domenica 4 dicembre 2016

PAVIA E DINTORNI



Per arrivare a Pavia partendo da Milano si consigliava di uscire da Porta Ticinese (al tempo praticamente il confine esterno della città) per i...ncamminarsi lungo la strada, tutt'ora esistente, che costeggiava il Naviglio Pavese. Dopo 15 miglia di viaggio si raggiungeva il centro abitato di Binasco (all'epoca abitato da appena 1500 persone) che nulla aveva di rimarchevole tranne il Castello Visconteo tutt'ora presente. Abbandonato Binasco e proseguendo lungo la via del Naviglio Pavese si giungeva alla Torre del Mangano e alla famosa Certosa di Pavia, complesso monumentale di epoca viscontea adibito per secoli a monastero.
Proseguendo per altre 5 miglia si giungeva a Pavia, capoluogo dell'omonima provincia.
Pavia all'epoca contava appena 25 mila abitanti, ma le modeste dimensioni non la rendevano comunque una località poco interessante e funzionale.
Nella città vi erano due albergi chiamati La Lombardia e La Croce Bianca e come luoghi indicati ai turisti vi erano le diverse chiese come quella in stile gotica di Santa Maria del Carmine o quella di Canepanova.
Tra le istituzioni del governo presenti a Pavia vi erano il Tribunale di prima istanza, la Camera di Commercio e l'Intendenza della Guardia di Finanza.
Come strutture per la cittadinanza si poteva contare sulla Scuola comunale di Disegno posta nello stesso luogo della Pinacoteca Malaspina la quale tuttavia non si trovava nel Castello Visconteo della città, come ai giorni nostri, bensì nell'omonimo Palazzo Malaspina.
Vi si trovavano poi importanti collegi come quello Borromeo e quello Ghisleri, di gestione statale, tre teatri, due ospizi per gli orfani, una Casa d'Industria per assistenza ai malati, un Monte di Pietà, diversi asili di infanzia e rifugi per le figlie “derelitte” e “pentite”.
Nonostante tutte queste istituzioni di servizio sociale uno degli edifici che può di tutti a Pavia è degno di nota è l'Università (già presentata nelle notificazioni del governo come il "centro di istruzione nazionale" della Lombardia Austriaca).
La fondazione dell'Università secondo alcuni è da attribuire a Carlo Magno, tuttavia è riportata una fondazione non anteriore alla metà del 1300. L'Università era, come già ricordato, uno dei centri della massima istruzione lombarda. Frequentata da circa un migliaio di studenti, la sua storia si intreccia profondamente con lo spirito riformatore e illuminista della Lombardia austriaca di tardo Settecento. I lavori di ammodernamento e estensione delle aule sono legati alle politiche di Maria Teresa d'Austria e di Giuseppe II il quale coerentemente con la sua politica di statalizzazione di molti enti religiosi soppresse diverse strutture clericali in zona per ampliare la struttura universitaria commissionando i lavori al milanese Piermarini e al viennese Pollack. A loro si deve la facciata dell'Università nonché il Cortile Volta. Da non dimenticare, inoltre, la realizzazione delle aule Volta e Scarpa le quali fecero rivivere l'intero polo universitario e che testimoniano la presenza come professori universitari del fisico comasco Alessandro Volta e di Antonio Scarpa, figura di spicco degli studi di anatomia che si era proposto di fare proprio di Pavia il polo cardine di tutta Europa nella sua disciplina.

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