martedì 5 novembre 2013

Tre santi contro il demonio


wolfgangdevil

Recentemente sono andato al cinema con amici a vedere “Oltre i confini del male”, il secondo capitolo (e, a quanto pare, ce ne sarà un terzo) della saga cinematografica di “Insidious”; chi mi conosce sa che uno dei miei passatempi preferiti è andare al cinema con i miei amici, e che tra i miei generi cinematografici preferiti sta proprio l’horror.
Quest’ultimo film visto lo consiglio agli appassionati del genere e, soprattutto, a chi aveva visto il primo capitolo, con cui si pone in stretta continuità: il regista si cimenta in alcune soluzioni interessanti (come la confusione tra spazi temporali e dimensioni, e la citazione di pietre miliari del genere, come “Psycho” e “Shining”), sa mantenere la tensione e l’atmosfera ansiogena, e riesce a spiegare numerose cose che nel primo capitolo erano state accennate e introdotte; non è tuttavia questo l’argomento principale di questo articolo, che non è una recensione cinematografica.
Guardando il film (basato su presenze maligne e possessioni demoniache di case e persone), e ripensando anche al primo capitolo e ad un altro film di simile tenore che avevo visto sempre al cinema con amici (“Sinister”, anche questo ampiamente consigliato), mi era venuta in mente una domanda: perché nei film dell’orrore americani, in cui una delle ambientazioni più classiche è proprio la casa infestata da spettri e presenze, non si assiste praticamente mai a rituali di esorcismo? (e, nelle eccezioni, è peraltro interessante vedere come i sacerdoti siano tutti dotati dell’ambaradan “pre-conciliare” – talare, cotta, stola ricamata, breviario, acqua santa e aspersorio, latinorum – segno che, almeno nell’immaginario collettivo, cinematografico e non solo, il prete che celebra battesimi, matrimoni o, in questo caso, elargisce benedizioni e esorcismi, è ancora quello “di una volta”) Vediamo psicologi e psichiatri (e, peraltro, nulla di scandaloso, visto che la Chiesa stessa vuole sincerarsi che ci si trovi davanti all’Avversario, e non ad un disagio psicologico o ad una “normale” malattia psichiatrica), scienziati o pseudo-scienziati (come i simpaticissimi Ghostbusters dei film e dei cartoni animati degli anni ’80 e ’90), a volte qualche professore universitario esperto di occulto o magia, e, infine, quando tutte le speranze sono ormai messe da parte, medium di vario genere, che sembrano essere le uniche autorità “religiose” cui ricorrere contro le presenze maligne; come detto, però, non vediamo quasi mai sacerdoti (cattolici, o ortodossi, perché quelli protestanti non sono ministri consacrati, ma pastori) in azione. Perché?
Provando a rispondere, mi sono detto che questi film sono il prodotto di un grande e variegato Paese (gli Stati Uniti d’America), che sono nati dalla fusione tra varie correnti e confessioni protestanti (originatesi tutte dal ripudio della successione apostolica e dei sacramenti – tra cui, importantissimo, quello dell’Ordine Sacro – propri della Chiesa Cattolica) e idee illuministiche, razionalistiche e massoniche: le prime credono anche nei demoni (almeno quelle che, oggi, non hanno confuso l’esistenza e la presenza demoniaca, contro cui ci mette in guardia lo stesso Nostro Signore Gesù Cristo, con malesseri psicologici o sociali di varia natura) ma, non avendo il sacerdozio ministeriale e la successione apostolica, non riescono a contrastarli; le seconde, invece, o non ci credono minimamente (i razionalisti, come Thomas Jefferson, che arrivò a produrre una propria Bibbia, purgata di tutti i fenomeni e gli avvenimenti sovrannaturali “superstiziosi” e “irrazionali”!), o, al contrario, ci credono eccome, tanto da adorarli e servirli (i massoni)…è però evidente che, davanti a entrambe le correnti, il demonio e i suoi sottoposti non trovano efficace barriera, ma hanno anzi campo libero!
Invece, nei Paesi di tradizione cattolica (riferendomi qui sia ai Paesi latini, cattolici romani, che alla Grecia e agli altri Paesi slavi, ortodossi), è sempre stata centrale la figura del sacerdote, come mediatore, in persona Christi, tra Dio e i fedeli, sia singoli che riuniti in intere comunità, e sappiamo che, tra i compiti e i poteri dei sacerdoti, oltre al sacrificare e al santificare, ci sono anche il benedire e l’esorcizzare; sia che si tratti di celebrare un battesimo, o di benedire luoghi e oggetti (come case, campi, o pani e fiori durante le feste di alcuni santi) o persone (come gli ammalati), la presenza del sacerdote anche come esorcista è sempre stata avvertita nei Paesi cattolici.
