I documenti dell'Alta Vendita, mentre ci fanno conoscere ciò ch'essa era in se stessa, completano le notizie che ci avevano date gli Scritti originali di Monaco intorno alla costituzione della framassoneria e intorno a' suoi mezzi d'azione.
E innanzi tutto in qual guisa si recluta essa?
Il membro dell'Alta Vendita che si nascondeva sotto il nome di Piccolo Tigre, ce lo fa sapere. Lo si rileva da una sua lettera indirizzata il 18 gennaio 1822, ad una Vendita piemontese ch'egli avea creata nel modo già detto, parlando della costituzione del Carbonarismo.
"Per propagare la luce, si è ritenuto conveniente ed utile di dare la spinta a tutto ciò che aspira a muoversi.(1) L'essenziale è d'isolare l'uomo dalla sua famiglia e di fargliene perdere l'amore e le abitudini. Egli è già di per se stesso disposto per l'inclinazione del suo carattere a fuggire le noie di casa ed a correre dietro ai facili piaceri e alle gioie vietate. Egli ama le lunghe conversazioni al caffè, e l'ozio dei teatri. Eccitatelo, seducetelo, dategli una importanza qualunque siasi; insegnategli prudentemente ad annoiarsi de' suoi lavori giornalieri, e con quest'arte, dopo di averlo separato dalla sua moglie e da' suoi figli, e avergli dimostrato quanto siano penosi tutti i doveri, gli avrete così ispirato il desiderio d'un'altra esistenza. Quando avrete in alcuno insinuato il disgusto della famiglia e della religione, - due cose che vanno sempre unite - lasciatevi sfuggire qualche parola che provochi il desiderio di essere affigliato alla Loggia più vicina. Questa vanità del cittadino o del borghese d'infeudarsi alla framassoneria è cosa così universale che io sono sempre in estasi d'ammirazione dinanzi a tanta imbecillità umana. Io mi stupisco di non vedere tutto il genere umano alla porta dei Venerabili e chiedere a questi messeri l'onore di essere uno degli operai eletti a rifabbricare il Tempio di Salomone. Il prestigio dell'ignoto esercita sopra gli uomini tale un potere, che la gente si prepara, trepitando, alle fantasmagorie dell'iniziazione e dell'agape fraterna. Trovarsi membro di una loggia, sentirsi chiamato, senza che la moglie e i figli ne sappiano niente, a conservare un segreto che non si scopre mai, è, per certe nature, una voluttà, un'ambizione".
La framassoneria che non è se non l'anticamera delle società più segrete, come il Carbonarismo, possiede anch'essa delle anticamere, dove studia gli uomini, cerca i disgustati della famiglia, i vanitosi, i ribelli per attirarli a sé. "Sotto il pretesto più futile, formate - dice ancora Piccolo Tigre - o meglio fate che altri formino delle società aventi per scopo il commercio, l'industria, la musica e le arti belle. Radunate in questo o quel luogo le vostre tribù ancora ignoranti del tutto; infiltrate il veleno nei cuori eletti, infiltratelo a piccole dosi e, quasi per caso, poi, riflettendovi, sarete voi stesso stupito del vostro successo".
Piccolo Tigre raccomandava ai membri della Vendita, che avea istituita in Piemonte, di non esitare a porre queste associazioni di musica ed altre sotto la direzione di ecclesiastici: "Mettetele - diceva - sotto la tutela d'un prete virtuoso, stimato, ma credulo e che si lasci facilmente ingannare". Di più, egli studiava d'introdurre i massoni nelle confraternite: "Non temete - egli diceva - di far entrare alcuno dei nostri in mezzo a questi ovili.(2) Studino accuratamente il personale di queste confraternite e vedranno che a poco a poco si potrà fare buona raccolta". Infatti, in Italia, come nell'America del Sud, le confraternite fornirono non pochi framassoni e non di quelli che fecero il minor male. Queste raccomandazioni non devono essere ignorate dagli ecclesiastici direttori di patronati e di circoli, meno ancora da quelli che di loro iniziativa o sotto l'influenza di certe suggestioni, organizzano società musicali, ginnastiche, ecc.; non si pentiranno mai di essere stati troppo circospetti e vigilanti intorno alle idee che si diffondono fra i loro alunni.
