Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 61/13 del 14 giugno 2013, Ottava del Sacro Cuore
Ennesimo episodio dell’odio e del razzismo ebraico nei confronti dei cristiani in Terra Santa. Sarebbe interessante che persone come la Boldrini e la Kyenge, particoalrmente impegnate contro l’intolleranza e la discriminazione, si esprimessero nei confronti di questi episodi.
Jaffa, profanate le tombe di un cimitero cristiano. Le scritte sono in ebraico
Alcuni vandali hanno coperto di graffiti offensivi i muri e le lapidi del cimitero greco-ortodosso di Jaffa. La comunità denuncia continui casi di discriminazione da parte degli estremisti sionisti. Autorità responsabili del clima di tensione: difendono i coloni invece dei cittadini israeliani.
Jaffa (AsiaNews/ Agenzie) – La popolazione araba-cristiana di Jaffa (Tel Aviv) denuncia continui casi di discriminazione religiosa ed etnica. L’ultimo caso è avvenuto lo scorso 12 giugno nel locale cimitero ortodosso. Nella notte un gruppo di vandali ha dissacrato una serie di tombe e imbrattato i muri perimetrali con scritte in ebraico che inneggiano alla “vendetta” (נקמה) contro i cristiani al “prezzo” (נמכר) che dovranno pagare per i loro atti contro gli ebrei. Graffiti con insulti sono comparsi anche sulla casa di Khaled Kaboub, giudice distrettuale di Tel Aviv, situata poco distante dal cimitero.
Secondo i residenti questo è l’ennesimo caso di vandalismo contro la comunità cristiana, che punta il dito contro le autorità cittadine che in questi anni hanno ignorato il problema senza fare alcuna indagine per arrestare i colpevoli. Ciclicamente compaiono sui muri e sugli ingressi di vari edifici cristiani di Gerusalemme graffiti offensivi. Lo scorso 31 maggio alcune scritte ingiuriose contro Gesù sono comparse sulle mura della basilica della Dormizione.
Balha Ahmed, attivista per i diritti umani spiega che “si tratta di atti pericolosi che sono guidati dall’odio per i residenti arabi di Jaffa”. Il “prezzo da pagare” è un motto utilizzato dagli estremisti israeliani, che minacciano cristiani e musulmani per aver sottratto loro la terra. Un tempo il fenomeno era diffuso solo nelle aree al confine con la Cisgiordania e a Gerusalemme. Oggi colpisce anche la grande metropoli di Tel-Jafo. “Purtroppo – aggiunge Balha – il governo non fa nulla contro questo fenomeno, e ciò incoraggia altri atti simili”. Secondo alcuni residenti, se l’episodio fosse avvenuto in un cimitero ebraico la polizia avrebbe trovato gli autori nel giro di poche ore. Tutti i giornali israeliani ne avrebbero parlato.
Asma Agbaria-Zahalka, presidente del partito Da’am, unico partito israeliano presieduto da una donna araba, spiega che “le scritte che fanno riferimento al ‘prezzo da pagare’ sono utilizzate dagli estremisti sionisti, soprattutto coloni, spesso sostenuti dallo stesso governo. L’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu difende la loro incolumità e il loro benessere a scapito degli altri cittadini e rifiuta qualsiasi negoziato di pace con i palestinesi”. Secondo la donna “l’incidente di Jaffa mostra che i confini che separano Israele e Palestina stanno diventando sempre più confusi”.
Asia News
Fonte:
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