Numerosi sono i santi che hanno dovuto combattere contro il demonio: tra i tanti, pensiamo ai Santi Marcellino e Pietro (sacerdoti, esorcisti e martiri di Roma del IV secolo, nominati nel Canone Romano), a San Bernardo di Chiaravalle e San Pietro da Verona (che utilizzavano il Santissimo Sacramento per guarire malati e ossessi e cacciare i demoni), a San Giovanni Maria Vianney e San Pio da Pietrelcina (celeberrimi santi sacerdoti e confessori, che ebbero scontri anche fisici con il principe infernale); in questo articolo tratterò brevemente le vite di tre santi antichi, il cui culto fu molto diffuso in passato, che combatterono il diavolo, e la cui fama è rimasta legata al loro ruolo di intercessori contro i demoni: i Santi Cipriano e Giustina di Antiochia, e San Filippo d’Agira.
San Cipriano, prima della sua conversione, era un potente e famoso mago di Antiochia, esperto nell’invocare i demoni; Santa Giustina era invece la bella figlia di un sacerdote pagano, sempre ad Antiochia, che, dopo aver ascoltato la predica di un diacono della Chiesa d’Antiochia, si convertì alla fede cristiana e si consacrò vergine a Cristo, rifiutando per questo le insistenti avances di un ricco spasimante pagano che, disperato, ricorse alle arti magiche del sopra menzionato mago Cipriano.
Secondo le agiografie tradizionali tutti i demoni che Cipriano inviava a Giustina per tentarla erano da lei respinti con un semplice Segno della Croce; la potenza straordinaria di questa semplice fanciulla impressionò notevolmente il mago pagano, che decise di saperne di più su Colui nel Cui Nome venivano sconfitti i suoi potenti malefici: Cipriano si convertì alla stessa fede cristiana di Giustina, visto che aveva capito che neppure i demoni cui si era votato potevano qualcosa contro Dio onnipotente.
Convertitosi dopo aver pubblicamente abiurato e bruciato i suoi libri di magia, ricevette il battesimo e fu consacrato sacerdote, divenne infine Vescovo di Antiochia, e assieme alla vergine consacrata Giustina conduceva una vita esemplare, fino a quando li colpì la persecuzione di Diocleziano: arrestati e condotti a Nicomedia per il processo, furono torturati, ma si rifiutarono di abiurare, e vennero infine decapitati nei pressi della stessa città di Nicomedia assieme al cristiano Teoctisto; era il 26 settembre di un anno compreso tra il 302 e il 304.
Molto popolari nei primi secoli (Prudenzio e San Gregorio Nazianzeno lo celebrarono con versi e omelie) e soprattutto durante il Medioevo, il nome di questi martiri era invocato con successo contro i demoni; sono state tramandate dalla tradizione alcune preghiere di esorcismo da loro composte, e loro reliquie possono essere trovate in Occidente (in Italia, a Roma e Piacenza). La loro festa liturgica si celebra il 26 settembre in Occidente e il 2 ottobre il Oriente.
San Filippo d’Agira, invece, era nato quasi un secolo dopo dai fatti riguardanti i Santi Cipriano e Giustina: era infatti venuto al mondo nella regione greca della Tracia all’incirca nell’anno 396, ai tempi dell’Imperatore Arcadio; istruito fin da giovane nella letteratura e nella filosofia, ricevette il diaconato e, ancora giovane, raggiunse l’Italia, giungendo a Roma, dove dal Papa fu consacrato sacerdote e ricevette l’incarico di evangelizzare la Sicilia centro-occidentale.
Giunto ad Agira, nei pressi di Enna, si mise a predicare il Vangelo agli abitanti del luogo, che ancora credevano che le eruzioni dell’Etna fossero manifestazioni di divinità della natura, e ad esorcizzare gli ossessi e i malati e i luoghi dove erano ancora venerati i demoni; divenne celebre presso tutte le popolazioni siciliane con il nome di “Cacciaspiriti”, per via del fatto che nessuno spirito immondo o maligno resisteva alle sue preghiere, e di lui la tradizione ha trasmesso una preghiera per la benedizione delle case.
Dopo quasi 50 anni di ministero sacerdotale ed esorcistico, raggiunse il premio eterno in un anno imprecisato compreso tra il 453 e il 457; sul suo sepolcro vennero costruiti una chiesa e un monastero, che divennero luogo di pellegrinaggio e centro di sviluppo della città di Agira, che per secoli portò il suo nome e custodì la sua memoria. La sua festa liturgica si celebra, sia in Oriente che in Occidente, il 12 maggio.
Ho voluto presentare ai lettori le biografie di questi santi antichi per farli loro conoscere e adottare come intercessori; possano, questi atleti e campioni di Cristo e nemici del demonio, esserci di esempio e pregare per noi!

                                                                                                                                                                            Roberto De Albentiis (http://radiospada.org/).