale savoiardo Gerolamo Ramorino, poi accusato di aver
ucciso i primi “carabinieri del Regno nel corso della fallita insurrezione
mazziniana Rinchiusi in Oporto, i
liberatori, aspettarono invano che venisse tolto l’assedio. Mendizabal premeva,
e D. Pedro chiedeva altri soldi e l’intervento militare diretto
dell’Inghilterra, mentre la Spagna ancora retta da Ferdinando VII stava a
guardare proclamandosi neutrale. Infine, gli inglesi, premuto dalle logge
orangiste inviarono 5 navi a vapore guidate dall’Ammiraglio Napier unicamente
con marinai inglesi; erano passati pochi anni dall’invenzione dell’ingegner
Fulton; la marina britannica aveva subito compreso le potenzialità del nuovo
strumento di navigazione, e così la nella battaglia navale di cap. Saint
Vincent (5 luglio 1833) trovò sconfitta la marina miguelista comandata
dall’Ammiraglio Barreiros; il Portogallo ora si trovava aggredito nel sud dopo
uno sbarco nell’Algarve. Napier riuscì anche ha bloccare la foce del Tago. Le
truppe “costituzionali”, comandate dal Duca di Terceira, aumentavano, mentre ai
miguelisti in difficoltà giunsero volontari realisti dalla Francia guidati dal
figlio del comandante vandeano La Rochejacqueline. D. Miguel combatté sempre
valorosamente in prima linea rischiando di essere colpito dalle cannonate dei
nemici; arrivarono aiuti dalla Francia guidati dal figlio di La Rochejaqueline,
uno dei capi della Vandea realista.; ma nel luglio del 1833 cadeva Lisbona; D.
Miguel tentò invano di riconquistare la capitale ma non vi riuscì per un
malinteso tra i comandanti; Due grandi
città erano nelle mani dei liberali, ma il resto del regno era ancora padrona
dei miguelisti e la guerra non era terminata.
S.M.C. Ferdinando VII di Spagna |
La situazione peggiorò a
settembre del ‘33 con la morte di Ferdinando VII re di Spagna perché D. Carlos,
suo fratello non accettava di vedere cancellati i suoi diritti per la decisione del fratello di riserbare il trono
alla figlia della sua terza moglie[13],
Maria Cristina; era un altro progetto delle logge per sopprimere l’istituto
monarchico; inoltre D.Miguel era anche cognato di D. Carlos avendo sposato
Maria Francesca di Braganza sua sorella.
S.M.C. Carlo V di Spagna |
Don Carlos, dopo aver sollevato
Aragona, Biscaglia e Navarra si sposto in Portogallo nel bel mezzo
dell’invasione mercenaria. I liberali in difficoltà per non essere riusciti a
spodestare D. Miguel, decisero di unire le forze per cacciare D.Miguel e
D.Carlos. Dopo la caduta del ministro spagnolo Zea Bermudes, che appoggiava il
sovrano portoghese, fu firmato un trattato nell’aprile del 1834 noto come “la quadruplice alleanza”, in cui Spagna,
Francia, Inghilterra, D. Pedro de Portogallo si univano per combattere gli assolutisti della penisola iberica. A maggio,
senza dichiarazione di guerra, un esercito spagnolo forte di 25mila uomini,
comandati dal settario generale Rodil attraversò la frontiera della Bejera,
Alentjo e Algarve per assalire le truppe migueliste, mentre un’altra colonna di
inglesi guidata da Napier si dirigeva su Lisbona: i miguelisti per bloccare
l’invasione inviarono reggimenti da Oporto e Coimbra. Attraversato il Tago,
spagnoli e “pedristas” guidati dal duca di Saldahna, giacobino e nipote di
Pombal riuscirono. Dopo la battaglia di Acceceiras, D. Miguel decide di porre
fine alla lotta; il 27 maggio 1834 invia un proclama dove spiega le ragioni che
lo inducevano a cedere. Alla notizia
molti ufficiali si ribellano strappandosi le spalline per protesta e il re
dovette intervenire presso alcuni generali per indurli a cedere le armi, ma una
