lunedì 10 giugno 2013

La battaglia della vita: una preziosa lezione da Re Artù e dai suoi cavalieri

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Immaginatevi un prato e una lieve brezza che accarezza, quasi massaggio, le verdi foglie di un albero. Il sole brilla e tutta la terra è pervasa dalla placida calma di una giornata estiva. Poco lontano il frangersi delle onde sugli scogli anticipa il sapore di salsedine che si diffonde nell’aria. Il mare è appena agitato ma la costa, alta e bianca, pare tranquillizzarlo in un abbraccio, una madre che stringe a sé il figlio irrequieto.
Da lontano giunge un tonfo sordo. Poi nulla. Un altro, e ancora silenzio. Improvvisamente la terra pare tremare, scossa da un violento fremito, e qualcosa nell’aria preannuncia l’imprevisto. Le nubi si addensano, il buio incombe e il vento si fa più forte.
Dall’entroterra un barlume di luce sfiora gli elmi e le armature di un nugolo di cavalieri in sella a possenti destrieri e capeggiati da un uomo alto e forte; il loro re forse. Un viso nobile, i lineamenti induriti dalle fatiche, e se l’elmo ne adombra lo sguardo è però evidente il sorriso, beffardamente incorniciato dalla bionda barba.  Lui e i suoi fedeli attraversano l’aria come angeli e battono il suolo come i più audaci degli uomini. Sono guerrieri, spiriti autentici, vòlti all’incontro con il loro destino.
E’ la storia di Artù e dei suoi cavalieri, una storia che si perde lontana nel tempo, una storia che è diventata leggenda.
Eppure il cuore che batte dietro le pesanti armature di questi valorosi uomini non è poi così diverso dal nostro. E’ un cuore che desidera, che spera, un cuore che ha accettato la sfida più grande di tutte: la vita. 
Tutto parte da una risposta affermativa davanti ad una realtà che ci interpella, che ci chiama ad un destino glorioso. E’ il “Sì” di Maria all’Angelo, quello di Artù a Merlino e il nostro in ogni imprevisto che la realtà ci offre.
Resta solo da combattere la battaglia, partire all’avventura con la certezza di non essere mai soli, nella speranza che alla fine anche per noi, re in esilio, ci sia una Camelot, un regno di eterna felicità  che ci era stato promesso e che da lungo tempo il nostro cuore attendeva.
 
Luca Fumagalli
 
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