In generale, però, il reclutamento dei massoni si fa in seno delle società laiche. Il F... Bourget, nel Congresso delle Loggie del Nord-Ovest a Rouen raccomandava a' suoi FF... d'insinuarsi nel maggior numero possibile di società, "sempre e particolarmente nei patronati laici, scolastici e di beneficenza, nelle associazioni di previdenza, di mutuo soccorso, di tiro e di ginnastica, ed in tutti i circoli nei quali l'idea democratica (3) ha più probabilità di germogliare e di svilupparsi".
Jean Bidegain, nel suo libro Le Grand Orient de France, ses doctrines et ses actes (pag. 281) così si esprime : "Ogni Loggia riunisce intorno a sé un gran numero di gruppi, di società che sono i suoi succedanei". Egli mostra l'attività che sa adoperare il delegato della framassoneria intorno a queste società: "Il cittadino che è framassone a dieci ore di sera, organizzerà domani mattina, alle ore otto, l'Università popolare, delibererà ad undici ore alla sezione della Lega dei Diritti dell'uomo, e tuonerà a due ore dopo mezzodì al gruppo del Libero pensiero. I framassoni sono i Maîtres Jacques (i factotum) della democrazia ".
Jean-Baptiste Bidegain (1870-1926). |
Al terzo congresso delle Loggie dell'Est che si tenne in luglio 1882, i massoni ricevettero queste istruzioni:
"Quando, sotto l'ispirazione d'una loggia, un nucleo di massoni, aiutati da tutti gli amici profani, hanno in tal modo creata un società qualunque, non devono lasciarne la direzione a mani profane. Al contrario è mestieri che si sforzino di conservare nel comitato direttore di questa società da loro formata un nucleo di massoni, che restino come chiavarda (perno), e che, tenendo in mano la direzione della società, continueranno a spingerla in una via conforme alle aspirazioni massoniche.
Quale forza non avrà la massoneria sul mondo profano, quando esisterà intorno ad ogni loggia come una corona di società, i cui membri dieci o quindici volte più numerosi dei massoni, riceveranno dai massoni l'ispirazione e lo scopo, ed uniranno i loro sforzi ai nostri nella grande opera per cui lottiamo!".(4)
Ciò non ostante nell'adunanza del 1898, il relatore della commissione dei voti faceva questa raccomandazione: "Si badi bene di non lasciare scorgere in quest'opera la mano della framassoneria".(5)
Se si nasconde, non cessa però di agire. Per mezzo dei suoi emissari, la massoneria soffia il suo spirito in tutte le associazioni nelle quali riuscì d'introdurli, imprime loro le sue direzioni e li fa concorrere, senza che pur ne sospettino, al suo piano di scristianizzazione. "Gli è in causa di questa ampiezza di organizzazione - dice il F... Goblet d'Aviella - che la massoneria è in grado di rivaleggiare colla sua grande nemica, la Chiesa di Roma".(6)
Goblet d'Aviella ( 1846 -1925). |
Waldeck-Rousseau, parlando delle congregazioni religiose, volle farvi vedere "un substratum d'influenze nascoste ed oggidì visibile"; non si può meglio caratterizzare l'azione che la framassoneria esercita nella società con questa perfettissima organizzazione che mette tra le mani di alcuni capi sconosciuti la direzione di tutte le loggie del mondo e di moltissime associazioni che la setta ha saputo stabilire intorno a sé, ispirare e dove essa stessa si recluta.
