sabato 8 giugno 2013

Dolci melodie alla Madre celeste


 
 
25 Simone Martini - l'Annunciazione
 
 
Quale suono meraviglioso avrà avuto il saluto che l’Arcangelo Gabriele rivolse alla Vergine Maria dicendo “Ave, piena di grazia”? Si può solo sognarla quella dolce melodia scaturita dal Cielo, voce divina tradotta in accenni umani, portata dall’Angelo in nome di Dio stesso. È il saluto, la voce celeste che tutti i grandi della musica d’ogni tempo hanno cercato di tradurre in note per farne omaggio di fede e di amore a Maria.
La storia ci insegna che furono già i primi cristiani a levare inni di lode alla Madre di Dio; purtroppo non esistevano allora registratori per tramandare ai posteri quelle preghiere e quei canti. Bisogna tener conto dal V secolo per dare un rapido sguardo alla mirabile epopea musicale mariana che si ispira alle melodie della musica gregoriana. Anche la musica mariana, dunque, sorge nella Chiesa; ne fanno testo il Graduale, che ci offre brani come quello della Salutazione Angelica, le melodie della Purificazione, il Gaudemus, il brano dell’Alleluja, la famosa Messa cum jubilo, ritenuta in assoluto la prima delle Messe in onore della Madonna.  Altra fonte del canto antico è l’Antifonario, nel quale il genio musicale mariano si manifesta ancor più chiaramente. Anche gli inni popolari dedicati a Maria ci colpiscono e ci commuovono, come l’Ave Maris Stella, o il Dei Mater Alma; era questa, infatti, la più filiale invocazione alla Vergine, che brillava e brilla come fulgida stella che ci guida nel difficile cammino della vita.
La liturgia era ricchissima di tanti altri inni ed invocazioni come Salve Vergine, Ave Regina Coelorum, Regina Laetare, Sub tuum presidium. Essendo vietato, però, dalle severissime regole liturgiche portare il canto gregoriano fuori dalle Chiese, esso trovò ben presto larga corrispondenza nella musica popolare, anche di più immediata espressione.
La Lauda popolare in Italia derivò dal canto gregoriano e fu così chiamata dalle “lodi” che si recitavano nell’Ufficio. “Laudesi” erano detti quei laici che si riunivano periodicamente per onorare la Vergine con preci e canti. La Lauda era costituita da canti facilissimi, orecchiabili per tutti, ma di significato altissimo per la storia del costume. Pensiamo che in Spagna il patrimonio di canti mariani più rilevanti è costituito da ben 400 canti in onore della Vergine, risalenti al XIII secolo.
Impossibile, dunque, non far cenno ai tantissimi e innumerevoli canti di devozione popolare alla Santissima Vergine, Madre di Dio. Uno dei famosi autori di queste odi è senz’altro Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il quale seppe cogliere il genuino affetto del popolo traducendolo nell’intramontabile motivetto “Mira il tuo popolo”. Se analizzassimo con attenzione il suddetto canto ci accorgeremmo di come il Santo abbia saputo penetrare in profondità gli aspetti devozionali e, allo stesso tempo, come sia riuscito a gettare uno sguardo nell’animo della Vergine leggendo quasi i Suoi sentimenti.
Un’azione efficace di Alfonso, con questo piccolo capolavoro musicale è, soprattutto, quella di riconoscere Maria come Mediatrice universale di grazie. La base di questa tesi è la Dottrina del Corpo Mistico, cioè il Mistero della Chiesa, considerato come corpo vivente, di cui Cristo è il capo e gli uomini sono le membra; in questo insieme, Maria è una porzione scelta, un membro eminente del Corpo Mistico che è la Chiesa.
il pietosissimo tuo dolce cuore, è pio rifugio al peccatore.”. La SS. Vergine viene, qui, invocata quale Madre premurosa che si prende cura dei suoi indegni figli, attingendo in sé il latte della Grazia. Quanto più il peccatore si rifugia in Lei e nel Suo Cuore Immacolato, tanto più rimarrà stretto a Lei e al suo Divin Figlio.
Maria è la Mediatrice di tutte le grazie, la Corredentrice accanto a Gesù. Maria è il firmamento azzurro che contiene ogni cosa.. Gesù è il Sole di questo firmamento, il Sole di Grazia che manda ovunque i suoi raggi. Gesù è l’Ostia, Maria, Sua Madre, è l’Ostensorio” – così scrive Don Edoardo Poppe.
E Shryvers nel libro “La Madre mia” insegna: “Essendo la Madonna costituita nostra Madre, ossia mediatrice di tutte le grazie, Dio fa dipendere dalla sua libera volontà la comunicazione di tutti i soccorsi che ci destina… Egli ha dato, senza dubbio, a questa Vergine Divina un cuore di madre capace di amare tutti i suoi figli, ma non vincola la sua azione; le lascia la sua iniziativa, le dà la libertà di avere premure speciali o una vigilanza e una tenerezza  per alcuni suoi figli”. Dunque, la Madonna non è un semplice canale di Grazia ma corrisponde all’azione di Dio attivamente, al punto che Dio le lascia la decisione di come diffondere la Grazia ai figli suoi.
Mira il tuo popolo, o Bella Signora… Madre più tenera di Te non v’è… a me rivolgiti con dolce viso, Regina amabile del Paradiso…”. Come non prendere in considerazione la volontà del Santo di mettere in risalto e riconoscere la bellezza pura e immacolata della Mamma Celeste?
Un poeta e scrittore russo, Florenskij scrive “la Madre di Dio è la bellezza del Creato, la Gloria del mondo, l’ornamento di tutto l’universo, il più bel fiore della terra”; Santa Bernadetta confidò che la Madonna è talmente bella da desiderare mille volte la morte per poterla rivedere e una volta San Leonardo da Porto Maurizio dal pulpito, disse ai fedeli: “Io bramo morire per vivere con Maria. E voi recitate un’Ave Maria per me. Ottenetemi la grazia di morire adesso su questo pulpito… Voglio andare a vedere Maria!”.
Infine, Padre Stefano Maria Manelli, racconta un piccolo episodio riguardo la vita di Padre Pio. Una volta un Vescovo si presentò dal Santo di Pietrelcina e gli portò un amico e glielo presentò dicendo: “Padre questo mio amico vorrebbe assicurarsi un biglietto d’ingresso in Paradiso, la cosa non è facile, che cosa gli consiglierebbe?”; abbassando e scuotendo un po’ la testa, molto dolcemente il Santo rispose: “Eh, ci vuole la Madonna… ci vuole la Madonna!”.
 
Ieskha Mauta
 
 
 
 
Fonte: