Narrati gli eventi bellici del fronte meridionale che interessarono direttamente l'esercito sabaudo di terra e di mare nella guerra austro-prussiana del 1866 (terza guerra di espansionismo sabaudo) è ora giunto il momento di aprire una parentesi riguardante le vicende del Garibaldi e dei suoi mercenari-volontari durante la campagna militare di "Quel fatal 1866".
Garibaldi e garibaldini nel 1866:
tra volontari di bassa lega , disordini e sconfitte.
Organizzazione e composizione dell'esercito garibaldino nel 1866:
Giuseppe Garibaldi. |
Appena il trattato tra Italia sabauda e Prussia venne siglato (8 aprile 1866) , si scatenò la solita ridda di progetti militari stravaganti: si preparò un colpo di mano in Dalmazia, che nei piani sabaudi ma anche nella diabolica mente del Bismarck , forse suggestionato dal libro di Rustow, si voleva affidare a Garibaldi. Il criminale Bixio propose di affidare al Garibaldi il comando della flotta ma nessuno lo prese sul serio: come ben sappiamo, per fare disastri era sufficiente Persano. La Marmora , che non si fidava di Garibaldi, decide di destinarlo in Tirolo dove non poteva intraprendere pericolose iniziative.
Nino Bixio |
Per evitare che all'ultimo momento Garibaldi facesse uno dei suoi colpi di testa, venne confinato a Caprera fino al 10 giugno, quando gli venne consegnato il corpo dei volontari che era stato perciò organizzato in sua assenza: il viaggio in mare lo fece sul tristemente noto "Piemonte", forse per ragioni scaramantiche.
Menotti Garibaldi. |
"Chiunque mostra paura , dev'essere preso a calci...Le perdite più gravi si patiscono fuggendo, mentre i valorosi vincono sempre e ne muoiono pochi...Gli uomini di tutti i gradi prendano frequenti bagni nel lago...". In termini di comportamento tattico , la disposizione fu: "Fate l'aquila" , nel senso di prendere posizione sui punti più alti.
Complessivamente a circa 38.000 uomini , 200 cavalli e 24 cannoni . In realtà può contare solo su 6.000 soldati decenti che da Salò si diressero verso Caffaro e le Giudicarie. Anche di questi trovò modo di dare giudizio negativo e li descrisse come "bricconi e avanzi d'osteria" , addirittura peggiore di quelli degli anni precedenti:
"Fra di loro c'erano dei farabutti che di giorno scansavano le fatiche e di notte derubavano i compagni da saccapani e bisacce. Sparivano orologi, soldi, perfino mutande di ricambio, vaglia postali, francobolli. A un altro gli anelli dalle dita".
I garibaldini invadono il Trentino:
Quartier generale di Garibaldi a Lonato il 27 giugno 1866 |
Garibaldi si ritirò sulle colline di Lonato , dove pose il suo Quartier Generale al riparo dell'ombra di un lenzuolo.
Il 3 luglio Garibaldi si scontrò a Monte Suello con 1.400 Imperiali, che respinsero vittoriosamente tre assalti di 5.000 garibaldini , che si sbandarono per un acquazzone al ponte di Caffaro: Fedrigo Bossi Fedrigotti , che prese parte allo scontro nei ranghi dell'esercito Imperiale , definì i volontari "briganti di Garibaldi".
Garibaldi, con la sua solita olimpica serenità, sostenne addirittura che si sia trattato di una vittoria conseguita "con celerità e bravura , cacciandone gli Austriaci in un combattimento glorioso".
Il maggiore Nicostrato Castellini |
"Il 16 luglio il nemico tentò di cacciarci da Condino. I nostri, contrariamente agli ordini miei , si erano spinti da Condino sino a Cimego, ed occuparono il ponte ivi esistente sul Chiese , senza provvedere di guarnir le alture , indispensabili in quel paese scosceso per proteggere la forza che si trova nella valle".
Scontri decisivi , fine delle ostilità e congedo dei garibaldini:
Franz Kuhn von Kuhnenfeld . |
I resti del forte di Ampola. |
Battaglia di Bezzecca. |
Il 10 agosto 1866 La Marmora lo tolse d'impaccio inviandogli l'ordine di rientrare: nelle sue Memorie, Garibaldi posticipa alla data dell'ordine di sospendere le operazioni al 25 agosto.
La minuta del famoso telegramma di Garibaldi. |
Il corpo dei volontari venne sciolto il 1° settembre 1866. Garibaldi si rifiutò , avendo perso , a partecipare a parate che furono invece guidate dal compagno d'armi Medici.
Il Garibaldi se ne andò stizzito lasciando che decine di municipi se la sbrigassero con le valanghe di "petulanti richieste" di reduci garibaldini veri o presunti: era la solita storia.
Come per i volontari/mercenari del 1859/1860 , anche a quelli del 1866 vennero congedati con una buonuscita di sei mesi di paga: ai soldati di leva non spettò invece nulla.
Garibaldi tornò a Caprera: deluso e particolarmente amareggiato per il comportamento dei contadini veneti e trentini (peraltro non diverso da quello di tutti gli altri incontrati durante le sue campagne nella penisola) , che non mossero un dito per aiutare i volontari a "liberarli" (?) e, anzi, combatterono al fianco dell'Imperial-Regio esercito.
E così si concluse l'impresa del Garibaldi e della sua orda nella terza guerra di espansionismo sabaudo ; tra ruberie, saccheggi e defezioni aggiungendo vergogne ad una guerra già di per se vergognosa.
Fine 3° Parte...
Fonte:
L'IPERITALIANO - Eroe o cialtrone? - Biografia senza censure di Giuseppe Garibaldi. pag. 211, 212, 213. (Gilberto Oneto , Il Cerchio, iniziative editoriali).
Scritto a cura di:
Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.