Pierre Marie René Ernest Waldeck-Rousseau (Nantes, 2 dicembre 1846 – Corbeil, 20 agosto 1904). |
Queste società non danno che dei borghesi; la massoneria li riceve volentieri, ma non può accontentarsene. "L'Alta Vendita desidera - continua Piccolo Tigre - che, sotto uno od altro pretesto, si introduca nelle logge massoniche il maggior numero possibile di principi e di doviziosi. I principi di case sovrane regnanti, i quali sono senza legittime speranze di essere re per grazia di Dio, hanno quasi tutti una gran voglia di esserlo per grazia di una rivoluzione. Il duca d'Orléans (dipoi Luigi Filippo; queste righe erano scritte nel 1822) è framassone; il principe di Carignano (dipoi Carlo Alberto, re di Sardegna) lo fu pure. Non ne mancano in Italia ed altrove che aspirano agli onori del grembiule e della cazzuola simbolica. Accarezzate tutti questi ambiziosi di popolarità, arruolateli nella framassoneria: l'Alta Vendita vedrà poi quello che se ne potrà fare per la causa del progresso. Frattanto, essi serviranno di vischio per gli imbecilli, per gli intriganti, per i borghesi e gli spiantati. Essi sono una magnifica insegna alla bottega; non mancano mai dei pazzi disposti a compromettersi in una cospirazione di cui un principe qualunque sembra essere il sostegno. (7)
Luigi Filippo Borbone-Orléans, Duca d'Orléans (Parigi, 6 ottobre 1773 – Claremont House, 26 agosto 1850). |
Carlo Alberto Amedeo di Savoia-Carignano Torino, 2 ottobre 1798 – Oporto, 28 luglio 1849). |
La massoneria in tal modo reclutata fa una doppia scelta fra i suoi membri, l'una per i gradi e l'altra per le iniziazioni.
I gradi, come osserva Louis Blanc, furono fin dalla loro origine, "altrettanti retro-santuari, nei quali si raccoglievano successivamente gli iniziati più attivi", ma dopo che sono stati divulgati, hanno perduto molto della loro importanza, e non servono ormai che ad indicare l'organizzazione onorifica della setta e a lunsigare la vanità dei massoni che occupano qualche bel posto nel mondo, per averne qualche servigio o più larghe offerte. "Rassomigliare oggidì gli alti gradi a funzioni direttive - dice Larousse - sarebbe commettere lo stesso errore di chi pretendesse stabilire una correlazione tra i gradi dell'armata e quelli della Legion d'Onore".
Louis Jean Joseph Charles Blanc (Madrid, 29 ottobre 1811 – Cannes, 6 dicembre 1882). |
Spesso i più alti graduati della framassoneria non ne sanno molto più del pubblico. "In framassoneria non si conosce se non ciò che avviene intorno a sé, si ignora ciò che accade negli ordini superiori".(8) L. Blanc parlando, nella sua Histoire de la Rèvolution, dei principi posti a capo dei Grandi Orienti, conferma in questi termini ciò che Filippo-Egalité stesso ci fa conoscere: "Essi non sapevano della massoneria se non quanto si poteva far loro sapere senza pericolo, e non aveano motivo d'inquietarsi, pensando che non appartenevano se non ai gradi inferiori (le iniziazioni), nei quali la sostanza delle dottrine non appariva che confusamente attraverso l'allegoria, e dove molti altro non vedevano che un'occasione di divertirsi e banchettare allegramente".(9)
Luigi Filippo II di Borbone-Orléans, Philippe Égalité (Saint-Cloud, 13 aprile 1747 – Parigi, 6 novembre 1793). |
Parimenti, non sono punto i Grandi Orienti, risiedano essi a Parigi, a Londra, a Bruxelles, a Roma, a Berlino, a Vienna, a Amsterdam, a New-York, a San Francisco, a Boston, a Calcutta od altrove, che abbiano gran parte nella potenza massonica. Sono essi la parte visibile della massoneria, la parte amministrativa delle finanze e del personale, la parte occupata nella fondazione delle Loggie e del loro reclutamento, nella propaganda dalle idee da spargere nel pubblico; ma non sono affatto l'anima della framassoneria. Il capo in cui si elabora l'idea, il cuore, che ne dà l'impulso, risiedono in una organizzazione più segreta, nascosta agli occhi della stessa framassoneria.