gruppo di soldati prosegui la lotta organizzando la guerriglia insieme
D.Carlos. D. Miguel, fatto prigioniero fu costretto a firmare la Convenzione di
Evoramonte dove gli venne ingiunto di lasciare il Portogallo. Il 1 giugno1834,
dopo la sconfitta militare, D. Miguel
partì da Évora per imbarcarsi sulla nave
da guerra britannica Sines, con
destinazione Genova, dopo aver
pernottato per l’última volta sul suolo
portoghese nella città di Alvalade, che
sempre sarà fedele alla sua causa; a Genova egli alloggiò per molto
tempo ospite del marchese Marcello Durazzo, in villa Quartara, comune di Quarto,
poi ad Anzio, nel Lazio grazie agli aiuti di Gregorio XVI Ma la guerra non era
finita; essa proseguì in una interminabile guerriglia. Il 26 de novembro del 1836, D. Miguel nominò simbolicamente Governatore del Regno di
Algarve e Comandante in Capo ad
Interim, di tutte le Truppe Realiste, Regolari e Irregolari dell’
Esercito delle Operazioni del Sud, Josè Joaquim de Sousa Reis detto il
"Remexido",
capo di
un gruppo guerrigliero formato da
ex-soldati, che si mantenne fedele alla causa miguelista, e fece una dura resistenza nel territorio
compreso tra l’Algarve ed il nord dell’Alentejo, che durò sino al 1848[13].
Zé do Telhado |
Non fu
un caso isolato, perchè vi sono altri gruppi di guerriglieri nel nord del
Portogallo, appoggiati dal celebre Zé do Telhado, nel Douro, e dal conte di Almada,
nel Minho.
Conclusione
Re Miguel I del Portogallo, la moglie la Regina consorte
Adelaide di Löwenstein-Wertheim, ed i figli maggiori.
|
D. Miguel, dopo aver soggiornato
a Genova, partì per la Gran Bretagna, poi si recò in Germania dimorando a
Grossenbach dove si sposò con Adelaide di Löwenstein-Wertheim
dalla quale ebbe sei figli; mori a il morì a Karlsruhe, in Germania, il 14 novembre 1866.26 ottobre riuscire a tornare in Portogallo.
Partì senza nulla indossando
unicamente la divisa di ufficiale, che dismise solo dopo il suo arrivo a Genova
continuando a reclamare i suoi diritti.
Maria Da Glòria, raggiunta la
maggiore eta fu proclamata regina, e riconoscita dalle grandi potenze; il
padre, D.Pedro, mori un anno dopo il suo ritorno a Lisbona (settembre 1834). La
“monarchia costituzionale” istituita dai liberali fu gradualmente soppiantata
dagli estremisti sino ad essere abbattuta nel 1910 dai repubblicani che
cacciarono l’ultimo re, D. Manuel II. Frattanto il 26 ottobre
1866, morì
senza riuscire a tornare in Portogallo né farsi legittimare re; egli lasciò al
figlio, Miguel Januário de Braganza, questa incombenza.
Il corpo di D. Miguel fino 1967 restò sepolto nel
Panteon della Dinastia dei Braganza, nel Mosnatero di San Vincenzo de Fora in Lisbona, con la
sposa, da cui fu traslato dal Convento dei Francescani di Engelberg, in Großheubach.
[1] L’influsso della
massoneria britannica sulle vicende Portogallo, è narrata dallo storico tedesco Paul Sibertz
nel suo:
[7] Anche il Patriarca di
Lisbona, rifiutò di prestare il giuramento perché la Costituzione contemplava
lo scioglimento degli ordini religiosi applicando i decreti della rivoluzione
francese.
[9] I rappresentanti di Pedro
scrissero a Vienna: “o Infante não
poderia de forma alguma pisar o solo de Espanha. Esso foco reaccionarìo onde a
sua alma ardente facilmente inflamar-se” Siebertz, pag.110
[10] Cfr, pag.120
[11] Jean Francois Labourdette- Histoire du Portugal, Fayard, Parigi, 2000 pag.516
[12] Cfr- Labourdette. Pag.
517
[13] Fu la decisione di
Ferdinando VII, di proclamare la Prammatica Sanzione nel 1830, ad innescare la
lotta di Don Carlos
Raimondo Gatto
Di Redazione A.L.T.A.