I liberali italiani, entusiasti di questo Re moderno e amante del popolo, gli offrirono la Corona d'Italia, che lui rifiutò, perché come uomo e sovrano onesto, profondamente convinto di essere re per grazia di Dio, intendeva rispettare i diritti degli altri principi italiani, e come cattolico vero e fervente, difese i diritti del Papa.
Persino Verdi, il grande maestro compositore, liberale, entusiasta di questo Re tenace e coraggioso, gli dedicò un inno, che è stato ritrovato negli archivi del Conservatorio napoletano San Pietro a Majella... un inno che ne traccia notevolmente il valore. Il compositore da un caloroso saluto al “rè della patria”. Giuseppe Verdi frequentò molto la corte napoletana, fu direttore artistico e compositore di opere per il teatro di San Carlo. Il testo dell'inno così inneggiava al grande Re Ferdinando:
Bella Patria del sangue versato
se fumanti rosseggian le impronte
non più spine ti strazian la fronte
il martirio la palma fruttò
Viva il Rè!
Viva il Rè!
Viva il Rè!
Oggi a Napoli, come certamente in tanti altri posti dell'ex Regno, tanti si saranno ricordati di lui, della sua umanità e grandezza... l'ho fatto anche io, ricordandolo nella preghiera, nella Santa Messa e nella memoria.
E a conclusione di questa giornata, nel ricordare a tutti la memoria del Sovrano che amò il suo popolo, lo faccio ricordando con voi il solenne inno di Paisiello, l'inno del nostro Regno, l'inno dei nostri Padri... il nostro Inno, che sempre più diventa l'inno dei meridionali redenti dalla tirannia del passato.
"Iddio conservi il Re
per lunga e lunga età
come nel cor ci sta
viva Fernando il Re.
Iddio lo serbi al duplice
trono dei Padri suoi
Iddio lo serbi a noi
viva Fernando il Re"
Scritto da:
Don Massimo Cuofano