Checchè ne pensino tutti i loro dignitari, le loggie non sono, come lo afferma Piccolo Tigre nella lettera citata, che "una specie di deposito, una mandria, un centro pel quale bisogna passare prima di arrivare sino a noi (membri delle retro-loggie). Insegnando ad un fratello il modo di portar le armi col bicchiere, noi ci impadroniamo insieme della sua volontà, della sua intelligenza e della sua libertà. Si studia così l'uomo, se ne dispone, lo si gira e rigira; se ne scoprono le inclinazioni, le affezioni e le tendenze. Quando è maturo per noi, lo si indirizza ad una delle società segrete di cui la framassoneria non può più esser altro che l'anticamera oscura".
Queste società sono tanto più segrete quanto son più formidabili. Esse non vivono più isolate; ma si compenetrano insieme, come vedemmo; le meno segrete, quelle che si chiamano loggie, capitoli, areopaghi, sono penetrate dalle altre in modo, però, che l'esistenza di queste sia sconosciuta a quelle. È per questo che i framassoni che non sono che framassoni, allorchè si parla dei delitti della framassoneria alzano le spalle. Essi non sono iniziati. Essi ignorano. E come ignorano, così negano. Perciò, è perfettamente possibile che l'esistenza del servizio di delazione, organizzato dalla framassoneria nell'esercito, sia stata ignorata, anche da certi membri del Consiglio dell'Ordine. Le società più segrete, penetrando nelle loggie e nei capitoli per mezzo d'uno dei loro membri, loro inculcano delle idee, li fanno agire, li spingono a poco a poco in un senso favorevole alla preparazione, all'attuazione più o meno lontana dei disegni concepiti al di sopra di loro.
Come disse assai bene Copin Albancelli, "la framassoneria è un avviluppamento di società segrete le une nelle altre e dominate le une dalle altre. Le officine sono come le membra inferiori di un
immenso organismo internazionale, che non conoscono più di quello che le mie mani e i miei piedi non conoscono ciò che li fa agire e non ne hanno coscienza".
Note:
(1) Dare la spinta a tutto ciò che aspira a muoversi! Questa istruzione non è stata mai meglio osservata che ai giorni nostri, dall'alto al basso della società. "Non se ne può osservare l'effetto perfino nel clero? Non abbiamo noi visto, anche nel suo seno, levarsi degli agitatori e degli agitati? Sanno essi d'onde viene "l'impulso" e qual è lo scopo? Piccolo Tigre lo dice: "Propagare la luce massonica!!" Altri più apertamente: "l'idea democratica".
(2) Weishaupt avea dato un nome speciale ai F... chiamati a compiere questo mandato. Li chiamava F... Insinuanti o Arruolatori. "Col nome dì F... Insinuante - dice Barruel - bisogna intendere qui l'Illuminato che si travaglia a guadagnar Fratelli al suo Ordine. Vi ha dei Fratelli specialmente incaricati di questa bisogna; sono quelli che si potrebbero chiamare gli apostoli, i missionari dell'Ordine".
(3) Si è già potuto osservare che i framassoni dicono indifferentemente: idee democratiche o idee massoniche; propagare le une è, per lo meno, aprire la via alle altre.
(4) Nel 1894, nel mese di settembre o di ottobre, ventiquattro anni dopo l'entrata dei Piemontesi in Roma, il Folchetto, in un articolo di elogio alla framassoneria, disse: "Sarebbe una somma ingiustizia di non riconoscere che tutte queste associazioni le quali non erano che rami del grande albero massonico, hanno conservato in vita per più dozzine d'anni il pensiero italiano (dell'unità italiana), e che questa vegetazione che maturò la santa impresa della redenzione della patria, non abbia trovato il suo alimento in nessun altro luogo che nelle associazioni".
(5) Les Pétitions contre la franc-maçonnerie, pp. 163-165.
(6) Alla loggia Les Amis philanthropes di Bruxelles, 5 agosto 1877.
