sabato 8 giugno 2013

Ordine Costantiniano di San Giorgio (Borbone-Parma).



ImageDi antichissima origine, il Sacro Angelico Imperiale Ordine Costantiniano di San Giorgio, istituzione cavalleresca dinastica di ispirazione militare e religiosa venne ceduto dall'ultimo discendente dei Comneno, senza eredi, a Francesco I Farnese, duca di Parma e Piacenza, con atto rogato nel 1697.
Il trasferimento del Gran Magistero ai Farnese fu approvato nel 1699 dall’imperatore Leopoldo I e confermato dal Pontefice Innocenzo XII nello stesso anno, riconoscendo Gran Maestro dell’Ordine i discendenti della Casa Farnese, Duchi di Parma e Piacenza “pro tempore”
Nel 1700 Francesco I assunse solennemente il Gran Magistero nella Chiesa Magistrale della Steccata di Parma, che divenne, con il benestare del Pontefice, la sede conventuale dell’Ordine. Nel 1705 il Duca promulgò i nuovi Statuti, ancor oggi in vigore, che vennero approvati dalla Santa Sede l’anno seguente. Papa Clemente XI nel 1718, con la Bolla “Militanti Ecclesiae”, confermò definitivamente la natura dinastica dell’Ordine, sottolineando ulteriormente le doppie condizioni necessarie all’assunzione del Gran Magistero: essere discendenti dei Farnese e Duchi di Parma e Piacenza.
Con la morte senza figli dell’ultimo Duca Antonio, fratello di Francesco, il Gran Magistero passò a Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, sorella di Antonio, e di Filippo V, Re di Spagna. Quando Carlo III di Borbone divenne Re delle Due Sicilie trasferì da Parma a Napoli il Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano, nonostante venisse meno la chiara condizione statutaria legata alla sovranità del Ducato di Parma e Piacenza. I Duchi Filippo e Ferdinando rivendicarono energicamente per tutto il ‘700 il Gran Magistero dell’Ordine, ma senza alcun risultato perché politicamente troppo deboli per inimicarsi fratelli e cugini napoletani e spagnoli.
ImageSolo nel 1816 il Ducato di Parma e Piacenza poteva finalmente riappropriarsi del proprio patrimonio araldico-cavalleresco, quando la arciduchessa Maria Luigia d’Asburgo figlia, dell’Imperatore, rivendicò e assunse il gran magistero dell’Ordine Costantiniano di Francesco Farnese, in qualità di duchessa di Parma e Piacenza e di discendente dei Farnese per via dell’imperatrice Sua Madre. Il 24 aprile 1816, quattro giorni dopo il suo arrivo a Parma, Maria Luigia nominò nove cavalieri di giustizia e tredici cavalieri di merito, istituendo, il 12 marzo 1817, una commissione araldica presieduta dal principe di Soragna per valutare i titoli di ammissione nelle categorie nobiliari.
Dopo le prime rimostranze della Casa Reale delle Due Sicilie, fra i due Ordini Costantiniani di Parma e di Napoli si instaurò una “convivenza” che potremmo definire di reciproca tolleranza, proprio perché alla base vi erano questioni interpretative di delicata e difficile comprensione ed equilibri consolidati che sarebbe stato impossibile rimettere in discussione. Con il ritorno dei Borbone sul trono di Parma, dopo la morte di Maria Luigia nel 1847, il gran magistero fu assunto da Carlo Lodovico, già Duca di Lucca, e successivamente dal figlio Carlo III.
Alla metà dell’Ottocento numerosi Sovrani risultano insigniti dell’Ordine parmense, fra i quali l’Imperatore d’Austria, l’Imperatore del Brasile, lo Zar di Russia, il Granduca di Toscana, il Re di Prussia, il Duca di Modena, Don Francesco d’Assisi ("re" consorte di Spagna), che riconobbero ufficialmente l’Ordine parmense nei loro Stati. Nel 1869, a Roma, il Duca Roberto I, figlio di Carlo III, nominò gran cancelliere dell’Ordine il Principe Diofebo Meli Lupi di Soragna. Dopo la nefasta unità d’Italia il Duca Roberto, come fece con l’Ordine di San Lodovico, continuò a conferire l’Ordine Costantiniano non solo a membri della propria Famiglia, ma anche a Capi di Stato, dignitari, funzionari di tutta Europa. Fra questi vi furono il Principe Alberto I di Monaco e Ferdinando I e Boris III di Bulgaria.
Nel 1860, anno in cui il territorio venne invaso, usurpato e annesso al Regno di Sardegna , mentre il patrimonio araldico-cavalleresco dell’Ordine rimase di proprietà dei Borbone-Parma (la cui decorazione è oggi autorizzata all’uso dalla Repubblica Italiana) i beni dell’Ordine, fra cui la Chiesa Magistrale della Steccata, usurpate come gli Stati parmensi , passarono sotto la farraginosa amministrazione sabauda per poi tornare gradatamente alla loro autonomia, con un processo iniziato nel 1912 ad opera del Comune e della Provincia di Parma, che presentarono un ricorso a Roma affinché le rendite dell’Ordine fossero totalmente destinate all’ospedale di Parma. Nel 1922, per principale interessamento dell’On. Micheli, del Sen. Mariotti e del Vescovo Conforti, l’Amministrazione del patrimonio costantiniano venne definitivamente resa autonoma e costituita in Ente, di cui furono chiamate a far parte le principali autorità cittadine, fra le quali il Prefetto, il Vescovo, il Sindaco di Parma, il Presidente della Provincia di Parma, il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi, il Presidente del Tribunale, il Soprintendente alle Gallerie.
ImageLe sue finalità e la sua composizione rimasero sostanzialmente immutate con il passaggio istituzionale del 1946, quando il Capo dello Stato De Nicola riaffermò con apposito decreto scopi, funzioni e personalità giuridica dell’Ordine, i cui organi esecutivi sono tuttora il Consiglio Generale e la Giunta Esecutiva. Da oltre tre secoli, dunque, il patrimonio dell’Ordine Costantiniano è una realtà storica e istituzionale fortemente radicata nella tradizione e nella memoria di Parma, al punto che sono chiamate ad esserne custodi le maggiori autorità cittadine.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, con decreto dell’8 marzo 2004, ha nominato Presidente del Consiglio Generale di Amministrazione, il marchese Dott. Diofebo Meli Lupi, Principe di Soragna e del Sacro Romano Impero, che ricopre anche la carica di Gran Cancelliere dell’Ordine, mentre vice Gran Cancelliere è il Marchese Manfredi Landi di Chiavenna.
Per quanto riguarda la parte araldico-cavalleresca, la Repubblica Italiana, con decreto del Ministero degli Affari Esteri, ha riconosciuto la natura “non nazionale” del S.A.I. Ordine Costantiniano di San Giorgio, autorizzandolo formalmente all’uso in attuazione della legge 3 marzo 1951, n.178, riconoscendo dunque implicitamente allo stesso piena validità giuridica e confermandone al Principe Carlo Ugo di Borbone, Capo della Casa Reale Borbone Parma, Duca di Parma e Piacenza, l’uso legittimo e la proprietà dinastica.
Il Principe Carlo Ugo, Gran Maestro, con riferimento agli statuti originali del 1705, concede eccezionalmente questa onorificenza, nello stesso spirito di difesa e salvaguardia dei valori cristiani propri dei contenuti statutari originari, con particolare riferimento a meriti di rilievo di natura storico-culturale o assistenziale, legati allo studio e alla riscoperta delle antiche tradizioni ducali degli Stati parmensi e delle civiche Comunità di Parma e di Piacenza.
Degli Ordini dinastici parmensi fanno oggi parte esponenti del mondo economico-imprenditoriale, uomini e donne di cultura, autorità civili e militari, parlamentari italiani e stranieri, membri del Governo della Repubblica Italiana.
L'Ordine purtroppo è decaduto allo stato di una comitiva alto borghese ; pallido ricordo di un passato si nobile e glorioso.

I Borbone Parma Gran Maestri del S.A.I.  Ordine Costantiniano di San Giorgio 


Fonte:

http://www.borboneparma.it/



Di Redazione A.L.T.A.