(7) Le Monde maçonnique ha pubblicato, alla metà dell'anno 1883, un quadro della storia della Spagna durante questo secolo. Egli disse che tutti gli avvenimenti importanti ch'ebbero luogo in questo paese sono il fatto della framassoneria; che la regina Isabella e suo figlio Alfonso vanno ad essa debitori del trono, e che grazie all'energia del Gran Maestro Ferdinando VII ha mantenuto l'abrogazione della legge salica di Spagna. Non sono i soli usurpatori che siano nelle mani della framassoneria. Alla successione di Edoardo VII al trono d'Inghilterra, l'Evénement di Québec pubblicò queste notizie: "Alberto Edoardo, principe di Galles è il più eminente framassone che sia sulla terra, non solo pel fatto ch'egli diviene re d'Inghilterra ma perché è gran maestro delle grandi loggie d'Inghilterra, d'Irlanda, di Scozia e del Paese di Galles, e perché è altresì gran priore dell'ordine dei Cavalieri del Tempio in Inghilterra e gran patrono dell'ordine Ancient Accepted Scottish Rite of Freemasonry nel Regno Unito, avendo ricevuto il 33° ed ultimo grado in questo ramo della framassoneria. "Egli appartiene all'ordine massonico da oltre trentadue anni, e non havvi, nel mondo intero, membro che prenda una parte più attiva al suo sviluppo. Nella posizione reale ch'egli occupa e per l'alto ufficio che adempie nell'ordine massonico, egli dà francamente l'esempio a' suoi consociati dell'eguaglianza che i framassoni vantano come esistente fra di loro". La Vérité di Québec, dopo aver riprodotte queste notizie, aggiungeva: "Noi lo sappiamo, il nuovo re d'Inghilterra è un massone di alto grado; come la regina Vittoria era la protettrice di questa setta condannata dalla Chiesa. Ma per quanto Edoardo VII sia alto graduato, probabilmente non è a giorno di ciò che avviene nei circoli infimi della framassoneria. I veri capi della setta, che non sono sempre i capi apparenti, accordano volentieri i titoli e i posti d'onore ai re ed ai principi, ma conservano per sé i segreti massonici. Essi sanno volgere a loro profitto il prestigio reale, ecco tutto". Il che vuol dire, essi sanno molto bene far servire i principi e i re massoni all'esecuzione dei loro disegni. In appoggio di ciò che dice la Vérité di Québec, osservando che il F... Edoardo VII, quantunque gran maestro della massoneria inglese, ignora probabilmente molti segreti, ricorderemo la lettera del duca d'Orléans, gran maestro del Grand'Oriente di Francia, inserita il 22 febbraio del 1793 nel Journal de Paris, firmata Egalité, e letta nella tornata del Grand'Oriente, il 13 maggio dello stesso anno: "Ecco la mia storia massonica. In un tempo in cui sicuramente nessuno prevedeva la nostra rivoluzione, io mi ero attaccato alla framassoneria, che m'offriva una certa quale eguaglianza, come mi era attaccato al parlamento che offrivami una certa qual libertà. Ho poi lasciato il fantasma per la realtà. Nel mese di dicembre ultimo, il segretario del Grand'Oriente essendosi rivolto alla persona che fungeva presso di me da segretario del gran maestro, per farmi arrivare una dimanda relativa ai lavori di questa società, io risposi a costui in data del 5 gennaio: "Siccome io non conosco la maniera onde il Grand'Oriente è composto, e, d'altronde, io penso che non deve esservi alcun mistero, nè alcuna assemblea segreta in una Repubblica, sopra tutto al principio del suo stabilimento, io non voglio più saperne di Grand'Oriente, né di assemblee dei framassoni". Scrivendo questa lettera, Filippo Egalité avea segnata di sua mano la sentenza di morte. Qualche settimana più tardi, avea tronca la testa dal coltello triangolare.
(8) Copin Albancelli, Comment je suis entré dans la franc-maçonnerie et comment j'en suis sorti, pp. 72-73.
(9) Tom. II, pp. 82 et 83.